05/07/2020

“Il Figlio dell’Uomo è venuto per cercare e salvare ciò che era perduto.” (Luca 19,10)


SALUTO DI ACCOGLIENZA
Prima dell’ascolto della Parola del Signore, vorrei porre all’attenzione di tutte e tutti un racconto e una riflessione che sono degli Inni alla fratellanza:
Un vecchio Rabbì chiese un giorno ai suoi allievi: “Chi di voi saprebbe dirmi come si può distinguere il momento in cui finisce la notte ed inizia il giorno?”.
"Io direi, rispose prontamente un allievo: quando, vedendo un animale a distanza, uno sa distinguere se è una pecora o un cane".
"No", rispose il Rabbì.
"Potrà essere l’inizio del giorno, disse un altro, quando, vedendo da lontano un albero, si può dire se è un fico o un pesco”.
"Neppure", insistè il Rabbì..
"Ma allora?", chiesero i discepoli, quando mai si può capire quando finisce la notte ed inizia il giorno?.  “Quando, rispose il Rabbì, guardando in volto un uomo qualunque, tu vedi che è tuo fratello o tua sorella: perché se non riusciamo a fare questo, qualunque sia l’ora del giorno, è sempre notte…nel tuo cuore”.
"Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo imparato l'arte di vivere come fratelli" (Martin Luther King). 


ASCOLTO DELLA PAROLA
PREGHIERA DI ILLUMINAZIONE

Signore, quest’oggi mediteremo il tuo evangelo usando le nostre parole, perché non siamo capaci di fare altrimenti. Aiutaci, tuttavia, a percepire il senso che va al di là di quello che pronunciamo, il messaggio che tu vuoi farci ascoltare. Dacci di comprendere che la tua Parola dà spessore e
significato alla nostra vita. Donaci il tuo Spirito perché la tua Parola porti frutto in noi, alla tua gloria, in Gesù Cristo, Signore nostro. Amen.

TESTO BIBLICO  DELLA MEDITAZIONE
Luca 15 ,  1 – 10
1 Tutti i pubblicani e i peccatori si avvicinavano a lui per ascoltarlo. 2 Ma i farisei e gli scribi mormoravano, dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». 3 Ed egli disse loro questa parabola: 4 «Chi di voi, avendo cento pecore, se ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e non va dietro a quella perduta finché non la ritrova? 5 E trovatala, tutto allegro se la mette sulle spalle; 6 e giunto a casa, chiama gli amici e i vicini, e dice loro: "Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la mia pecora che era perduta". 7 Vi dico che, allo stesso modo, ci sarà più gioia in cielo per un solo peccatore che si ravvede che per novantanove giusti che non hanno bisogno di ravvedimento.
8 «Oppure, qual è la donna che se ha dieci dramme e ne perde una, non accende un lume e non spazza la casa e non cerca con cura finché non la ritrova? 9 Quando l'ha trovata, chiama le amiche e le vicine, dicendo: "Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la dramma che avevo perduta". 10 Così, vi dico, v'è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si ravvede».
MEDITAZIONE

L’insegnamento di Gesù sull’amore senza limiti di Dio è risuonato sconcertante alle orecchie dei farisei e degli scribi del suo tempo ed ha inasprito la loro ostilità nei suoi confronti. Ma…per noi…oggigiorno, tutto questo come risuona?
Questa che vi ho posto, non è una domanda scontata. È una domanda vera, perché noi non dobbiamo illuderci, né tanto meno sopravvalutare l’ampiezza del nostro cuore.
   Anche per noi è difficile accettare l’annuncio di un amore divino così “spericolato”, e più in generale non ci è facile accettare il Dio che Gesù ci presenta.
   Abbiamo visto come, con le sue parabole, Gesù non si limiti a difendersi dal mormorio dei suoi interlocutori, ed invece passi decisamente all’attacco. Per questo invita proprio i pii per eccellenza del suo popolo ad immedesimarsi con la figura disonorevole di un “pastore” e con l’altra figura, ugualmente emarginata, di una “donna”. Però, con un salto vertiginoso, ecco che sulle labbra di Gesù queste due figure così misere si trasfigurano a diventare l’immagine stessa di Dio!
   Sì, Dio – niente meno che lui! – è rappresentato dal “pastore”, che abbandona il suo gregge nel deserto e corre alla ricerca della “pecora perduta”, ed è allora Dio stesso che si mette quella povera bestia sulle spalle e la tiene ben stretta perché non cada a terra; ed è sempre ancora Dio che, arrivato a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “rallegratevi con me!”. E Dio è ancora quella povera “donna” che accende il lume e spazza la sua abitazione alla ricerca della “dramma smarrita” e s’affanna a cercarla finché non l’ha trovata e poi una volta che l’ha trovata, esce fuori e festeggia anche lei con le sue amiche…
   In questo racconto, vediamo Dio, come uno scomunicato dagli uomini di Dio…e vediamo Dio come una donna a cui non era concesso di studiare la legge…Dio – ed è il tocco finale di Gesù – che nei cieli è felice quando un suo figlio smarrito si converte e torna a lui…e ride ed invita gli angeli a ridere con lui…
   Ci è facile accettare un Dio così? Francamente, non lo credo, anche perché un Dio così, che ama in maniera illimitata, è come un’onda, come uno tsunami, è un vento di tempesta che ti investe e che non può non scuoterti…non puoi non ritrovarti trasformato, costretto a rinnovarti, a rinnovare tutta la tua vita…
   È strano, ma è così. Il Dio esigente dei “farisei” e degli “scribi”, il Dio che fissa regole che ingabbiano il tuo agire entro schemi obbligati e che poi ti sorveglia occhiutamente e ti condanna se non le rispetti, è molto meno esigente del Dio di queste parabole di Gesù che normalmente chiamiamo “della misericordia”…perché il Dio di queste parabole non si accontenta del tuo agire obbediente, della tua scrupolosa osservanza delle regole, il Dio “pastore e donna”, il Dio che prova gioia e ride su nel cielo…vuole te! Ti vuole tutto intero! Vuole “darti la scossa” col Suo amore che non conosce limiti e ti chiama ad amarlo senza limiti…Vuole – ricordiamo la terza richiesta del Padre Nostro – che “la Sua volontà diventi la tua volontà”! E non è forse, questa, un’esigenza sconcertante e scandalosa?
   È lo scandalo dell’Evangelo di Gesù. Lasciamoci stupire quindi da questa “impossibile” rivelazione di Dio…dal Dio delle parabole della misericordia e dell’amore per i lontani, gli esclusi, i peccatori…Lasciamo risuonare nel nostro cuore quell’invito che oggi ci è risuonato due volte nelle orecchie: “Rallegratevi con me!”. Così, allo stupore farà seguito la gioia… Amen

Preghiera di Intercessione
Dio nostro, ti preghiamo per quelli e quelle che abbiamo incontrato sul nostro cammino e a cui abbiamo dato in qualche modo solidarietà.
Ma soprattutto ti preghiamo per quelli e quelle a cui non abbiamo voluto o saputo darla. Ti preghiamo ugualmente per coloro che non abbiamo incontrato, perché la distanza ce ne separa. E ti preghiamo per coloro che non abbiamo incontrato, malgrado ci fossero vicini, perché barriere umane ce lo hanno impedito. Solo tu, Padre di tutta l’umanità, vinci queste barriere. Con questa consapevolezza ti eleviamo la Preghiera che il Tuo amato figlio ci ha insegnato: "Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome. Venga il tuo regno. Sia fatta la tua volontà in terra come in cielo. Dacci oggi il nostro pane quotidiano. Rimettici i nostri debiti come anche noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori. E non esporci alla tentazione, ma liberaci dal maligno, perché tuo è il regno, la potenza e la gloria nei secoli dei secoli.” Amen


BENEDIZIONE  (Dietrich Bonhoeffer)
Il Signore ci guidi con benevola mano attraverso i tempi difficili che viviamo,             ma soprattutto ci guidi a sé.
Amen

(Giampaolo Castelletti, domenica 28 giugno 2020. Tutte le citazioni bibliche, salvo diversamente indicato, sono tratte dalla versione Nuova Riveduta, a cura della Società Biblica di Ginevra, prima edizione 1994).

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