27/06/2009

Festa della Solidarietà dal 26 al 28 giugno 2009 a Omegna


Nel giardino della Chiesa Evangelica Metodista di Omegna, via Fratelli di Dio 64.

Sabato 27 ore 19,30 Cena e domenica 28 ore 10,30 Culto; ore 13,00 Pranzo; ore 19,30 Cena.

Una parte del ricavato sarà devoluto alla scuola del Merryland Playcentre di Pietermaritzburg e al Progetto Pilota Metodista per la cura e la lotta all’HIV/AIDS nella intera area del KwaZulu Natal in Sudafrica. Un'altra sarà devoluto alle attività del Consorzio Intercomunale dei Servizi Socio assistenziali di Omegna (VB).
Vi aspettiamo numerosi!!

16/06/2009

Lago Maggiore letterAltura: Cinquecento anni di resistenza valdese



Domenica 28 giugno, ore 15 presso Società operaia, via De Bonis 36 - Verbania Intra

Eliana Bouchard dialoga con Guido Davico Bonino Letture di Gisella Bein
La forza data dal coraggio delle proprie idee e dell’attaccamento alle proprie tradizioni è elemento caratterizzante del popolo valdese. Per secoli perseguitati, isolati, martoriati – nel fisico e nella mente – ma mai sopraffatti, ancora oggi continuano con orgoglio e risolutezza ad affermare la propria identità e la propria fede. Un popolo fiero che invece di disgregarsi ha creato comunità e fatto dell’unicità una bandiera.In questa atmosfera di lotta comunitaria, la vicenda personale e privata di una donna, caparbia e controcorrente, disposta a tutto pur di non perdersi. Di questo e di altro ancora parleranno Eliana Bouchard e lo storico Guido Davico Bonino. Letture di Gisella Bein tratte dal libro Louise. Canzone senza pause.

15/06/2009

La libertà religiosa, specchio della libertà del paese

Se la libertà di un Paese si misura anche attraverso la libertà religiosa di cui godono i suoi cittadini, l’Italia è rimasta piuttosto indietro. La mancanza di una legge organica a riguardo e iter burocratici sclerotizzati sono le anomalie più evidenti di un sistema che nel suo complesso non garantisce quanto stabilito nella Costituzione. È per questo che - a poche settimane dalla ‘sofferta’ approvazione delle modifiche alle Intese con lo Stato delle Chiese valdese ed avventista (v. Adista n. 64/09) - le organizzazioni evangeliche italiane hanno indetto la manifestazione “Ugualmente libere. Le Chiese evangeliche per la piena attuazione del dettato costituzionale sulla libertà religiosa”.

L’incontro - organizzato dalla Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (Fcei), dall’Alleanza Evangelica Italiana (Aei), dalla Federazione delle Chiese Pentecostali (Fcp) e dall’Unione Italiana delle Chiese Cristiane Avventiste del 7° Giorno (Uicca) e svoltosi a Roma il 13 giugno scorso, - rappresenta il primo appuntamento di carattere specificamente politico promosso dalle Chiese evangeliche italiane: “Con questo raduno - ha dichiarato il presidente della Fcei Domenico Maselli nel corso della conferenza stampa di presentazione svoltasi a Roma il 9 giugno scorso - vogliamo risvegliare nel mondo della politica, ma anche nell'opinione pubblica, la consapevolezza che la libertà religiosa è un diritto fondamentale, attraverso il quale si misura lo stato della libertà tout-court di un Paese. Di qui anche il carattere assolutamente bipartisan della manifestazione, perché la nostra non è una battaglia di destra o di sinistra, ma una battaglia di civiltà”.

Due sono le questioni più urgenti: il completamento del quadro delle sei Intese che giacciono in Parlamento dal 1998 (si tratta della regolamentazione dei rapporti con la Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova, l’Unione Buddista Italiana, la Chiesa Apostolica in Italia, la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, la Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia e l’Unione Induista Italiana) e la mancanza di una legge generale sulla libertà religiosa che fa sì che, nel caso di confessioni diverse dalla cattolica che non godano del regime d’Intesa, si debba ancora fare riferimento alla legge sui ‘culti ammessi’ varata dal governo fascista nel 1929. “Per quanto la Corte costituzionale sia spesso intervenuta per decapitare la legge del 1929 nelle sue parti peggiori - ha sottolineato nel corso della conferenza stampa il senatore del Pd Stefano Ceccanti - manca un intervento in positivo per rispondere alle nuove esigenze”. “La libertà religiosa”, gli ha fatto eco il senatore del PdL Lucio Malan, unico valdese presente in Parlamento in questa legislatura, “non si riduce alla libertà di praticare il culto, ma deve implicare una condizione di parità nel diritto, che in Italia non c’è”.

A titolo di esempio le Chiese evangeliche ricordano la legge della Regione Lombardia che stabilisce che possano essere adibiti al culto solo quegli edifici presentati come tali per la licenza edilizia, ostacolando in questo modo le piccole comunità religiose - specie musulmane - che cercano uno spazio per la preghiera. (ingrid colanicchia)
da NOTIZIE ADISTA n.67 - 20 Giugno 2009

11/06/2009

Lettera aperta al Presidente della Repubblica e al Presidente del Consiglio sui rinvii di migranti e richiedenti asilo verso la Libia

Le organizzazioni firmatarie, appartenenti al Tavolo Asilo, si appellano oggi pubblicamente al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per chiedere attenzione verso i diritti umani e il diritto d’asilo, il quale risulta profondamente a rischio a seguito della politica perseguita dall’Italia nel Mediterraneo.

Tra il 6 e l’11 maggio, unità navali Italiane hanno rinviato forzatamente in Libia alcune centinaia di persone – 471 secondo quanto dichiarato dal Ministro dell’Interno al Senato il 25 maggio – dopo averle intercettate nelle acque del Mediterraneo.

A riguardo, intendiamo innanzitutto esprimere la nostra profonda preoccupazione e il nostro rammarico per la mancanza di trasparenza che ha caratterizzato tali operazioni. Non si ha notizia che riguardo alle persone trasportate in Libia sia stata rilevata la nazionalità, l’eventuale minore età, l’eventuale stato di gravidanza delle donne, o la possibile richiesta di protezione internazionale, così come non risulta che siano state accertate le condizioni di salute.

L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) ha dichiarato che tra le persone riportate in Libia vi erano cittadini somali ed eritrei in cerca di protezione internazionale. In proposito è utile ricordare che, nel 2008, circa il 75% dei 35.000 migranti giunti in Italia via mare ha fatto richiesta di asilo e al 50% di questi è stata concessa una forma di protezione (fonte: Ministero dell’Interno).

Inoltre, secondo fonti di organizzazioni non governative, da maggio 2008 a febbraio 2009 sono stati circa 2000 i minori stranieri non accompagnati arrivati via mare a Lampedusa e negli ultimi anni sono aumentate le donne in gravidanza e i migranti con patologie legate alle condizioni di viaggio via mare come traumi, ustioni, ferite. Di conseguenza riteniamo che, assieme a persone bisognose di protezione internazionale, tra i migranti rinviati in Libia potessero esservi minori non accompagnati e persone bisognose di cure mediche.

La Libia è un paese che non aderisce alla Convenzione di Ginevra sui Rifugiati del 1951, non ha una procedura di asilo e non ha offerto sinora alcuna protezione a migranti e rifugiati, quindi non può essere considerata un posto sicuro.

La Convenzione di Ginevra relativa allo status dei rifugiati, la Convenzione Europea per la salvaguardia dei Diritti Umani e delle Libertà Fondamentali, la Convenzione ONU contro la tortura e altre pene o trattamenti inumani o degradanti, la Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione europea e il Testo Unico sull’immigrazione della normativa italiana vietano le espulsioni, i respingimenti e ogni forma di rinvio, diretto o indiretto, verso luoghi nei quali esista un serio rischio che le persone rinviate possano essere vittime di tortura, persecuzione, altre gravi violazioni dei diritti umani e conflitti armati o condizioni di violenza generalizzata. Gli obblighi sanciti in questi strumenti internazionali e richiamati dalla normativa nazionale sono inderogabili e debbono essere sempre rispettati dalle autorità che svolgono attività di controllo alle frontiere e contrasto all’immigrazione irregolare, anche quando operano in zone extraterritoriali.

L’allontanamento di persone dalle coste europee, direttamente dal mare, senza aver dato loro accoglienza e assistenza medica a terra, rappresenta inoltre una violazione di principi umanitari, tenendo conto che queste persone hanno effettuato un viaggio lungo e pericoloso, in condizioni estreme.

Riteniamo sia da accogliere con favore la possibilità che, anche con il contributo dell’Italia e dell’Unione Europa, si possa costruire un sistema di asilo in paesi esterni all’UE fortemente investiti da flussi migratori, come la Libia. Tuttavia, ciò non può condurre all’ipotesi di demandare a paesi terzi l’esame delle domande di asilo presentata da rifugiati che intendono chiedere protezione all’Italia e ad altri paesi europei. Il presupposto ineludibile del rispetto del diritto d’asilo nel diritto internazionale è infatti rappresentato, in primo luogo, dal diritto di accesso dei rifugiati al territorio dei paesi ove essi intendono chiedere protezione e l’esame delle domande di protezione internazionale deve sempre avvenire sotto la piena giurisdizione di tali stati.

Vorremmo infine segnalare che a oggi, nonostante le ripetute richieste di trasparenza, non sono stati resi pubblici gli accordi tecnici in materia d’immigrazione stipulati tra Italia e Libia negli ultimi anni.

Le associazioni firmatarie si rivolgono al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi affinché venga ripristinato il rispetto del diritto internazionale.

Chiediamo che sia assicurata una prassi basata sul soccorso, la prima accoglienza e l’identificazione dei gruppi vulnerabili tra cui i richiedenti asilo, le vittime di tratta e i minori e che i migranti intercettati vengano portati a terra in Italia dove possano essere identificati, presentare richiesta di protezione internazionale e ricevere adeguate cure mediche, con un’analisi dei casi individuali svolta in conformità con le norme vigenti.

Roma, 10 giugno 2009

Amnesty International Italia
Associazione ARCI
ASGI (Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione)
Associazione Progetto Diritti
Associazione Senza Confine
Casa dei Diritti Sociali
Centro Astalli – JRS Italia
FCEI (Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia)
CIR (Consiglio Italiano per i Rifugiati)
Centro Ex Canapificio - Castevolturno
SIMM (Società Italiana Medicina delle Migrazioni)

09/06/2009

Verbania: serata di rilessione, letture e musiche della Riforma

Si è svolta venerdì 29 maggio scorso presso la Chiesa Evangelica Metodista di Verbania Intra una serata di riflessioni, letture e musiche della Riforma protestante.
La serata è stata organizzata per commemorare il 500° anniversario della nascita del Riformatore protestante Giovanni Calvino (1509-2009). Un'ennesima iniziativa della Chiesa Metodista di Verbania che aveva già organizzato nel mese di Marzo una conferenza ed una mostra sulla figura del Riformatore.
Sono stati letti alcuni brani tratti dal Catechismo di Ginevra del 1537 e dall'Istituzione della Religione Cristiana di Giovanni Calvino.
La musica della Riforma è stata interpretata dai Cantori di San Cipriano che hanno eseguito con maestria un ricco repertorio composto da alcuni inni del salterio ginevrino tra cui "Vous serviteurs du Dieu des cieux" (Salmo 113) di Calvino e altri inni di Martin Lutero e alcuni brani di Bach. La conclusione è stata riservata all'inno ufficiale del giubileo Calvin09 "Peuple du Seigneur".
La serata ha avuto un'ampia partecipazione da parte degli invitati che erano in maggioranza cattolici. Un segno assolutamente positivo ed una spinta per far avanzare l'ecumenico tra le chiese di Verbania nella direzione auspicata durante un incontro tenutosi a gennaio nell'ambito della Settimana di preghiera per l'Unità dei Cristiani, cioè, della conoscenza reciproca tra le chiese coinvolte nel cammino del dialogo ecumenico.
La serata si è conclusa con la lettura della "Prière du soir" composta da Giovanni Calvino e con un bel rinfresco organizzato dalle sorelle della nostra comunità.

Omegna: ricordando M. L. King

La conferenza programmata da tempo si è finalmente tenuta il 13 febbraio scorso al Forum di Omegna. Nonostante che il quarantesimo anniversario dell’assassinio di King sia ormai alle spalle, in quanto ricorreva l’anno scorso, la conferenza ha ugualmente avuto un’ampia partecipazione da parte degli invitati che erano in duecento circa, per ascoltare il relatore Martin Ibarra, pastore della chiesa battista di Milano.

Jean-Félix Kamba Nzolo

La conferenza programmata da tempo si è finalmente tenuta il 13 febbraio scorso al Forum di Omegna. Nonostante che il quarantesimo anniversario dell’assassinio di King sia ormai alle spalle, in quanto ricorreva l’anno scorso, la conferenza ha ugualmente avuto un’ampia partecipazione da parte degli invitati che erano in duecento circa. Il pastore Jean-Félix Kamba Nzolo ha esordito ringraziando il Comune di Omegna rappresentato da Maria Giulia Comazzi, assessore alla Cultura, per il patrocinio accordato all’evento, e presentando il relatore Martin Ibarra, pastore della Chiesa battista di Milano.

Il relatore ha ripercorso le tappe importanti dell’impegno di M. Luther King e del movimento per i diritti civili, mettendo in guardia circa l’eventuale deriva razzista in Italia alla quale può portare la proposta dell’attuale governo di portare separazione nelle scuole tra gli alunni stranieri e italiani. Anche se ciò può avere qualche vantaggio all’inizio – ha sostenuto Ibarra –, può in seguito avere degli effetti dannosi per la convivenza civile. In fondo la separazione che si vuole instaurare nelle scuole italiane non può che ricordare la mentalità segregazionista dell’America di King che aveva come moto «separati ma uguali». King si oppose a questo, affermando che si trattava soltanto della separazione e che non c’era nessuna uguaglianza tra bianchi e neri.

Sono stati anche proiettati dei filmati di alcuni momenti salienti della lotta di M. Luther King per i diritti civili quali erano sanciti dalla Costituzione americana, tra cui il famoso discorso «I have a dream» e l’ultimo discorso prima dell’assassinio.

da www.riforma.it
http://www.riforma.it/innerpage.php?id=article20090310151751