Culti

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Nel Tempio di Omegna, il Culto si tiene tutte le domeniche alle ore 9; Mercoledì 25 Dicembre, Natale, il Culto si terrà alle ore 9

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10/10/2021

 

16ª DOMENICA DOPO PENTECOSTE

Accoglienza

Nel nome del Padre, il Dio che rinnova ogni cosa e ogni vita e che alla novità ci invita a muovere i nostri passi con slancio ed audacia

Nel nome del Figlio, che alla novità ha aperto il cuore e la mente, invitando noi discepole e discepoli ad osarla, vivendone la bellezza e la libertà

Nel nome dello Spirito Santo, vento del rinnovamento, spinta alla trasformazione costante di quella fede che cambia incessantemente insieme con le nostre esperienze e attraverso gli incontri che le costellano. Amen

Saluto (Dietrich Bonhoeffer)

Spirito Santo, donami la fede, che dalla disperazione, dalle brame e dai vizi mi salva; donami l’amore per Dio e per gli uomini, che estirpa ogni odio ed amarezza; donami la speranza, che mi libera dal timore e dallo scoraggiamento. Insegnami a conoscere Gesù il Cristo e a fare il Suo volere. Amen.

Vogliamo ora immergerci in una Preghiera di Invocazione

Padre, tu sei il nostro creatore, che chiami alla vita le cose che non sono, e in Cristo manifesti la forza della risurrezione, rinnova la nostra vita, perché in essa si rifletta la luce del tuo evangelo.

La tua parola ci raggiunge anche nell’abisso del dolore e della morte e ci dona la forte consolazione, come è vero che Cristo Gesù ha distrutto la morte e ha messo in luce la vita e l’immortalità. Così risplenda in noi questa luce, mediante il tuo Spirito consolatore. Amen.

 

Confessione di peccato (Osea 11:8)

“Come farei a lasciarti, o Efraim? Come farei a darti in mano altrui, o Israele? (…) Il mio cuore si commuove intero dentro di me, tutte le mie compassioni si accendono

:Preghiamo:

Tu, Padre, sei un Dio che per noi si muove a compassione: non è l’ira a muoverti, ma la tristezza, che ti invade sin nelle viscere quando ci scopri insensibili, incapaci di quella tenerezza che, sola, può renderci così simili a Te

E invece in alcune realtà, ancora, si insegna di Te un volto inflessibile, un giudizio implacabile, un’inclinazione alla condanna: così, diventi il Dio di fronte a cui genuflettersi, la copertura ideale per quanti, in verità, desiderano che i luoghi di preghiera siano gremiti di spiriti remissivi e coscienze sottomesse.

Rendici, o Dio, comunità che mostrino di Te un volto benevolo, un cuore incline alla misericordia, uno sguardo capace di chinarsi sulle nostre miserie senza disprezzarle, una mano tesa a risollevarci, un grembo disposto ad accoglierci, un sorriso aperto a benedire le nostre vite e i nostri cammini. Amen

Annuncio del perdono (Isaia 54:10)

“Anche se i monti si spostassero ed i colli vacillassero, non si allontanerebbe da te il Mio amore”

Tu, Padre, sei tutto fuorché un Dio dell’imparzialità: prendi posizione, manifesti la Tua vicinanza a tutti quanti attraversano la vita col solo fardello di una muta disperazione. Allora anche noi, quando sentiamo lo sconforto invaderci l’anima, viviamo di questa Tua promessa di vicinanza, di questa intima certezza che, qualunque cosa possa accadere, non ci abbandona mai il Tuo Amore di cui, eterni viandanti, andiamo in cerca: quello stesso Amore che le Tue mani hanno reso gesto premuroso, tocco delicato, carezza lieve.  Amen

 

Confessione di Fede

“Credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra
e in Gesù Cristo, Suo Figlio unigenito, nostro Signore,
il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine,
patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto;
discese nel soggiorno dei morti; il terzo giorno risuscitò;
salì al cielo, siede alla destra di Dio, Padre onnipotente:
di là verrà a giudicare i vivi e i morti.
Credo nello Spirito Santo,
la santa Chiesa universale, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione dei corpi,
la vita eterna. Amen.”

Ascolto della parola di dio

Preghiera di illuminazione

Signoretu ci parli costantemente, le tue parole sono preziose, ogni giorno ci rallegrano, ci interpellanoci disturbano e ci sorprendono.                                                                                          Le tue parole ci meravigliano e vorremmo accoglierle come tu accogli noi, prenderle sul serio come tu prendi sul serio noi.                                                                                                                           Vorremmo ascoltarti come tu ci ascolti: con attenzione e con sollecitudine.                                       Signore…tu ci parli in ogni frangente della nostra giornata, le parole che tu ci rivolgi sono preziose ed è per questo che ti chiediamo che ci facciano vivere mediante il tuo Santo Spirito. Amen

 LETTURA BIBLICA

 Ascoltiamo la Parola di Dio, leggendo:

 Salmo 61

Cantico dei cantici 8: 6  #   2: 16

1° Giovanni 4: 8  #  Genesi 2: 23

Luca 7: 47  #  Osea 11: 4a

“Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno, dice il Signore.”

 Testo biblico per la predicazione:

Cantico dei cantici 1, 1-4

1 Il Cantico dei Cantici di Salomone.
2 Mi baci egli dei baci della sua bocca, poiché le tue carezze sono migliori del vino.
3 I tuoi profumi hanno un odore soave; il tuo nome è un profumo che si spande; perciò ti amano le fanciulle!
4 Attirami a te! Noi ti correremo dietro! 
Il re mi ha condotta nei suoi appartamenti; noi gioiremo, ci rallegreremo a motivo di te; noi celebreremo le tue carezze più del vino!       A ragione sei amato!

 

Esposizione del brano biblico

Oggi insieme a tutte e tutti voi…vorrei leggere un libro della Bibbia così particolare e anche così “piccante” che…nei culti non si legge quasi mai e tanto meno viene predicato: il Cantico dei cantici.

Questi versetti che oggi leggeremo, iniziano facendo riferimento al “re saggio ed amante” del popolo di Dio, Salomone. Un superlativo assoluto ebraico, che possiamo rendere in questo modo: il “cantico sublime” o il “cantico per eccellenza e più bello fra tutti quanti i cantici”.

Ed effettivamente è unico…e colpisce lo splendore di questa raccolta di ventiquattro brevi liriche, tempestate di simboli e di immagini, percorse dalla gioia dell’amore che trasforma in smagliante primavera anche il panorama bruciato della Palestina.

Il Cantico ci porta in un giardino…e nel cuore del giardino c’è Lei, e poi…c’è Lui, qua e là accompagnati da un coro: la donna e l’uomo…l’eterna coppia sulla faccia della terra, avvolta dalla tenerezza e dalla forza d’ “Amore”, quell’”Amore” che…come dirà il Cantico quasi ormai alla sua fine, “è più forte della Morte” (cfr. 8:6).

Ed allora, questo antico libretto sempre giovane, è un profondo trattato e una luminosa celebrazione dell’amore, soprattutto di quello femminile, che si riassume tutto nella celebre, bellissima ed intensa professione d’amore della donna: “il mio diletto è mio, e io sono sua” (cfr 2:16). 

Ma nell’amore umano, anche il più appassionato e sensuale, descritto nei Cantici, alla fine, ci rimanda sempre al rapporto d’amore che c’è tra Dio e tutta l’umanità…e anche per questo…il Cantico entra di pieno diritto nella Bibbia.

Sì, il Cantico oscilla di continuo, come in un contrappunto musicale, dall’essere umano a Dio. E, in questo andare dall’uno verso l’altro, legge nell’amore umano il riflesso dell’amore divino, senza però mai ridurre il primo a una sorta d’amore angelicato, e qui è la sua grandezza.

Tanti credentipresi dalla passione che colma questo testo…hanno visto nel Cantico una grande allegoria: una serie di immagini simboliche che non parlavano dell’amore umano – visto a priori come macchiato dalla carnalità – ma dell’amore che lega Dio al suo popolo o all’anima credente.

In realtà questo poemetto biblico canta l’amore vero della donna e dell’uomo, che è dono di sé all’altro tramite un sentimento puro, ma che si alimenta di passione, di eros, di corporeità e di sensualità, il quale…ci dice e ci insegna che…in questo amore pienamente concreto, Dio si rende presente e vince l’odio…l’odio fisico della violenza e del dominio sull’altro, l’odio che ti arde dentro che può essere quello della volontà di affermazione…e che fa dell’altro solo un gradino su cui poggiare il piede per giungere più in alto, per arrivare al potere e alla ricchezza…questi tre tipi d’odio, spesso si fondono tra loro a formarne uno solo…distruttivo e terribile…che sono il simbolo stesso dell’Anti-Dio!

Per fortuna, c’è il Cantico dei cantici, questa celebrazione appassionata del trionfo dell’amore, e così della presenza del Dio che “è amore” (cfr. 1 Giovanni 4,8) accanto alle sue creature…

Sì, per fortuna c’è il Cantico! Perché mai come oggi di fronte alle esplosioni d’odio cui assistiamo impotenti e inorriditi, di fronte a una violenza che arriva al femminicidio e che sovente si maschera da amore calpestato…e per questo…fuori controllo…come quel giovanotto che alcuni anni fa ha sgozzato la sorella minore della fidanzata che l’aveva lasciato, nella sua confessione ha detto una parola spaventosa: “Volevo uccidere la mia ex fidanzata perché l’amavo più della mia vita”ma vi rendete conto?

Già sarebbe stato del tutto inaccettabile…che è anche un’orribile bestemmia: “La volevo uccidere…..”, e nell’ultima frase…viene il peggio: “perché l’amavo più della mia vita” … “O sei mia, o muori…o non sei degna di avere una tua vita”!purtroppo, mai come oggi…c’è bisogno di amore, di un vero e puro amore…

Ecco perché abbiamo osato leggere insieme il Cantico dei cantici, questa lucidissima esplosione d’amore, colma di gioia anche quando parla di dolore, perché è sempre, sempre, sempre, traboccante di vita, e mai di morte!

Iniziamo ora ad addentrarci nella prima e breve lirica del Cantico che è un vero e proprio prologo del libro dell’intera raccolta, lo facciamo iniziando ad esaminare Genesi 2, lì vi è il primo racconto d’amore della Bibbia, perché quando il “Signore Dio” conduce all’uomo la donna che ha appena creato dalla costola…che gli ha tolto via…questi pronuncia le sue prime parole…e sono parole d’amore, le parole incantate di un innamorato: “Questa volta sì, è osso delle mie ossa e carne della mia carne!” (cfr. 2,23): “Questa volta sì, la donna che tu hai tratto da me e che conduci a me, io la posso, finalmente! guardare negli occhi e posso essere guardato da lei… È il mio “vis-à-vis” che mi corrisponde nel corpo e nel cuore, ed in sua compagnia posso vivere nella riconoscenza, nella gioia e nell’amore tutta la mia vita!”

Poi, dopo le parole incantate, l’incanto dell’incontro: l’uomo – dice il racconto – si unisce alla sua donna, e così i due diventano “una sola carne”: un solo essere umano… una sola esistenza…

Un testo molto bello, eppure, s’avverte in esso una mancanza…nel testo…non risuona la voce della donna, che se ne resta tutta silenziosa, quasi passiva: un incantevole dono “muto” fatto ad Adamo dal “Signore Dio”.

Il Cantico dei cantici colma questa lacuna. Dopo il titolo che pone il libro sotto l’alto patronato di “Salomone”, è la donna a parlare…e lo fa liberamente, senza sentirsi per nulla sottomessa e senza falsi e ipocriti pudori.

Se noi pensiamo all’epoca del Cantico e alla cultura e agli usi d’Israele, è del tutto sorprendente…in qualche modo…addirittura profetico…anticipa la rivoluzione di Gesù…il quale ha perdonato la prostituta che aveva fatto irruzione senza essere invitata e s’era accostata a lui mentre mangiava in casa di Simone il fariseo“perché”così ha detto agli altri commensali tutti scandalizzati“ha molto amato” (cfr. Luca 7:47).

Anche nel nostro testo, chi irrompe sulla scena e se ne impadronisce è ugualmente una donna…che finalmente rompe il suo silenzio troppo lungo e parla con passione e intelligenza…e con le sue parole…anticipa e presenta tutti i temi e le note che si svolgeranno lungo il libro.

Sì…qui…subito c’è lei…protagonista sotto varie forme dall’inizio alla fine, e con lei e grazie a lei…l’uomo, il suo amato; e poi vi sono  le fanciulle” che le fanno da coro…l’ebrezza d’amore e la contemplazione insieme al desiderio…tutto qui è anticipato e già perfetto…e al tempo stesso…aperto al compimento.

E tutto nasce, come è logico che sia, sotto il segno dei “baci”: “Che lui mi baci coi baci della sua bocca”Baci che fondono in uno, due respiri…che uniscono due vite in un’unica vita…che avvincono i due amanti in una rete sottile come quella del vino…che da sempre…nella Bibbia…è simbolo di un piacere che ti avvolge…simbolo della gioia della vita…sì…dice lei…“che lui mi baci coi baci della sua bocca, perché le sue dolcezze sono migliori del vino” …

E col gusto…è coinvolto l’odorato ed è coinvolto anche il tatto: “I tuoi profumi sono buoni all’odore, unguento che si effonde è il tuo nome…”Ogni vero innamorato riconosce e si inebria del profumo del suo amato….e per questa donna che davvero sa amare…l’amato…è un profumo che la avvolge…la sua sola presenza la stordisce e l’appaga…e la rende felice…

Vedete come tutto è “passionale”? Come tutto coinvolge i sensi e il corpo?

Nulla però è morboso…nulla è impuro…perché tutto è davvero solo amore. E nell’amore…quando è amore vero…non c’è nulla di sporco…anzi…tutto è luminoso e limpido…

Poi, questo appassionato assolo della donna si conclude con un’invocazione che è desiderio e sogno: “Trascinami dietro a te, corriamo!” … “Portami via con te, noi due da soli!”.

Di fronte a questo grido tutto fatto d’amore molto bello…è significativo ricordare che…Osea, il profeta cantore dell’amore di Dio per Israele, ha fatto uso del medesimo verbo per esprimere il desiderio del Signore per il suo popolo: Io li attiravo con corde umane, con legami d'amore” (cfr. 11,4).

Infine, d’improvviso, in questo sogno, l’amato si fa “re”: “Il re mi ha introdotto nella sua camera.”

Chi è mai questo “re”? È forse Salomone…o forse un altro re ?

A ben pensarci, non ha alcuna importanza. L’amato è sempre un “re” per la sua donna, e lei è per lui la sua regina: “io e te, tu e me”: solo questo, e nient’altro! …Qui c’è tutta la vita da vivere e gustare…tutta una gioia immensa da cantare…

Abbiamo visto come…già nel prologo…l’amore tutto umano della donna del Cantico presenti in sé come i fili preziosi di un ricamo che s’intessono insieme a rimandare all’amore di Dio. Ne cogliamo ora tre, di questi fili: sono come tre fiori profumati in questa prima sfolgorante aiuola del giardino in cui vivono la stupenda regina dell’amore e il suo “re” che la “inebria”.

Il primo filo o fiore è il vocabolo che ho tradotto con “camera”, e che la nostra Bibbia traduce con “alcova”…che sarebbe la stanza più interna della casa, dove la donna e l’uomo vivono tutta l’intimità del loro amore.

Nella Bibbia, questa parola dall’indiscutibile senso nuziale è anche usata per designare il “Santo dei santi”, la cella inaccessibile al cuore del tempio di Gerusalemme dove era custodita l’Arca del Patto, il luogo dell’incontro fra Dio che ama Israele e Israele che è amato.

Come secondo fiore dell’aiuola del Cantico…cogliamo alcuni verbi che oggi abbiamo ascoltato: “gioiremo”, “rallegreremo”, “celebreremo”. Sono tutti alla prima persona plurale. Ed è un noi…questo…che non coinvolge soltanto la coppia degli amanti…ma si allarga al mondo intero. L’amore vero…infatti…sboccia “a due”…ma poi s’irradia come luce e calore attorno a sé, è l’eco della gioia nel donarsi che rende meno aspro il rumore del mondo…che fa l’umanità meno malvagia…

Davvero, questi plurali che invitano all’ebrezza dell’amore…ci ricordano che proprio lui…l’amore…è la sola risposta che può spegnere l’odio.

Infine, il terzo fiore, che riguarda l’ultimo dei tre verbi di prima, il verbo “celebreremo”…che…nella lingua ebraica del Cantico…esso vuole anche dire: “ricordare”.

Ma un “ricordare” che non è nostalgia…né rimpianto…è invece… un “fare memoria” in maniera creativa ed efficace, quasi un riuscire a fare veramente rivivere il passato.

L’amore vero infatti…sfida il tempo…è la storia di un incontro che è avvenuto e che ha cambiato tutto, ma è anche la presenza sempre sorprendentemente fresca e viva di quell’avvenimento…ed è anche l’attesa di un futuro tutto proprio da “assaporare”…e poiché già abbiamo gustato quel sapore, che sappiamo cosa ci aspetta, e siamo felici.

Questo vale per noi, per i nostri rapporti d’amore…ma vale anche nel rapporto con Dio. ¿ In fondo…quando in ogni nostro culto proclamiamo la Scrittura…cosa facciamo se non tornare ogni volta ad “assaporare” le meraviglie che Dio ha fatto per noi? E questo “far memoria”…e questo “assaporare” quello che Dio ha operato per essere felici fino all’“inebriamento”…ci illumina il presente e ci proietta incontro all’avvenire  con un nuovo slancio.

L’amore insomma, è ricordo, presenza, speranza. È parola ed è sguardo. È un muto contemplarsi e ritrovarsi insieme negli occhi dell’amato. L’amore è anche silenzio.

Sì…amore…canto…parola…silenzio. C’è una bella canzone di Bob Dylan che ha un verso molto bello che dice: “Il mio amore parla come il silenzio”.

Ci sia concesso un silenzio che parla, e anzi, che canta: “dei cuori appassionati e sempre giovani.

AMEN

  PREGHIAMO

Signore a te offriamo questi doni, frutto del nostro lavoro, ma soprattutto frutto del tuo amore per noi, perché possano essere impiegati dove veramente c’è bisogno. Questo denaro, che abbiamo raccolto nel tuo nome, possa essere usato come strumento di solidarietà e di condivisione. Amen.

 

PREGHIERA DI INTERCESSIONE

Padre nostro, tu non dimentichi i deboli e i miseri; per loro vogliamo pregarti. Nel mondo vi sono tante vittime perché i doni che ci affidi per l’utile comune e per una giusta convivenza umana sono dimenticati o ignorati.

Dono tuo è la riconciliazione fra gli esseri umani. Ti preghiamo per le vittime dei conflitti; in particolare per le persone che sopravvivono con gravi mutilazioni, per le donne stuprate, per i bambini che crescono in un mare di odio e di violenza. Sostieni coloro che si adoperano per la riconciliazione, perché le vittime possano sperimentare che l’odio non ha l’ultima parola in questo mondo.

Dono tuo è la dignità degli esseri umani. Ti preghiamo per coloro cui viene negata questa dignità; in particolare per chi è costretto a vivere nei campi profughi, per chi è costretto a lavorare senza garanzie e senza protezioni. Sostieni le persone e i gruppi che si impegnano per ridare dignità a chi ha perso terra, casa, lavoro, salute.

Nella nostra attività quotidiana donaci fiducia e iniziativa, perché mettiamo a profitto i doni che ci hai affidato, per la testimonianza al tuo evangelo e per il servizio al nostro prossimo.

E poiché il nostro impegno ha la sua forza soltanto in te e nella tua azione, ti preghiamo come Gesù ci ha insegnato tramite l’Inno 217

BENEDIZIONE   (Filippesi 4,  19 – 20)

L’amore del Signore Gesù ci attiri a sé; il potere del Signore Gesù ci fortifichi al suo servizio; la gioia del Signore Gesù riempia i nostri cuori; e la benedizione di Dio Onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo, sia su di noi e rimanga con noi per sempre. Amen

(Giampaolo Castelletti, domenica 12 settembre 2021. Tutte le citazioni bibliche sono tratte dalla versione Nuova Riveduta, a cura della Società Biblica di Ginevra, prima edizione 1994; La Preghiera di Invocazione e la Confessione di peccato sono donate dal Pastore Alessandro Esposito. ).