Sermone tenuto Domenica 27 Novembre, 1^ Domenica di Avvento detta "del Profeta", poichè ricorda le profezie sulla venuta del Messia.
ROMANI 13:8-14
(Amore del prossimo; Vigilanza nella vita cristiana)
8 Non abbiate altro debito con nessuno, se non di amarvi gli uni gli altri; perché chi ama il prossimo ha adempiuto la legge. 9 Infatti il «non commettere adulterio», «non uccidere», «non rubare», «non concupire» e qualsiasi altro comandamento si riassumono in questa parola: «Ama il tuo prossimo come te stesso». 10 L'amore non fa nessun male al prossimo; l'amore quindi è l'adempimento della legge. 11 E questo dobbiamo fare, consci del momento cruciale: è ora ormai che vi svegliate dal sonno; perché adesso la salvezza ci è più vicina di quando credemmo. 12 La notte è avanzata, il giorno è vicino; gettiamo dunque via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. 13 Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno, senza gozzoviglie e ubriachezze; senza immoralità e dissolutezza; senza contese e gelosie; 14 ma rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non abbiate
cura della carne per soddisfarne i desideri."
Attese che non andranno deluse!
Anni orsono in occasione delle elezioni regionali accompagnavo un amico, Armando V., ai vari incontri che le varie liste tenevano per il pubblico, invano chiedevamo ad alcuni candidati delle diverse fazioni che cosa si proponessero di fare se fossero stati eletti. La loro propaganda elettorale proponeva dei nomi, ma nessuna traccia di programmi, di obiettivi che avrebbero dovuto raggiungere a volte qualche candidato diceva che avrebbero proseguito con i vecchi programmi. È cosa strana ed inverosimile per chi ti chiede un voto! Non mi risulta che nessuno di loro si fosse preoccupato di chiedere a me o alla gente quali fossero le nostre aspirazioni o attese che poi essi si sarebbero impegnati a conseguire. Eppure la gente ha molte attese, desideri ed aspirazioni. Non è vero che la gente non si aspetta più nulla e non spera più in nulla. Certamente è delusa di coloro che hanno disatteso o tradito le loro aspirazioni ed è purtroppo scettica che altri sappiamo fare di meglio!
L'Avvento è celebrazione dell'attesa e della speranza e dirige l'attenzione non all'uomo che delude e inganna, ma a Dio che fedelmente realizza le attese e le speranze umane tramite Cristo. L'annuncio della Chiesa cristiana è che Cristo solo è la realizzazione di ogni migliore aspirazione e speranza. Egli ha un programma chiaro, come pure la forza e la determinazione di portarlo a compimento.
Il testo biblico che ci viene proposto quest'oggi ci parla dell'attesa attiva e laboriosa alla quale siamo chiamati, di Colui che, tornando, porterà a compimento la meravigliosa opera che ha cominciato a fare in questo mondo ed in ogni persona che Lo accoglie con fede ed ubbidienza.
I cristiani a cui scriveva Paolo, erano consapevoli di vivere in un momento particolare della storia, un tempo cruciale, una svolta storica. Di che cosa si trattava? Forse del fatto che la fede cristiana da perseguitata sarebbe presto diventata dominante nell'impero? Direi di no, perché, anche se questo fatto sarebbe stato senz'altro di rilevante importanza storica, la prospettiva cristiana sulla storia andava (e va) ben al di là di questo.
C'è chi la vede come una linea ascendente di progresso in progresso, secondo le teorie cosiddette scientifiche dell'evoluzione. C'è poi chi la vede, in fondo sempre uguale a sé stessa, il solito frustrante "tran-tran": "la storia", dicono in modo pessimista, "non va da nessuna parte, gira a vuoto, è fondamentalmente senza senso come l'invariabile susseguirsi delle stagioni", nel senso che ogni tot di anni le cose si ripetono. Questa è forse la prospettiva più diffusa.
Molti vivono non rendendosi conto del tempo in cui stanno vivendo. Coloro che appartengono a questo mondo, moralmente e spiritualmente in decadenza, dormono e non si accorgono di procedere inesorabilmente verso il giudizio di Dio e la catastrofe, ma vi sono anche cristiani che dormono e sonnecchiano non rendendosi ben conto dei precisi compiti che devono assolvere in questo periodo in cui si trovano, fra la prima e la seconda venuta (risolutiva) di Cristo, infatti il nostro testo dice: "La salvezza ci è ora più vicina di quanto credemmo" (11c), nel senso che, il ritorno di Cristo, è più vicino ora di quando diventammo credenti. Se il discorso valeva tanti secoli fa per i cristiani di allora, che cosa dovremmo dire noi oggi? Quanto ci è vicino il ritorno risolutore di Cristo? Certamente molto vicino! Eppure quanti sono quelli che "dormono" non rendendosene conto che sta arrivando a compimento il proposito di Dio, la salvezza tramite Gesù cristo.
Forse, sarebbe utile aggiungere ciò che diceva l'apostolo Pietro, quando profeticamente affermava: "Soprattutto, dovete tenere presente una cosa: negli ultimi tempi verranno uomini che non credono a niente e vivono ascoltando le proprie passioni. Verranno e rideranno di voi, dicendo: "Voi dicevate che il Signore doveva tornare, ma dov'è? I nostri padri sono morti, ma tutto rimane come prima, come era fin dalla creazione del mondo". Hanno la pretesa di parlare così, ma non si ricordano che già molto tempo fa la parola di Dio aveva creato i cieli e la terra. Dio aveva separato la terra dall'acqua e l'aveva tenuta insieme per mezzo dell'acqua. Ma poi con l'acqua del diluvio aveva distrutto il mondo di allora e i malvagi. Carissimi, c'è una cosa che non dobbiamo dimenticare: per il Signore, lo spazio di un giorno è come mille anni e mille anni sono come un giorno solo. Il Signore non ritarda a compiere la propria promessa: alcuni pensano che sia in ritardo, ma non è vero. Piuttosto, egli è paziente perché vuole che nessuno si smarrisca e che tutti abbiano la possibilità di cambiare vita per il motivo che il giorno del Signore verrà all'improvviso come un ladro” (2 Pietro 3,3-10), il che ci riporta proprio al nostro testo biblico di base il quale afferma: "La notte è avanzata e il giorno è vicino; gettiamo dunque via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce" (12). La notte della decadenza morale e spirituale di questo mondo è avanzata (si è evoluta), sta per terminare. Il giorno risolutore del ritorno di Cristo è vicino. Allora tutto ciò che caratterizza le tenebre di questo mondo subirà da parte di Dio il giusto giudizio di condanna: liberiamocene come tanta spazzatura per non esserne più coinvolti, anzi, viviamo fin da ora com'è giusto e piace al Signore, "indossando" quegli "abiti" puliti e luminosi che ci permetteranno di essere riconosciuti come gente che sta dalla parte del Cristo trionfante. È ora il momento della scelta, è ora il momento di scegliere da che parte stare: dalla parte di un mondo destinato ad un'inappellabile condanna da parte di Dio o dalla parte del Cristo, vincitore e trionfante, perché "le armi della luce" trionferanno!
L'Apostolo indica molto praticamente quale deve essere lo stile di vita idoneo a Gesù Cristo che sta per tornare e dice: "Camminiamo onestamente, come di giorno, non in gozzoviglie ed ebbrezze, non in immoralità e sensualità, non in contese ed invidie" (13). Viviamo con trasparenza e schiettezza, come chi, di fronte a Dio ed alla Sua legge, non avrà nulla di cui vergognarsi. Rifiutiamo, come dice Paolo, di aver parte alcuna con "le opere della notte". L'accento è qui posto, in modo esemplare, su quelle attività che, da sempre per altro, caratterizzano le notti di chi non conosce Dio. Una delle tante attività è descritta con la parola gozzoviglie, la quale fa riferimento alle canzonacce blasfeme e sensuali di cui gli antichi romani erano diventati famosi, e che cantavano nelle loro orge sfrenate, veri e propri atti di culto verso luride divinità pagane, "sponsor ufficiali" delle loro frequenti feste. Della parola ebbrezze, cioè ubriachezza non servono molte spiegazioni. A questo riguardo tutto il mondo è paese! Così pure le parole immoralità e sensualità, cioè gli abusi sessuali di ogni tipo che sembrano oggi "ritornati di moda" in una società la quale vorrebbe dar libero sfogo ad ogni voglia, e che si vanta di essersi liberata da quelli che chiama "tabù puritani", cioè quelle leggi che Dio ci ha dato per il nostro stesso bene. A questo l'autore aggiunge contese ed invidie, cioè la violenza che tali sfrenati eccessi notturni accende, così da dare libero sfogo pure alle gelosie, invidie e contese che "di giorno", per decenza, si reprimono e si covano.
L'apostolo è molto realista ed onesto poiché sa che nella nostra "carne", ci sono "voglie", “tentazioni” più o meno confessabili che ci piacerebbe soddisfare, ma che sono solo una temibile trappola, cedendo alle quali noi causiamo la nostra stessa catastrofe e rovina, la medicina per non cedere a queste voglie è quella di resistere "rivestendoci di Cristo", cioè essendo come Lui, avendo quella somiglianza di carattere e di condotta che proviene dall'essere in comunione stretta con Lui attraverso lo Spirito Santo. È proprio questa comunione con Lui che ci impedirà di cedere a queste propensioni peccaminose in attesa del suo ritorno, viviamo fin da ora con coerenza sotto l’ala protettrice di Cristo, potremmo anche dire: sotto la bandiera di Cristo. "Sotto quale bandiera" viveva Cristo? Qual è la "bandiera" che Lo caratterizzerebbe? Con quale "bandiera" arriverà?
È la "bandiera" della comunione con Dio, quella della fiducia e dell'ubbidienza ai Suoi comandamenti, la bandiera dell'amore totale verso Dio e verso il prossimo, amore che spinse Gesù a dare la Sua vita per questo. È proprio quanto dice il nostro testo ed è pure ciò che deve caratterizzare la nostra vita in attesa del Suo glorioso ritorno. Riascoltiamolo: "Non abbiate alcun debito con nessuno, se non di amarvi gli uni gli altri, perché chi ama il suo simile ha adempiuto la legge. Infatti questi comandamenti: "Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non dir falsa testimonianza, non desiderare", e se vi è qualche altro comandamento, si riassumono tutti in questo: "Ama il tuo prossimo come te stesso". L'amore non fa alcun male al prossimo; l'adempimento dunque della legge è l'amore" (8-10).
Paolo, continuando ad usare l'immagine della bandiera ci dice: mettiamo la Sua bandiera al balcone di casa nostra per onorarlo al Suo passaggio quando verrà e per mostrare che a Lui apparteniamo. È come il personaggio biblico di Rahab, che, nella città di Gerico, aveva dato ospitalità e assistenza ad Israele e che sarebbe stata risparmiata dal loro avanzare irresistibile se solo avesse messi un nastro rosso alla finestra come segno di riconoscimento. Gesù disse: "Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri" (Gv. 13:35). Da questo pure Lui ci riconoscerà al Suo ritorno!
L'amore cristiano non lo si esercita nel vuoto, ma secondo i comandamenti rivelati. Questo amore non è separato dalla legge, come oggi ci vorrebbero suggerire; ma la legge di Dio, dà all'amore il suo contenuto, l'amore dà alla legge il suo compimento in quanto non c'è vero amore se non lo si esplica in accordo con ciò che Dio specificatamente comanda, cioè: "Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non dir falsa testimonianza, non desiderare". Questi esempi che l’apostolo Paolo fa, illustrano la validità permanente della legge morale e provano che non sono stati aboliti da Cristo, anzi, saranno i criteri stessi con i quali Gesù Cristo ci giudicherà.
Conclusione
Detto ciò, possiamo ben dire che i nostri politici benché debbano essere fedelmente al servizio di Dio e del popolo, non soddisferanno purtroppo, le nostre migliori attese e speranze, questo è il motivo per cui dobbiamo attendere fiduciosi e con ansia l’unico che non ci deluderà, il Signore e Salvatore Gesù Cristo. Non dovrà però essere un'attesa oziosa. Lo attenderemo come persone che già mettono in pratica il Suo stile di vita, il Suo modo di pensare, di parlare e di agire. In questo modo soltanto verremo da Lui riconosciuti come Suoi al Suo ritorno, ottenendo così da Lui non un severo giudizio di condanna e di esclusione, ma la salvezza eterna, per questo motivo dobbiamo pregare il Signore, affinchè ci protegga e ci aiuti a non cedere alle tentazioni, queste voglie non vogliamo coltivarle neanche segretamente!".
Così sia. AMEN
Culti
Omegna - Via F.lli Di Dio 64
Nel Tempio di Omegna, il Culto si tiene tutte le domeniche alle ore 9; Mercoledì 25 Dicembre, Natale, il Culto si terrà alle ore 9
Intra - C.so Mameli 19
Nel Tempio di Intra, il Culto si tiene tutte le domeniche alle ore 11; Mercoledì 25 Dicembre, Natale, il Culto si terrà alle ore 11
01/12/2016
26/11/2016
07/11/2016
Sermone di Domenica 6 Novembre 2016 sul testo biblico di 2° Tessalonicesi 2:1-5.13-17
2°Tessalonicesi 2:1-5.13-17
1 Ora, fratelli, circa
la venuta del Signore nostro Gesù Cristo e il nostro incontro con lui, vi
preghiamo 2 di non
lasciarvi così presto sconvolgere la mente, né turbare sia da pretese
ispirazioni, sia da discorsi, sia da qualche lettera data come nostra, come se
il giorno del Signore fosse già presente. 3 Nessuno vi inganni in alcun modo; poiché quel giorno non
verrà se prima non sia venuta l'apostasia e non sia stato manifestato l'uomo
del peccato, il figlio della perdizione, 4 l'avversario, colui che s'innalza sopra tutto ciò che è
chiamato Dio od oggetto di culto; fino al punto da porsi a sedere nel tempio di
Dio, mostrando se stesso e proclamandosi Dio. 5 Non vi ricordate che quand'ero ancora con voi vi dicevo queste cose? 13 Ma noi dobbiamo sempre ringraziare Dio per voi, fratelli amati dal
Signore, perché Dio fin dal principio vi ha eletti a salvezza mediante la
santificazione nello Spirito e la fede nella verità. 14 A questo egli vi ha pure
chiamati per mezzo del nostro vangelo, affinché otteniate la gloria del Signore
nostro Gesù Cristo.15 Così
dunque, fratelli, state saldi e ritenete gli insegnamenti che vi abbiamo
trasmessi sia con la parola, sia con una nostra lettera. 16 Ora lo stesso Signore nostro
Gesù Cristo e Dio nostro Padre, che ci ha amati e ci ha dato per la sua grazia
una consolazione eterna e una buona speranza, 17 consoli
i vostri cuori e vi confermi in ogni opera buona e in ogni buona parola.” Luce e speranza autentica per il destino del mondo
Come già accadde per
l’anno 1000, anche il passaggio all’anno 2000 è stato, per la situazione
culturale in cui viviamo, un momento cruciale della storia, carico
di minacciosi presagi che preoccupano e mettono in agitazione molte persone. La
nostra civiltà ha fatto grandi progressi scientifici e tecnologici, ma questo non ha affatto ispirato fiducia e
sicurezza per quanto riguarda il nostro futuro, come le catastrofi più
o meno naturali, che causano la distruzione dell’ambiente naturale in cui
viviamo, la diffusione incontrollata di malattie, le agitazioni sociali e
politiche di masse umane sospinte dal bisogno o da ideologie distruttive, la
litigiosità di gruppi, razze e nazioni che, senza alcuno scrupolo vorrebbero
distruggere i loro veri e presunti avversari, la stessa tecnologia che sfugge
al controllo umano… tutto questo causa una grande ansia ed incertezza in
tutto il mondo oggigiorno, tanto da far credere a molti di essere ormai
giunti “alla fine”.
Tutto questo…, è vero? No. Per quanto
drammatici siano molti fatti che avvengono e che attirano la nostra preoccupata
attenzione, non siamo ancora alla fine! Dovranno succedere ancora
diversi fatti non ancora avvenuti e che nemmeno si può pensare siano
imminenti! Come faccio a saperlo? Perché lo afferma chiaramente la Bibbia, la
quale delinea le tappe della storia dell’umanità secondo i decreti
eterni ed immutabili di Dio.
Non sto dicendo che “tutto andrà bene” e che non ci sia da
preoccuparsi… dico semplicemente che ciò che farà precipitare le cose, sembra
ancora lontano.
Una speranza esiste, ed
è ciò che la Bibbia stessa ammette. Non si tratta però della speranza nelle
conquiste del progresso, ma del rifugio sicuro, l’unico
disponibile, che noi possiamo continuare a trovare nella Persona e
nell’Opera di Gesù Cristo. Gesù tornerà ed accoglierà presso di Sé coloro che
Gli appartengono. Non importa quindi, quanto potrà succedere, se, quel giorno,
saremo trovati in Cristo.
Alle
questioni che ci siamo posti, risponde il testo significativo della Parola di
Dio, contenuto nella seconda lettera dell’apostolo Paolo ai cristiani di
Tessalonica.
Paolo incomincia
con una parola di avvertimento:“1 Ora, fratelli, circa la venuta del
Signore nostro Gesù Cristo e il nostro incontro con lui,…”
L’apostolo qui ribadisce
prima di tutto la verità circa il ritorno personale del Signore Gesù Cristo. La Bibbia parla di una “seconda Venuta”
e la cosa è pure stata impressa nel
Credo apostolico:“…e tornerà
per giudicare i vivi e i morti”. Gesù
stesso preannunciò il Suo futuro ritorno. Quando tornerà, Egli darà inizio al
giusto giudizio di Dio sulle creature, tramite la manifestazione della Sua
inalterabile giustizia.
Domanda…, quando tornerà? Il testo dice: “vi
preghiamo…”
(v.2)
“…di non lasciarvi
così presto sconvolgere la mente, né turbare sia da pretese ispirazioni,
sia da discorsi, sia da qualche lettera data come nostra, come se il giorno del
Signore fosse già presente.”.
Nella nostra cultura
circolano molte speculazioni che confondono la mente di molti,
circa presunte predizioni e profezie. Queste non sono solo basate su scritti di
presunti profeti e veggenti di questo mondo, ma pretendono di essere basate
talvolta sulla Bibbia, in effetti Paolo dice: “come da qualche
lettera data come nostra”. Spesso,
infatti, si fanno dire alla Bibbia cose che non ha mai detto. Molti,
ignorantemente, pensano che la Bibbia dica questo e quest’altro per il motivo
che hanno sentito qualcuno che lo ha detto, ma non si sono mai preoccupati di
controllare personalmente se ciò è vero. Qualche tempo fa qualcuno mi ha detto:
“Tutto quello che sta accadendo in questi giorni, terremoto e guerre, avvengono
perché siamo giunti negli <<
Ultimi giorni >> come aveva predetto la Bibbia, quindi, dobbiamo
dedicare tutte le nostre risorse e il nostro tempo libero per conoscere Dio,
aggregarsi ad una vera religione e andare di casa in casa a far conoscere tutto
questo, come stava facendo lui”. Io ho risposto: “No, questo non è vero”. E
l’altro ad insistere: “è scritto in Atti
20:20-21 e Luca 10:7. “Andiamo allora a vedere direttamente”. Ho aperto la
Bibbia. Ho fatto vedere che ciò che pensava esservi, in realtà non c’era.
L’altro rimane allibito. Reagisce dicendo che in realtà era la mia Bibbia ad essere sbagliata…
Naturalmente per lui aveva ragione indiscutibile “la sua Bibbia” e la sua
congregazione,
chiunque avesse detto
quello, anche se fosse la peggiore menzogna! Paolo per questo scrive:“Non lasciatevi sconvolgere la mente”.
Oggi come all’epoca di
Paolo, sulla base di sconvolgimenti naturali, avvenimenti politici e sociali costoro
annunciano catastrofi, spaventando molti e facendo cadere in rassegnazione
altri. Alcuni dicono addirittura che Cristo sia già tornato, “invisibilmente”,
e identificano Cristo con la loro organizzazione religiosa, speculandoci sopra,
al servizio dei loro interessi, dicono che chi vuole essere salvato deve unirsi
a loro …e sarà unito a Cristo. Furbi,
non è vero? Ma è una menzogna verificabile come tale da chiunque si
prenda tempo di vedere veramente come stanno le cose, e non si accontenti del
“sentito dire”.
Iddio però, attraverso
l’Apostolo, è l’unico che possa dirci come stiano realmente le cose.
(3)“Nessuno
v'inganni in alcun modo; poichè quel giorno non verrà se prima non sia venuta
l'apostasia e non sia stato manifestato l'uomo del peccato, il figlio della
perdizione,…
Egli ci mette prima di
tutto in guardia contro gli inganni. Vi sono infatti molti modi in
cui si può essere ingannati, e noi dobbiamo tenere gli occhi aperti per
non cadere nelle trappole in cui vorrebbero farci cadere.
Quel giorno fatale
verrà, ma prima debbono essere realizzate alcune condizioni preliminari.
(a) Dovrà avvenire una diffusa apostasia. Cioè masse di persone, dopo essersi definite in qualche modo
cristiane, giungeranno a rinnegare Cristo e a “cambiare bandiera”, dimettendosi
dalle chiese. Questo era stato predetto. Ma vi saranno anche false chiese che
pretenderanno di essere cristiane ed attireranno gente con un vangelo di comodo.
Poi, dice il testo…
(b) Dovrà manifestarsi “l’uomo del peccato”, la massima espressione dell’opposizione a Dio ed alla verità,
massimo strumento di perdizione per chiunque gli presterà ascolto, seguendolo.
L’opposizione a Dio ed alla verità è infettiva nel nostro mondo. Già domina
sempre di più le coscienze umane, allontanandole con vari mezzi dal Dio vero e
vivente nella Bibbia. Questa ribellione, però, allora sarà alla massima
potenza. Si può ben dire che ci stiamo arrivando,
solo quando ci arriveremo si manifesterà: “Il figlio della perdizione” v.3b
Quali caratteristiche avrà questo personaggio?
(v.4)
La scrittura dice che sarà
un potente avversario personale di Dio e sarà
l’opposto di tutto ciò che Dio è della Sua santa Persona e santa Legge.
Questi si innalzerà al
di sopra di qualunque oggetto o forma di culto tanto da farsi adorare proclamando
di essere egli stesso Dio, in quanto sa che l’essere umano è una creatura
incurabilmente religiosa che se non adora il Dio vero e vivente, adorerà
qualche altra cosa, persona, o idea. Questo avversario di Dio riuscirà ad
attirare il culto e l’adorazione di masse di persone sviate, fino alla loro
propria perdizione.
Il testo dice che si
metterà in mostra. Come? Forse attraverso il mezzo televisivo, come il “Grande
fratello” onnipresente.
(v.5)
Queste cose non sono una
novità per la predicazione apostolica: erano state ampiamente preannunciate,
infatti: “.. Non vi ricordate
che, quando ero ancora con voi, vi dicevo queste cose?”
Oggi si va dietro a tante cose come se fossero
“l’ultima novità”, mentre tutto era già stato ampiamente illustrato dalla
Bibbia stessa. Ne siamo consapevoli!?La conosciamo? Oppure preferiamo
rimanere nella nostra ignoranza, pretendendo che altri siano, rispetto alla
Bibbia “più aggiornati”!
Tutto ciò, non
deve essere così per il popolo di Dio, in quanto:
“13…noi dobbiamo sempre ringraziare Dio per voi, fratelli amati dal
Signore, perché Dio fin dal principio vi ha eletti a salvezza, mediante la
santificazione nello Spirito e la fede nella verità”.
L’apostolo, ringrazia Dio perché Dio si è scelto un popolo che non cadrà
in queste trame perché saranno coloro che ascoltano queste sue ispirate parole
con fiducia, riconoscendole non
come parole sue, ma come sono veramente, cioè Parola di Dio.
Chi accoglie la parola
della Bibbia con fiducia è gente designata alla salvezza siccome
ha accolto con gioia la verità, cioè Gesù Cristo come proprio Signore e
Salvatore. Questi sono stati
“messi a parte” e resisteranno.
(v.14-15)
Ecco delle meravigliose
parole finali di certezza e di rassicurazione.
“…a questo egli vi ha pure chiamati per mezzo del nostro vangelo,
affinché otteniate la gloria del Signore nostro Gesù Cristo. 15 Così dunque,
fratelli, state saldi e ritenete gli insegnamenti che vi abbiamo trasmessi sia
con la parola, sia con una nostra lettera”.
Anche in tempi
difficili, coloro che appartengono a Cristo sono chiamati a stare
saldi, a non lasciarsi turbare e continuare a tenersi stretti all’insegnamento
apostolico contenuto nella Bibbia. La perseveranza, la “testardaggine”
della fede in Dio e nella Sua Parola, sia quel che sia, oggi e domani, è segno
di una perseveranza che alla fine vincerà, e che è tale da farci stare saldi e
decisi.
Invece che lasciarci
prendere dallo scoraggiamento, atteniamoci alla Parola di Dio, cerchiamo con costanza
in essa tutto ciò che ci può far conoscere la verità e rafforzare la fede per
opporci ai falsi profeti. No…! Il male non prevarrà, anche se ci stringe
da ogni parte; chi crede nel Cristo sarà da Lui sostenuto in mezzo a mali e
sofferenze.
E’ per questo l’Apostolo
termina con una benedizione: “16 Ora,
lo stesso Signore nostro Gesù Cristo e Dio nostro Padre, che ci ha amati e ci
ha dato per la sua grazia una consolazione eterna e una buona speranza, 17
consoli i vostri cuori e vi confermi in ogni opera buona e in ogni buona
parola”.
Si…! Che la consolazione
eterna e la buona speranza dell’Evangelo di Gesù Cristo ci consoli e ci
confermi anche in un passaggio cruciale come questi prossimi anni, e ci tenga
stretti al Signore Gesù Cristo, per poter poi essere “radunati” con Lui al momento stabilito e partecipare così
per grazia al rinnovamento di tutte le cose, secondo i propositi eterni di Dio.
AMEN
15/07/2016
10/07/2016
PREGHIERA SERALE
Signore, mio Dio, ti
ringrazio perché hai condotto a termine questo giorno. Ti ringrazio perché lasci
riposare il corpo e l’anima. La tua mano è stata su di me, mi hai protetto e
custodito. Perdona ogni gesto di poca fede e ogni torto che ho commesso in
questo giorno e aiutami a perdonare tutti coloro che mi hanno fatto torto.
Permettimi di dormire in pace, sotto la Tua protezione e salvaguardami dalle
tentazioni delle tenebre. Ti affido il mio corpo e la mia anima.
Dio, il Tuo Santo nome sia
lodato. Amen
21/06/2016
FESTA DELLA COMUNITA’ E DELLA SOLIDARIETA’
Dalla locandina emerge che, la Chiesa
Evangelica Metodista di Omegna, nei giorni di Venerdì 24, Sabato 25 e Domenica
26, organizzerà una festa di Solidarietà che si svolgerà nel cortile interno
della Chiesa situato in Via Fratelli di Dio 64, il ricavato, dei tre giorni di
Festa, sarà devoluto al centro “Missione Evangelica contro la Lebbra” e alla “Associazione
Pro Senectute di Omegna”, l’invito è rivolto a tutti, inoltre sarà possibile
visitare il mercatino situato nella sala “C.E.D.I.” che si trova nella parte posteriore
della Chiesa.
Concludo scrivendo una frase di Martin
Luther King per cercare di sensibilizzare voi tutti che leggerete questo a
partecipare: “Può darsi non siate
responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non
farete nulla per cambiarla, e se avremo aiutato una sola persona a sperare, non saremo
vissuti invano.”
Partecipate numerosi, vi aspettiamo.
08/06/2016
Viaggio a senso unico
La Chiesa Evangelica Metodista di Omegna è lieta di invitare tutti alla 1ª presentazione del libro "Viaggio a senso unico", il cui ricavato dalla vendita del libro potrà servire a questi tre ragazzi, protagonisti della storia, di trovarsi un alloggio da affittare per il motivo che ormai hanno già raggiunto il tempo limite per rimanere ospiti del centro d'accoglienza in cui si trovano. Avendoli conosciuti, di loro si può dire che si sono già ambientati bene nel nostro paese tanto che hanno già trovato un lavoro e con questo libro vogliono far conoscere a chi lo comprerà quale è stata la loro odissea per raggiungere il nostro splendido paese e far capire anche cosa stanno affrontando tutti coloro che stanno vivendo oggigiorno il dramma della traversata del Mediterraneo.
Ecco alcune delle frasi che si trovano nel libro e che sono molto significative quali:"Ni tadon ibetayoromin adon ibora yoromin" che vuol dire "Forse non sai dove andare, ma sai da dove vieni".
O questa frase:"Non avevamo mai visto il mare, non avevamo neanche mai fantasticato su quella immensa distesa di acqua salata. Attraversare il Meditarraneo non è stata una scelta".
Vi aspettiamo numerosi Sabato 11 Giugno 2016 alle ore 21 presso il Circolo Operaio ARCI "Franco Ferraris" sito in Via Manzoni 63, ad Omegna (Verbania). Non mancate
Ecco alcune delle frasi che si trovano nel libro e che sono molto significative quali:"Ni tadon ibetayoromin adon ibora yoromin" che vuol dire "Forse non sai dove andare, ma sai da dove vieni".
O questa frase:"Non avevamo mai visto il mare, non avevamo neanche mai fantasticato su quella immensa distesa di acqua salata. Attraversare il Meditarraneo non è stata una scelta".
Vi aspettiamo numerosi Sabato 11 Giugno 2016 alle ore 21 presso il Circolo Operaio ARCI "Franco Ferraris" sito in Via Manzoni 63, ad Omegna (Verbania). Non mancate
08/05/2016
Vietato Pregare
«L'intolleranza religiosa nella
storia repubblicana
italiana»
Venerdì 13 maggio 2016, ore 21,00
Centro
Evangelico d’Incontro, Via Fratelli Di Dio, 64 Omegna
(adiacente alla
Chiesa Evangelica Metodista)
Introduce:
Renato Pizzi, Presidente del Consiglio della Chiesa
Evangelica Metodista di Omegna
Intervengono:
Francesca Cozzi, Pastore della Chiesa Evangelica
Metodista di Omegna
Andrea Maori, autore del libro «Vietato
pregare. Storie di intolleranza religiosa nell’Italia repubblicana»
18/04/2016
Evangelici e Resistenza
La Chiesa Evangelica , come sempre, invita tutti alla
partecipazione e alla diffusione dell'informazione, per fare in modo che molte persone possano essere presenti, per ricordare tramite diversi racconti la storia del nostro passato, in cui molte persone si sono prodigate per portare la pace e poter ricordare insieme anche coloro tra cui uomini e donne che hanno dato la loro vita per raggiungere lo scopo di poter liberare altri esseri umani dalla tirannia e dal genocidio dei nazifascisti, si potrà assistere all'intervento della Pastora Anne Zell della Chiesa Valdese di Brescia che parlerà di Dietrich Bonhoeffer, il quale fu condannato ingiustamente per la cospirazione dell'attentato a Hitler e venne impiccato all'alba del 9 Aprile 1945 nel campo di concentramneto di Flossenbürg, pochi giorni prima della fine della guerra.
10/04/2016
"E STASERA C'E' LA LUNA, COMUNQUE" di Augusta Baldioli
Siamo tutti invitati a questo evento, dove si illustrerà, tramite il suo libro, questa fantastica donna che avrebbe potuto essere la prima Sindaca del Comune di Omegna ma era troppo avanti, i tempi non erano ancora maturi. Augusta, amante delle diversità, ha approfondito la conoscenza di molte religioni, in particolare frequentando la Chiesa Evangelica e studiando la religione musulmana attraverso una sua personale ricerca di spiritualità. Ritenendosi cittadina del mondo e donna curiosa delle differenze culturali e religiose, le veniva naturale il lavoro con i ragazzi immigrati nell'associazione "Nonsoloaiuto". Per lei era chiaro il concetto di accoglienza e lo praticava assiduamente. Ha mantenuto per anni la corrispondenza con Alex Zanotelli, Alda Merini, Adriana Zarri e Lidia Menapace. Ha fondato con entusiasmo il gruppo UDI (Unione Donne Italiane) negli anni settanta. Vi aspettiamo numerosi. Grazie
26/03/2016
Buona Pasqua
Se per una volta
cancellassimo l'odio, se abbracciassimo con l'anima ogni colore e religione, se
alzassimo bandiera bianca davanti ad ogni provocazione, se guardassimo oltre al
buio dell'egoismo, potremmo vivere appieno il vero senso della Pasqua, che è fatto
di pace e serenità. Auguro una Pasqua vissuta col cuore, senza odio nè rancore
e con tanta serenità interiore. Auguri di cuore.
P.L. Giampaolo Castelletti
06/03/2016
17/02/2016
17 February: a testimony to the rights of all
It is customary that on the evening of 16 February in the villages and hamlets of the Waldensian Valleys of the bonfires are lit in memory of the signing of the "Letters Patent" with which the King Carlo Alberto granted for the first time in the history of the Piedmont Civil Rights the Waldensian minority, and a few days later, also to the Jewish minority.
To celebrate this event today is not just to remember a time in the past, but above all be aware that freedom of conscience is one of the fundamental freedoms of a democratic state as indeed is also stated in the Constitution of the Italian Republic. Liberty and fraternity are inherent in ignition of the fire, "fire of freedom", joyful symbol of communion and dialogue between different peoples, cultures and faiths.
The party, always, does not have a religious character - although the Waldensian are still grateful to the Lord for freedom obtained - but civil. Around the bonfire it gathers all the population beyond the political differences, cultural, religious, for a big party.
February 17, or the closest Sunday, celebrating a solemn worship of thanksgiving, the Waldensian and Methodist churches recall the recognition of civil and political rights to the Waldensian occurred in 1848. This day, however, also evokes a tragic event and particularly significant for our country: February 17, 1600 in Rome was burned at the stake Giordano Bruno, philosopher, mystic and one of the most steadfast supporters of freedom of conscience.
Combining the significance of these two historic events, the Federation of Evangelical Churches in Italy (FCEI) for several years offers around the week to February 17 as "Week of Freedom", promoting meetings and initiatives of solidarity with those who suffer from lack of religious freedom or violation of human rights.
17 febbraio: una testimonianza per i diritti di tutti
È consuetudine che la sera del 16 febbraio nei villaggi e nelle borgate delle Valli valdesi si accendano dei fuochi di gioia in ricordo della firma delle "Lettere Patenti" con le quali il Re Carlo Alberto concedeva per la prima volta nella storia del Piemonte i diritti civili alla minoranza valdese e, qualche giorno dopo, anche alla minoranza ebraica.
Celebrare oggi quell'evento non vuol dire solo ricordare un momento del passato, ma soprattutto essere consapevoli che la libertà di coscienza è una delle libertà fondamentali di uno stato democratico come del resto viene anche affermato nella Carta costituzionale della Repubblica Italiana. Libertà e fratellanza sono insiti nell'accensione del falò, "fuoco della libertà", simbolo gioioso di comunione e dialogo tra popoli, culture e fedi diverse.
La festa, da sempre, non ha un carattere religioso - sebbene i valdesi siano oggi ancora riconoscenti al Signore per la libertà ottenuta - ma civile. Intorno al falò si raduna tutta la popolazione al di là delle differenziazioni politiche, culturali, religiose, per una grande festa popolare.
Il 17 febbraio, o la domenica più vicina, celebrando un solenne culto di ringraziamento, le chiese valdesi e metodiste ricordano il riconoscimento dei diritti civili e politici ai valdesi avvenuto nel 1848. Questo giorno tuttavia rievoca anche un evento tragico e particolarmente significativo per il nostro paese: il 17 febbraio 1600 a Roma fu arso al rogo Giordano Bruno, filosofo, mistico e uno dei più tenaci sostenitori della libertà di coscienza.
Unendo il significato di questi due eventi storici la Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (FCEI) da diversi anni propone la settimana intorno al 17 febbraio come “Settimana della libertà”, promuovendo incontri e iniziative di solidarietà con chi soffre per la mancanza di libertà religiosa o per la violazione dei diritti umani.
17 febbraio: una testimonianza per i diritti di tutti
CARLO ALBERTO
per grazia di Dio
re di Sardegna, di Cipro e di Gerusalemme,
duca di Savoia, di Genova, ecc. ecc., principe di Piemonte, ecc. ecc.
Prendendo in considerazione la fedeltà ed i buoni sentimenti delle popolazioni Valdesi, i Reali Nostri Predecessori hanno gradatamente e con successivi provvedimenti abrogate in parte o moderate le leggi che anticamente restringevano le loro capacità civili.
E Noi stessi, seguendone le traccie, abbiamo concedute a que’ Nostri sudditi sempre più ampie facilitazioni, accordando frequenti e larghe dispense dalla osservanza delle leggi medesime.
Ora poi che, cessati i motivi da cui quelle restrizioni erano state suggerite, può compiersi il sistema a loro favore progressivamente già adottato, Ci siamo di buon grado risoluti a farli partecipi di tutti i vantaggi conciliabili con le massime generali della nostra legislazione.
Epperciò per le seguenti, di Nostra certa scienza, Regia autorità, avuto il parere del Nostro Consiglio, abbiamo ordinato ed ordiniamo quanto segue: I Valdesi sono ammessi a godere di tutti i diritti civili e politici de’ Nostri sudditi; a frequentare le scuole dentro e fuori delle Università, ed a conseguire i gradi accademici.
Nulla è però innovato quanto all’esercizio del loro culto ed alle scuole da essi dirette.
Date in Torino, addì diciassette del mese di febbraio, l’anno del Signore mille ottocento quarantotto e del Regno Nostro il Decimottavo
14/02/2016
Forza e coraggio
Le parole di 1°Pietro 2:9 che abbiamo ascoltato durante la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, ci ricordano la vocazione comune a tutti i battezzati.
Siamo chiamati a essere un popolo consacrato, cioè messo da parte per il servizio di Dio nel mondo, nell’azione in favore della giustizia e della pace.
Abbiamo il compito di vivere e di testimoniare l’amore di Dio al mondo. Un compito anche questo non facile a causa delle nostre fragilità. Ricordare questo è importante, perché la chiesa è costituita da persone che hanno i loro pregi e difetti, limiti e doni. E la costruzione di una comunità più fraterna può diventare un compito arduo. Per questo, abbiamo anche noi bisogno di forza e coraggio per costruire una comunità di chiesa più fraterna e più impegnata per camminare e essere chiesa insieme.
Past. Jean-Félix Kamba Nzolo
07/02/2016
Ricordando Febe Cavazzutti
La Chiesa Evangelica Metodista di Omegna tramite il sottoscritto vuole ricordare la figlia del Pastore Gaspare Cavazzutti (che nel lontano 1892 fondò la Chiesa in questione, ad Omegna) con le belle parole del Pastore Ruggero Marchetti:
"Care sorelle e cari fratelli,
Nelle nostre piccole chiese, alcuni fratelli e forse più spesso alcune sorelle (e penso qui anche a Florestana Piccoli Sfredda, mancata poco più di anno fa) sono conosciute anche da chi non ha mai avuto il dono di averle incontrate personalmente. Febe Cavazzutti Rossi, è stata una di queste “presenze privilegiate”. Il ruolo che ha saputo rivestire nella sua chiesa di Padova e più in generale nelle nostre chiese in Italia, le cariche che ha ricoperto nel mondo metodista internazionale, il suo impegno ecumenico, le pubblicazioni che ha curato, il suo essere così profondamente metodista, e per questo profondamente evangelica e profondamente cristiana, la sua personalità così ricca di doni, e energica ed aperta al tempo stesso... tutto questo ha fatto sì che nei nostri ambienti bastasse dire “Febe” per aggiungere subito dopo, in maniera quasi automatica “Cavazzutti Rossi”... E dir così non era ricordare solo un nome e due cognomi, ma tutta una storia, una testimonianza.
Adesso Febe è ritornata a Dio che l'ha pensata prima ancora che nascesse e l'ha chiamata alla vita e ce ne ha fatto dono per questi ottantacinque anni. E ci ha lasciato un'ultima bellissima testimonianza del suo modo di vivere la fede nella comunità: non ha voluto essere salutata in un apposito servizio funebre, ma nel corso del culto ordinario che la sua chiesa metodista di Padova celebrerà domenica prossima, ricordandola con gratitudine. A me questa scelta è parsa meravigliosa...
È scritto in quel lungo, articolato bel sermone che è nel Nuovo Testamento l'epistola agli Ebrei: “Anche noi, dunque, poiché siamo circondati da una così grande schiera di testimoni, deponiamo ogni peso e il peccato che così facilmente ci avvolge, e corriamo con perseveranza la gara che ci è proposta, fissando lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta” (Ebrei 12,1).Alla lettera, il testo greco dice: “circondati da una così grande nuvola di testimoni”... Fede adesso fa parte della nostra “grande nuvola” che ci dà la forza, lo slancio, la gioia di “correre con perseveranza la gara che ci è proposta, fissando – come lei ha sempre fatto - lo sguardo su Gesù”.
E intanto, “circondiamo” anche noi, col nostro affetto e la nostra preghiera, sua figlia Ondina, suo nipote Tommaso e la sua chiesa metodista di Padova: domenica prossima saremo con cuore tutti e tutte lì, presenti per ricordare con gratitudine Febe, la sua vita, la sua fede, i suoi doni... .
Ruggero Marchetti, Presidente CED II Distretto
23/01/2016
Chiesa Evangelica Metodista - Comunità di Verbania e Omegna: Preghiera per la settimana di preghiera per l'unit...
Chiesa Evangelica Metodista - Comunità di Verbania e Omegna: Preghiera per la settimana di preghiera per l'unit...: Preghiamo: Dio nostro e Padre nostro, nelle tue mani è la nostra vita e il tempo che sta dav...
Preghiera per la settimana di preghiera per l'unità dei Cristiani del 18-25 Gennaio 2016
Preghiamo:
Dio nostro e Padre nostro,
nelle tue mani è la nostra vita e il tempo che sta davanti a noi: donaci di saperlo
usare per la tua lode, per il servizio dei fratelli, delle sorelle e di tutte
le creature.
Ti preghiamo per la tua Chiesa, disseminata
nel Mondo, perché annunci a tutti il Tuo Regno che viene, senza farsi
intimidire dalle minacce né comperare dai privilegi.
Ti
preghiamo per chi sciupa la sua vita distruggendosi o dissipandola. Per coloro
il cui tempo scorre estenuante, nella malattia, nella solitudine, nella
prigionia, nella disperazione; per coloro che sono tentati di porre fine ai
loro giorni.
Ti preghiamo per coloro che hanno
responsabilità di governo, perché le esercitino consapevoli che tutte le
creature sono Tue, e che di esse Tu ci chiederai conto. Per tutto il Mondo,
perché accolga l’annuncio che il tempo ha una direzione e uno scopo, e non
ripeta ciecamente gli errori dei tempi passati.
Ti preghiamo per chi ci è nemico, per chi
bestemmia il tempo preparando il male anziché il bene, la guerra e la miseria
anziché la pace e la solidarietà.
Ti
preghiamo per tutte le vittime della violenza umana: per le donne e le bambine
che finiscono nel traffico della prostituzione; per le bambine e i bambini che
vengono costretti a lavorare in condizioni di schiavitù e che non hanno più la
forza di sorridere a causa della malvagità dell’uomo, affinchè ritornino a sorridere e vivere da bambini.
Ti preghiamo per tutte le persone che sono
costrette dalla miseria, dalla Guerra o dalla persecuzione a lasciare il loro
paese, dona la tua gioia, affinchè, dopo aver sperimentato l’odio e la
violenza, possano conoscere la lealtà del Tuo amore, anche attraverso la nostra
solidarietà.
Ti
preghiamo, fa che non ci rassegnamo di fronte a tutta la violenza e l’ingiustizia,
permetti che il nostro agire possa portare alle vittime un soccorso che sia
segno luminoso della Tua guarigione e della Tua riconciliazione.
Ti preghiamo, fa che la nostra preghiera
non sia soltanto per gli uomini e le donne di buona volontà, bensì anche per
quelli di cattiva volontà, quando essi verranno in giudizio, fa che I frutti da
noi prodotti siano il loro perdono.
Ti preghiamo, aiutaci ad essere fermi nel
pensiero e nell’azione come Tuo figlio Gesù, nostro modello, fai di noi dei testimoni
d’amore, di attenzione, di perdono e di giustizia.
Tutto questo te lo chiediamo nel nome
di Gesù, Redentore nostro.
AMEN
Giampaolo Castelletti
20/01/2016
Sermone sul testo biblico di 2° Corinzi 4:3-10
Riflettere questo testo della 2^ lettera di Paolo
ai Corinzi, dopo le feste ci consente di riflettere sul fulcro della
predicazione e mettere maggiormente in risalto la caratteristica principale
dell’Evangelo, anche noi siamo chiamati a predicare questo unico vangelo di
Gesù Cristo, nostro Signore.
3 Se il nostro vangelo è ancora velato, è velato per quelli che sono
sulla via della perdizione, 4 per gli increduli, ai quali il dio di questo mondo ha accecato le
menti, affinché non risplenda loro la luce del vangelo della gloria di Cristo,
che è l'immagine di Dio. 5 Noi infatti non predichiamo noi stessi, ma Cristo Gesù quale
Signore, e quanto a noi ci dichiariamo vostri servi per amore di Gesù; 6 perché il Dio che disse: «Splenda la luce fra le tenebre», è
quello che risplendé nei nostri cuori per far brillare la luce della conoscenza
della gloria di Dio che rifulge nel volto di Gesù Cristo.
7 Ma noi abbiamo
questo tesoro in vasi di terra, affinché questa grande potenza sia attribuita a
Dio e non a noi. 8 Noi siamo
tribolati in ogni maniera, ma non ridotti all'estremo; perplessi, ma non
disperati; 9 perseguitati, ma
non abbandonati; atterrati ma non uccisi; 10 portiamo sempre nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche
la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo.
I VV.3 e 4 sono molto significativi e dicono: “3 Se il nostro vangelo è ancora velato, è velato per quelli che sono
sulla via della perdizione, 4 per gli increduli, ai quali il dio
di questo mondo ha accecato le menti, affinché non risplenda loro la luce del
vangelo della gloria di Cristo, che è l'immagine di Dio.”, Paolo con
questa affermazione vuol far capire a tutti una situazione che si è creata alla
sua epoca ma che è attuale ancora oggi ed è questa: “La parola di Dio, da alcuni è vista molto
chiaramente mentre da altri è vista in modo confuso, o addirittura…è
invisibile.
Questa considerazione, fa si che molti uomini e
donne mettono in discussione la Parola di Dio sul presupposto che sia
interpretabile in modi diversi, possiamo invece affermare che la Parola di Dio
si offre a tutti noi, accettando anche di non essere riconosciuta, oppure di
essere fraintesa.
Tuttavia, chi consapevolmente e apertamente
dichiara di credere in Dio, non la rifiuta ( ) non la ignora e tanto più la fraintende.
L’insegnamento dell’Evangelo e…la testimonianza che
la chiesa ne ha dato nei secoli non dividono l’Evangelo tra uomini/donne
istruiti e uomini/donne ignoranti, le Scritture non ci vengono offerte secondo
il nostro livello di conoscenza biblica o di presenza alle attività della
nostra chiesa, la Scrittura viene offerta a tutti senza che ci sia un percorso
iniziatico, per questo il nostro Signore ha fatto nascere nella chiesa i doni
necessari a non improvvisare, la Scrittura non è improvvisazione, per poterla
fare nostra e metterla in pratica in ogni momento della nostra giornata bisogna
studiarla con attenzione, consapevolezza e responsabilità,.
L’Evangelo è rivelazione
o messaggio di Dio in Gesù Cristo, Gesù…immagine di Dio ( ) è rivelazione di Dio. Chi
riconosce Gesù Cristo può conoscere Dio stesso.
La velatura dell’Evangelo esiste quindi solo per coloro che non vogliono
vedere la luce che risplende in Gesù, a questo proposito Paolo mette in risalto gli
increduli che si abbandonano alle divinità di questo mondo, cioè ad un Satana
che prende le vesti degli idoli umani e materiali che ci vogliono distrarre dal
Signore.
Ma c’è responsabilità umana?
Oppure possiamo addossare a Dio la colpa di farci
degli idoli?
È chiaro che la seconda domanda è provocatoria,
visto che la nostra conoscenza “del bene e del male”, cioè, la nostra capacità
di valutare, ha un peso in tutto questo ( ) e si chiama: “responsabilità”.
Perché l’Evangelo risplenda, occorrono dei
testimoni che lo vivano, ma prima ancora dei cristiani che abbiano ben chiaro
quello che predicano, “la Chiesa
evangelizza solo se vive l’Evangelo” (Prof. F.Ferrario.).
Il nostro rischio è quello di non predicare Gesù
Cristo perché se non rimaniamo vigili ed attenti è molto più facile che
predichiamo noi stessi, cioè un vangelo secondo me o secondo te, ma non secondo
Gesù Cristo.
Come accorgerci di questo?
In realtà la riposta è apparentemente semplice: “predico me stesso nel momento in cui mi
metto al centro del mondo”.
La scoperta
dell’”io” al centro del mondo è molto più difficile da individuare, qui le
insidie di Satana non mancano. Dei campanelli d’allarme possono essere del
tipo: “gli altri si devono adeguare a me, solo io conosco la perfetta dottrina”
“Predico cosa bisogna fare ma io non lo faccio”
è ovvio che i
campanelli d’allarme possono essere molti e molti altri, ma il denominatore
comune è questo: ho perso di vista
quel Gesù Cristo che sono chiamato a predicare, ad annunciare ed a testimoniare.
Sappiamo bene che Dio stesso ci ha donato la
capacità di parlare, ragionare, capire, inventare, studiare, ma quello che
difficilmente comprendiamo è il nostro senso del limite, quel limite che può
provocare errori irreparabili, soprattutto, quando non si mette in pratica la
Parola di Dio e questo può causare: “ uccisione di uomini e donne per cause
imputabili a guerre chiamate sante ma che non lo sono, contaminazione della
terra che sovente causano disastri ambientali, migliaia e migliaia di morti tra
animali, uomini e donne, tutto questo, il più delle volte tutto questo lascia
uomini/donne indifesi e senza risposte di fronte a sciagure come quella che vi
sto per raccontare:
“La settimana prima di Natale, su Rai3 hanno
trasmesso un Film che parlava dello Tsunami del 26 Dicembre 2004 in Thailandia.
Un Film molto toccante, parlava di una famiglia che si è trovata coinvolta in
questo cataclisma la cui scossa principale, la
più lunga mai registrata, è durata 8 minuti, la quale, ha
scatenato delle grandi onde anomale che
hanno colpito sotto forma di immensi tsunami (con
un run-up massimo
di 27 metri) le coste dell'Oceano Indiano. Il numero totale di vittime accertate, causate da
questa serie di cataclismi è stato di circa 400.000 tra uomini/donne e bambini, ma decine di migliaia di
uomini/donne e bambini sono ancora dati per dispersi, mentre tra i tre ed i cinque milioni sarebbero gli sfollati. Oltre alle popolazioni
residenti, vi sono state tra le vittime molti turisti stranieri che si
trovavano in quelle zone nel pieno delle vacanze di Natale. Ad esempio, è
notevole il fatto che questo singolo evento abbia causato quasi lo stesso
numero di vittime di nazionalità svedese (543, delle quali 542 nella sola
località thailandese di Khao Lak) di quante
non ne avesse causate l'intera Seconda Guerra Mondiale (circa 600);
quello che è successo ci ha mostrato quanto poco tempo basta, per
cambiare la nostra vita, ma questo è un fatto straordinario, a volte basta una parola ad incrinare i nostri
deboli spiriti, altre volte basta un semplice virus, per non parlare di altro,
soprattutto oggi che si vive il mito dell’onnipotenza umana, gli scienziati cercano il segreto
dell’immortalità, il nostro compito di cristiani è porre attenzione ad essere
apostoli di Gesù e non del diavolo, perché come cristiani sappiamo che solo
coloro che fanno la volontà del Signore avranno vita eterna e non saranno di
certo gli scienziati a darcela; quindi dobbiamo aver paura di sentirci come
dei vasi di terracotta e come tali possiamo cadere e andare in frantumi. Paolo,
quando fa riferimento a questo recipiente delicato, ci fa comprendere quanto è
fragile il nostro vaso, non solo è debole esternamente, ma lo è anche
internamente, in quanto è pieno delle nostre instabilità nelle relazioni umane,
di solidarietà e di speranze.
Paolo
mette in risalto tutta questa fragilità quando riferisce a se stesso la
descrizione del recipiente delicato e di poco prezzo proprio per mettere in
risalto, attraverso la sua infermità e le prove che aveva dovuto affrontare,
quanto è potente l’azione di Dio che usa consapevolmente degli strumenti per
manifestare la propria potenza nei tempi, tra gli uomini e le donne.
La
certezza di Paolo, ci aiuta a scoprirci degni di una salvezza e di un riscatto
che ci è offerto perché non solo scopriamo che Dio ci ha accolto nelle nostre
limitazioni di fragili creature ma, fatto ancora più sorprendente, possiamo
essere ricomposti nei nostri cocci per svolgere di nuovo la funzione di
contenitore.
Tribolati, perplessi, perseguitati sono verbi che descrivono gli urti ai quali siamo
sottoposti e che mettono a serio repentaglio l’integrità del nostro vaso. Un
vaso che si può rompere.
Sappiamo che nessun vaso è in condizioni di
ripararsi da solo, ma accade anche il miracolo per cui un vaso ormai
inservibile diventi nuovamente idoneo a contenere anche un tesoro prezioso
grazie al Signore, il quale ci fa scoprire che “non siamo ridotti all’estremo”, “non siamo disperati”, “non siamo abbandonati” e “non siamo uccisi” perché il rapporto tra noi e il
vasaio non si esaurisce solo nel momento in cui dalle sue mani emerge il nostro
vaso, ma questo rapporto, si mantiene costante durante tutta la nostra vita.
Sino
a quando il vaso è ripieno di noi stessi contiene solo le nostre
contraddizioni, ma quando la nostra vita si apre a Cristo riceviamo un grande
insegnamento che ci fa scoprire la necessità di essere umili, che ci fa rendere
conto della fragilità della nostra argilla.
La
conoscenza di Cristo è il tesoro che rende prezioso il nostro vaso, ma Cristo deve diventare il nostro contenuto!
La nostra fragilità ci fa conoscere fallimenti di
ogni genere, accompagnati da mille domande laceranti che possiamo affrontare e
superare solo perché abbiamo conosciuto Cristo e, attraverso di lui, sappiamo
che Dio non ci abbandona alla disperazione ed alla morte spirituale.
Come
ogni contenitore si impregna con quello che viene inserito dentro di esso, così
il credente lo è con la conoscenza di Cristo. Mi attrae l’idea che ciascuno di
noi sia come quegli antichi recipienti di terracotta che non erano
perfettamente impermeabili al proprio interno e che quindi si impregnavano
dell'olio o del vino che contenevano e non potevano essere più utilizzati per
nessun altro liquido. Così, mi piace
pensare che il nostro contenitore sia riempito della conoscenza di Cristo, il
quale abbia riempito il nostro cuore, le nostre menti e ci renda dedicati
solamente a Lui.
Le conseguenze di quello che abbiamo ricevuto da
Dio si vedono prima di tutto nella chiesa, dove l’apostolo Paolo ci insegna che
la sua missione e la nostra missione è un servizio in contrapposizione a quei
nemici di Cristo che predicano solo se stessi e cercano di usare la comunità a
proprio vantaggio.
L’insistenza di Paolo sulla luce di Cristo e su ciò
che siamo chiamati a predicare e testimoniare ha uno scopo molto semplice:
ricordarci di essere sinceri ed onesti, consapevoli che gli avversari del
Signore sono coloro che operano nell’ambiguità: noi dobbiamo solo predicare
Gesù Cristo come “luce del mondo” e nostro unico Signore e salvatore.
Non dimentichiamo che a tutti noi è affidato questo
unico evangelo in Cristo Gesù.
Che il Signore ci
accompagni nel nostro cammino in questo nuovo anno, donandoci il senso di
poterlo vivere secondo la sua indicazione. Rimaniamo dunque servitori,
portatori, messaggeri del Vangelo in Cristo e servitori dei nostri fratelli,
anche di quelli che ancora non hanno conosciuto: Cristo Gesù, Colui che è la
gloria e l’immagine di Dio.
AMEN
G. Castelletti
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