"Non di pane soltanto vivrà l'uomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio" (Matteo 4,4)
La Pasqua cristiana ci ricorda la risurrezione di Gesù Cristo dalla morte che determina per sempre la vittoria del perdono di Dio sul peccato umano.
Il cammino liturgico che dall’Avvento porta alla Pasqua di risurrezione e alla Pentecoste passa attraverso altri Tempi liturgici significativi per la fede cristiana.
Il Tempo della Passione o la Quaresima corrisponde nella vita cristiana a un momento di riflessione su che cosa significhi essere un discepolo di Cristo nel quotidiano. Un tempo per fare il punto sull’orientamento che diamo alla vita e per misurare la distanza tra la realtà che viviamo ogni giorno e ciò che Dio si aspetta da noi.
Mai come in questo periodo siamo invitati a gettare uno sguardo lucido su noi stessi, sul mondo e sulla condizione umana.
Se l’uomo non vive soltanto di pane è necessario ricordare che l’essere umano non può essere ridotto a una merce, a quota o a un ingranaggio. E’ necessario ricordare che la dignità e il valore di una persona non si misurano in base ai suoi successi reali o presunti, né ai segni esteriori della ricchezza che ben spesso nascondono una grave povertà interiore.
Un tempo in cui l’umano è invitato a spogliarsi delle sue apparenze e false ricchezze prendendo coscienza del fatto che, ciò che consideriamo spesso come indispensabile per la nostra vita è in realtà ciò che ci tiene prigionieri.
Il giovedì e venerdì santo, la domenica di Pasqua si situano nell’unico e medesimo movimento. Un movimento che ci invita ad abbandonare tutto ciò che ci separa da Dio e dagli uomini (il peccato) per ricevere il perdono di Dio. L’apostolo Paolo lo descrive come un "morire con Cristo per risuscitare con lui".
Il venerdì santo ricordiamo la morte di Cristo che è il prezzo della nostra riconciliazione con Dio. In questo giorno siamo invitati a raccoglierci ai piedi della croce per chiedere perdono a Dio per i nostri peccati.
Domenica di Pasqua celebriamo la risurrezione, una grande Festa di gioia di riconoscenza a Dio per il dono della vita nuova in Cristo e per la sua vittoria sulla morte.
In questi tre giorni siamo invitati a vivere un tempo di passaggio (dalla morte alla vita = Pasqua) che prepara quello dell'arrivo. E durante questo passaggio, ci rendiamo conto che siamo dei viaggiatori su questa terra e che solo pochi bagagli ci sono realmente necessari. Che ci basta credere alla Parola di Dio. Ci basta sperare nel futuro di Dio che verrà a trasformare il nostro presente. Ci basta accettare il suo amore per noi e amare a nostra volta il nostro prossimo.
Pastore Jean-Félix Kamba Nzolo -Lettera circolare n. 2 - marzo 2010
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