05/04/2012

Meditazione Giovedì santo

« Chiunque mi vede si fa beffe di me; allunga il labbro, scuote il capo ».

(Salmo 22,7)



Lo scherno ebbe una gran parte nel martirio del nostro Signore. Giuda lo schernì nel giardino; i capi e i sacerdoti lo derisero per dileggio. Erode lo considerò men che nulla; i servitori e i soldati si scagliarono contro di Lui e lo insultarono brutalmente; Pilato e le sue guardie si presero giuoco della Sua regalità; mentre era sulla croce gli furono lanciati lazzi e scherni terribili.
E’ sempre difficile sopportare lo scherno, ma nel dolore duro ed intenso esso ci stronca addirittura. Im¬maginate il Salvatore crocifisso, sommerso di languore al dì là di ogni concezione umana e poi dipingetevi il quadro degli uomini urlanti che scuotevano la testa ed allungavano il labbro nel disprezzo più profondo per la povera vittima sofferente. Certamente, nel Crocifisso, ci doveva essere qualche cosa di più di quello che loro potevano vedere, altrimenti una così grande e svariata folla non avrebbe potuto onorarlo con un tale atteggiamento.
Il male non stava forse confessando proprio nel momento in cui viveva il suo più grande trionfo, che, dopo tutto, non poteva fare altro che prendersi giuoco della bontà divina la quale regnava vittoriosa sulla croce?
O Gesù, uomo disprezzato e rigettato dagli uomini, come hai potuto morire per l'uomo che ti trattò in maniera così malvagia? Il tuo amore è straordinario e, divino. Un amore che supera ogni comprensione. Anche noi ti abbiamo schernito quando non eravamo ancora rigenerati. Ed anche se dopo che la nostra nuova nascita è avvenuta, abbiamo continuato ad amare il mondo, tu hai sparso il tuo sangue per guarire le nostre ferite e moristi per darci la vita.
Oh, potessimo noi metterti sopra un trono glorioso nel cuore di ogni uomo! Noi allora faremmo risuonare le tue lodi sulla terra e sul mare, finché gli nomini non ti adoreranno tutti come un giorno tutti ti re¬spinsero.



O Tu che reggi -i mondi, - Sole di vita,ahi quanto
Tu fosti dagl'immondi- perseguitato ed affranto!
Signor, per nostri falli- soffristi fosti spento,
E abbiamo il purgamento - Pel Sangue Tuo, Signor!



(Tratto da "La Parola del mattino di Charles Spurgeon")

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