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01/12/2016

Sermone Domenica 27 Novembre 2016 - 1^ Domenica di Avvento

Sermone tenuto Domenica 27 Novembre, 1^ Domenica di Avvento detta "del Profeta", poichè ricorda le profezie sulla venuta del Messia.
ROMANI 13:8-14

(Amore del prossimo; Vigilanza nella vita cristiana)
8 Non abbiate altro debito con nessuno, se non di amarvi gli uni gli altri; perché chi ama il prossimo ha adempiuto la legge. 9 Infatti il «non commettere adulterio», «non uccidere», «non rubare», «non concupire» e qualsiasi altro comandamento si riassumono in questa parola: «Ama il tuo prossimo come te stesso». 10 L'amore non fa nessun male al prossimo; l'amore quindi è l'adempimento della legge. 11 E questo dobbiamo fare, consci del momento cruciale: è ora ormai che vi svegliate dal sonno; perché adesso la salvezza ci è più vicina di quando credemmo. 12 La notte è avanzata, il giorno è vicino; gettiamo dunque via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. 13 Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno, senza gozzoviglie e ubriachezze; senza immoralità e dissolutezza; senza contese e gelosie; 14 ma rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non abbiate
cura della carne per soddisfarne i desideri."

Attese che non andranno deluse!
Anni orsono in occasione delle elezioni regionali accompagnavo un amico, Armando V., ai vari incontri che le varie liste tenevano per il pubblico, invano chiedevamo ad alcuni candidati delle diverse fazioni che cosa si proponessero di fare se fossero stati eletti. La loro propaganda elettorale proponeva dei nomi, ma nessuna traccia di programmi, di obiettivi che avrebbero dovuto raggiungere a volte qualche candidato diceva che avrebbero proseguito con i vecchi programmi. È cosa strana ed inverosimile per chi ti chiede un voto! Non mi risulta che nessuno di loro si fosse preoccupato di chiedere a me o alla gente quali fossero le nostre aspirazioni o attese che poi essi si sarebbero impegnati a conseguire. Eppure la gente ha molte attese, desideri ed aspirazioni. Non è vero che la gente non si aspetta più nulla e non spera più in nulla. Certamente è delusa di coloro che hanno disatteso o tradito le loro aspirazioni ed è purtroppo scettica che altri sappiamo fare di meglio!
L'Avvento è celebrazione dell'attesa e della speranza e dirige l'attenzione non all'uomo che delude e inganna, ma a Dio che fedelmente realizza le attese e le speranze umane tramite Cristo. L'annuncio della Chiesa cristiana è che Cristo solo è la realizzazione di ogni migliore aspirazione e speranza. Egli ha un programma chiaro, come pure la forza e la determinazione di portarlo a compimento.
Il testo biblico che ci viene proposto quest'oggi ci parla dell'attesa attiva e laboriosa alla quale siamo chiamati, di Colui che, tornando, porterà a compimento la meravigliosa opera che ha cominciato a fare in questo mondo ed in ogni persona che Lo accoglie con fede ed ubbidienza.
I cristiani a cui scriveva Paolo, erano consapevoli di vivere in un momento particolare della storia, un tempo cruciale, una svolta storica. Di che cosa si trattava? Forse del fatto che la fede cristiana da perseguitata sarebbe presto diventata dominante nell'impero? Direi di no, perché, anche se questo fatto sarebbe stato senz'altro di rilevante importanza storica, la prospettiva cristiana sulla storia andava (e va) ben al di là di questo.
C'è chi la vede come una linea ascendente di progresso in progresso, secondo le teorie cosiddette scientifiche dell'evoluzione. C'è poi chi la vede, in fondo sempre uguale a sé stessa, il solito frustrante "tran-tran": "la storia", dicono in modo pessimista, "non va da nessuna parte, gira a vuoto, è fondamentalmente senza senso come l'invariabile susseguirsi delle stagioni", nel senso che ogni tot di anni le cose si ripetono. Questa è forse la prospettiva più diffusa.
Molti vivono non rendendosi conto del tempo in cui stanno vivendo. Coloro che appartengono a questo mondo, moralmente e spiritualmente in decadenza, dormono e non si accorgono di procedere inesorabilmente verso il giudizio di Dio e la catastrofe, ma vi sono anche cristiani che dormono e sonnecchiano non rendendosi ben conto dei precisi compiti che devono assolvere in questo periodo in cui si trovano, fra la prima e la seconda venuta (risolutiva) di Cristo, infatti il nostro testo dice: "La salvezza ci è ora più vicina di quanto credemmo" (11c), nel senso che, il ritorno di Cristo, è più vicino ora di quando diventammo credenti. Se il discorso valeva tanti secoli fa per i cristiani di allora, che cosa dovremmo dire noi oggi? Quanto ci è vicino il ritorno risolutore di Cristo? Certamente molto vicino! Eppure quanti sono quelli che "dormono" non rendendosene conto che sta arrivando a compimento il proposito di Dio, la salvezza tramite Gesù cristo.
Forse, sarebbe utile aggiungere ciò che diceva l'apostolo Pietro, quando profeticamente affermava: "Soprattutto, dovete tenere presente una cosa: negli ultimi tempi verranno uomini che non credono a niente e vivono ascoltando le proprie passioni. Verranno e rideranno di voi, dicendo: "Voi dicevate che il Signore doveva tornare, ma dov'è? I nostri padri sono morti, ma tutto rimane come prima, come era fin dalla creazione del mondo". Hanno la pretesa di parlare così, ma non si ricordano che già molto tempo fa la parola di Dio aveva creato i cieli e la terra. Dio aveva separato la terra dall'acqua e l'aveva tenuta insieme per mezzo dell'acqua. Ma poi con l'acqua del diluvio aveva distrutto il mondo di allora e i malvagi. Carissimi, c'è una cosa che non dobbiamo dimenticare: per il Signore, lo spazio di un giorno è come mille anni e mille anni sono come un giorno solo. Il Signore non ritarda a compiere la propria promessa: alcuni pensano che sia in ritardo, ma non è vero. Piuttosto, egli è paziente perché vuole che nessuno si smarrisca e che tutti abbiano la possibilità di cambiare vita per il motivo che il giorno del Signore verrà all'improvviso come un ladro” (2 Pietro 3,3-10), il che ci riporta proprio al nostro testo biblico di base il quale afferma: "La notte è avanzata e il giorno è vicino; gettiamo dunque via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce" (12). La notte della decadenza morale e spirituale di questo mondo è avanzata (si è evoluta), sta per terminare. Il giorno risolutore del ritorno di Cristo è vicino. Allora tutto ciò che caratterizza le tenebre di questo mondo subirà da parte di Dio il giusto giudizio di condanna: liberiamocene come tanta spazzatura per non esserne più coinvolti, anzi, viviamo fin da ora com'è giusto e piace al Signore, "indossando" quegli "abiti" puliti e luminosi che ci permetteranno di essere riconosciuti come gente che sta dalla parte del Cristo trionfante. È ora il momento della scelta, è ora il momento di scegliere da che parte stare: dalla parte di un mondo destinato ad un'inappellabile condanna da parte di Dio o dalla parte del Cristo, vincitore e trionfante, perché "le armi della luce" trionferanno!
L'Apostolo indica molto praticamente quale deve essere lo stile di vita idoneo a Gesù Cristo che sta per tornare e dice: "Camminiamo onestamente, come di giorno, non in gozzoviglie ed ebbrezze, non in immoralità e sensualità, non in contese ed invidie" (13). Viviamo con trasparenza e schiettezza, come chi, di fronte a Dio ed alla Sua legge, non avrà nulla di cui vergognarsi. Rifiutiamo, come dice Paolo, di aver parte alcuna con "le opere della notte". L'accento è qui posto, in modo esemplare, su quelle attività che, da sempre per altro, caratterizzano le notti di chi non conosce Dio. Una delle tante attività è descritta con la parola gozzoviglie, la quale fa riferimento alle canzonacce blasfeme e sensuali di cui gli antichi romani erano diventati famosi, e che cantavano nelle loro orge sfrenate, veri e propri atti di culto verso luride divinità pagane, "sponsor ufficiali" delle loro frequenti feste. Della parola ebbrezze, cioè ubriachezza non servono molte spiegazioni. A questo riguardo tutto il mondo è paese! Così pure le parole immoralità e sensualità, cioè gli abusi sessuali di ogni tipo che sembrano oggi "ritornati di moda" in una società la quale vorrebbe dar libero sfogo ad ogni voglia, e che si vanta di essersi liberata da quelli che chiama "tabù puritani", cioè quelle leggi che Dio ci ha dato per il nostro stesso bene. A questo l'autore aggiunge contese ed invidie, cioè la violenza che tali sfrenati eccessi notturni accende, così da dare libero sfogo pure alle gelosie, invidie e contese che "di giorno", per decenza, si reprimono e si covano.
L'apostolo è molto realista ed onesto poiché sa che nella nostra "carne", ci sono "voglie", “tentazioni” più o meno confessabili che ci piacerebbe soddisfare, ma che sono solo una temibile trappola, cedendo alle quali noi causiamo la nostra stessa catastrofe e rovina, la medicina per non cedere a queste voglie è quella di resistere "rivestendoci di Cristo", cioè essendo come Lui, avendo quella somiglianza di carattere e di condotta che proviene dall'essere in comunione stretta con Lui attraverso lo Spirito Santo. È proprio questa comunione con Lui che ci impedirà di cedere a queste propensioni peccaminose in attesa del suo ritorno, viviamo fin da ora con coerenza sotto l’ala protettrice di Cristo, potremmo anche dire: sotto la bandiera di Cristo. "Sotto quale bandiera" viveva Cristo? Qual è la "bandiera" che Lo caratterizzerebbe? Con quale "bandiera" arriverà?
È la "bandiera" della comunione con Dio, quella della fiducia e dell'ubbidienza ai Suoi comandamenti, la bandiera dell'amore totale verso Dio e verso il prossimo, amore che spinse Gesù a dare la Sua vita per questo. È proprio quanto dice il nostro testo ed è pure ciò che deve caratterizzare la nostra vita in attesa del Suo glorioso ritorno. Riascoltiamolo: "Non abbiate alcun debito con nessuno, se non di amarvi gli uni gli altri, perché chi ama il suo simile ha adempiuto la legge. Infatti questi comandamenti: "Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non dir falsa testimonianza, non desiderare", e se vi è qualche altro comandamento, si riassumono tutti in questo: "Ama il tuo prossimo come te stesso". L'amore non fa alcun male al prossimo; l'adempimento dunque della legge è l'amore" (8-10).
Paolo, continuando ad usare l'immagine della bandiera ci dice: mettiamo la Sua bandiera al balcone di casa nostra per onorarlo al Suo passaggio quando verrà e per mostrare che a Lui apparteniamo. È come il personaggio biblico di Rahab, che, nella città di Gerico, aveva dato ospitalità e assistenza ad Israele e che sarebbe stata risparmiata dal loro avanzare irresistibile se solo avesse messi un nastro rosso alla finestra come segno di riconoscimento. Gesù disse: "Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri" (Gv. 13:35). Da questo pure Lui ci riconoscerà al Suo ritorno!
L'amore cristiano non lo si esercita nel vuoto, ma secondo i comandamenti rivelati. Questo amore non è separato dalla legge, come oggi ci vorrebbero suggerire; ma la legge di Dio, dà all'amore il suo contenuto, l'amore dà alla legge il suo compimento in quanto non c'è vero amore se non lo si esplica in accordo con ciò che Dio specificatamente comanda, cioè: "Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non dir falsa testimonianza, non desiderare". Questi esempi che l’apostolo Paolo fa, illustrano la validità permanente della legge morale e provano che non sono stati aboliti da Cristo, anzi, saranno i criteri stessi con i quali Gesù Cristo ci giudicherà.
Conclusione
Detto ciò, possiamo ben dire che i nostri politici benché debbano essere fedelmente al servizio di Dio e del popolo, non soddisferanno purtroppo, le nostre migliori attese e speranze, questo è il motivo per cui dobbiamo attendere fiduciosi e con ansia l’unico che non ci deluderà, il Signore e Salvatore Gesù Cristo. Non dovrà però essere un'attesa oziosa. Lo attenderemo come persone che già mettono in pratica il Suo stile di vita, il Suo modo di pensare, di parlare e di agire. In questo modo soltanto verremo da Lui riconosciuti come Suoi al Suo ritorno, ottenendo così da Lui non un severo giudizio di condanna e di esclusione, ma la salvezza eterna, per questo motivo dobbiamo pregare il Signore, affinchè ci protegga e ci aiuti a non cedere alle tentazioni, queste voglie non vogliamo coltivarle neanche segretamente!".
Così sia. AMEN

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