03/03/2014

Gli islamici chiedono più diritti: “Serve maggior libertà di culto”

L’appello è stato lanciato durante un incontro tra le varie confessioni religiose organizzato a Omegna
L’incontro tra gli esponenti delle diversi religioni presenti nel Vco

OMEGNA
«Dietro il volto di ogni uomo, qualsiasi sia il colore della sua pelle o la sua fede religiosa, c’è il volto di Dio». Esordisce con queste parole don Renato Sacco, parroco di Cesara ed esponente nazionale di Pax Christi all’incontro su «Integrazione: religione e convivenza civile» venerdì sera a Omegna. Il sacerdote, che è stato in più occasioni a Sarajevo, in Iraq, Israele e Palestina e Afghanistan, parla per esperienza personale.  

«Si combatte sempre per motivi economici e per interesse, ma si manda la gente a uccidere nel nome della religione - riflette don Sacco -. È questo è il peccato più grave agli occhi di Dio».  
Nel Vco invece nel nome della fede si dialoga come ha dimostrato l’incontro di Omegna, organizzato dal Comitato multietnico e da Amil, l’associazione per la solidarietà e l’immigrazione, anche se la strada non sembra facile. «A livello locale facciamo tante cose insieme e problemi non li abbiamo - fanno notare Mamadou Sylla e Alì Bouchbika della comunità islamica - però c’è un lungo percorso da fare perché vogliamo essere prima di tutto riconosciuti come cittadini. Oggi purtroppo quando lavoriamo e facciamo il nostro dovere di cittadini siamo brave persone, quando chiediamo di rispettare i nostri diritti lo diventiamo meno. Se poi parliamo di culto allora addirittura non esistiamo nemmeno».  

È una barriera da infrangere anche per il pastore della chiesa metodista del Vco Jean-Felix Kamba Nzolo: «Il dialogo ecumenico fra noi cristiani è profondo ed anche quello con l’Islam è ottimo. Il problema si pone sul riconoscimento giuridico per i musulmani che sono considerati una religione di serie B: questo è sbagliato; tutti hanno diritto a professare il proprio culto. In Italia manca una legge sulla libertà di religione che regolamenti ogni confessione con lo Stato».  

Il problema è stato affrontato dalla parlamentare Franca Biondelli del Pd: «Una palese ingiustizia e un mancato rispetto della Costituzione - ha osservato - ci si dimentica che i musulmani in Italia sono un milione di persone e molti sono anche cittadini italiani. Porrò il problema all’attenzione del nuovo governo».  
Da: www.lastampa.it 
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