11/05/2009

Terremoto in Abruzzo. L'impegno delle chiese evangeliche

Dopo aver lanciato una sottoscrizione a sostegno delle popolazioni terremotate dell'Abruzzo, si delinea il piano di interventi coordinato dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) e realizzato in qualche caso direttamente dalla FCEI, in altre dalle chiese membro.
“La raccolta di fondi è ancora in corso – spiega Domenico Maselli, presidente della FCEI - e i fondi continuano ad affluire sia dall'Italia che dall'estero. Altri fondi, inoltre, giungono direttamente alle chiese membro: è un segnale incoraggiante che ci permette di avviare alcuni progetti mirati in attesa che si chiariscano i piani di ricostruzione per i quali alcune chiese membro della FCEI hanno già espresso un impegno di maggiore consistenza”.

In particolare la FCEI ha deciso di contribuire all'acquisto di tende che saranno montate a cura dell'Esercito della Salvezza e destinate a famiglie che non abitano nei campi organizzati dalla Protezione civile: “C'è chi ha preferito restare in prossimità della propria casa, anche se è crollata o è inagibile – spiega il maggiore Massimo Tursi -. Dormire tra estranei in una tendopoli è tutt'altro che semplice, soprattutto per gli anziani. Da qui il nostro intervento teso a offrire tende adeguate a chi ha fatto questa scelta”.
Un altro progetto, realizzato dall'Unione cristiana evangelica battista d’Italia (UCEBI), prevede l'acquisto di libri per gli studenti dell'Università che hanno perso i testi sui quali stavano preparando i loro esami. “Abbiamo affidato il coordinamento di questa iniziativa a Carmela Tomassetti, una studentessa della Casa dello studente dell'Aquila e membro della chiesa battista di San Benedetto dei Marsi (AQ) - spiega la pastora Anna Maffei, presidente dell'UCEBI -. E' il nostro modo di esprimere solidarietà ai giovani e testimoniare il nostro impegno per il futuro dell'Aquila”.
Quanto alla Chiesa valdese (Unione delle chiese metodiste e valdesi) ha varato un progetto iniziale di 50.000 euro che prevede l'apertura di uno “sportello di servizio sociale mobile” che, avvalendosi del lavoro di operatori professionali (assistenti sociali, socio-psicologi, avvocati), ruoti su alcuni campi di sfollati. Nel periodo estivo, grazie al contributo di volontari, lo “sportello” gestirà attività di animazione per i bambini e i giovani dei campi. “Consideriamo questo impegno, reso possibile anche grazie al sostegno delle chiese estere soprattutto degli USA, come un primo intervento”, ha spiegato la moderatora della Tavola valdese, pastora Maria Bonafede, al ritorno da un sopralluogo in alcuni campi di sfollati.
“Dobbiamo iniziare a pensare a un intervento sui tempi lunghi – aggiunge il pastore Massimo Aquilante, presidente dell'Opera per le chiese evangeliche metodiste (OPCEMI) – perché lunghi saranno i tempi della ricostruzione. Dopo la prima fase dell'emergenza, infatti, iniziano ad emergere nodi e conflitti di natura anche politica sul processo di ricostruzione. Incontrando amministratori ed esponenti della società civile abruzzese è emersa la loro vivissima preoccupazione che si spacci per 'ricostruzione in tempi rapidi' la deportazione in new town artificiali, abbandonando al loro destino i centri storici. Per questo diciamo che la ricostruzione non deve limitarsi alle case; deve essere anche una ricostruzione delle relazioni e della speranza”.
Nel frattempo prosegue l'intervento dell'Unione delle chiese avventiste del 7° giorno, che sta operando nella stazione dell'Aquila collaborando alla gestione di una mensa per circa 250 persone.
Tanto l'Unione avventista che la Chiesa valdese, intanto, hanno lanciato un appello al volontariato: le informazioni sono disponibili ai siti http://gioventu.chiesaavventista.it/emergenza-abruzzo e http://www.chiesavaldese.org/


da Notizie Evangeliche (NEV), 6 maggio 2009

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