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31/05/2020

DOMENICA 31 MAGGIO 2020 - PENTECOSTE -


Buongiorno e buona domenica a tutte e a tutti, quest’oggi celebriamo la Pentecoste.

SALUTO e ACCOGLIENZA
“Spirito di Dio, che con sapienza hai plasmato questo mondo dalle cose più grandi a quelle più piccole in modo giusto ed equilibrato, illumina i nostri pensieri, rendi la nostra parola efficace e trasforma le nostre azioni in un segno del Tuo agire” Amen

ASCOLTO DELLA PAROLA
Preghiera di illuminazione
“Ti preghiamo, Signore, donaci il tuo Spirito di luce e di verità, perché illumini per noi la parola che ascolteremo e ci guidi nella verità; donaci il tuo Spirito di santità, perché trasformi i nostri cuori e ci renda ubbidienti alla tua volontà; donaci il tuo Spirito di amore, di gioia e di pace, perché brilli in noi come una fiamma che nulla possa spegnere.” Amen.
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TESTO PER LA MEDITAZIONE
Atti 2, 14 - 21
Discorso di Pietro alla Pentecoste
14 Ma Pietro, levatosi in piedi con gli undici, alzò la voce e parlò loro così:
«Uomini di Giudea, e voi tutti che abitate in Gerusalemme, vi sia noto questo, e ascoltate attentamente le mie parole. 15 Questi non sono ubriachi, come voi supponete, perché è soltanto la terza ora del giorno; 16 ma questo è quanto fu annunciato per mezzo del profeta Gioele: 17 "Avverrà negli ultimi giorni", dice Dio, "che io spanderò il mio Spirito sopra ogni persona; i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno, i vostri giovani avranno delle visioni, e i vostri vecchi sogneranno dei sogni. 18 Anche sui miei servi e sulle mie serve, in quei giorni, spanderò il mio Spirito, e profetizzeranno. 19 Farò prodigi su nel cielo, e segni giù sulla terra,
sangue e fuoco, e vapore di fumo.
20 Il sole sarà mutato in tenebre, la luna in sangue, prima che venga il grande e glorioso giorno del Signore. 21 E avverrà che chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato".

MEDITAZIONE
 Carissime e carissimi, nel libro degli Atti degli Apostoli, l’apostolo Pietro dal versetto 16 fino al versetto 21 cita un profeta che è vissuto circa 800 anni prima della nascita di Gesù, questo profeta è Gioele, il cui testo inizia così: “io spanderò il mio Spirito sopra ogni persona…”, dobbiamo constatare però, come una traduzione può far perdere forza al testo originale e…quasi …lo tradisca. Perché il testo ebraico non parla qui di “uomo”… ma dice: “basar”  cioè “carne”.
 “carne” è molto diversa dalla parola “persona” … perché carne dà un’idea di fragilità, l’essere umano è una creatura fatta di ossa, sangue, muscoli, di stimoli come la fame e la sete, ancora più che d’intelligenza e razionalità. Insomma, “basar”, “carne”, individua un homo sapiens, più homo che sapiens: una creatura attaccata alla vita, e tutta tesa a soddisfare i suoi bisogni più elementari… da quanto abbiamo detto, un uomo-bambino, perché…sono loro i bambini l’immagine del nostro essere “carne”, del nostro essere “basar”, quindi …per ricevere lo Spirito promesso dal Signore per mezzo della parola di Pietro, noi dobbiamo ridiventare bambini e bambine, dobbiamo cioè accettare di essere di nuovo messi al mondo, di nuovo ri-creati, quindi è come se dovessimo ridiventare dei neonati e a tal proposito vi propongo una riflessione sui neonati, vi è mai capitato di essere dinanzi ad un neonato? Non so voi, ma quando sono di fronte ad un neonato, rimango colpito dalla sete di vita che letteralmente emana quel corpicino, sete di vita che poi si manifesta come “sete di latte”. Quando il neonato ha fame, questo vale per tutti i neonati, non chiede “per piacere”lo esige col suo pianto, vuole il latte perché vuole vivere, e la mamma deve dargli da mangiare. Sì, un neonato è volontà assoluta di vita allo stato puro.
 Questa breve riflessione sui “bambini”, oggi ci tocca più direttamente del solito, perché il testo di Pentecoste dell’apostolo Pietro che oggi abbiamo letto, parla della promessa di Dio fatta al suo popolo, del dono dello Spirito, ed è anche una parola che ci considera tutti dei bambini e delle bambine al cospetto di Dio. come scritto nel vangelo di Luca 18,17: “In verità, in verità vi dico: chi non accoglierà il regno di Dio come un fanciullo, non entrerà in esso”, ed è proprio così: qui l’apostolo Pietro qualificando l’essere umano sul quale il Signore sta per spargere il suo Spirito, mediante l’uso della parola “carne”, ci descrive una nuova creazione, un nuovo inizio. In Genesi 2 vi è scritto come Dio prese un po’ di terra e la plasmò a formare una figura e poi  “gli soffiò nelle narici un alito vitale e l’uomo divenne un essere vivente”, così qui sparge il soffio del suo Spirito sulla materia umana, sull’uomo come “carne”, e gli fa dono di una nuova vita.
 Davvero una ri-creazione, che vede al primo posto le donne, gli uomini, le figlie e i figli di Israele, ma poi s’allarga all’intera umanità come dice Pietro al versetto 21: “Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato”
 Ma allora, se si tratta di ritornare almeno un po’ bambini, dobbiamo imparare da loro. Ma i bambini… che cosa ci possono insegnare? Non l’innocenza… quella l’abbiamo persa da un bel pezzo e non la possiamo più riconquistare, piuttosto due altre cose: la voglia di vivere e la capacità di avere fantasia…
 Ci sono, nel testo di Gioele, due meravigliose promesse, che – mi sembra – vanno proprio in questo senso, ed è dove Dio afferma: “I vostri vecchi sogneranno sogni, i vostri giovani vedranno visioni”.
 Pensiamo alla condizione di tanti nostri anziani: ai loro acciacchi, alla loro solitudine, alla sostanziale perdita d’autonomia che debbono subire …e sovente si trovano a tirare avanti tra mille difficoltà a causa di problemi economici… perciò potremmo dire che una persona anziana, oggi, non sogna, e se sogna ha degli incubi…
 Dopo gli anziani, ora…pensiamo ai tanti giovani senza lavoro, senza prospettive… che studiano e già sanno che il loro studio servirà a ben poco… che vedono davanti a loro un non-futuro da spavento, in un mondo che anch’esso fa paura… che sono come giovani gabbiani senza più neanche un progetto di volo… destinati al massimo a zampettare da uno scoglio all’altro… giovani già costretti spesso a dire, quando sono così fortunati da trovare qualcosa da fare, quella frase che è l’esatto contrario della loro stessa giovinezza: “Bisogna accontentarsi!”. Se ti accontenti perché non hai scelta… che visioni puoi avere !?
 Ebbene, ai vecchi che non sognano più e hanno smarrito la voglia di vivere, Dio grida…attraverso il suo profeta: “Riprendete a sognare, fatelo ad occhi aperti, come sogna un bambino. E sognando, vincete le paure: voi potete e dovete liberarvi dall’angoscia che vi blocca, che è spesso quasi un anticipo di morte. Se gli altri, perché hanno troppo cose cui pensare, non pensano più a voi, io vi penso e vi parlo, e vi dono una promessa. Sì, sognate, e sperate, ritrovate la forza che oggi vi sembra di non avere più, la volontà che vi fa andare avanti!”.
 Ed anche ai tanti giovani già “vecchi”, perché già rassegnati, Dio dice: “No… fatevi un progetto… abbiate una visione…sognate e costruite un mondo capace di motivarvi ed entusiasmarvi, come un bambino si inventa la sua fiaba, voi metteteci l’anima per renderlo reale, perché sia il vostro mondo… nuovo e bello…e potete farcela, perché io sarò con voi, e vi darò la forza che vi manca…”.
 Davvero, se sapessimo imparare dai bambini e tornassimo ad esserlo come vuole Gesù, ci fideremmo di Dio, e ci affideremmo con gioia alla prospettiva che ci apre, e che ci chiama a vivere: sogneremmo, vedremmo … e saremmo rinnovati.
 Ma ci è difficile imparare dai bambini, e ci è ancora più difficile essere come loro. Siamo adulti da un pezzo, e della nostra infanzia non ci è rimasto più niente. La vita ci ha insegnato a riflettere, a esaminare, a diffidare delle promesse… Sì, siamo adulti, e anche abbastanza cinici. Ed allora ci viene da pensare che certo, tutto questo è molto bello… ma è troppo bello per essere vero… Che questo parlare di “sogni” e di “visioni” è anch’esso solo un sogno da cui poi ci si deve risvegliare, una visione che è soltanto illusione e non realtà…poi … però, alla luce della fede, noi ci possiamo dire che non stiamo sognando, perché questa del profeta Gioele descritta da Pietro è una parola forte, che non accetta d’essere ridotta ad un sogno o ad un’illusione, ma ha la pretesa della verità. Una parola che non a caso rivendica per sé la realtà di “Parola di Dio”, la quale è stata proclamata su di noi ed è esplosa in mezzo a noi, come un fulmine che irrompe e cambia tutto! È la parola portata dallo Spirito e che con lo Spirito dentro di noi, porta il “sogno” e la “visione” che ci fanno vedere e già gustare un mondo rinnovato.
Ed è proprio così: noi oggi abbiamo considerato la visione del mondo nuovo che Dio ha promesso nella sua Parola tramite il testo del profeta Gioele, questo testo è rivolto al futuro “Giorno del Signore” …per il fatto che il testo inizia così: “Dopo questo, avverrà” … purtroppo molti pensano sempre a quel Giorno come agli “ultimi tempi” della storia… Ma ci dimentichiamo di una cosa, che invece è fondamentale …noi … negli “ultimi tempi”, ci siamo già… e ci siamo da ben duemila anni. Dal giorno della morte di Gesù sulla sua croce. Quello è, infatti, l’intervento poderoso di Dio che ha cambiato le cose definitivamente, il mondo s’è fato vecchio in un momento, è tramontato per non tornare più; e un mondo nuovo è sorto, il mondo “dopo il Cristo”, cioè il mondo di Gesù e della sua signoria in cielo e sulla terra…ed è per questo che dobbiamo affidargli noi stessi, le nostre figlie/figli, glieli affidiamo proprio perché dobbiamo affidarci ad un’altra delle parole che oggi abbiamo ascoltato : “Io spargerò il mio Spirito su ogni carne… e i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno”… Sì, questo è quello in cui noi vogliamo credere, ed è quello che crediamo… ed è quello in cui speriamo e per cui preghiamo: che venga il giorno in cui il Signore “spargerà su di loro il suo Spirito”, e così faccia di loro … come speriamo, anche di noi … “i suoi profeti e le sue profetesse”, che sappiano parlare con lui…e sappiano parlare di lui con la gioia di chi crede e per questo vive al cento per cento…per Lui, purtroppo però ad interferire con tutto questo, vi sono le tante paure delle realtà che ci circondano, ovunque vi sono realtà che ci spaventano…ci scuotono come foglie al vento dell’autunno, perché quando Pietro cita le parole di Gioele che parlano di “sangue, fuoco e colonne di fumo”, in fondo, parla di qualche cosa che c’è già… basta che ci guardiamo attorno e vediamo le immagini…di tanti esseri umani, di tante povere donne e bambini preda dell’ingiustizia, della violenza e della follia, “il sole s’è già cambiato in tenebre, e la luna in un grumo di sangue”!
 Ma se questo è già vero, allora è anche vero il resto: “E avverrà che io spargerò il mio Spirito e i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno, i vostri vecchi sogneranno sogni e i vostri giovani vedranno visioni”. Davvero…noi speriamo che tutti gli altri…le nostre “figlie e figli” possano essere, grazie a Gesù, profeti di un mondo diverso, finalmente umano perché è opera di Dio! In maniera che…i nostri “giovani” riprendano a “vedere” un futuro dinnanzi a loro, e i nostri “vecchi” ritornino a sognare, e in tutti ritorni la gioia della vita. Sì, nel cuore delle paure e dei dolori del tempo che viviamo, noi dobbiamo essere per la forza che viene dallo Spirito, tutti profeti e profetesse del Signore, perché questo è quello che senza ombra di dubbio, ci dice anche oggi il Signore tramite Gioele: “noi siamo i suoi profeti!”
Sembra incredibile…noialtre…noialtri…profeti? Ma perché?

Ma perché “Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato”. Sì. Chi invoca il Signore, sarà a sua volta fra gli eletti “che il Signore chiama”.

Altrimenti… noi … cosa ci facciamo qui, oggi, raccolti attorno a questa sua parola!
Siamo qui proprio a fare questo: ad invocare insieme “il nome del Signore” per essere gli eletti e i salvati di Dio!
E possiamo essere felici, anche senza aver fatto dei “corsi di felicità”… anche questo capita di sentire nei tempi che viviamo…che non mi ricordo più dove si organizzano dei corsi per imparare ad essere felici…
 Sì, noi possiamo essere felici, senza fare dei corsi per esserlo, al di là di quello che poi siamo … delle nostre meschinerie … del nostro stesso peccato, perché in noi è stato sparso e opera…lo Spirito di Dio.
 Questo è il senso del nostro essere qui oggi, in questo Culto della Pentecoste 2020: testimoniare che Dio c’è, ed è il presente del mondo e della storia… un presente che spalanca il futuro … e dare gloria a lui che ci ha scelti e colmati del suo Spirito per essere i sognatori e i visionari di questo nostro tempo, che di visioni e sogni ne abbiamo un bisogno disperato… Uomini e donne che – col sorriso e lo sguardo dei bambini – vedono e sperano, per se stessi, per i loro figli e figlie, per tutti gli altri che non riescono più a sognare né a sperare, ma lo possono fare… e lo debbono fare:
 Dopo questo, avverrà che io spargerò il mio Spirito su ogni persona: i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno, i vostri vecchi sogneranno sogni, i vostri giovani vedranno visioni”.

BENEDIZIONE
“Venga lo Spirito di Dio su ognuno di noi, per metterci in movimento e liberarci dalla paura. Soffi su di noi lo Spirito di Dio per darci la forza del vento e la gioia e la speranza di chi opera per il Regno. Venga lo Spirito di Dio su di noi per guidarci all’unità e donarci la pace.”
Amen

(Giampaolo Castelletti, domenica 31 maggio 2020. Tutte le citazioni bibliche, salvo diversamente indicato, sono tratte dalla versione Nuova Riveduta, a cura della Società Biblica di Ginevra, prima edizione 1994)



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