4 DOMENICA DI AVVENTO
Lettura di accompagnamento da Luca 1, 46-55
Invocazione
Grazie, Dio nostro, perché in Gesù il Cristo accadono veramente grandi cose: la vita viene affermata, l’ingiustizia è combattuta, la sofferenza è trasfigurata, la morte perde la sua potenza distruttiva. Che notizia meravigliosa ci dai oggi! Che annuncio di gioia ci proponi! Noi confidiamo in te, ci rallegriamo nella tua presenza, aspettiamo che il tuo regno si compia. Tutta la terra ti benedica. Tutto il creato canti la tua gloria. Lode a te, o Dio nostro. Amen.
Confessione
di peccato da Matteo 10,32-33
Preghiamo:
ANNUNCIO
DEL PERDONO
Riceviamo
con riconoscenza questa parola di perdono e rallegriamoci in essa. Per la potenza
di questo evangelo, a ciascuno di noi è data la possibilità di riprendere il cammino
della fiducia e della speranza. Il Signore ci aiuti a fare della nostra vita una
risposta a lui gradita, alla sua gloria. Amen.
Confessione di fede tratta
dal “Credo Apostolico”
Ascolto Della Parola Di Dio
Vogliamo far nostre le
parole della preghiera di illuminazione prima delle letture bibliche e prima
del Sermone.
Signore, in questa
ultima domenica di avvento vogliamo esaltarti con tutta la forza di cui siamo
capaci. Tu sei la nostra difesa, la nostra dignità, la nostra vittoria. Tu sei
il nostro Dio paziente, appassionato, sempre pronto a condividere con noi le
gioie e gli affanni delle nostre giornate. Per l’opera del tuo Spirito, fa’ che
l’annuncio della tua parola sia ascoltato e da questo ascolto nascano in noi frutti
autentici di giustizia, pace, riconciliazione. La nostra vita, in parole e
azioni, sia una testimonianza efficace al regno che hai inaugurato nel tuo
Figlio Gesù. Amen
LETTURE BIBLICHE
Salmo 96
Inno alla grandezza e alla gloria di Dio
= 1Cr 16:23-33 (Sl 97; 98; 67)
1 Cantate al SIGNORE un cantico nuovo,
cantate al SIGNORE, abitanti di tutta la terra!
2 Cantate al SIGNORE, benedite il suo nome,
annunciate di giorno in giorno la sua salvezza!
3 Proclamate la sua gloria fra le nazioni
e i suoi prodigi fra tutti i popoli!
4 Perché il SIGNORE è grande e degno di
sovrana lode; egli è tremendo
sopra tutti gli dèi. 5 Poiché tutti gli dèi delle nazioni sono idoli vani;
il SIGNORE, invece, ha fatto i cieli.
6 Splendore e maestà sono davanti a lui,
forza e bellezza stanno nel suo santuario.
7 Date al SIGNORE, o famiglie dei popoli,
date al SIGNORE gloria e forza. 8 Date al SIGNORE la gloria dovuta al suo nome,
portategli offerte e venite nei suoi cortili.
9 Prostratevi davanti al SIGNORE vestiti di
sacri ornamenti, tremate davanti a
lui, abitanti di tutta la terra!
10 Dite fra i popoli: «Il SIGNORE regna»;
il mondo quindi è saldo e non potrà vacillare;
il SIGNORE giudicherà le nazioni con rettitudine.
11 Gioiscano i cieli ed esulti la terra;
risuoni il mare e quanto contiene;
12 esultino i campi e quanto è in essi;
tutti gli alberi delle foreste emettano gridi di
gioia 13 in presenza del SIGNORE; poich'egli viene,
viene a giudicare la terra. Egli giudicherà il mondo con giustizia, e i popoli con verità.
Matteo 1:18-25
18 Ecco i fatti riguardanti la
nascita di Gesù Cristo. Sua madre, Maria, era fidanzata con Giuseppe, ma,
mentre era ancora vergine, si trovò incinta per opera dello Spirito
Santo. 19 Giuseppe,
il suo fidanzato, da uomo di giusti princìpi, decise di rompere il fidanzamento,
di nascosto però, perché non voleva esporla a critiche infamanti. 20 Ma, mentre
faceva questi progetti, gli apparve in sogno un angelo del Signore. «Giuseppe,
discendente di Davide», disse l'angelo, «non esitare a sposare Maria, perché il
bambino che è dentro di lei è stato concepito dallo Spirito Santo. 21 Maria avrà un
figlio al quale metterai nome Gesù (che significa Salvatore), perché è lui che
salverà il suo popolo dai suoi peccati. 22 Questo accadrà, affinché si
realizzi ciò che Dio ha detto tramite il suo profeta: 23 "Ascoltate!
La vergine sarà incinta! Partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele (che
significa Dio è con noi)"». 24 Quando
Giuseppe si svegliò, fece come l'angelo gli aveva comandato e portò Maria a
casa sua per sposarla. 25 Maria,
vergine, partorì il bambino, a cui Giuseppe mise nome Gesù.
Testo
biblico della predicazione
Matteo 2 , 13
- 23
Dopo che (i magi) furono partiti, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: “Alzati, prendi il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e restaci finché io non te lo dico, perché Erode sta cercando il bambino per farlo morire”. Egli dunque si alzò, prese di notte il bambino e sua madre e si ritirò in Egitto. Là rimase fino alla morte di Erode, affinché si adempisse quello che fu detto dal Signore per mezzo del profeta: “Fuori dall’Egitto chiamai mio figlio”. Allora Erode, vedendosi beffato dai magi, si adirò moltissimo e mandò a uccidere tutti i maschi che erano in Betlemme e in tutto il suo territorio dall’età di due anni in giù, secondo il tempo del quale si era esattamente informato dai magi. Allora si adempì quello che era stato detto per bocca del profeta Geremia: “Un grido si è udito in Rama, un pianto e un lamento grande: Rachele piange i suoi figli e rifiuta di essere consolata, perché non sono più”. Dopo la morte di Erode, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe, in Egitto, e gli disse: “Alzati, prendi il bambino e sua madre, e va’ nel paese d’Israele, perché sono morti coloro che cercavano di uccidere il bambino”. Egli, alzatosi, prese il bambino e sua madre, e rientrò nel paese d’Israele. Ma udito che in Giudea regnava Archelao al posto di Erode suo padre, ebbe paura di andare là e, avvertito in sogno, si ritirò nella regione della Galilea e venne ad abitare in una città detta Nazaret, affinché si adempisse quello che era stato detto dai profeti, che egli sarebbe stato chiamato “Nazareno”.
Esposizione del brano biblico
Sabato prossimo è Natale…molti festeggeranno il Natale, anche chi non va in chiesa…ma il suo…è un Natale diverso…come per lui e per tanti, la parola stessa “Natale” non ha più quasi nulla a che fare con la nascita avvenuta a Betlemme. Natale è la festa non più tanto “del bambino”, ma “dei bambini”, in cui è bello che anche gli adulti tornino un po’ bambini...è la festa delle luci, degli addobbi…dei regali…che poi non sono nemmeno una brutta cosa…Natale…in fin dei conti…è un soffio di poesia, che viene a dare un po’ di rima…alla tanta, sgangherata prosa della nostra vita…questo…in fondo non è un dramma, non è una situazione sconveniente contro cui puntare il dito, e men che meno l’occasione per rivendicare solo per noi cristiani il monopolio sul Natale come la nostra festa…ognuno ha il diritto di viversi come vuole il suo Natale. Credo che tutti noi, nei giorni delle feste natalizie, ci troveremo accanto a qualcuno che festeggia il suo Natale laico e agnostico, andrà bene così e non per questo non gli diremo: “Auguri”! C'è però un altro motivo…che mi sembra più fondato e reale…che deve preoccuparci…a Natale…ed è la realtà concreta del mondo in cui viviamo. Tutti…cristiani e agnostici, vorremmo che questi giorni di Natale fossero diversi da tutti gli altri giorni…che ci avvolgessero, un po’ come le sfere colorate dell’albero di Natale, in un’atmosfera di serenità e di pace. Ma non è così.
Certo,
come ogni anno, anche quest’anno sentiremo nell’aria il clima un po‘ smielato e
che però ci è caro, delle festività…il carillon di Natale s’è messo in
movimento, ci sono le luci, ci sono anche i dolci, si aprono i regali e siamo
contenti se vediamo la gioia negli occhi e nel sorriso dei bambini e di tutte
le persone che ci sono care, ma tutt'attorno a noi restano in-soffocabili le
voci orali e scritte che portano il fracasso e insieme il gemito degli avvenimenti
della cronaca quotidiana: il caos della politica, le paure della crisi
economica, l'assenza di futuro per le nostre figlie e figli, i tanti senza casa
perché venuti fra noi in cerca di speranza da paesi lontani, la spaventosa e
ingiusta ordinarietà delle morti sul lavoro e i disastri causati dalla
noncuranza dell’uomo per il territorio e i tanti colpiti dal COVID.
Vorremmo
che almeno a Natale queste voci tacessero, vorremmo dimenticare per un po’
tante brutture, liberarci dal senso di inquietudine che tutto questo ci provoca,
ma non è così…
Anche
a metterci i tappi nelle orecchie, certe cose entrano dalle finestre e dai
camini ben più veloci di Babbo Natale…e una mano di nero va a incupire il
brillio degli addobbi natalizi…
E
così, anziché sentirci (come vorremmo) tutti più bambini, ci sentiamo (come
invece non vorremmo) tutti più piccoli e impotenti. Possiamo forse a volte far qualcosa per
quello che ci tocca direttamente…possiamo fare la scelta opportuna, dire la
parola che serve, dare il consiglio giusto…ma sui grandi eventi…quelli che
fanno l’attualità e decidono della qualità della vita di tutte e tutti…noi non
abbiamo presa…non possiamo far niente. Siamo, appunto, troppo piccoli…l’essenziale
si decide altrove, ed è un essenziale che ci tocca la pelle…e così, alla fine,
il nostro Natale sembra fatalmente meno Natale…
Che
proprio perché la realtà del nostro mondo non possiamo afferrarla e trattenerla…e
tanto meno la possiamo cambiare…proprio per questo il nostro Natale 2021
trascorrerà come è giusto che scorra ogni Natale… come dal primo Natale. Abbiamo riportato
sopra dal vangelo di Matteo, il racconto
degli eventi che hanno fatto seguito alla nascita di Gesù…e nostro malgrado, ci
siamo resi conto che questa storia non è stata solo poesia, delicatezza e
gioia, ma risuona anche di violenze e di gemiti…trambusto e paure, almeno come
i telegiornali che siamo spesso tentati di non vedere perché ci fanno star male…abbiamo
visto il furore di Erode, ingannato dai magi…che a sua volta aveva tentato di
ingannare per poi massacrare i neonati di Betlemme con la conseguente fuga in
Egitto di Giuseppe, Maria e Gesù, gli anni dell'esilio; e poi…dopo la morte di
quel vecchio terribile re, il ritorno nella terra di Giuda…e ancora la paura,
che spinge il papà, la mamma ed il bambino a trasferirsi nella Galilea, perché
al posto di Erode c’è sul trono il figlio Archelao, un pazzo sanguinario
peggiore di suo padre...
Il
massacro dei bimbi di Betlemme, la morte del tiranno, la divisione del suo
regno tra i figli…ecco gli avvenimenti che all’epoca erano l’attualità di cui
parlava la gente…per le strade e al mercato.
E
invece?…Chi ha parlato di quella famigliola che in piena notte sì è messa in
viaggio verso il lontano Egitto? E chi ha parlato del loro ritorno qualche anno
più tardi? Nessuno.
Ebbene…quella
partenza e quel ritorno si sono decisi nel segreto di un sogno, nell’intimità
di una parola sussurrata dall'angelo di Dio, senza fare rumore…e cosa c’è di
più inavvertibile…di più sottile e di più contestabile di una voce nel sonno!?
Tuttavia…la
Bibbia…ci parla di quel sogno e ancora prima di molti altri sognatori (Abramo,
Giacobbe, il primo Giuseppe, Samuele, Davide, Isaia e gli altri profeti) a cui
Dio s’è rivolto dolcemente, ma anche con una forza tale che si son messi in movimento,
hanno percorso la via che Egli indicava, senza tenere conto di ciò che colpiva…entusiasmava
e terrorizzava il mondo attorno a loro…quei sognatori… hanno ignorato il mondo…e
spesso sono stati ignorati dal mondo…ma proprio in questo modo, con la loro
obbedienza silenziosa a una parola appena mormorata…hanno cambiato il
mondo!
Sì…il
sogno di Giuseppe, il viaggio con sua moglie e il suo bambino, sono stati un
“dettaglio”, un particolare secondario rispetto a ciò di cui si parlava in quel
tempo.
Ma
ad ogni Natale, noi cristiani ricordiamo la venuta al mondo di quel bambino che
nelle braccia di sua madre andava verso l’Egitto nel buio della notte…e ci ritroveremo
al culto di Natale per Gesù, e non per Erode! Perché Dio cambia la storia con i
dettagli…agisce nei dettagli…
Da
Abramo in poi è stata la sua scelta. Ed è ancora la sua scelta.
Ci
sono tanti eventi che riempiono le cronache e la storia, colpiscono e
emozionano…fanno felice o fanno disperata la pubblica opinione…ma se noi…non
cerchiamo Dio nei dettagli…rischiamo di passargli accanto senza trovarlo…
Un
altro dettaglio è questo…nessuno storico dell’antica Roma ha dedicato un rigo alla
nascita e alla morte di Gesù, né alla sua vita…l’unico che forse ci riporta il
suo nome…mentre racconta di alcuni disordini all’interno della comunità ebraica
romana…è Svetonio…ma lo fa in maniera sbagliata…volendo parlare degli ebrei convertitisi
al “Cristo” e della loro rivalità con gli ebrei rimasti ebrei, parla dei
sostenitori di “un certo Cresto”, ha sbagliato a scriverlo, quel nome, perché
era un nome del tutto sconosciuto…e siamo già in pieno secondo secolo. La vita
e le vicende di quell'agitatore erano agli occhi dei Romani troppo poco
importanti…non più di un trascurabile dettaglio della loro grande storia…ed
invece i loro storici ci hanno parlato a lungo di una folla di personaggi di
cui oggi non parla più nessuno.
Ma
per gli storici romani…Gesù era insignificante anche perché apparteneva ad un
popolo insignificante…era solo un ebreo…anche qui…davvero…Dio agisce nei
dettagli…ha scelto per sé un popolo che è sempre stato un “dettaglio” nella
storia.
Israele…non
è mai stato un grande popolo, non è mai stato il più forte, né il più grande e anche
al tempo del massimo splendore, il tempio di Salomone avrebbe fatto una
meschina figura di fronte ai grandi templi dell’Egitto, o ai templi della
Grecia.
Sì,
nella sua lunga storia Israele è stato quasi sempre un piccolo popolo
sottoposto a popoli ed imperi ben più grandi di lui.
Ma
proprio lì, nel cuore di quel “popolo che era esso stesso un “dettaglio” del
mondo…incastrato fra i grandi che facevano la storia, attraverso le pieghe
violente dei conflitti, delle minacce, degli esili, della dominazione
straniera, Dio s’è fatto conoscere come una forza…una sicurezza…una fonte di
pace. S’è manifestato con l’ostinazione e la tenacia di una candela che brilla
nella notte. Non c’è nulla di più fragile di una candela…perchè…non c’è nulla
che, come una candela, ti possa far capire che cosa è davvero la notte e che al
tempo stesso ti possa anche far capire che la notte non è che la notte…se
accendi un faro, la notte scappa via e non sai più che cos’è per davvero, proprio
così…come una candela accesa nella notte che nulla può più spegnere…Dio ci si è
oggi rivelato nel racconto di Matteo, e ci ha anche rivelato la nostra realtà
di oggi.
Matteo
avrebbe potuto censurare il ricordo della strage comandata da Erode. Invece…ha
preferito fissare nella nostra memoria quella pagina nera della storia, farci
ascoltare il grido del dolore innocente ed inerme di fronte a quella bestialità…opera
di esseri umani.
E
noi non possiamo non renderci conto che quei bambini massacrati a Betlemme
appartengono al nostro quotidiano…fanno parte della stessa realtà di sangue e
lacrime di cui fanno parte le ragazzine/ni che, un giorno, all'improvviso,
spariscono da casa e non li trovi più, o li trovi cadavere, vittime innocenti
della ferocia umana…e con loro, tutte e tutti i violentati, abusati, annegati, che
toccano la nostra coscienza e ci fanno misurare la nostra impotenza…
Per
le piccole vittime di ieri, e per quelle di oggi, l’evangelo non ci fornisce giustificazioni...non
c’è giustificazione per le sofferenze ingiustificabili, ma apre delle vie.
La
prima…è la via del diritto al lamento, al grido di dolore e anche di rabbia levato
verso Dio: “Rachele piange i suoi figli, e non vuole essere consolata”. Non c’è
consolazione, neanche da Dio, di fronte a certe cose…
La seconda via è custodire la memoria di
ciò che, nel mare ribollente di violenza e di stragi, tesse la trama di una
luce che resta e non si spegne. Così, il pianto disperato delle madri di
Betlemme è la piccola, struggente luce dell’amore, il dettaglio d’amore, che
illumina la notte della furia delle belve di Erode. Un dettaglio prezioso, che
ti fa lacrimare e insieme anche sperare che...no...la violenza non avrà
l'ultima parola…la violenza finirà, resterà quel pianto che sarà consolato come
è scritto nell'Apocalisse che chiude l'intera Bibbia: “Dio asciugherà ogni
lacrima dai loro occhi e non ci sarà più la morte, né cordoglio, né grido, né
dolore, perché le cose di prima sono passate” (Apocalisse 21,4).
Celebriamo
questo Natale come la festa di un Dio che si manifesta nei dettagli.
Festeggiamolo così…il Natale…e allora potrà insegnarci ancora molto.
Ci
insegnerà, ad esempio, che tutta la nostra vita è fatta di dettagli…l’attenzione
accordata a qualcuno…un pensiero ascoltato oppure letto che continua a
frullarci per la testa…una frase ricordata di una predicazione (perché a volte
può capitare persino questo…di ricordare una frase di una predicazione...), un
brano musicale che ci prova che l’essere umano è anche capace di creare
meraviglie…il sorriso di uno sconosciuto per la via o la domanda ingenua e
profonda di un bambino...
“Alzati,
prendi il bambino e sua madre e fuggi in Egitto...Alzati, prendi il bambino e sua
madre e torna in Israele” …Sì, Natale è la festa in cui il dettaglio prende il
posto che gli spetta, perché Dio si rivela nel dettaglio. Una festa in cui
scopriamo che se i grandi eventi e i grandi personaggi ricolmano di sé
l’attualità…l’essenziale però si gioca altrove. Valeva allora, duemila anni fa,
e vale anche per noi oggi…una mano che si tende, una parola che si offre, un
gesto di pace...questo è ogni volta il dettaglio che fa vivere e gioire.
AMEN
Preghiera di intercessione
“La pace di Dio, che
supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù.”
Amen