Culti
Omegna - Via F.lli Di Dio 64
Nel Tempio di Omegna, il Culto si tiene tutte le domeniche alle ore 9; Mercoledì 25 Dicembre, Natale, il Culto si terrà alle ore 9
Intra - C.so Mameli 19
Nel Tempio di Intra, il Culto si tiene tutte le domeniche alle ore 11; Mercoledì 25 Dicembre, Natale, il Culto si terrà alle ore 11
31/05/2010
29/05/2010
21/05/2010
Pentecoste
di Giorgio Tourn
L’ultima data dell’anno liturgico cristiano è la Pentecoste. Mentre l’Ascensione segnava la fine della vicenda storica di Gesù Cristo, iniziata con la nascita a Natale, la Pentecoste apre una nuova pagina nella storia della rivelazione con la manifestazione dello Spirito Santo. Questo avvenimento ha avuto luogo secondo il racconto del libro degli Atti a Gerusalemme il giorno della festa ebraica della mietitura.
L’ultima data dell’anno liturgico cristiano è la Pentecoste. Mentre l’Ascensione segnava la fine della vicenda storica di Gesù Cristo, iniziata con la nascita a Natale, la Pentecoste apre una nuova pagina nella storia della rivelazione con la manifestazione dello Spirito Santo. Questo avvenimento ha avuto luogo secondo il racconto del libro degli Atti a Gerusalemme il giorno della festa ebraica della mietitura.
Né la circostanza né il luogo sono casuali: in tutta la Bibbia ebraica Gerusalemme è il simbolo della presenza di Dio, della sua Parola, della rivelazione; la mietitura è la festa del raccolto, del frutto dell’amore e della benedizione divina sul suo popolo, ed è simbolo biblico anche il fuoco che scende dal cielo, è l’azione di Dio. Vi è però un’altra lettura della Pentecoste: è la nascita della chiesa, è proprio così? Riflettiamo paragonando due opere d’arte di grande fascino e molto significative.
Giotto raffigura la scena nel suo stile sobrio, essenziale, i discepoli sono raccolti in cerchio; nel capitolo precedente si narra che Giuda suicida è stato sostituito con sorteggio da Mattia, sono dunque nuovamente 12, il numero voluto da Gesù a rappresentare tutto il popolo di Dio, come erano le tribù di Israele. Lo Spirito di Dio è rappresentato, come dice il passo biblico, da lingue di fuoco: il fuoco è la presenza, la forza, il calore, la dinamica dell’opera di Dio. Le lingue è la comunicazione, con la Parola Dio ha creato il mondo, ha dato a Mosé le leggi, ha ispirato la predicazione dei profeti.
Alla gente che manifesta il suo stupore Pietro spiega che sta realizzando la profezia di Gioele e lo Spirito divino non è più monopolio dei sacerdoti e dei profeti ma è dono a tutti i credenti; e spiega quello che è accaduto nelle ultime settimane a Gesù "il nazareno". È il primo discorso missionario della chiesa, qui comincia la testimonianza dei cristiani nel mondo.
Tutto questo Giotto lo sa molto bene e raffigura il gruppo nel momento del suo passaggio da discepoli ad apostoli, lo Spirito è la forza divina che li trasforma da uomini impauriti a testimoni coraggiosi. Lo Spirito è la forza divina che fonda la missione, la predicazione, l’annunzio del Vangelo. Quello che nasce alla Pentecoste è l’Evangelo di Cristo morto e risorto per l’umanità.
Con Giotto siamo nell’Europa cristiana del Duecento, con il secondo dipinto, la miniatura delle "Riches Heures" siamo due secoli più tardi, alla fine del Medio Evo. Qui la scena della Pentecoste è profondamente modificata.
Giotto raffigura la scena nel suo stile sobrio, essenziale, i discepoli sono raccolti in cerchio; nel capitolo precedente si narra che Giuda suicida è stato sostituito con sorteggio da Mattia, sono dunque nuovamente 12, il numero voluto da Gesù a rappresentare tutto il popolo di Dio, come erano le tribù di Israele. Lo Spirito di Dio è rappresentato, come dice il passo biblico, da lingue di fuoco: il fuoco è la presenza, la forza, il calore, la dinamica dell’opera di Dio. Le lingue è la comunicazione, con la Parola Dio ha creato il mondo, ha dato a Mosé le leggi, ha ispirato la predicazione dei profeti.
Alla gente che manifesta il suo stupore Pietro spiega che sta realizzando la profezia di Gioele e lo Spirito divino non è più monopolio dei sacerdoti e dei profeti ma è dono a tutti i credenti; e spiega quello che è accaduto nelle ultime settimane a Gesù "il nazareno". È il primo discorso missionario della chiesa, qui comincia la testimonianza dei cristiani nel mondo.
Tutto questo Giotto lo sa molto bene e raffigura il gruppo nel momento del suo passaggio da discepoli ad apostoli, lo Spirito è la forza divina che li trasforma da uomini impauriti a testimoni coraggiosi. Lo Spirito è la forza divina che fonda la missione, la predicazione, l’annunzio del Vangelo. Quello che nasce alla Pentecoste è l’Evangelo di Cristo morto e risorto per l’umanità.
Con Giotto siamo nell’Europa cristiana del Duecento, con il secondo dipinto, la miniatura delle "Riches Heures" siamo due secoli più tardi, alla fine del Medio Evo. Qui la scena della Pentecoste è profondamente modificata.
Le persone che si trovano radunate formano un’assemblea molto composita: vi sono naturalmente gli apostoli ma ci sono anche altre persone attorno a loro e c’è Maria, la madre di Gesù. Corrisponde a realtà questa nuova presentazione dell’avvenimento? Il testo di Atti 2,1 dice: "come giunse il giorno della pentecoste erano tutti insieme nel medesimo luogo". Chi sono i tutti e dove è il luogo? Al capitolo 1 si narra che gli apostoli dal monte dell’ascensione tornano a Gerusalemme e si ritrovano "nella sala di sopra" dove solevano trattenersi tutti con le donne e Maria e i fratelli di Gesù. Il tutti è dunque il gruppo dei dodici discepoli con altri, la famiglia di Gesù, le donne che lo hanno accompagnato, è la comunità credente che si trova in preghiera. Il luogo è "la sala di sopra", che viene generalmente inteso come la stanza dove Gesù e i suoi avevano celebrato la Pasqua, l’ultima cena, messa a loro disposizione da un discepolo della città. Il pittore quattrocentesco ha dunque raffigurato un’altra scena, la comunità dei seguaci del maestro galileo, su cui scende lo Spirito che la trasforma e ne fa la prima comunità cristiana.
Ma legge il passo biblico alla luce della sua esperienza e introduce due elementi che non sono biblici: il luogo, non è più una stanza ma una chiesa, al centro del gruppo sta Maria. Questa non è la chiesa del primo giorno a Gerusalemme è la chiesa cattolica del Quattrocento. Maria al centro non è solo la Vergine, attorno alla quale stanno nascendo nuovi dogmi (non è però ancora né concepita immacolata né assunta!) è l’immagine simbolica della chiesa stessa.
Lo Spirito scende sulla chiesa o nella chiesa? Nel primo caso ne è solo beneficiaria, lo ha ricevuto e lo trasmette nella predicazione del Vangelo per bocca degli apostoli. Nel secondo ne è depositaria, lo cultodisce e amministra nella istituzione chiesa, di cui è immagine il locale, qui lo Spirito risiede e di qui passa al mondo grazie al ministero.
I due dipinti raffigurano la stessa scena, lo stesso testo biblico ma lo interpretano in due modi diversi, Giotto è fedele al testo evangelico, il pittore fiammingo si ispira alla chiesa dei papi rinascimentali, dice quello che dice il testo ma in un’ottica che lo contraddice. Nel primo caso lo Spirito determina la missione nel secondo fonda l’istituzione.
Ma legge il passo biblico alla luce della sua esperienza e introduce due elementi che non sono biblici: il luogo, non è più una stanza ma una chiesa, al centro del gruppo sta Maria. Questa non è la chiesa del primo giorno a Gerusalemme è la chiesa cattolica del Quattrocento. Maria al centro non è solo la Vergine, attorno alla quale stanno nascendo nuovi dogmi (non è però ancora né concepita immacolata né assunta!) è l’immagine simbolica della chiesa stessa.
Lo Spirito scende sulla chiesa o nella chiesa? Nel primo caso ne è solo beneficiaria, lo ha ricevuto e lo trasmette nella predicazione del Vangelo per bocca degli apostoli. Nel secondo ne è depositaria, lo cultodisce e amministra nella istituzione chiesa, di cui è immagine il locale, qui lo Spirito risiede e di qui passa al mondo grazie al ministero.
I due dipinti raffigurano la stessa scena, lo stesso testo biblico ma lo interpretano in due modi diversi, Giotto è fedele al testo evangelico, il pittore fiammingo si ispira alla chiesa dei papi rinascimentali, dice quello che dice il testo ma in un’ottica che lo contraddice. Nel primo caso lo Spirito determina la missione nel secondo fonda l’istituzione.
Dal sito: http://www.chiesavaldese.org/
20/05/2010
Incontro ecumenico di preghiera di Pentecoste
13/05/2010
Ascensione
di Giorgio Tourn
L’Italia cristiana ha cancellato dal suo calendario l’Ascensione di Gesù Cristo. Si tratta di una scelta grave che dimostra quanto sia superficiale il suo cristianesimo; vede nel crocifisso appeso ai muri delle scuole e degli uffici la trincea della sua religione, ridotta a simbolo generico di umanità quando non è degradato a espressione di una identità poco più che tribale.
Cancellato il Cristo innalzato lo ha sostituito con Maria assunta, dogma mariano privo di qualsiasi fondamento evangelico. È questo il processo inarrestabile avviato da Pio IX: la concentrazione del fatto cristiano sulla chiesa: immacolata in Maria, infallibile nel papa, di cui Cristo rappresenta poco più che l’aureola luminosa che la circonda e garantisce.
Cosa afferma un cristiano quando recitando il Credo dice: Credo in Gesù Cristo... Signore nostro... salito in cielo?
A questa domanda dà risposta uno dei testi più semplici e caratteristici della Riforma protestante, il Catechismo di Calvino. Suddiviso in 52 sezioni commenta il Credo, il Padre Nostro e i Dieci Comandamenti. Nel culto pomeridiano della domenica veniva commentata una sezione, iniziando dalla prima domenica dell’anno. L’insegnante poneva poi le domande e gli alunni rispondevano. Nella 12° domenica si commentava il messaggio dell’Ascensione in questi termini:
L’insegnante: Cristo non è dunque più in terra?
L’alunno: No, perché avendo compiuto tutto quello che gli era stato prescritto dal Padre per la nostra salvezza, non era più necessario restasse in terra.
L’insegnante: In che ci giova la sua ascensione?
L’alunno: Reca un duplice vantaggio. Essendo salito in cielo in nome nostro, come ne era disceso per noi, ce ne dà l’accesso; ci assicura che ora è aperta la porta che era chiusa a motivo del nostro peccato (Romani 6,8-11).
In secondo luogo Egli ci appare là, alla presenza del Padre, per essere nostro intercessore e avvocato (Ebrei 7,26).
L’insegnante: Allontanato dal mondo Gesù Cristo non è più con noi?
L’alunno: No. Al contrario dice che sarà con noi sino alla fine.
L’insegnante: Cosa si intende dire con: siede alla destra di Dio Padre?
L’alunno: Ha ricevuto il dominio del cielo e della terra per guidare e governare tutto (Matteo 28,18).
Il messaggio dell’Ascensione di Cristo è qui definito nella sua essenzialità: se Egli è mediatore fra Dio e noi, come afferma il Vangelo, dove Egli è siamo anche noi, dunque in cielo, immagine per dire in presenza di Dio, in comunione con lui. Il nostro destino è dunque assicurato ed è garantito dal fatto che Cristo intercede per i credenti per quel che riguarda la loro vita. Questo significa che non abbiamo da meritare la nostra salvezza e da cercare intercessori.
Cancellato il Cristo innalzato lo ha sostituito con Maria assunta, dogma mariano privo di qualsiasi fondamento evangelico. È questo il processo inarrestabile avviato da Pio IX: la concentrazione del fatto cristiano sulla chiesa: immacolata in Maria, infallibile nel papa, di cui Cristo rappresenta poco più che l’aureola luminosa che la circonda e garantisce.
Cosa afferma un cristiano quando recitando il Credo dice: Credo in Gesù Cristo... Signore nostro... salito in cielo?
A questa domanda dà risposta uno dei testi più semplici e caratteristici della Riforma protestante, il Catechismo di Calvino. Suddiviso in 52 sezioni commenta il Credo, il Padre Nostro e i Dieci Comandamenti. Nel culto pomeridiano della domenica veniva commentata una sezione, iniziando dalla prima domenica dell’anno. L’insegnante poneva poi le domande e gli alunni rispondevano. Nella 12° domenica si commentava il messaggio dell’Ascensione in questi termini:
L’insegnante: Cristo non è dunque più in terra?
L’alunno: No, perché avendo compiuto tutto quello che gli era stato prescritto dal Padre per la nostra salvezza, non era più necessario restasse in terra.
L’insegnante: In che ci giova la sua ascensione?
L’alunno: Reca un duplice vantaggio. Essendo salito in cielo in nome nostro, come ne era disceso per noi, ce ne dà l’accesso; ci assicura che ora è aperta la porta che era chiusa a motivo del nostro peccato (Romani 6,8-11).
In secondo luogo Egli ci appare là, alla presenza del Padre, per essere nostro intercessore e avvocato (Ebrei 7,26).
L’insegnante: Allontanato dal mondo Gesù Cristo non è più con noi?
L’alunno: No. Al contrario dice che sarà con noi sino alla fine.
L’insegnante: Cosa si intende dire con: siede alla destra di Dio Padre?
L’alunno: Ha ricevuto il dominio del cielo e della terra per guidare e governare tutto (Matteo 28,18).
Il messaggio dell’Ascensione di Cristo è qui definito nella sua essenzialità: se Egli è mediatore fra Dio e noi, come afferma il Vangelo, dove Egli è siamo anche noi, dunque in cielo, immagine per dire in presenza di Dio, in comunione con lui. Il nostro destino è dunque assicurato ed è garantito dal fatto che Cristo intercede per i credenti per quel che riguarda la loro vita. Questo significa che non abbiamo da meritare la nostra salvezza e da cercare intercessori.
11/05/2010
05/05/2010
01/05/2010
L'AEI sull'ostensione della Sindone
Come cristiani evangelici esprimiamo un forte dissenso nei confronti dell’ostensione della sindone, soprattutto di fronte alle scelte pubbliche ad essa collegate. Si tratta, a nostro parere, di una operazione ingiusta dal punto di vista politico e pericolosa per la cornice teologica che presenta.
È un’operazione ingiusta perché a sostenere le cospicue spese imputabili all’evento sono soprattutto le istituzioni locali (Regione Piemonte, Comune e Provincia di Torino) e alcuni importanti sponsor di interesse nazionale. Questo significa che per finanziare un evento confessionale sono utilizzati soldi pubblici. Azioni di questo tipo si qualificano come tentativi inopportuni di uso dello spazio pubblico e delle sue risorse da parte di una confessione religiosa che sfrutta la sua posizione dominante.
Si tratta, inoltre, di una operazione teologicamente pericolosa che mira, ancora una volta, ad ancorare la fede e la spiritualità delle persone sia ad artifizi scientificamente dubbi, sia a pratiche biblicamente insostenibili. Il culto delle immagini, la venerazione di oggetti o di reliquie, come gli eventi che incoraggiano il lucro delle indulgenze, non sono innocue azioni folkloristiche ad esclusivo impatto culturale, ma rapprendono tradizioni di discutibile valore.
Come cittadini e cristiani ricordiamo con forza la necessità di fondare la vita sulla Bibbia, unica Parola di Dio, sufficiente, infallibile e pienamente autorevole.
Alleanza Evangelica Italiana
Vicolo S. Agata 20
00153 Roma
www.alleanzaevangelica.org
ufficio.stampa@alleanzaevangelica.org
È un’operazione ingiusta perché a sostenere le cospicue spese imputabili all’evento sono soprattutto le istituzioni locali (Regione Piemonte, Comune e Provincia di Torino) e alcuni importanti sponsor di interesse nazionale. Questo significa che per finanziare un evento confessionale sono utilizzati soldi pubblici. Azioni di questo tipo si qualificano come tentativi inopportuni di uso dello spazio pubblico e delle sue risorse da parte di una confessione religiosa che sfrutta la sua posizione dominante.
Si tratta, inoltre, di una operazione teologicamente pericolosa che mira, ancora una volta, ad ancorare la fede e la spiritualità delle persone sia ad artifizi scientificamente dubbi, sia a pratiche biblicamente insostenibili. Il culto delle immagini, la venerazione di oggetti o di reliquie, come gli eventi che incoraggiano il lucro delle indulgenze, non sono innocue azioni folkloristiche ad esclusivo impatto culturale, ma rapprendono tradizioni di discutibile valore.
Come cittadini e cristiani ricordiamo con forza la necessità di fondare la vita sulla Bibbia, unica Parola di Dio, sufficiente, infallibile e pienamente autorevole.
Alleanza Evangelica Italiana
Vicolo S. Agata 20
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