20/12/2022

PREDICAZIONE SUL TESTO BIBLICO DI FILIPPESI 4, 4 – 7 TENUTA NEL TEMPIO DI INTRA DA Giampaolo Castelletti IL 18 DICEMBRE 2022

 

4 Rallegratevi sempre nel Signore. Ripeto: rallegratevi. 5 La vostra mansuetudine sia nota a tutti gli uomini. Il Signore è vicino. 6 Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti. 7 E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù.

 

Care sorelle e cari fratelli, a dir la verità…di questi tempi c’è poco di cui essere allegri…visti tutti i vari cambiamenti che vi sono stati in questi ultimi mesi, dalle varie guerre sparse nel mondo che oltretutto sono anche la causa principale di quelle morti che avvengono in mare e nei tragitti terrestri da parte di coloro che scappano per avere una vita migliore senza governi tiranni o guerre fratricide…ci sono i vari cambiamenti climatici che causano problematiche non indifferenti…le varie rivolte contro governi totalitari e soprattutto vi sono i vari rincari dei prezzi…che fanno sì che in molte persone e anche in noi stessi…prevale l’ansia…la preoccupazione…ed il problema è che a Dio facciamo conoscere ben poco di  questo nostro stato d’animo ansioso e angustiato… ma lo facciamo pesare sugli altri. Ed è per questo motivo che siamo noti per tante cose, ma non certo per la nostra mansuetudine…e spesso vi sono persone che con la loro intelligenza cercano sempre di superare la pace di Dio, anzi… cercano di superare Dio… soprattutto per il motivo che i loro cuori e i loro pensieri non sono custoditi nel Figlio di Dio…Gesù il Cristo…anzi…non sono proprio custoditi…cosicchè…potremmo dire che il mondo in cui viviamo, lo percepiamo come un mondo che sta perdendo l’anima e la pace di Dio, tutto questo…fa sì che si diventa sempre più ansiosi…Sempre più tristi…Sempre meno allegri e sempre meno mansueti.

 

Ora…la parola apostolica che contrasta apertamente questa immensa gravità, quest’avversità insuperabile della nostra esistenza e della nostra situazione umana ci viene incontro con le parole dell’Apostolo Paolo che ci dice…“Rallegratevi sempre nel Signore!”

Qualcuno…visto i tempi difficoltosi…potrebbe dire: “facile a dirsi, ma difficile da realizzare”, anche perché verrebbe da pensare che l’apostolo Paolo abbia pronunciate queste parole in un momento in cui tutte le sue cose gli andassero bene, ma era veramente così? Guardiamo allora il contesto in cui queste parole sono state pronunciate e scritte…l’Apostolo le scrisse circa 2000 anni fa…e la situazione nella quale si trovava Paolo, mentre scrive queste righe alla sua amata chiesa di Filippi, è una situazione tutt’altro che allegra, Paolo è in un carcere romano dell’epoca, dal quale l’apostolo sarebbe uscito “o libero o ucciso”.  All’epoca, non esisteva la carcerazione detentiva che c’è ai giorni nostri, anzi all’epoca di Paolo…la carcerazione era soltanto preventiva, cioè…in attesa della sentenza…che avrebbe potuto essere solamente una: “un’assoluzione” o “una condanna a morte”…eh…nonostante tutto questo…Paolo dice: “Rallegratevi sempre nel Signore. Ripeto: rallegratevi.”   Paolo, vista la sua situazione, avrebbe avuto ogni ragione del mondo di essere ansioso, angustiato, aggressivo…invece….nulla di tutto ciò…nulla!!…a tal punto che ci esorta dicendoci: “non angustiatevi di nulla. Ma in ogni cosa…pregate…pensate a Dio…parlate con Dio…vivete e rallegratevi in Dio.”

 Vedete!...Paolo…qui non ci indica di essere ansiosi…non ci indica di avere poca mansuetudine o poca gioia e poca pace, anzi…in questa lettera, Paolo…ci parla del perché essere gioiosi…

Ci annuncia perché dobbiamo essere mansueti…

Ci predica il perché della pace…che potremmo riassumerle in queste tre parole: “Gesù il Cristo è la fonte della gioia. L’esempio della mansuetudine. La sorgente della pace”.               

In effetti…Gesù…predicando dal monte degli ulivi…ci dice: “Non siate in ansia per la vostra vita, di che cosa mangerete o di che cosa berrete; né per il vostro corpo, di che vi vestirete” (Matteo 6,25).

Vedete? In mezzo a questa ansia disperata, divampa la gioia, tanto che la gioia si apre un varco in maniera efficace perchè il Signore Gesù Cristo…il nato a Betlemme, il crocifisso, il risorto, il celebrato nei cieli e che ora regna per la nostra pace con Dio, deve essere il motivo della nostra gioia… “La gioia nel Signore”.                                                               Vedete?...Paolo ci fa capire…che qui non si tratta di una percezione o di una sensazione. Non si tratta di carattere, di ottimismo, di atteggiamento. Tutt’altro…Paolo ci scrive queste parole in un periodo difficile della sua vita, anzi difficilissimo, e da cui non sa se ne uscirà vivo, ma dentro a questo tempo, trova la gioia nel Signore. Non dice che la sofferenza è finita, ma riconosce una gioia nel Signore…in Cristo si trova a poter vedere Dio, a vedere se stesso e la sua situazione con una chiave di lettura che sono completamente diverse. Il male, la morte, il silenzio…ed improvvisamente…la vita nuova che non muore più. Davanti alla vita nuova, cioè davanti al Cristo risorto, il male non può più colpire, quindi…vittoria e trionfo.

E noi…sorelle e fratelli…come viviamo queste parole dell’Apostolo Paolo? Noi…che viviamo in un mondo in cui conta prima di ogni altra cosa come ci vestiamo, cosa mangiamo, cosa beviamo, come ci divertiamo…vedete…in pratica viviamo in un mondo che conta sulla propria forza…e il nostro mondo è particolarmente evoluto a tal punto che ci fa capire che la preghiera appartiene a un mondo arretrato…l’allegria fa parte di una umanità sviluppata...mentre la mansuetudine è considerata appartenente ad una umanità di perdenti. E nonostante che…viviamo in una parte del mondo particolarmente sviluppata, la maggior parte dell’umanità vive nell’ansia e nell’angustia…ciò nonostante…si deve sempre andare avanti…tirare avanti. Dobbiamo diventare sempre più forti, sempre più bravi, sempre più intelligenti e insuperabili… Facciamo tante cose, e le facciamo sempre meglio, a tal punto che poi non siamo più capaci di fermarci e salutarci. Siamo sempre più evoluti, e poi non siamo più capaci delle cose elementari come fermarci e sorridere…fermarci e parlare…fermarci e ringraziare. Sì!!...forse dobbiamo fermarci e riconoscere che siamo diventati così evoluti che ci sentiamo tutti professori, e poi…ci scopriamo analfabeti nelle cose elementari…come guardarci negli occhi e salutarci per nome. Siamo diventati operatori sociali e culturali…poi ci scopriamo poco propensi ad ascoltare. Siamo diventati pastori…anziani…diaconi…e poi siamo incapaci di renderci conto della presenza dell’altro, di riconoscere che il Signore è vicino. In queste parole sta tutta la ragione, anzi, tutta l’anima della parola apostolica: il Signore è vicino. Forse aveva ragione Giovanni Miegge quando scrisse nel lontano 1940: «La perdita delle virtù segue con qualche ritardo, ma segue fatalmente, la perdita della fede. È naturale che sia così, perché le virtù che sono sostenute soltanto dall’abitudine, dall’esempio o dall’opinione, sono virtù senz’anima». Queste parole di Miegge devono far riflettere e quindi capire che Gesù è l’anima della pace, della mansuetudine e della gioia. Se rimaniamo con Gesù Cristo, i nostri cuori e i nostri pensieri saranno custoditi…e la fede non verrà mai meno.

Si !!!...Gesù è la verità di Dio che viene ad illuminare la nostra reale condizione e quella  di tutte e tutti quanti che oggigiorno siamo fatalmente alle prese con le preoccupazioni e coi problemi della vita, anche perché una vita senza problemi non esiste…ed i problemi esigono attenzione…cura…e se non accettiamo d’avere anche noi…i nostri pesi, Gesù che nasce non se ne può far carico e non può venirci incontro…in sostanza…è soltanto se accettiamo di avere  le nostre angustie… che oggi…possiamo ascoltare come rivolto a noi l’invito dell’apostolo Paolo che ci dice e ti dice: “Non angustiatevi di nulla”…Sì, “non angustiatevi di nulla”…noi che pure siamo venuti qua nel Tempio con le nostre angustie…perché qui c’è Gesù o meglio qui c’è “il Signore”….Dio stesso…Dio in persona che “s’è fatto carne”, s’è fatto essere umano come noi, ha preso su di sé quello che tutti siamo…il nostro “essere donne e uomini” dalla nascita…che ci ha visto uscire da nostra madre…fare il primo respiro insieme al primo pianto senza averne coscienza né ricordo, fino alla morte che ci terrorizza lungo tutta la vita…e in mezzo…tra la nascita inconsapevole e la morte che impaurisce…le oscurità e le difficoltà che il nostro “essere donne e uomini” comporta e portiamo sempre con noi…davvero…“non angustiatevi di nulla”, perché questo fatto…che a Betlemme…Dio è diventato uno come noi…un essere umano fragile…tribolato…esposto alla tentazione…al dolore e alla morte…significa che…in Gesù…nella sua storia umana…è già accaduto quello che per noi deve accadere…tutte le pene sono già finite…già trasformate in risurrezione…                                     

Tutti i desideri…le aspirazioni…le brame e gli slanci…sono già arrivati alla meta…già esauditi e compiuti…rendendo completamente superato ed inutile il nostro preoccuparci.

E’ proprio così…care sorelle e cari fratelli…tutto è già stato fatto! Tutto è già accaduto! Questo è il segreto…il mistero del Natale…che oggi contempliamo con 7 giorni di anticipo…ma del resto…Gesù nasce ogni giorno…ogni ora…ogni momento in ogni cuore che si converte a lui…e gli si apre nella fede!

Possiamo davvero “non angustiarci”, perché Dio si è fatto uomo, e perciò si è angustiato lui…si è preoccupato lui per noi una volta per tutte! Davvero…sorelle e fratelli…“Non angustiamoci di nulla”…sarebbe ridicolo continuare a farlo…continuare a volerci aiutare da noi stessi…dopo che l’aiuto ci è già stato dato dal nostro Signore.                        

AMEN

 

Auguro a tutte e tutti un Buon Natale nel Signore

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