06/10/2020

18ª DOMENICA DOPO PENTECOSTE

 Accoglienza

Buongiorno e buona domenica a tutte e a tutti, il versetto che accompagna questa diciottesima domenica dopo Pentecoste è preso dal Salmo il quale dice: “Gli occhi di tutti sono rivolti a te, e tu dai loro il cibo a suo tempo.”  (Salmo 145:5)

Saluto

Care sorelle, fratelli, amiche e amici, vogliamo tutte e tutti insieme ricevere il saluto che ci sono dati da Dio nostro Padre e dal Signore Gesù Cristo, unico Signore della Chiesa, pronto a spalancare le porte della Sua dimora per accoglierci e incontrarci, la Grazia, la misericordia e la pace da Dio Padre e da Cristo Gesù nostro Signore sia con tutti noi. Amen.

Lode

Signore nostro, ci riuniamo anche questa mattina col bagaglio delle nostre esperienze, non tutte positive. Nel nostro cuore, insieme a tanti altri sentimenti, ci sono ansie, preoccupazioni, paure.  Noi veniamo a te perché Tu sei vicino a noi, apri i nostri cuori perché riconosciamo la tua presenza, Se possiamo avvicinarci a te, non è perché siamo buoni, ma perché tu sei il Dio misericordioso, che ci aiuti a guardare non alle nostre ansie e paure, ma ai tuoi doni, a cominciare dal privilegio di poterci riunire nella presenza tua e del Cristo, nostro Signore benedetto in ogni tempo che ci ama e ci rinnova. Amen.

 

Ascolto della parola di dio

Preghiera di illuminazione

Dio nostro, i tuoi sentieri sono bontà e verità. La verità è che la nostra vita non è fine a sé stessa, perché in Cristo la vita vince sulla morte, su tutto ciò che ci allontana da te e dal nostro prossimo. I motivi per esserti riconoscenti sono infiniti e non troviamo le parole adeguate a esprimere la nostra riconoscenza. Per questo ti chiediamo che solo la tua parola risuoni nei nostri cuori e nelle nostre menti. Guidaci verso la tua giustizia. Rafforza la nostra fede perché la nostra testimonianza possa rendere a te e a te solo la gloria che ti è dovuta.

 

Testo biblico

Luca 4, 31 – 44

Poi discese a Capernaum, città della Galilea, e qui insegnava alla gente nei giorni di sabato. Ed essi si stupivano del suo insegnamento perché parlava con autorità. Or nella sinagoga si trovava un uomo che aveva uno spirito di demonio impuro, il quale gridò a gran voce: «Ahi! Che c'è fra noi e te, Gesù Nazareno? Sei venuto per mandarci in perdizione? Io so chi sei: il Santo di Dio!» Gesù lo sgridò, dicendo: «Taci, ed esci da quest'uomo!» E il demonio, gettatolo a terra in mezzo alla gente, uscì da lui senza fargli alcun male. E tutti furono presi da stupore e discutevano tra di loro, dicendo: «Che parola è questa? Egli comanda con autorità e potenza agli spiriti immondi, ed essi escono». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione. Poi, alzatosi e uscito dalla sinagoga, entrò in casa di Simone. Or la suocera di Simone era tormentata da una gran febbre, e lo pregarono per lei. Chinatosi su di lei, egli sgridò la febbre, e la febbre la lasciò; ed ella subito si alzò e si mise a servirli. Al tramontar del sole, tutti quelli che avevano dei sofferenti di varie malattie, li conducevano a lui; ed egli li guariva, imponendo le mani a ciascuno. Anche i demòni uscivano da molti, gridando e dicendo: «Tu sei il Figlio di Dio!» Ma egli li sgridava e non permetteva loro di parlare, perché sapevano che egli era il Cristo. Poi, fattosi giorno, uscì e andò in un luogo deserto, e le folle lo cercavano e giunsero fino a lui, e lo trattenevano perché non si allontanasse da loro. Ma egli disse loro: «Anche alle altre città bisogna che io annunci la buona notizia del regno di Dio; poiché per questo sono stato mandato». E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea.

 

Esposizione del brano biblico

 

Luca…in questo racconto, ci mostra una giornata dell’attività di Gesù nel villaggio galileo di Capernaum.

E subito ci rendiamo conto che, chi in quei tempi si imbatteva in Gesù…si trovava di fronte a qualcosa, o meglio, ad un uomo unico, affascinante e insieme misterioso…Gesù insegna nella sinagoga, come nelle tante altre sinagoghe di Israele, dove insegnavano i tanti altri maestri del suo tempo, ma la sua parola ha un impatto tutto suo… suscita insieme ammirazione ed un senso di sgomento: Ed essi si stupivano del suo insegnamento perché parlava con autorità”. Ma torneremo ancora su questo “stupore”…più avanti, ora occupiamoci di Gesù, il quale, viene a contatto con “i demòni”, con “gli spiriti immondi”, che lo riconoscono e urlano: Ahi! Che c'è fra noi e te, Gesù Nazareno? Sei venuto per mandarci in perdizione? Io so chi sei: il Santo di Dio!” Ma Gesù non accetta la loro testimonianza, e non permette loro nemmeno di parlare, li obbliga a fare silenzio e li caccia liberando chi è posseduto da loro gridando: Taci, ed esci da quest'uomo!”.

Insomma in questa pagina del vangelo, Gesù fa un sacco di cose: cammina, predica, insegna, fa esorcismi…e tutto questo “fare” provoca un “contro-fare” e suscita reazioni…soprattutto costringe chi lo incontra a riflettere, a chiedersi e a domandare agli altri: “Che cos’è mai questo?”…

Ma questo strano, straordinario “rabbì” non risponde alle domande da lui stesso suscitate, e anzi…come abbiamo visto adesso…mette a tacere in questo caso gli “spiriti immondi”, e li mette a tacere proprio perché lo conoscono!

Questo strano atteggiamento, per cui Gesù da un lato fa e dice tutto quello che deve fare e dire, suscita scalpore e diventa famoso, e dall’altro non vuole che si sappia chi egli è, tutto ciò, proseguirà un po’ lungo tutto questo vangelo, ci colpirà e ci incuriosirà fino alla confessione di Pietro a Cesarea di Filippo: “Tu sei il Cristo”(cfr. Lc 9:20) ; e soprattutto fino alla croce, là dove l’inattesa testimonianza del centurione che capitanava il drappello dei carnefici di Gesù, ci donerà la piena rivelazione di Marco su di lui: “Veramente, quest’uomo era Figlio di Dio!” (Mc 15:39).

Fino alla croce, e non fino alla risurrezione. Perché, ancora stranamente, con la risurrezione Luca torna al silenzio su Gesù…quando narra delle donne che vanno alla tomba dove è stato deposto, la trovano aperta e vuota, poi apparvero davanti a loro due uomini in vesti risplendenti che dicono loro che “il Crocifisso” è tornato alla vita. A quell’annuncio, tutte impaurite chinarono il viso a terra, vedete? È il silenzio che torna…(cfr Lc 24, 1-8).

Però per noi è importante già adesso inserirci in quest’atmosfera così particolare di Luca, lasciarci accompagnare da lui al seguito di questo Gesù così “colmo di mistero”…

E fare questo è ancora più importante, perché, nel nostro cristianesimo reso quasi banale dal senso di abitudine che ci viene dall’essere cristiani da tanti anni e dal fatto che pensiamo di conoscere un po’ tutto, la lettura attenta di Luca ci aiuta a porci tutta una serie di interrogativi…e interrogarsi è sempre molto sano…

Sì…forse…ed io spero proprio sia così…torneremo anche noi a chiederci, con gli uomini e le donne galilei di duemila anni or sono: “Che parola è questa? Egli comanda con autorità e potenza agli spiriti immondi, ed essi escono”…e ci renderemo conto che nella fede nulla è mai scontato, che soprattutto Gesù non è mai scontato, e non è mai conosciuto a sufficienza…

Si…Gesù è un mistero. È il mistero dell’ “amore folle” di Dio per la nostra umanità. E siccome l’amore di Dio è vasto e profondo ben più del più oceanico degli oceani, a noi non resta altro che sprofondare in questo abisso d’amore che proprio come il mare quando è davvero mare, è sempre uguale e insieme sempre nuovo…è sempre movimento…ed è colmo di vita e genera continuamente nuova vita…

Ora…come promesso, torniamo allo stupore che l’insegnamento di Gesù suscitava in coloro che lo udivano, quello stupore che Luca ci ha descritto con la frase che già prima abbiamo ricordato: Ed essi si stupivano del suo insegnamento perché parlava con autorità.”.

Che significa questo? Che vuol dire che Gesù “ha autorità”?

A guardarla dall’esterno, la sua attività (anche questo l’abbiamo già accennato) non si differenzia poi molto da quella degli altri maestri viaggianti che, in quel tempo, si spostavano da un villaggio all’altro di Israele cercando di fare comprendere a coloro che andavano ad ascoltarli quale fosse la volontà di Dio nelle varie circostanze della vita individuale e comunitaria. Ma se poi, dal “fare” di Gesù noi spostiamo lo sguardo sul suo “essere”, se guardiamo alla sua persona, allora noi tocchiamo un grande “mistero”: il mistero stesso di Dio…

Certo anche solo guardando a quello che fa, Gesù doveva essere un maestro eccezionale, e non a caso molti hanno pensato che fosse un profeta in linea con i grandi profeti del popolo di Dio.

Però Gesù è qualcosa di diverso, ed è molto di più. Quando i profeti si presentavano al popolo, sentivano il bisogno di presentare anche, per dir così, le loro “credenziali”: parlavano cioè della loro vocazione, e accompagnavano le loro parole con la formula d’obbligo: “Così dice il Signore”. Gesù non fa mai accenno a una sua vocazione, né fa mai uso dell’antica formula profetica…insomma, non sente alcun bisogno di “accreditarsi”, ma chi lo ascolta deve ugualmente accettare l’autorità della sua parola…come dirà nel prosieguo del vangelo: “I cieli e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno” (Mt 24:35).

E se Gesù rivendica per sé e per quello che dice un’autorità tanto al di sopra di quella dei profeti, figuriamoci poi se non ci appare ed è infinitamente superiore a ogni altro maestro e agli “scribi” di Israele.

Gli scribi, lo sappiamo, erano i teologi del tempo. Si consacravano allo studio scrupoloso delle Scritture e delle loro interpretazioni che via via s’erano accumulate a formare la tradizione, e il loro insegnamento e la loro autorità erano validi solo nella misura in cui si fondavano su questo studio e sulla relativa competenza: “Ascolto questo scriba, perché conosce bene la Scrittura e me la sa spiegare”.

L’insegnamento di Gesù, invece, non è mai la semplice spiegazione del testo sacro, nemmeno quando cita i passi biblici. Non ha bisogno di appoggiarsi alla Legge e ai Profeti, ma rivendica ed esprime pienamente, innanzi tutto nella sua persona, una forza ed un fascino che fanno subito pensare ad un’autorità direttamente divina, al punto che sovente non esiterà a opporre il suo insegnamento all’insegnamento tradizionale degli scribi e dei più venerati maestri di Israele, e spesso anche alla lettera stessa della Scrittura.

Ecco allora cos’è l’“autorità” di Gesù. È l’immediatezza del suo insegnamento, e soprattutto è il suo “io” che s’impone senza mediazioni e senza spiegazioni, così come s’è imposto ai quattro pescatori del Mare di Galilea: “Disse loro: “Seguitemi…ed essi, lasciate subito le reti, lo seguirono”…

Questa “autorità”, come abbiamo visto, sconcerta e sconvolge, perché spazza via tutti gli schemi conosciuti, e tutte le abitudini, tutte le sicurezze.

Gli Israeliti del primo secolo non vivevano bene, erano e si sentivano un popolo dominato, oppresso, sfruttato. Avevano però la loro fede e le Scritture che la alimentavano, e questa loro fede nutrita dalla parola di Dio, li aiutava a vivere il buio del presente tra ricordo e speranza: “Il Signore ha operato grandi cose per noi, e ne farà ancora di più grandi in avvenire”.

Così, la fede s’era fatta sicurezza… E un po’ tutti allora, dal sacerdote che traeva dal tempio benessere e prestigio, ai farisei che godevano la stima universale e i primi posti nelle sinagoghe e nei banchetti, agli stessi zeloti che, protetti dalla popolazione, affilavano i loro coltelli contro il nemico romano ed erano visti da tutti come eroi…tutti erano gratificati; tutti, fra passato e futuro, avevano trovato il loro angolino in cui vivere il presente.

Ed ecco…arriva Gesù, irrompe in quel presente con la sua sconcertante autorità, e manda all’aria il tuo comodo angolino, e ti mette in movimento!

Risultato: non puoi più amministrare la tua situazione, perché lui prende in mano la tua situazione. Lo fa con tutta la forza della sua autorità. Lo abbiamo letto anche oggi: grida, ammonisce, comanda…spinge i suoi interlocutori, siano uomini o spiriti, a parlare o a tacere, a seconda della sua volontà.

Gesù, insomma, ti scuote! Ti vuole sempre in piedi, sempre pronto. In piedi e pronto, perché in lui è la volontà stessa di Dio che si rende presente. È davvero “il Regno di Dio che è vicino”, anzi, è arrivatoha fatto irruzione nelle esistenze umane, nella storia del mondo.

E allora, Gesù è “la fine del mondo”!

È la fine di tutto un mondo, di tutto un modo di vedere e di vivere la realtà.

Ecco perché gli “spiriti maligni” gridano e si agitano: colgono in lui l’attacco decisivo contro il loro potere in quello che pensavano essere ancora per molto tempo il “loro” mondo. Ed ecco anche perché gli scribi e i farisei si indigneranno e saranno in gran parte suoi nemici: vedranno nella persona e nell’insegnamento di Gesù un pericoloso tentativo di sovversione di quella legge e quella tradizione di cui rivendicavano il monopolio…

Ecco infine perché, dopo non molto tempo dagli eventi della pagina di oggi, mentre Gesù è ancora in Galilea, persino i suoi parenti lo verranno a prendere per riportarlo a casa, perché…così diranno: “È fuori di sé” (cfr. Mc 3,21).

Proprio così. La storia di Gesù che Luca ci racconta nel suo vangelo è la storia della fine di un mondo…

È stato così duemila anni fa; lo è stato ancora dopo, ogni volta che questa storia, così come ce la racconta il Nuovo Testamento, è stata presa sul serio; è così ancora oggi.

Ma al di là di tutto questo, quello che in questa vicenda mi ha colpito è la potenza ancora oggi rivoluzionaria dell’evangelo di Gesù.

Sì…davvero…Gesù è la fine di tanti diversi mondi umani…

Ma è anche sempre un inizio. L’inizio di un mondo nuovo e di nuovi rapporti degli esseri umani con Dio e fra di loro…è…come dicevo, l’irruzione del regno…è la vita eterna che già si fa presente sulla terra.

La nuova creazione, la vita eterna con Dio come consolazione: Dio si china ad asciugare il nostro pianto…ci libera dall’amarezza dei nostri fallimenti, del nostro poco amore, colmandoci del suo gesto d’amore…

Rileggiamo il racconto della bellissima, commovente scena del tramonto di Capernaum: “ Al tramontar del sole, tutti quelli che avevano dei sofferenti di varie malattie, li conducevano a lui; ed egli li guariva, imponendo le mani a ciascuno. Anche i demòni uscivano da molti, gridando e dicendo: «Tu sei il Figlio di Dio!» Ma egli li sgridava e non permetteva loro di parlare, perché sapevano che egli era il Cristo”. Non regna forse anche qui sul pianto e sul dolore la consolazione del Signore? Gesù non è forse anche qui “colui che abita con gli uomini”, che è nel senso più pieno “il Dio con loro” e “il loro Dio”? Se c’è mai stato un momento di vero paradiso sulla terra, è stato proprio lì, in quel villaggio della Galilea di 2020 anni fa…

Ecco allora: una fine e un inizio del mondo. Gesù arriva e divide la storia. E d’ora in poi ci sarà sempre un “prima di Gesù” ed un “dopo” di lui. E gli uomini e le donne, tutti quelli che l’hanno incontrato lungo il loro esistere, sono chiamati a rendere testimonianza a quello che è accaduto.

I farisei, gli scribi, i sacerdoti di Israele, hanno in gran parte preso posizione in favore del “no”. Il “no” di chi si schiera per la lettera della legge e la conservazione della tradizione, in parte in buona fede…perché no?, e in parte però anche perché in quelle due realtà trova il proprio potere ed il proprio benessere.

I poveri, i malati, i peccatori, i posseduti dagli spiriti maligni…chi secondo i criteri del mondo e della religione, non ha diritto né posto al cospetto di Dio, e che adesso si trova chiamato da Gesù ad aprirsi all’amore e al perdono…tutti costoro invece dicono il loro “sì”, rendono a lui la testimonianza del loro stupore e della loro riconoscenza.

E per un ognuno di questi “schieramenti” e per chi ne fa parte, un mondo finisce e un altro mondo inizia, a salvezza o a giudizio.

Anche il nostro mondo, anche il nostro angolino della fede, la nostra “amaca” appesa e dondolante fra passato e futuro, anch’essa è scossa e anzi è spazzata via. Ma proprio così, chiamati a balzare in piedi e a prendere la nostra decisione, se rinnoviamo il nostro “sì”…proprio così, radunati, consolati, guariti da Gesù, riceviamo il presente da vivere, un presente già toccato e trasfigurato dall’eternità…

Sì, il mondo, la storia ed ognuno di noi…tutto è ora nel suo raggio d’azione, nella meraviglia luminosa della sua presenza, del suo essere venuto fino a noi…

Questo è…per tutti noi…il senso e il significato delle parole, delle azioni, dell’andare e del pregare, il senso e il significato della persona di Gesù.

È il mistero della sua autorità, il progetto di salvezza di Dio per tutti gli uomini che trova compimento.                                                                                                

AMEN

 

 

PREGHIERA DI INTERCESSIONE

Signore, ti siamo grati per la forza invincibile della fede. Rinnova in noi questo dono mediante il tuo Spirito. Sii con coloro che, a causa della fede, sono minacciati. Consola coloro che soffrono a causa dei loro errori, o a causa degli errori degli altri. Dona ai malati la forza per sopportare il male e tendere alla guarigione. Ai morenti fa sentire la consolazione che proviene dalla risurrezione di Cristo e dalla speranza nella vita eterna alla quale chiami ciascuno e ciascuna di noi. A tutti dona la fede vittoriosa che supera i dubbi e i tentennamenti, sia che nascano dalla nostra debolezza, sia che provengano dalle difficoltà e dai mali che incontriamo. Accogli la nostra preghiera nel nome di Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta. Insieme ti preghiamo, come egli ci ha insegnato: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome. Venga il tuo regno. Sia fatta la tua volontà in terra come in cielo. Dacci oggi il nostro pane quotidiano. Rimettici i nostri debiti come anche noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori. E non esporci alla tentazione, ma liberaci dal maligno, perché tuo è il regno, la potenza e la gloria nei secoli dei secoli.” Amen

 

 

BENEDIZIONE   

Salga a Te, Dio onnipotente,

la nostra lode e scenda su di noi la Tua benedizione,

perché oggi e sempre possiamo gustare il dono della Tua salvezza”.

Amen

 

(Giampaolo Castelletti, domenica 04 ottobre 2020. Tutte le citazioni bibliche sono tratte dalla versione Nuova Riveduta, a cura della Società Biblica di Ginevra, prima edizione 1994).

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