19/08/2010

Maria Bonafede: “Ci preoccupa la condizione morale e civile del paese”

a cura di Gaëlle Courtens

Roma (NEV), 18 agosto 2010 - A pochi giorni dall'apertura del Sinodo delle chiese metodiste e valdesi (Torre Pellice, 22-27 agosto) – importante appuntamento della più antica chiesa protestante italiana che ha le sue radici storiche nelle valli Pellice e Germanasca dell’area pinerolese – l’Agenzia stampa NEV ha intervistato la pastora Maria Bonafede, al quinto mandato di moderatora della Tavola valdese, organo esecutivo dell’Unione delle chiese metodiste e valdesi.

Moderatora Bonafede, guardando all'Italia di oggi - in qualità di esponente di una storica minoranza religiosa italiana – quali sono le maggiori sue preoccupazioni?
Mi preoccupa la condizione morale e civile del Paese. Nel corso dell’anno la cronaca ci ha svelato un “sistema della corruzione” che opera non solo nella società ma anche nelle organizzazioni della politica. Un sistema di questa natura corrode le basi stesse della democrazia e contribuisce al degrado civile. Siamo insomma di fronte a una crisi che non è solo finanziaria ma che arriva all’anima stessa della comunità nazionale. Come Chiesa sentiamo il dovere di denunciarlo e di essere testimoni e operai di un’altra città, fondata sul senso di responsabilità, sullo spirito di servizio alla comunità civile, sulla solidarietà. La relazione della Tavola Valdese al Sinodo si apre con la citazione di una parola dell’apostolo Paolo che invita a “non conformarsi a questo mondo ma ad essere trasformati e rinnovati dalla misericordia di Dio per compiere la sua volontà” (Romani 12,1-2).

La minoranza valdese e metodista ha sempre saputo dire parole importanti sui temi della democrazia, della laicità, del pluralismo, dei diritti. Quali saranno le priorità del prossimo Sinodo?
Il Sinodo è sovrano e sarà esso stesso a definire le sue priorità. Certamente quello della laicità è un tema al quale siamo costantemente richiamati dalla particolare situazione italiana: è sconsolante, infatti, vedere come tanta parte dell’opinione pubblica e della classe politica continuino a pensare al cattolicesimo come la naturale religione degli italiani, ignorando o negando i diritti di altre componenti religiose. Ma vorremmo che il nostro contributo alla laicità dello Stato fosse non solo in negativo, teso cioè a contenere le spinte confessionalistiche. Laicità è per noi anche possibilità di contribuire al dibattito pubblico nel Paese, nel quadro di uguali opportunità offerte ai credenti e ai non credenti, ai cattolici come ai musulmani, ai protestanti come ai mormoni. Laicità è anche libertà religiosa e, mentre auspichiamo che il Parlamento possa finalmente approvare le sei Intese, alcune delle quali in stand by da almeno dieci anni (la Sacra arcidiocesi ortodossa d’Italia, la Chiesa apostolica, i mormoni, i Testimoni di Geova, l’Unione induista, l’Unione buddista, n.d.r.), speriamo si apra anche la trattativa per il riconoscimento della comunità islamica. Per numero di aderenti è la seconda in Italia: difficile capire come possa resistere una pregiudiziale negativa priva di fondamenti giuridici e che comunque lede fondamentali principi costituzionali.

Il Sinodo negli anni scorsi si è pronunciato a più riprese contro l'omofobia. Questa volta la Tavola valdese chiederà al Sinodo un orientamento sull'opportunità o meno di benedire le coppie omosessuali. Come mai questa accelerazione?
E’ un tema molto delicato che ha lacerato e talvolta diviso diverse chiese protestanti in Europa come negli Stati Uniti. Io mi limito a rilevare che nasce da domande concrete, di fratelli e sorelle membri delle nostre chiese che chiedono la benedizione della loro unione: non è insomma un dibattito teorico o astratto ma un confronto con uomini e donne che condividono la nostra fede in Gesù Cristo. Una seconda considerazione è di metodo: un dibattito su temi così delicati e rilevanti implica disponibilità all’ascolto, impegno al discernimento, spirito di preghiera. Infine dobbiamo essere molto chiari sul problema che vogliamo affrontare: non è quello dell’accoglienza degli omosessuali nelle nostre chiese che mi sembra superato da tempo: è quello della benedizione dell’unione di persone che vogliono testimoniare di fronte a Dio e alla loro comunità di fede il loro impegno a un percorso di vita insieme. Dobbiamo quindi innanzitutto capire che cosa significa “benedizione”, nella Bibbia e nella chiesa. Con ogni evidenza non significa matrimonio, che per altro per noi protestanti non è un sacramento ed è un fatto eminentemente civile.

Il Sinodo già l'anno scorso ha istituito una commissione ad hoc per i 150 anni dell'Unità d'Italia. Quale valore dare a questo anniversario?
L’Unità d’Italia ha costituito il quadro storico nel quale il protestantesimo e le altre componenti religiose del nostro paese hanno acquisito progressivi diritti di libertà religiosa. Ma se questa è la prima ragione che ci impegna a essere convintamente partecipi delle celebrazioni, intendiamo anche contribuirvi da cittadini italiani. Tanto più se, come auspichiamo, non si tratterà di eventi ingessati e retrospettivi ma capaci di guardare all’Italia di oggi e di domani.

Il progressivo aumento dei fondi destinati all'Otto per mille valdese ha fatto sì che in pochi anni la Tavola valdese si sia ritrovata a gestire una significativa responsabilità. Come far fronte a queste esigenze?
Anche in questo caso sarà il Sinodo a decidere. Come moderatora della Tavola valdese mi sono limitata a segnalare il fatto che il costante aumento delle somme ricevute in questi anni, e il prevedibile raddoppio che registreremo fra tre anni accedendo anche alle quote non esplicitamente destinate, ci suggerisce di elaborare una “strategia” per perseguire alcune grandi finalità: la presumibile disponibilità di quindici o di venti milioni all’anno potrà davvero fare la differenza e incidere nella realtà di alcune persone o di alcune associazioni o di alcuni paesi. Insomma auspico la definizione di linee strategiche per l’utilizzo dei fondi. Fermo restando il principio che non un euro andrà a finalità di culto o di sostegno della Chiesa.

Sul fronte del dialogo con la chiesa cattolica? Un anno ecumenicamente piatto?
Difficile misurare la temperatura ecumenica e personalmente credo che non sia un esercizio utile né costruttivo. Le chiese valdesi e metodiste hanno fatto dell’ecumenismo una scelta strategica fondata su considerazioni di ordine teologico. Detto questo ci sono dei momenti più vibranti ed altri più statici o faticosi. Mi pare evidente che per Benedetto XVI l’ecumenismo con le chiese della Riforma non costituisca una priorità e che egli punti piuttosto al dialogo con l’ortodossia e con il mondo evangelical con il quale registra un’intesa almeno sui temi etici. Ma se questo è il quadro generale, anche in Italia registriamo importanti esperienze di incontro ecumenico, non solo di base, che continuiamo a sostenere con convinzione. Insomma più che discutere di ecumenismo credo lo si debba vivere nella testimonianza comune e nell’apertura all’azione dello Spirito.

L’Agenzia stampa NEV–notizie evangeliche, sarà presente come Ufficio stampa del Sinodo sin da sabato 21 agosto presso la "Casa Valdese" di Torre Pellice in via Beckwith 2 (tel. 0121.950035, fax 0121.91604), e sarà a disposizione dei giornalisti fornendo informazioni e contatti per interviste, distribuendo comunicati stampa quotidiani ed organizzando, a partire da lunedì 23 agosto alle 12.30, conferenze stampa quotidiane sui principali argomenti in discussione (da sabato 21 sarà attivo il numero: 339 30 48 448). Per approfondimenti: www.chiesavaldese.org.


Alluvioni in Pakistan. La Federazione delle chiese evangeliche lancia una sottoscrizione
Solidarietà alla popolazione da parte del presidente Massimo Aquilante

Roma (NEV), 18 agosto 2010 - In seguito alle piogge che hanno devastato il Pakistan, colpito da una delle peggiori alluvioni mai registrate nella storia, la Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) ha lanciato una sottoscrizione per l'aiuto alle vittime.
"La popolazione così duramente colpita da questa catastrofe è al centro delle nostre preghiere, rivolte specialmente a coloro che hanno perso i loro cari e a chi è rimasto senza abitazione, né mezzi di sussistenza -, ha dichiarato il presidente della FCEI, il pastore Massimo Aquilante -. La FCEI estende la sua solidarietà anche alle migliaia di persone che in queste ore drammatiche stanno portando soccorso nelle zone alluvionate".
Nei primi giorni di agosto 2,5 milioni di persone sono state colpite dalle peggiori inondazioni mai registrate nella storia del Pakistan. La catastrofe, che ha devastato i raccolti, ha causato oltre 1.600 vittime mentre gli sfollati superano i 14 milioni. Su un'area di 133.000 chilometri quadrati sono state distrutte più di 700.000 case, oltre a strade, ponti e bestiame. Per la mancanza di acqua potabile si teme ora il diffondersi di epidemie. Ci vorranno miliardi di dollari per la ricostruzione delle case e per il recupero del vitale settore dell'agricoltura.
Tra le tante organizzazioni umanitarie al lavoro anche quelle di ACT-Action by Churches Together, l'Esercito della Salvezza, l’Aiuto delle chiese evangeliche in Svizzera (HEKS-ACES), l'Agenzia avventista per lo sviluppo e il soccorso (ADRA), che stanno faticosamente portando i primi aiuti alla popolazione: coperte, kit igienici, cibo, acqua, assistenza medica e ripari.
La FCEI promuove campagne e raccolte di fondi in casi di emergenze umanitarie, che confluiscono nel fondo dell'Action by Churches Together (ACT) International, agenzia umanitaria promossa dal Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) e dalla Federazione luterana mondiale (FLM). (nev/sts)

Chi volesse inviare delle donazioni può farlo utilizzando il seguente conto corrente postale specificando la causale "Alluvione Pakistan": ccp n. 38016002 - IBAN: IT 54 S 07601 03200 000038016002, intestato a: Federazione delle chiese evangeliche in Italia, via Firenze 38, 00184 Roma.


Valdesi e metodisti. Al via l'annuale Sinodo di Torre Pellice
Si apre domenica prossima con un culto solenne

Roma (NEV), 18 agosto 2010 - Dal 22 al 27 agosto si svolgerà a Torre Pellice (TO), capoluogo delle “Valli Valdesi” del Piemonte, il Sinodo delle chiese metodiste e valdesi, significativo appuntamento nell’ambito del protestantesimo storico italiano.
A dare il via al consueto appuntamento sarà un culto solenne che si terrà nel pomeriggio del 22 agosto nel tempio di Torre Pellice, durante il quale sarà consacrato al ministero pastorale Michel Charbonnier che concluderà il suo periodo di prova sottoscrivendo l’antica confessione di fede del 1655. La predicazione del culto di apertura è affidata alla pastora Letizia Tomassone, vicepresidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI). Il sermone prenderà spunto da Luca 10, 17-24, per interrogarsi su come leggere la Bibbia, su come annunciare il Regno di Dio.
Tra i temi all'attenzione del Sinodo quest'anno figureranno la crisi economica e morale, le politiche migratorie, la crescente presenza di migranti nelle comunità, le benedizioni di coppie omosessuali, la laicità dello Stato, il 150° anniversario dell'Unità d'Italia. Ampio spazio sarà dedicato anche alla vita delle chiese locali e all'esame della gestione delle numerose opere sociali inserite nell'ordinamento dell'Unione delle chiese metodiste e valdesi. Inoltre il Sinodo approverà la ripartizione dell'Otto per mille che nell'anno in corso ha registrato un significativo incremento grazie all'aumento delle firme alla Chiesa valdese da parte dei contribuenti. Come di consueto il dibattito assembleare si svolgerà secondo le priorità indicate dalla cosiddetta Commissione d'esame, composta da due pastori e due laici, che ha il compito di esaminare l'operato della Tavola valdese (organo esecutivo dell'Unione delle chiese metodiste e valdesi). La sua relazione introdurrà il dibattito sinodale.
L’Assemblea sinodale, massimo organo decisionale dell'Unione delle chiese metodiste e valdesi cui partecipano 180 membri con diritto di voto - pastori e “laici” in numero uguale - si concluderà venerdì 28 agosto con l’elezione delle varie cariche amministrative. (nev/gc)

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