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20/10/2023

 "Non rendete a nessuno male per male […]. Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene."   (Romani 12,17.21)

Sto preparando questa circolare pochi giorni dopo l’attacco terroristico di Hamas nei confronti di Israele. Non sono certo in grado di fare analisi geo-politiche, né tanto meno storiche. Voglio però condividere la testimonianza che ho ascoltato molti anni fa da parte di un israeliano che faceva parte di una associazione composta sia da israeliani, sia da palestinesi, che avevano in comune un terribile dramma: erano tutti genitori che avevano perso i propri figli nel conflitto israelo-palestinese. Erano stati invitati a una serata pubblica un israeliano e un palestinese, entrambi membri di questa associazione; il palestinese non aveva purtroppo ottenuto il visto per venire in Italia e non aveva potuto partecipare. Era quindi presente soltanto l’israeliano, il cui figlio, che era un soldato, era stato ucciso dai palestinesi. Dopo la morte del figlio – raccontò – molti intorno a lui lo invitavano all’odio e alla vendetta. Quell’uomo scelse però un’altra strada; aveva riflettuto a lungo ed era giunto alla conclusione che nulla avrebbe potuto riportare in vita il proprio figlio, e che l’unica cosa che poteva fare era cercare di impegnarsi per evitare che la stessa tragedia accadesse in altre famiglie. Per suo figlio, che era morto, ormai non poteva fare più nulla; ciò che poteva fare per i figli, ancora vivi, degli altri israeliani (e anche dei palestinesi) era lavorare per la pace e la riconciliazione. Contribuì quindi a fondare questa associazione composta da genitori di entrambe le parti che avevano in comune il lutto per aver perso le creature che avevano messo al mondo. Questa associazione esiste tutt’ora e si chiama “Parents Circle – Families Forum” (Circolo dei genitori – Forum delle famiglie) e il suo sito web è in inglese, ebraico e arabo: https://www.theparentscircle.org/en                                           

Nella home page del loro sito è scritto: “Se avete perso un familiare a causa del conflitto e siete stanchi del ciclo infinito di perdite di vite umane, vorremmo avervi con noi. Insieme, continueremo a lavorare per prevenire ulteriori lutti, per creare dialogo, riconciliazione e pace”                                                   

La domanda che oggi tutti ci poniamo è se ora, dopo il terribile attacco del 7 ottobre, sia ancora possibile sognare una soluzione pacifica del conflitto, se sia ancora possibile perseguire la soluzione “due popoli – due Stati”. Ma del resto quale sarebbe l’alternativa? Forse una guerra senza fine?         

La radice da cui nasce la violenza è l’odio, e in questi decenni l’odio tra palestinesi e israeliani è stato da alcuni (da entrambe le parti) volontariamente coltivato, ed è cresciuto a dismisura.   

Ma non da tutti è stato coltivato l’odio: la testimonianza di quel padre da me ascoltato molti anni fa mi fa sperare che – non oggi probabilmente, ma prima o poi – qualcuno possa continuare a reagire al dolore non con l’odio e la vendetta, ma con la ricerca del dialogo e della riconciliazione.                         

Come cristiani condanniamo l’attacco violento e crudele del 7 ottobre e preghiamo per i parenti di tutte le vittime innocenti e per la liberazione degli ostaggi. Ma, oltre a questo, la cosa più importante che possiamo fare è quella di non smettere – anche e proprio quando sembra una cosa assurda – di predicare e vivere l’evangelo della riconciliazione.                       

Dall’odio nasce odio, la violenza chiama violenza. L’evangelo ci chiama invece a spezzare (come cercano di fare i genitori del Parents Circle) questa spirale mortale e mortifera e a scegliere un’altra strada, che è quella percorsa da Gesù: “Non rendete a nessuno male per male […]. Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene”.

Marco Gisola

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