07/10/2011

Breve storia della Chiesa Metodista di Omegna

Nel 1878 il "maestro evangelista" Gaetano Barbieri, coadiutore del pastore di Intra, va a risiedere a Villadossola dove apre una piccola comunità che raccoglie i numerosi montanari diventati protestanti e che affluiscono a valle per i servizi religiosi, spesso compiendo ore di cammino. Lì apre anche un piccolo centro per bambini e per orfani che in breve sarà spostato a Intra: con il nome di "Pestalozzi", noto pedagogista evangelico, diventerà una delle opere più grosse della Chiesa Metodista e ospiterà centinaia di bambini di tutta la zona fino all’ inizio della seconda guerra mondiale.

Negli ultimi 20 anni del secolo vi fu una notevole espansione del protestantesimo nella zona, pur trattandosi sempre di piccoli numeri: era terminata anche l'illusione di un movimento di massa che desse all'Italia quell'impulso che le era mancato dallo sradicamento sul nascere della Riforma nel '500. Chi si accosta al protestantesimo lo fa a livello individuale, qualche volta familiare, e sempre perché contattato personalmente ad opera, per lo più, di colportori. Costoro erano delle singolari figure di credenti : persone semplici che giravano per i mercati e per i paesi, offrendo o vendendo Bibbie. Molto spesso la sola lettura della Bibbia, confrontata con la realtà del Cattolicesimo, faceva sì che le persone diventassero protestanti. Questo accadde in uno sperduto paesino di montagna raggiunto da un colportore: Quarna di Sopra.
Intorno al mugnaio-albergatore Stefano Crotta e alla sua famiglia, nacque nel 1884 un piccolo gruppo di persone che si raccoglievano a leggere insieme la Bibbia. Il pastore di Intra poteva visitarli solo due o tre volte l'anno.
Negli stessi anni si va consolidando un gruppo di protestanti italiani a Luino, dove nascerà una comunità nel 1890, mentre sul versante piemontese accade che nel 1889 il paese di Montorfarno si stacca quasi interamente dalla Chiesa Cattolica per un dissidio con il parroco di Mergozzo da cui dipendeva.
Nel passaggio al protestantesimo ha senza dubbio avuto un notevole peso la presenza di alcuni emigrati che, dopo esser stati nel Nord America entrando in contatto con quel mondo, erano ritornati al paese. La differenza tra il modello di società d'oltre oceano e la religione predominante fosse quella protestante non lasciava indifferenti le persone. Così viene chiamato il pastore di Intra e nel giro di due anni si forma una vera e propria comunità.
A Montorfano i paesani si danno da fare per costruire una chiesa con annessa scuola: l'unica che sia mai esistita in paese e che continuerà a funzionare fin dopo la seconda guerra mondiale. Si apre un problema riguardo la cura pastorale di Montorfano e del gruppo di Gravellona. Il pastore di Intra caldeggia l'invio di un altro collega in zona e, nonostante le difficoltà finanziarie, la Missione Wesleyana decide di mandare un pastore, però con residenza a Omegna.
La scelta di Omegna non era casuale. Nel 1886 un imprenditore svizzero, Massimiliano Ackermann, aveva aperto un grosso complesso industriale. Numerose maestranze che lavoravano per lui, personalmente cattolico, provenivano dalla Svizzera ed erano protestanti. Così aumentava questo gruppo straniero che già da tempo contava alcune famiglie di imprenditori stabilitisi a Gravellona e nella zona: Walty, Häusler, Mattenberger, Berchtold, Schneider, Fürter, Rothplez.
Il primo pastore di Omegna fu Gaspare Cavazzuti che, giunto sul posto, fonda la comunità raccogliendo i gruppi di Quarna, di Gravellona, di Montorfano e i nuovi arrivati a Omegna. Ma la sua attività si amplia, secondo la consuetudine, e inizia un lavoro di "evangelizzazione". Con questo termine si definisce la predicazione del "puro Evangelo" contrapposto ai "dettami" della Chiesa Cattolica.
Ufficialmente la comunità di Omegna viene fondata l’11 dicembre del 1892. Gli inizi non sono facili: poche persone del luogo aderiscono alla Chiesa Metodista, nonostante siano molte quelle che frequentano le riunioni. Subito si manifesta l'ostilità nei confronti di chi si avvicina alla Chiesa protestante. C'è chi è minacciato di perdere i diritti alla sussistenza pubblica (spesso si tratta di gente di umili condizioni, che coglie la novità di un messaggio liberatorio anche sul piano sociale). C'è chi rischia la perdita del posto di lavoro, o della casa. Lo sfratto colpisce due volte lo stesso Cavazzuti, finché egli decide di passare al contrattacco!

II pastore Cavazzuti, era dotato di un forte carattere: se i giornali dell'epoca non risparmiano gli attacchi a questo intruso che sembra essere così poco rispettoso delle consuetudini religiose del paese, le repliche del pastore non sono da meno! Altri problemi nascono dal fatto che il primo locale di culto era confinante con un istituto religioso cattolico: un muretto di confine diventò ben presto la causa di interminabili diverbi. Interminabili, almeno fino a quando il pastore non ricevette lo sfratto. La ricerca di un altro locale si rivelò difficile e le riunioni religiose vennero tenute per qualche tempo nell'abitazione del Cavazzuti. Ma l'intimazione di sfratto raggiunse anche il suo appartamento, complici - secondo il pastore - i maneggi della perpetua del prete che sarebbe andata seminando zizzania in paese.

Di chiunque fosse la responsabilità, certo era che il pastore non riusciva più a trovare un locale in Omegna e, in breve, avrebbe dovuto lasciare anche la casa. Di fronte a questa sconfitta, ecco che si rivela il forte carattere di Gaspare Cavazzuti. Piuttosto che andarsene, egli decide di tentare la costruzione di una chiesa, con annesso appartamento pastorale. L'impresa sembrava disperata: la Missione Wesleyana, sempre alle prese con enormi problemi finanziari, non poteva stanziare praticamente nulla: il Cavazzuti avrebbe dovuto fare tutto da solo.
La prima persona interpellata da Cavazzuti fu l'imprenditore cattolico Massimiliano Ackermann.
Il pastore prospettò la necessità di un locale di culto adatto per le numerose maestranze svizzere protestanti che lavoravano nella sua fabbrica. Ma Cavazzuti si trovò di fronte a un interlocutore di carattere altrettanto "forte" e deciso piuttosto a licenziare le proprie maestranze piuttosto che collaborare alla costruzione di una chiesa protestante.
Il primo colloquio fu particolarmente burrascoso; tuttavia si ha ragione di credere che i due personaggi si rispettassero a vicenda, dato che in altre occasioni Cavazzuti, in una insolita veste di sindacalista, riuscì ad ottenere alcune migliorìe in fabbrica, tra cui l'istituzione di un "nido" per i figli delle operaie. Quasi al termine della vita, provato dalla prematura scomparsa dell'unico figlio, Ackermann ricercò il conforto di Cavazzuti che gli fu vicino, anche se ormai non era più pastore a Omegna, essendo stato trasferito a Milano.
La raccolta di fondi per la costruzione della chiesa iniziò nel 1895: Cavazzuti si recò più volte in Svizzera e mobilitò tutte le sue conoscenze inglesi. Ma si dette molto da fare anche in zona, rivolgendosi ai numerosi stranieri che venivano a villeggiare sul lago d'Orta e sul Maggiore. Un sistema usato per contattare i possibili benefattori era quello di inviare i suoi figli lungo le principali vie di passaggio e di far loro lanciare dei volantini all'interno delle carrozze.
Sul piccolo libriccino dove il Cavazzuti segnò per 5 anni in modo molto scrupoloso tutte le somme raccolte, si notano alcuni nomi illustri: il console svizzero, il vice-sindaco di Londra, la regina madre d'Olanda. E poi tante, tantissime piccole offerte provenienti da persone semplici: anche gli evangelici italiani della zona fecero uno sforzo non indifferente. E agli appelli lanciati in Italia risposero non soltanto i metodisti, ma pure protestanti di altre denominazioni.

Il terreno fu subito comprato: un appezzamento rettangolare, vicino al centro allora abitato, tra il canale Nigoglia e la strada principale per Gravellona (l'odierna via Fratelli di Dio). Nel 1896 iniziarono i lavori di costruzione della chiesa, lavori che durarono meno di un anno. Si trattava di un edificio non molto grande, in stile neoclassico, con portale. All'interno si trovava la sala di culto e, dietro, alcuni altri locali da destinare a scuola. Al primo piano era previsto l'alloggio pastorale.
La sottoscrizione continuò fino al giugno del 1900 perché al momento della costruzione solo la metà della cifra occorrente era stata raccolta. Pure, la solenne inaugurazione ebbe luogo il 16 maggio 1897, alla presenza del responsabile della Missione Wesleyana in Italia, Henry Piggott, e di numerose rappresentanze delle altre comunità evangeliche della zona. Il giorno dopo vi fu una grande festa popolare a Montorfano la cui comunità proprio in quel periodo era impegnata nella costruzione della propria chiesa.

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