21/12/2021


 

19ª DOMENICA DOPO PENTECOSTE

Accoglienza

Buongiorno e buona domenica a tutte e a tutti voi, il versetto che accompagna questa diciannovesima domenica dopo Pentecoste è preso dalla prima lettera di Giovanni che dice: “Questo è il comandamento che abbiamo ricevuto da lui: che chi ama Dio ami anche suo fratello”. (1° Giovanni 4: 21)

Saluto (SØREN KIERKEGAARD)

Dio nostro, dona a noi esseri umani, mentre siamo in attesa di Te, la consolazione che concede al cuore il capire che tu taci per amore, così come parli per amore: così che, sia che tu taccia, sia che Tu parli, sei sempre il medesimo Padre, che ci guida con la Sua voce e ci educa con il suo silenzio. Amen.

Lode

Dio nostro, fonte della nostra vita, come un albero si nutre dell’acqua noi abbiamo bisogno della tua parola per vivere. Le nostre radici sono la tua grazia e il nostro fogliame è il tuo amore. Come un albero ha bisogno del vento per essere mosso, noi abbiamo bisogno del tuo Spirito. Nutrici con la tua parola, Signore, rialzaci tramite il tuo perdono e rafforzaci con la tua benedizione affinché possiamo portare frutto e diventare un rifugio per chi lo cerca. Nel nome di Gesù il Cristo. Amen

 

Ascolto della parola di dio

Preghiera di illuminazione

Dio di misericordia, ti lodiamo e ti benediciamo per l’amore con il quale ci circondi, con il quale ci hai amati ancora prima che ti conoscessimo. Per questo amore ci hai riscattati dalle nostre colpe. Il nostro cuore ti cerca. La tua parola di vita è dolce ai nostri orecchi. La nostra bocca rende grazie per la tua benevolenza. Sii sempre con noi, e aiutaci a crescere vicino alla sorgente della tua parola. Amen

 

Testo biblico

Marco 10:17-27

Mentre stava per rimettersi in cammino, arrivò un uomo correndo, s'inginocchiò davanti a lui e gli chiese: “Buon Maestro, che devo fare per vivere per sempre?” Gesù rispose “Perché mi chiami buono? Solo Dio è veramente buono. Ma in quanto alla tua domanda, tu conosci i comandamenti di Dio: non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire il falso contro nessuno, non ingannare, rispetta tuo padre e tua madre”. “Signore, non sono mai venuto meno a nessuno di questi comandamenti”, rispose l'uomo. Gesù, guardandolo, provò affetto per lui e gli disse: “Ti manca solo una cosa: vai a vendere tutto ciò che hai, dà il denaro ai poveri, ed avrai un tesoro nel cielo. Poi vieni e seguimi”. L'uomo si rabbuiò in viso e se ne andò via tristemente, perché era molto ricco. Gesù, guardandosi attorno, disse rivolto ai discepoli: “È quasi impossibile che un ricco entri nel Regno dei Cieli!” Questa affermazione li lasciò stupiti. E Gesù aggiunse: “È davvero difficile entrare nel Regno di Dio per quelli che confidano nelle ricchezze! È più facile per un cammello passare per la cruna di un ago, che per un ricco entrare nel Regno di Dio!” I discepoli erano piuttosto scettici e cominciarono a chiedersi fra loro: “Ma allora chi potrà mai essere salvato?” 27 Gesù li guardò attentamente, poi disse: “Per gli uomini è impossibile, ma non per Dio. Perché a Dio tutto è possibile”.

 

Esposizione del brano biblico

 

Abbiamo letto la storia dell’incontro tra Gesù e un uomo, ebbene, quest’uomo rivolge a Gesù una domanda: “Buon Maestro, che devo fare per vivere per sempre?”.
Potremmo senz’altro dire che la domanda di quell’uomo è anche la nostra domanda. La domanda che ognuno e ognuna di noi, nella sua preghiera personale, nell’ascolto individuale o comunitario della Scrittura, nella partecipazione al culto della chiesa, rivolge al Signore.

Il “tale” di questa storia, più avanti, si scopre essere un uomo “ricco”, e parla a Gesù anche a nome nostro. In lui insomma siamo noi che ci avviciniamo a Cristo e parliamo con lui. Ed è anche a noi che il “maestro” risponde chiamandoci… a che cosa?… abbiamo udito anche questo: all’osservanza dei comandamenti che Dio tra squilli, lampi, terremoti, ha donato nell’esodo a Israele, nella nube del Sinai.
Sì: “se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti”. Ma i comandamenti sono tanti… E così la risposta di Gesù suona come un po’ generica… ed il giovane allora non esita a dare a Gesù una risposta con queste parole precise:
“Signore, non sono mai venuto meno a nessuno di questi comandamenti”
E Gesù sta al gioco, dà la spiegazione che gli è stata chiesta. La dà in maniera forse inaspettata, e forse addirittura deludente. Non parla infatti al suo interlocutore della grande esigenza dell’amore di Dio, né gli prescrive di osservare con rigore ed impegno le norme di purità e quelle legate al culto e alla preghiera… No, come avrebbe fatto un qualsiasi maestro in Israele, cita il decalogo, e precisamente quella seconda parte delle “dieci parole” che riguarda il nostro rapporto con gli altri, e così dice al giovane che se vuole “avere la vita eterna” deve “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso. Onora tuo padre e tua madre”.
Insomma una risposta quasi scontata e, per questo, davvero anche un po’ deludente… Ma come? Uno ha il dono di incontrare Gesù, va da lui aspettandosi chissà quali rivelazioni, quali meravigliosi nuovi insegnamenti, e si sente ripetere per l’ennesima volta il catechismo?… Veramente c’è da dire : “Tutto qui?”.
E infatti il nostro giovane ci rimane un po’ male, e con lui anche noi. E se come lui anche noi siamo dei credenti impegnati, noi diciamo con lui: “Ma tutte queste cose io le ho già osservate; che mi manca ancora?”.

E a questo punto, c’è la grande impennata: Gesù fa il Gesù, ed ecco uno sconvolgente salto di qualità. No! Non è affatto “tutto qui”! Non basta “osservare tutte queste cose”. Non basta comportarsi da persone per bene… da credenti rispettabili… Se davvero vuoi imparare da Gesù, ci vuole ben altro… serve qualcosa di vertiginosamente meno rispettabile: “Va’, vendi tutto ciò che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro nei cieli; poi vieni e seguimi”.

“Va’, vendi, vieni, seguimi”. Questa serie serrata di quattro imperativi ha un senso molto chiaro… anzi, come vedremo, persino troppo chiaro…
Finora il discorso era stato impostato dal giovane sul piano del fare, dell’osservanza concreta delle regole. Ricordate la sua domanda iniziale: “Che cosa devo fare per avere la vita eterna?”, e poi, ancora: “Tutte queste cose le ho osservate”. E Gesù aveva rispettato quell’impostazione: a lui che gli aveva domandato “cosa doveva fare”, aveva risposto appunto con il “fare”: doveva “non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, onorare suo padre e sua madre, amare il suo prossimo come se stesso”.
Ma poi il giovane stesso ha commesso la bellissima imprudenza di voler andare oltre quel volere e dover fare: “Cosa mi manca ancora?”, così ha chiesto. Ed ha scatenato l’uragano. Se davvero non s’accontenta di essere un pio israelita… “se vuole essere perfetto” della perfezione che solo Gesù può dare, deve mandare all’aria tutta la sua vita, e diventare un altro. Sinora il nostro giovane è vissuto in modo irreprensibile, e adesso questo maestro unico e sconcertante gli chiede di spogliarsi di tutto e di seguirlo (qui noi Valdesi non possiamo non ricordare come, secondo le cronache del tempo, Valdo di Lione si sia convertito proprio ascoltando questa stessa parola “Va’, vendi, vieni, seguimi”, e come, stando alla testimonianza dello scrittore inglese Walter Map abbia, assieme ai fratelli del suo gruppo, “seguito nudo un Cristo nudo”).
Davvero, con Gesù non si tratta di fare i bravi e i buoni, ma di mettere in gioco la vita, di rinnegare se stessi ed i propri legami. Vengono qui alla mente quelle altre sue parole sulle quali cerchiamo quasi sempre di non fermarci troppo, perché le sentiamo troppo dure, quasi inumane e pressoché impossibili da vivere in concreto: “Chi ama suo padre o sua madre più di me, non è degno di me; e chi ama suo figlio o sua figlia più di me, non è degno di me… chi avrà trovato la sua vita, la perderà; e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà” (Matteo 10, 37ss.).

“Va’, vendi, vieni, seguimi”. Davanti a quest’abisso che gli si è spalancato sotto i piedi, il giovane (ancora una volta anche qui “uno di noi”), non se la sente di fare il grande salto. Così, esce malinconicamente dalla scena: “Ma egli, rattristato da quella parola, se ne andò dolente perché aveva molti beni”…
Come noi, “aveva molti beni” a cui era molto attaccato. E non necessariamente solo beni materiali. Era amato da tanti… era stimato per la sua onestà…era apprezzato per la sua pietà…come si fa a lasciare tutto questo…così…di punto in bianco?…


Ma al colloquio tra Gesù ed il giovane ricco, era anche presente qualcuno che quel salto l’ha fatto. Come sempre, infatti, Gesù non era solo, con lui c’erano “i discepoli”. E qui, ricordate: “
Mentre passava lungo il mare di Galilea, egli vide Simone e Andrea, fratello di Simone, che gettavano la rete in mare, perché erano pescatori. Gesù disse loro: «Seguitemi, e io farò di voi dei pescatori di uomini». Essi, lasciate subito le reti, lo seguirono. Poi, andando un po' più oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni, suo fratello, che anch'essi in barca rassettavano le reti; e subito li chiamò; ed essi, lasciato Zebedeo loro padre nella barca con gli operai, se ne andarono dietro a lui.” (cfr. Marco 1, 16 ss.). Sì, “Simone”, “Andrea”, “Giacomo”, “Giovanni”, e tutti quanti gli altri… loro hanno abbandonato tutto e hanno seguito Gesù.
E se noi questo adesso l’abbiamo ricordato, loro non c’è pericolo che l’abbiano mai dimenticato. Così, dopo il primo momento di “sbigottimento” di fronte alle parole del “maestro” sull’impossibilità che “un ricco entri nel regno dei cieli” (sbigottimento che è dovuto al fatto che – come tutti gli Israeliti – i discepoli erano cresciuti nella convinzione che le ricchezze fossero il segno della benedizione di Dio per i giusti), sono subito passati, dal chiedere a Gesù: “Chi dunque può essere salvato?” e dall’avere udito la sua risposta tutta intessuta di misericordia: “Agli uomini questo è impossibile, ma a Dio ogni cosa è possibile”, a fare il confronto fra loro ed il giovane che se ne è appena andato “tutto triste”. E come sono orgogliosi di quello che hanno fatto! Come subito, per la bocca di Pietro, lo ricordano a Gesù: “Ecco noi abbiamo lasciato ogni cosa e ti abbiamo seguito; che ne avremo dunque?”.
Gesù li rassicura: “Io vi dico in verità che nella nuova creazione, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, anche voi, che mi avete seguito, sarete seduti su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. E chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi a causa del mio nome, ne riceverà cento volte tanto, ed erediterà la vita eterna”. E però, mentre conferma ai discepoli la piena fedeltà alle sue promesse, pensa a quel giovane che era venuto lieto e sicuro all’incontro con lui e se ne è andato via in crisi… pensa alla sua tristezza e spera che si muti in coraggio e poi in gioia… spera che quell’uomo buono e pio possa un giorno “andare, vendere, venire e seguirlo”…
Sì, certo Gesù vuole bene ai suoi discepoli, così contenti e fieri della loro sequela…ma forse in quel momento si sente più vicino a quel giovane che s’è allontanato a capo chino, che non a Pietro che sta lì tutto fiero davanti a lui, e così, lo ammonisce, lui e tutti gli altri: “Voi ora vi sentite superiori a quel giovane, e lo siete: siete “i primi” al cospetto di Dio. E però, state attenti!, perché vi ho appena detto che “a Dio tutto è possibile”, e allora può capitare che Dio rovesci tutte le carte in tavola, e allora “molti che ora sono primi saranno ultimi, e molti che ora sono ultimi, saranno primi”: “Sì, Dio può dare a quel giovane la forza che non ha avuto di lasciare i propri beni e di seguirmi. Così potrà ricevere anche lui il “centuplo” e la “vita eterna”. E magari li riceverà prima anche di tutte e tutti noi. E se sarà così, non potremo dire niente”.

AMEN

 

 

PREGHIERA DI INTERCESSIONE

Padre, il tuo comandamento ci chiede di amare il nostro prossimo. Davanti a te ci ricordiamo di chi è nel bisogno, di chi si sente rifiutato. Preghiamo per coloro ai quali mancano le cose più elementari della vita: cibo, acqua pulita, un posto sicuro per vivere, l’opportunità di sognare. Aiutaci a essere solidali, con la forza della tua giustizia e del tuo amore. Preghiamo per coloro che vorrebbero stare bene, ma che soffrono nel corpo o nell’anima. Aiutaci a servire gli altri con la forza della tua guarigione e della tua consolazione. Preghiamo per coloro che vorrebbero essere amati e stimati, ma sono disprezzati e rifiutati. Aiutaci ad accogliere ed ad amare gli altri con la forza del tuo regno che viene. Accogli la nostra preghiera nel nome di Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta. Insieme ti preghiamo, come egli ci ha insegnato: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome. Venga il tuo regno. Sia fatta la tua volontà in terra come in cielo. Dacci oggi il nostro pane quotidiano. Rimettici i nostri debiti come anche noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori. E non esporci alla tentazione, ma liberaci dal maligno, perché tuo è il regno, la potenza e la gloria nei secoli dei secoli.” Amen

 

 

BENEDIZIONE   

Siate dunque imitatori di Dio, perché siete figli da lui amati;

e camminate nell’amore come anche Cristo vi ha amati.

(Efesini 5,1-2a)

La grazia del Signore Gesù Cristo e l’amore di Dio

e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi

(2 Corinzi 13,13)

Amen

 

(Giampaolo Castelletti, domenica 11 ottobre 2020. Tutte le citazioni bibliche sono tratte dalla versione Nuova Riveduta, a cura della Società Biblica di Ginevra, prima edizione 1994).

 

 

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