19ª DOMENICA DOPO PENTECOSTE
Accoglienza
Buongiorno e buona domenica a
tutte e a tutti voi, il versetto che accompagna questa diciannovesima domenica
dopo Pentecoste è preso dalla prima lettera di Giovanni che dice: “Questo è il
comandamento che abbiamo ricevuto da lui: che chi ama Dio ami anche suo
fratello”. (1° Giovanni 4: 21)
Saluto (SØREN KIERKEGAARD)
Dio nostro, dona a noi esseri umani,
mentre siamo in attesa di Te, la consolazione che concede al cuore il capire
che tu taci per amore, così come parli per amore: così che, sia che tu taccia,
sia che Tu parli, sei sempre il medesimo Padre, che ci guida con la Sua voce e
ci educa con il suo silenzio. Amen.
Lode
Dio nostro, fonte della nostra vita, come un albero si nutre dell’acqua noi abbiamo bisogno della tua parola per vivere. Le nostre radici sono la tua grazia e il nostro fogliame è il tuo amore. Come un albero ha bisogno del vento per essere mosso, noi abbiamo bisogno del tuo Spirito. Nutrici con la tua parola, Signore, rialzaci tramite il tuo perdono e rafforzaci con la tua benedizione affinché possiamo portare frutto e diventare un rifugio per chi lo cerca. Nel nome di Gesù il Cristo. Amen
Ascolto della parola di dio
Preghiera di illuminazione
Dio di misericordia, ti lodiamo e ti benediciamo per l’amore con il quale ci circondi, con il quale ci hai amati ancora prima che ti conoscessimo. Per questo amore ci hai riscattati dalle nostre colpe. Il nostro cuore ti cerca. La tua parola di vita è dolce ai nostri orecchi. La nostra bocca rende grazie per la tua benevolenza. Sii sempre con noi, e aiutaci a crescere vicino alla sorgente della tua parola. Amen
Testo biblico
Marco 10:17-27
Mentre
stava per rimettersi in cammino, arrivò un uomo correndo, s'inginocchiò davanti
a lui e gli chiese: “Buon Maestro, che devo fare per vivere per sempre?” Gesù
rispose “Perché mi chiami buono? Solo Dio è veramente buono. Ma in quanto alla
tua domanda, tu conosci i comandamenti di Dio: non uccidere, non
commettere adulterio, non rubare, non dire il falso contro nessuno, non
ingannare, rispetta tuo padre e tua madre”. “Signore, non sono mai venuto
meno a nessuno di questi comandamenti”, rispose l'uomo. Gesù, guardandolo,
provò affetto per lui e gli disse: “Ti manca solo una cosa: vai a vendere tutto
ciò che hai, dà il denaro ai poveri, ed avrai un tesoro nel cielo. Poi vieni e
seguimi”. L'uomo si rabbuiò in viso e se ne andò via tristemente, perché era
molto ricco. Gesù, guardandosi attorno, disse rivolto ai discepoli: “È quasi
impossibile che un ricco entri nel Regno dei Cieli!” Questa affermazione li
lasciò stupiti. E Gesù aggiunse: “È davvero difficile entrare nel Regno di Dio
per quelli che confidano nelle ricchezze! È più facile per un cammello passare
per la cruna di un ago, che per un ricco entrare nel Regno di Dio!” I discepoli
erano piuttosto scettici e cominciarono a chiedersi fra loro: “Ma allora chi
potrà mai essere salvato?” 27 Gesù li guardò attentamente, poi
disse: “Per gli uomini è impossibile, ma non per Dio. Perché a Dio tutto è
possibile”.
Esposizione del brano
biblico
Abbiamo letto la storia dell’incontro tra Gesù e un uomo,
ebbene, quest’uomo rivolge a Gesù una domanda: “Buon Maestro, che devo fare per vivere per sempre?”.
Potremmo senz’altro dire che la domanda di quell’uomo è anche la nostra
domanda. La domanda che ognuno e ognuna di noi, nella sua preghiera personale,
nell’ascolto individuale o comunitario della Scrittura, nella partecipazione al
culto della chiesa, rivolge al Signore.
Il “tale” di questa storia, più avanti, si scopre essere un uomo
“ricco”, e parla a Gesù anche a nome nostro. In lui insomma siamo noi che ci
avviciniamo a Cristo e parliamo con lui. Ed è anche a noi che il “maestro”
risponde chiamandoci… a che cosa?… abbiamo udito anche questo: all’osservanza
dei comandamenti che Dio tra squilli, lampi, terremoti, ha donato nell’esodo a
Israele, nella nube del Sinai.
Sì: “se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti”. Ma i comandamenti
sono tanti… E così la risposta di Gesù suona come un po’ generica… ed il
giovane allora non esita a dare a Gesù una risposta con queste parole precise: “Signore, non sono mai venuto meno a nessuno di
questi comandamenti”…
E Gesù sta al gioco, dà la spiegazione che gli è stata chiesta. La dà in
maniera forse inaspettata, e forse addirittura deludente. Non parla infatti al
suo interlocutore della grande esigenza dell’amore di Dio, né gli prescrive di
osservare con rigore ed impegno le norme di purità e quelle legate al culto e
alla preghiera… No, come avrebbe fatto un qualsiasi maestro in Israele, cita il
decalogo, e precisamente quella seconda parte delle “dieci parole” che riguarda
il nostro rapporto con gli altri, e così dice al giovane che se vuole “avere la
vita eterna” deve “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non
testimoniare il falso. Onora tuo padre e tua madre”.
Insomma una risposta quasi scontata e, per questo, davvero anche un po’
deludente… Ma come? Uno ha il dono di incontrare Gesù, va da lui aspettandosi
chissà quali rivelazioni, quali meravigliosi nuovi insegnamenti, e si sente
ripetere per l’ennesima volta il catechismo?… Veramente c’è da dire : “Tutto
qui?”.
E infatti il nostro giovane ci rimane un po’ male, e con lui anche noi. E se
come lui anche noi siamo dei credenti impegnati, noi diciamo con lui: “Ma tutte
queste cose io le ho già osservate; che mi manca ancora?”.
E a questo punto, c’è la grande impennata: Gesù fa il Gesù, ed
ecco uno sconvolgente salto di qualità. No! Non è affatto “tutto qui”! Non
basta “osservare tutte queste cose”. Non basta comportarsi da persone per bene…
da credenti rispettabili… Se davvero vuoi imparare da Gesù, ci vuole ben altro…
serve qualcosa di vertiginosamente meno rispettabile: “Va’, vendi tutto ciò che
hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro nei cieli; poi vieni e seguimi”.
“Va’, vendi, vieni, seguimi”. Questa serie serrata di quattro
imperativi ha un senso molto chiaro… anzi, come vedremo, persino troppo chiaro…
Finora il discorso era stato impostato dal giovane sul piano del fare,
dell’osservanza concreta delle regole. Ricordate la sua domanda iniziale: “Che
cosa devo fare per avere la vita eterna?”, e poi, ancora: “Tutte queste cose le
ho osservate”. E Gesù aveva rispettato quell’impostazione: a lui che gli aveva
domandato “cosa doveva fare”, aveva risposto appunto con il “fare”: doveva “non
uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso,
onorare suo padre e sua madre, amare il suo prossimo come se stesso”.
Ma poi il giovane stesso ha commesso la bellissima imprudenza di voler andare
oltre quel volere e dover fare: “Cosa mi manca ancora?”, così ha chiesto. Ed ha
scatenato l’uragano. Se davvero non s’accontenta di essere un pio israelita…
“se vuole essere perfetto” della perfezione che solo Gesù può dare, deve
mandare all’aria tutta la sua vita, e diventare un altro. Sinora il nostro
giovane è vissuto in modo irreprensibile, e adesso questo maestro unico e
sconcertante gli chiede di spogliarsi di tutto e di seguirlo (qui noi Valdesi
non possiamo non ricordare come, secondo le cronache del tempo, Valdo di Lione
si sia convertito proprio ascoltando questa stessa parola “Va’, vendi, vieni,
seguimi”, e come, stando alla testimonianza dello scrittore inglese Walter Map
abbia, assieme ai fratelli del suo gruppo, “seguito nudo un Cristo nudo”).
Davvero, con Gesù non si tratta di fare i bravi e i buoni, ma di mettere in
gioco la vita, di rinnegare se stessi ed i propri legami. Vengono qui alla
mente quelle altre sue parole sulle quali cerchiamo quasi sempre di non
fermarci troppo, perché le sentiamo troppo dure, quasi inumane e pressoché
impossibili da vivere in concreto: “Chi ama suo padre o sua madre più di me,
non è degno di me; e chi ama suo figlio o sua figlia più di me, non è degno di
me… chi avrà trovato la sua vita, la perderà; e chi avrà perduto la sua vita
per causa mia, la troverà” (Matteo 10, 37ss.).
“Va’, vendi, vieni, seguimi”. Davanti a quest’abisso che gli si
è spalancato sotto i piedi, il giovane (ancora una volta anche qui “uno di
noi”), non se la sente di fare il grande salto. Così, esce malinconicamente
dalla scena: “Ma egli, rattristato da quella parola, se ne andò dolente perché
aveva molti beni”…
Come noi, “aveva molti beni” a cui era molto attaccato. E non necessariamente
solo beni materiali. Era amato da tanti… era stimato per la sua onestà…era
apprezzato per la sua pietà…come si fa a lasciare tutto questo…così…di punto
in bianco?…
Ma al colloquio tra Gesù ed il giovane ricco, era anche presente qualcuno che
quel salto l’ha fatto. Come sempre, infatti, Gesù non era solo, con lui c’erano
“i discepoli”. E qui, ricordate: “Mentre passava lungo il mare di Galilea, egli
vide Simone e Andrea, fratello di Simone, che gettavano la rete in mare, perché
erano pescatori. Gesù disse loro: «Seguitemi, e io farò di voi dei
pescatori di uomini». Essi, lasciate subito le reti, lo seguirono. Poi,
andando un po' più oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni, suo
fratello, che anch'essi in barca rassettavano le reti; e subito li chiamò;
ed essi, lasciato Zebedeo loro padre nella barca con gli operai, se ne andarono
dietro a lui.” (cfr. Marco 1, 16 ss.). Sì, “Simone”, “Andrea”, “Giacomo”,
“Giovanni”, e tutti quanti gli altri… loro hanno abbandonato tutto e hanno seguito
Gesù.
E se noi questo adesso l’abbiamo ricordato, loro non c’è pericolo che l’abbiano
mai dimenticato. Così, dopo il primo momento di “sbigottimento” di fronte alle
parole del “maestro” sull’impossibilità che “un ricco entri nel regno dei
cieli” (sbigottimento che è dovuto al fatto che – come tutti gli Israeliti – i
discepoli erano cresciuti nella convinzione che le ricchezze fossero il segno
della benedizione di Dio per i giusti), sono subito passati, dal chiedere a
Gesù: “Chi dunque può essere salvato?” e dall’avere udito la sua risposta tutta
intessuta di misericordia: “Agli uomini questo è impossibile, ma a Dio ogni
cosa è possibile”, a fare il confronto fra loro ed il giovane che se ne è
appena andato “tutto triste”. E come sono orgogliosi di quello che hanno fatto!
Come subito, per la bocca di Pietro, lo ricordano a Gesù: “Ecco noi abbiamo
lasciato ogni cosa e ti abbiamo seguito; che ne avremo dunque?”.
Gesù li rassicura: “Io vi dico in verità che nella nuova creazione, quando il
Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, anche voi, che mi
avete seguito, sarete seduti su dodici troni a giudicare le dodici tribù
d’Israele. E chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o
madre, o figli, o campi a causa del mio nome, ne riceverà cento volte tanto, ed
erediterà la vita eterna”. E però, mentre conferma ai discepoli la piena
fedeltà alle sue promesse, pensa a quel giovane che era venuto lieto e sicuro
all’incontro con lui e se ne è andato via in crisi… pensa alla sua tristezza e
spera che si muti in coraggio e poi in gioia… spera che quell’uomo buono e pio
possa un giorno “andare, vendere, venire e seguirlo”…
Sì, certo Gesù vuole bene ai suoi discepoli, così contenti e fieri della loro
sequela…ma forse in quel momento si sente più vicino a quel giovane che s’è
allontanato a capo chino, che non a Pietro che sta lì tutto fiero davanti a lui,
e così, lo ammonisce, lui e tutti gli altri: “Voi ora vi sentite superiori a
quel giovane, e lo siete: siete “i primi” al cospetto di Dio. E però, state
attenti!, perché vi ho appena detto che “a Dio tutto è possibile”, e allora può
capitare che Dio rovesci tutte le carte in tavola, e allora “molti che ora sono
primi saranno ultimi, e molti che ora sono ultimi, saranno primi”: “Sì, Dio può
dare a quel giovane la forza che non ha avuto di lasciare i propri beni e di
seguirmi. Così potrà ricevere anche lui il “centuplo” e la “vita eterna”. E
magari li riceverà prima anche di tutte e tutti noi. E se sarà così, non potremo
dire niente”.
AMEN
PREGHIERA DI INTERCESSIONE
Padre, il tuo comandamento ci chiede di amare il nostro prossimo. Davanti a te ci ricordiamo di chi è nel bisogno, di chi si sente rifiutato. Preghiamo per coloro ai quali mancano le cose più elementari della vita: cibo, acqua pulita, un posto sicuro per vivere, l’opportunità di sognare. Aiutaci a essere solidali, con la forza della tua giustizia e del tuo amore. Preghiamo per coloro che vorrebbero stare bene, ma che soffrono nel corpo o nell’anima. Aiutaci a servire gli altri con la forza della tua guarigione e della tua consolazione. Preghiamo per coloro che vorrebbero essere amati e stimati, ma sono disprezzati e rifiutati. Aiutaci ad accogliere ed ad amare gli altri con la forza del tuo regno che viene. Accogli la nostra preghiera nel nome di Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta. Insieme ti preghiamo, come egli ci ha insegnato: “Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome. Venga il tuo regno. Sia fatta la tua volontà in terra come in cielo. Dacci oggi il nostro pane quotidiano. Rimettici i nostri debiti come anche noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori. E non esporci alla tentazione, ma liberaci dal maligno, perché tuo è il regno, la potenza e la gloria nei secoli dei secoli.” Amen
BENEDIZIONE
Siate dunque imitatori
di Dio, perché siete figli da lui amati;
e camminate nell’amore
come anche Cristo vi ha amati.
(Efesini 5,1-2a)
La grazia del Signore
Gesù Cristo e l’amore di Dio
e la comunione dello
Spirito Santo siano con tutti voi
(2
Corinzi 13,13)
Amen
(Giampaolo Castelletti, domenica 11 ottobre
2020. Tutte le
citazioni bibliche sono tratte dalla versione Nuova Riveduta, a cura della Società Biblica di Ginevra, prima edizione
1994).