24/04/2017

Sermone sul testo biblico di Giovanni 21,1-14 tenuto nella Chiesa Evangelica Metodista di Omegna


1 Più tardi, Gesù apparve di nuovo ai discepoli nei pressi del lago di Galilea. Ecco come accadde.
2 Un gruppo di noi era là: Simon Pietro, Tommaso, «il Gemello», Natanaele (di Cana in Galilea), mio fratello Giacomo ed io, oltre ad altri due discepoli. 3 Simon Pietro disse: «Vado a pescare». «Veniamo anche noi», rispondemmo tutti. Così andammo, ma non prendemmo niente per tutta la notte. 4 All'alba scorgemmo un uomo sulla spiaggia, ma non riuscivamo a capire chi fosse.
5 «Ragazzi, non avete niente da mangiare?» chiese. «No», rispondemmo.
6 Allora Gesù disse: «Gettate la rete alla destra della barca e troverete del pesce!» Calammo la rete e, un attimo dopo, non riuscivamo a tirarla su, tanto era carica di pesce!
7 Il discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «Ma è il Signore!» A queste parole, Simon Pietro indossò la tunica, perché era nudo, e si tuffò in acqua. 8 Noi altri, invece, rimanemmo sulla barca a tirare la rete piena di pesce; eravamo circa a 100 metri dalla riva. 9 Quando giungemmo alla spiaggia, trovammo un fuoco acceso su cui arrostiva del pesce, e c'era anche del pane.
10 «Portate qui un po' di quel pesce, che avete appena preso!» disse Gesù. 11 Allora Simon Pietro salì sulla barca e tirò in secca la rete. C'erano centocinquantatré grossi pesci e, benché fossero tanti, la rete non si era strappata.
12 «Ora venite a mangiare!» ci invitò Gesù; e nessuno di noi ebbe il coraggio di chiedergli se era proprio lui, perché, ormai, ne eravamo certi. 13 Allora Gesù ci diede il pane e i pesci.
14 Era la terza volta, dalla sua risurrezione, che Gesù c'era apparso.

Care sorelle, cari fratelli, care amiche ed amici, analizzeremo insieme gli avvenimenti successivi alla resurrezione di Cristo Gesù. Se ricordate, Gesù aveva comandato di aspettarlo in Galilea, dove sarebbe riapparso a loro.
Ad un certo punto del brano, abbiamo letto che Pietro dice: “vado a pescare”, Giovanni e altri 5 discepoli si aggregano a lui, molto probabilmente i discepoli erano ritornati a fare il loro mestiere per mantenersi economicamente dopo la morte di Gesù
Questi sette uomini pescarono tutta la notte. Il metodo utilizzato era quello di stendere la grande rete, lasciarla affondare, e poi tirarla dentro la barca. Dovevano ripetere la procedura volta dopo volta, una notte di lavoro molto faticosa, diventata ancora più pesante e lunga per il fatto che, non presero nulla. Dopo una notte così, possiamo immaginare come si sentissero i discepoli, stanchi morti, affamati, e molto scoraggiati.
Quando ascoltiamo o leggiamo un brano, come quello di oggi, spesso non consideriamo tutti i particolari della vicenda e veniamo colpiti dai fatti che a prima vista possono sembrarci negativi, come l’episodio dei discepoli pescatori, che umanamente parlando, ci farebbe schierare dalla loro parte a motivo del fatto che ci sembra ingiusto che abbiano pescato tutta la notte senza prendere nulla prima che intervenisse con un miracolo Gesù, se ci schieriamo dalla parte dei discepoli è forse per il fatto che, noi, valutiamo i fatti e le circostanze che accadono nella vita di qualcuno o nella nostra in base ad un beneficio momentaneo e materiale, per esempio, se fosse stato per noi, Gesù avrebbe dovuto presentarsi ai discepoli già all’inizio della notte di lavoro e far si che prima dell’alba avessero già preso dei pesci senza farli lavorare inutilmente per parecchie ore per niente, analizzando il brano senza farci cogliere dal sentimentalismo, capiremmo che Gesù aspettò la mattina a causa di quello che voleva compiere nelle menti dei discepoli, ed il fatto che non abbiano preso pesci quella notte non era per caso, era tutto organizzato da Dio… era importante che i discepoli non prendessero nulla, perché questo avrebbe reso più evidente il miracolo di Gesù, … potessero conoscere meglio la personalità sovrana di Gesù e cosa voleva insegnare loro.
La parola greca originale del brano indica che erano le primissime ore del mattino e i discepoli erano a circa 100 metri dalla riva, quindi, non essendoci ancora una buona luce non riconobbero Gesù.
Gesù, vedendoli, domanda “non avete del pesce?”, questa domanda non serviva a Gesù per capire la situazione dei discepoli, bensì era importante che i discepoli si rendessero conto della loro situazione, comprendessero meglio il loro bisogno e capissero che Gesù può agire in ogni cosa. Durante il suo ministero, Gesù, fece delle domande per aiutare le persone a rendersi conto del loro bisogno, e della loro incapacità di curare se stessi; a questo punto del nostro brano, Gesù era pronto a fare un miracolo per aiutarli a capire che solo lui ha il controllo su tutte le cose, perciò era necessaria questa lunga notte infruttuosa, …doveva servire per fortificare la loro fede in Lui e mettere in evidenza la loro incapacità di prendere pesci tramite le proprie forze.
Un avvenimento simile a questo, è descritto in Luca 5, 4-11, avvenuto circa 3 anni prima, quando Gesù aveva chiesto a loro di gettare la rete, prima di ubbidire, Pietro aveva detto che a lui sembrava inutile, come descritto al versetto 5: “Maestro, tutta la notte ci siamo affaticati, e non abbiamo preso nulla; però, secondo la tua parola, getterò le reti”.
Questa volta i discepoli ubbidiscono senza dire niente e gettano la rete dalla parte destra.
Sarebbe importante tenere in mente la situazione. I discepoli erano circa a 100 metri dalla riva. Quest’uomo ordinò loro di gettare dalla parte destra la rete. Questo dopo una notte intera in cui avevano gettato la rete tante di quelle volte senza mai prendere nulla e oltretutto quest’uomo promette dei buoni risultati (Gettate la rete alla destra della barca e troverete del pesce!). Sarebbe stato tanto facile per loro rispondere a quell’uomo che non era possibile per lui da lontano dire a loro dove gettare la rete. Però, ormai i discepoli erano cambiati. Erano diventati veramente umili. Capivano il loro bisogno. Erano pronti ad ascoltare questa voce autorevole, anche se non capivano come avrebbe potuto sapere dove c’erano dei pesci.
O Gesù sapeva che c’era un enorme banco di pesci proprio alla destra della barca, oppure, ed è più probabile così, Gesù miracolosamente guidava tutti quegli enormi pesci proprio in quel punto e in quel momento. Comunque sia, la quantità di pesci che presero era miracolosa, tanto che 7 uomini forti, abituati ai lavori manuali non erano in grado di tirare su la rete, tanto era piena.
Era evidente a tutti che questo era un grande miracolo.
Qui vediamo qualcosa del carattere di Giovanni e del carattere di Pietro.
Solitamente Giovanni era colui che capiva le cose prima di Pietro, Giovanni fu il primo a rendersi conto che quell’uomo era Gesù e lo disse a Pietro (v.7), Pietro invece era sempre il primo ad agire, in effetti per la gioia di vedere Gesù, Pietro non poteva aspettare che la barca arrivasse a terra e il suo carattere impulsivo lo spinse a gettarsi nel mare per arrivare prima alla riva.
Dopo una lunga notte di così duro lavoro, i discepoli erano di sicuro stanchi e affamati. Appena scesero a terra videro che Gesù aveva già preparato un fuoco, stava cucinando del pesce e aveva anche del pane pronto. Gesù aveva preparato tutto, provvedendo al loro bisogno, così scoprirono un altro miracolo di Gesù    (v 9)   
Gesù stava provvedendo il cibo che serviva a loro, come anche il fuoco per asciugarsi e riscaldarsi, in quell’occasione, Gesù fece capire in modo evidente, senza lasciare dubbi, che era stato lui a provvedere ai loro bisogni.
Gesù non solo provvede ai loro bisogni, ma comanda loro di portare alcuni dei pesci che avevano preso. Per stare in comunione con Gesù è necessario ascoltare e ubbidire ai suoi comandamenti. Non è possibile essere vicini a Gesù senza essere pronti ad ubbidirgli. Egli è il SIGNORE e deve essere rispettato e ubbidito come il Sovrano che è.
Appena Gesù dà l’ordine di tirare su i pesci, Pietro è il 1° ad agire e si mette subito all’opera, gli altri molto probabilmente lo hanno aiutato stando sulla riva per trascinare la rete a terra.   Giovanni fu talmente colpito dal gran numero di pesci che dopo tanti anni, quando scrisse questo vangelo, ricordò il numero preciso: “153 grossi pesci”.
Il fatto stesso che la rete non si era strappata era un altro miracolo. Quando Gesù all’inizio del ministero, aveva provveduto una grande quantità di pesci per i discepoli, la rete si era rotta dal peso (Luca 5, 6b). Questa volta, però, nel piano di Dio la rete non si doveva rompere. Giovanni, fu colpito anche da questo particolare, riconoscendolo come un’opera di Cristo, e dopo anni lo scrisse nel vangelo. Quando camminiamo in ubbidienza, Dio ci dà successo nelle cose che ci chiede di compiere in quanto controlla la situazione.
A questo punto, Gesù comanda loro di venire a fare colazione.
Quanto è immenso il privilegio di mangiare insieme a Gesù! Nella Bibbia mangiare insieme al Signore è un meraviglioso privilegio, come descritto in Apocalisse 3, 20, quindi, l’invito ai discepoli di fare colazione con lui non solo è un modo per provvedere al loro bisogno di cibo, ma è anche un invito ad avere comunione con lui, il Signore. Questo invito è valido anche per noi oggi. (Santa Cena)
Gesù dando loro del pane e del pesce, dava una chiara lezione ai discepoli, e anche a noi, Gesù è colui che provvede ai bisogni di ciascuna persona. Molto spesso, provvede con mezzi naturali, anche se la sua mano non è visibile, è sempre Lui che sta provvedendo, è molto chiaro che quello che riceviamo viene da Gesù. Quindi, dobbiamo ricordare che Gesù è la fonte di tutto quello che abbiamo.
Gesù, per ben 3 volte, dopo la sua resurrezione dai morti si manifestò ai discepoli, questo suo manifestarsi doveva servire loro per togliere ogni possibile dubbio circa la realtà della sua resurrezione, fortificando così la fede in loro, in vista delle dure prove che avrebbero dovuto sostenere in tutto il mondo come testimoni della sua morte e della sua resurrezione. In altre parole, dovevano navigare nel Mare del mondo, per essere pescatori di uomini. Umanamente parlando, era un’impresa impossibile per un piccolo gruppo di uomini come loro. Come potevano sperare di avere successo dovendo affrontare i Giudei e l’Impero Romano? Come potevano essere pescatori di uomini?
I miracoli che Gesù compì, dovevano costituire per i discepoli un chiaro ricordo circa il fatto che sarebbe stato Gesù a dare successo alla loro missione di pescatori di uomini e sarebbe stato sempre lui a far sì che la rete non si rompesse quando avrebbero pescato una gran quantità di uomini e donne, se ricordate, poche settimane dopo il giorno della Pentecoste, quando Gesù mandò lo Spirito Santo sui discepoli, Pietro e gli altri predicarono a Gerusalemme e 3000 persone furono salvate.
Gli avvenimenti di questo brano ci ricordano che i discepoli hanno avuto il privilegio di vedere Gesù con i loro occhi, noi…abbiamo il privilegio di avere in mano la Parola di Dio e lo Spirito Santo che ci apre gli occhi e ci prepara sempre per le prove che dobbiamo affrontare nella nostra vita e che Gesù è colui che provvede a tutti i nostri bisogni e che qualunque successo che abbiamo nel portare avanti l’opera di far conoscere al mondo la sua morte e la sua resurrezione è dovuto all’opera di Gesù in noi. Noi possiamo seminare e annaffiare, ma la crescita viene sempre da Dio.
Quindi, …ogni volta che studiamo un brano, …è importante capire le verità contenute in quel brano. Però, …se ci fermiamo là, questo non ci porta beneficio, quello che ci serve è applicare quelle verità alla nostra vita dopo averle comprese.                                                                 
Per esempio, …il brano di oggi ha chiaramente fatto capire che Gesù ha provveduto ai bisogni dei discepoli, …se non arrivo a capire…che Egli provvederà anche ai miei bisogni, il mio studio mi aiuta poco. Bisogna sempre cercare di capire un brano correttamente e poi bisogna arrivare ad applicare quelle verità nella nostra vita.
Allora, consideriamo come le verità di questo brano possono aiutare noi.
Abbiamo visto che era necessario per i discepoli trascorrere tutta la notte senza prendere nulla, quando invece, Gesù, avrebbe potuto far prendere loro la stessa quantità di pesci durante la notte, questo perchè ai discepoli serviva una situazione difficile per poter riconoscere meglio l’opera e la potenza di Dio, anche noi abbiamo bisogno di problemi e difficoltà per poter riconoscere meglio l’opera di Dio e la sua potenza all’opera in noi, molto spesso, Dio si serve dei problemi proprio per compiere le opere più grandi in noi, anche quando siamo colpiti da difficoltà, ingiustizie e problemi che non riusciamo a risolvere, ricordiamo che Dio ha ogni cosa sotto controllo. Se Dio non ha scelto di farci evitare i problemi che possono capitarci, …è perché questi problemi sono proprio lo strumento con cui Dio si serve per fortificare e purificare la nostra fede a motivo del fatto che, lo fa per aiutarci a riconoscere che è sempre LUI che provvede a noi.  
Sorelle, Fratelli, amiche e amici, non dobbiamo scoraggiarci quando dal nostro punto di vista le cose vanno male. In realtà, ricordiamoci che Dio controlla ogni situazione, così da riconoscere che quello che noi chiamiamo un male, in realtà fa parte dell’opera di Dio in noi. Per dei pescatori, che dipendono dalla pesca per avere i soldi per vivere, trascorrere la notte intera senza prendere nulla sembra un male, oggi abbiamo visto che, serviva proprio quella situazione per aiutare i discepoli a riconoscere meglio la potenza di Cristo, quindi,…in realtà…era un bene, tutto questo deve servirci da lezione per il fatto che, a prima vista avrebbe potuto non sembrare logico gettare ancora la rete, eppure, abbiamo visto che i discepoli erano pronti ad ubbidire all'ordine di Gesù che diceva loro dove gettare la rete. Anche noi dobbiamo essere pronti ad ubbidire ad ogni suo comandamento, anche se, un comandamento del tipo: “date a Cesare quel che è di Cesare”, cioè pagare le tasse, può sembrare, … per chi ha problemi finanziari, … un obbligo che porta grossi problemi; … invece, dobbiamo imparare a fidarci di Dio, non perché ne comprendiamo ogni aspetto, ma perché Dio è il nostro Creatore e sa cosa è bene per noi. 
La lezione che possiamo trarre da questo brano può essere la seguente, Dio a volte permette che possono capitarci delle situazioni drastiche, non lo fa per cattiveria nei nostri confronti, ma lo fa per farci capire che è lui che provvede per noi. Anziché scoraggiarci, dobbiamo chiedere a Dio di aiutarci a trarre il massimo beneficio dalla prova. Infatti, anziché chiedere a Dio di togliere le prove, dovremmo chiedergli di darci la pace e la fede necessaria per superare i problemi di cui siamo o potremmo essere tormentati, a motivo del fatto che Dio controlla tutti gli avvenimenti della nostra vita, infatti, Dio ha sempre uno scopo per quello che compie in noi, uno di questi è quello di darci dei benefici spirituali ed eterni.
Lodiamo sempre il nostro Signore perché Egli è il Sovrano Dio su tutto. Questa è una verità che ogni credente deve imparare.

AMEN
P.L. Giampaolo Castelletti - Domenica 23 Aprile 2017

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