“Voi siete il
sale della terra; ma se il sale diventa insipido, con che lo si salerà? Non è
più buono a nulla se non a essere gettato via e calpestato dagli uomini. Voi
siete la luce del mondo” (Matteo 5,13-14)
La chiesa, comunità di credenti in
Cristo è, secondo il Vangelo di Matteo, sale della terra e luce del mondo. Ogni
seguace di Cristo è chiamato personalmente a essere sale e luce, ma il plurale “Voi”
rinvia a una dimensione comunitaria. La comunità nel suo insieme è chiamata a
adempiere la sua missione collettiva di servire come sale e luce per il mondo.
Tale compito non può essere realizzato da individui indipendenti: dobbiamo
lavorare insieme. Ma prima dobbiamo chiederci che senso hanno le parole di
Gesù.
Se guardiamo indietro nel tempo,
alla storia bimillenaria del cristianesimo ci rendiamo conto che, non sempre i
cristiani sono stati sale della terra e luce del mondo.
Molte situazioni negative
smentiscono queste “qualità” (guerre, crociate, divisioni, discriminazioni, ecc.).
Le parole di Gesù sono da intendere
non come descrizione di una condizione “Voi siete”, ma di una funzione: <<
Voi dovete essere sale per dare sapore alla vita del mondo intero, dovete
essere luce per illuminare le tenebre dell’odio, dell’egoismo; dovete essere
come una città su un monte, come una lampada ben visibile>>. Essere visibili
non significa mettersi in mostra, cercare a tutti i costi la visibilità; il
desiderio di essere visti è fin troppo umano, accarezza l’amor proprio, la sete
di vanità. La motivazione per cui siamo chiamati a essere visibili deriva dalla
vivida consapevolezza della grandezza di Dio. Le opere da noi compiute devono
essere percepite nel mondo profano come illustrazioni dell’amore di Dio.
L’agire dei credenti deve
funzionare nel mondo profano come testimonianza dell’amore di Dio, Padre che
non discrimina i suoi figli e che deve essere lodato con atti di generosità
verso i poveri e di clemenza verso i nemici, che non con le sole preghiere. Si
tratta, in definitiva, di coniugare insieme la salvezza per grazia mediante la
fede e le opere, senza le quali la fede è morta.
Essere sale e luce è, dunque, una vocazione,
una chiamata a cui dobbiamo rispondere con la vita di ogni giorno, sia come
singoli credenti sia come comunità.
Non si è chiesa perché si risponde
a certi requisiti, come disporre di locali propri per il culto e le attività o
di un certo numero di ministeri ecc.. Si è chiesa quando si vive la vocazione
di essere sale e luce.
E, per ultimo, la chiesa è sale e
luce, soltanto quando proclama autenticamente che Gesù Cristo è il Signore.
Quando manifesta la vita di Cristo nella sua propria. La chiesa non è la luce
stessa, ma soltanto la finestra attraverso cui la si può vedere. Noi siamo luce
nella fedeltà a Cristo, vera luce del mondo. Gesù rivolge queste parole a quelli
che chiama “beati” cioè coloro che, con il loro modo di vivere contrastano la
mentalità del mondo, lottando per un mondo più giusto, più umano e più
fraterno. Sono loro il sale della terra e luce del mondo in quanto fanno trasparire
nella loro vita, la giustizia e la misericordia di Dio. Ogni chiesa, così come
ogni credente, che si conformi così completamente al mondo profano circostante
da dimenticare la sua vocazione si rende inutile; il suo sale diventa insipido
e privo di interesse.
Past. J-F. Kamba Nzolo