Meditazione del Patore Jean-Félix Kamba Nzolo
Dalla Lettera circolare delle Comunità evangeliche Metodiste di Verbania e Omegna di novembre 2013
Dalla Lettera circolare delle Comunità evangeliche Metodiste di Verbania e Omegna di novembre 2013
Il versetto scelto dal lezionario "Un giorno, una parola" per il mese di novembre, è la risposta di Gesù alla domanda dei farisei, i quali vogliono sapere quando verrà il regno di Dio. Non si tratta di una trappola, almeno in questo caso, ma di una domanda sincera. I farisei
attendevano il regno di Dio che avrebbe ristabilito una volta per tutte la giustizia e la pace.
Di fronte alle ingiustizie, alle guerre e alle violenze che dominano il nostro mondo, anche noi, credo, avremmo posto la stessa domanda a Gesù, se fosse vissuto oggi. E Gesù ci avrebbe risposto alla stessa maniera: << Il regno di Dio è in mezzo a voi>>.
Una risposta deludente questa ? Come intendere le parole di Gesù? A seconda delle traduzioni <>, i vangeli sono concordi nell’affermare che in Gesù il regno di Dio ha fatto irruzione in questo mondo. Gesù incarna il regno di Dio. In lui e attraverso il suo ministero, non solo Dio ha visitato il suo popolo, ma è il regno stesso all’opera.
E’ questo regno che uno dei dieci lebbrosi guariti riconosce in Gesù: <>> (vv.15-16). Mentre gli altri nove continuano il loro cammino per comparire davanti ai sacerdoti i quali avrebbero convalidato la loro guarigione con la conseguente riammissione in comunità, il lebbroso straniero, invece, torna indietro, non soltanto per ringraziare ma perché vede nella sua guarigione la presenza di Dio.
Non c’è dubbio che, nel primo momento, tutti e dieci hanno creduto alla parola di Gesù mettendosi in cammino, senza essere ancora guariti. Ma solo uno di loro decide di intraprende un cammino solitario per raggiungere Gesù e integrare la comunità dei discepoli. E’ importante notare che, alla domanda sul quando arriverà il regno di Dio, Gesù risponde con come: il regno non viene in modo osservabile; << è in mezzo a voi>>. In altre parole, il regno di Dio è accessibile a tutti e sperimentabile nell’ordinarietà della vita come qualcosa da vivere con tutto il proprio essere.
Il regno di Dio, certo, non si è ancora stabilito definitivamente su questa terra, ma viviamo della promessa che Gesù a stabilito questo regno in noi e tra di noi. In questo tempo intermedio tra il già e il non ancora, a noi è richiesto di consolidare il regno già presente cioè la presenza di Cristo in noi. Siamo chiamati a un lavoro interiore, di approfondimento per la nostra crescita spirituale.
Siamo ugualmente chiamati a un lavoro di testimonianza rivolto verso l’esterno, verso gli altri. La nostra responsabilità nei confronti degli altri e del mondo è di fare in modo che ogni nostro atto sia compatibile con la giustizia del regno di Dio. L’attesa del regno di Dio è inseparabile dall’amore del prossimo. Credere nel regno venturo significa vivere il presente con coscienza, impegnarci in vista del futuro, di un futuro che motiva il presente.
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