4 Rallegratevi sempre
nel Signore. Ripeto: rallegratevi. 5 La vostra mansuetudine sia nota a tutti
gli uomini. Il Signore è vicino. 6 Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa
fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate
da ringraziamenti. 7 E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà
i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù.
Care
sorelle e cari fratelli, a dir la verità…di questi tempi c’è poco di cui essere
allegri…visti tutti i vari cambiamenti che vi sono stati in questi ultimi mesi,
dalle varie guerre sparse nel mondo che oltretutto sono anche la causa
principale di quelle morti che avvengono in mare e nei tragitti terrestri da parte
di coloro che scappano per avere una vita migliore senza governi tiranni o
guerre fratricide…ci sono i vari cambiamenti climatici che causano
problematiche non indifferenti…le varie rivolte contro governi totalitari e soprattutto
vi sono i vari rincari dei prezzi…che fanno sì che in molte persone e anche in
noi stessi…prevale l’ansia…la preoccupazione…ed il problema è che a Dio
facciamo conoscere ben poco di questo nostro
stato d’animo ansioso e angustiato… ma lo facciamo pesare sugli altri. Ed è per
questo motivo che siamo noti per tante cose, ma non certo per la nostra mansuetudine…e
spesso vi sono persone che con la loro intelligenza cercano sempre di superare
la pace di Dio, anzi… cercano di superare Dio… soprattutto per il motivo che i
loro cuori e i loro pensieri non sono custoditi nel Figlio di Dio…Gesù il Cristo…anzi…non
sono proprio custoditi…cosicchè…potremmo dire che il mondo in cui viviamo, lo percepiamo
come un mondo che sta perdendo l’anima e la pace di Dio, tutto questo…fa sì che
si diventa sempre più ansiosi…Sempre più tristi…Sempre meno allegri e sempre meno
mansueti.
Ora…la
parola apostolica che contrasta apertamente questa immensa gravità,
quest’avversità insuperabile della nostra esistenza e della nostra situazione umana
ci viene incontro con le parole dell’Apostolo
Paolo che ci dice…“Rallegratevi sempre nel Signore!”
Qualcuno…visto i tempi difficoltosi…potrebbe dire: “facile
a dirsi, ma difficile da realizzare”, anche perché verrebbe da pensare che l’apostolo
Paolo abbia pronunciate queste parole in un momento in cui tutte le sue cose
gli andassero bene, ma era veramente così? Guardiamo allora il contesto in cui
queste parole sono state pronunciate e scritte…l’Apostolo le scrisse circa 2000
anni fa…e la situazione
nella quale si trovava Paolo, mentre scrive queste righe alla sua amata chiesa
di Filippi, è una situazione tutt’altro che allegra, Paolo è in un carcere
romano dell’epoca, dal quale l’apostolo sarebbe
uscito “o libero o ucciso”. All’epoca, non esisteva la carcerazione
detentiva che c’è ai giorni nostri, anzi all’epoca di Paolo…la carcerazione era
soltanto preventiva, cioè…in attesa della sentenza…che avrebbe potuto essere
solamente una: “un’assoluzione” o “una condanna a morte”…eh…nonostante
tutto questo…Paolo dice: “Rallegratevi sempre nel Signore. Ripeto: rallegratevi.”
Paolo, vista la sua situazione, avrebbe
avuto ogni ragione del mondo di essere ansioso, angustiato, aggressivo…invece….nulla
di tutto ciò…nulla!!…a tal punto che ci esorta dicendoci: “non angustiatevi
di nulla. Ma in ogni cosa…pregate…pensate a Dio…parlate con Dio…vivete e
rallegratevi in Dio.”
Vedete!...Paolo…qui non ci indica di essere ansiosi…non
ci indica di avere poca mansuetudine o poca gioia e poca pace, anzi…in
questa lettera, Paolo…ci parla del perché essere gioiosi…
Ci
annuncia perché dobbiamo essere mansueti…
Ci
predica il perché della pace…che potremmo riassumerle in queste tre parole: “Gesù
il Cristo è la fonte della gioia. L’esempio della mansuetudine. La sorgente
della pace”.
In
effetti…Gesù…predicando dal monte degli ulivi…ci dice: “Non siate in ansia per la
vostra vita, di che cosa mangerete o di che cosa berrete; né per il vostro
corpo, di che vi vestirete” (Matteo 6,25).
Vedete?
In mezzo a questa ansia disperata, divampa la gioia, tanto che la gioia
si apre un varco in maniera efficace perchè il Signore Gesù Cristo…il nato a
Betlemme, il crocifisso, il risorto, il celebrato nei cieli e che ora regna per
la nostra pace con Dio, deve essere il motivo della nostra gioia… “La gioia
nel Signore”. Vedete?...Paolo ci fa capire…che
qui non si tratta di una percezione o di una sensazione. Non si tratta di carattere,
di ottimismo, di atteggiamento. Tutt’altro…Paolo ci scrive queste parole in un
periodo difficile della sua vita, anzi difficilissimo, e da cui non sa se ne uscirà
vivo, ma dentro a questo tempo, trova la gioia nel Signore. Non dice che la
sofferenza è finita, ma riconosce una gioia nel Signore…in Cristo si
trova a poter vedere Dio, a vedere se stesso e la sua situazione con
una chiave di lettura che sono completamente diverse. Il male, la morte, il silenzio…ed
improvvisamente…la vita nuova che non muore più. Davanti alla vita nuova, cioè
davanti al Cristo risorto, il male non può più colpire, quindi…vittoria e
trionfo.
E noi…sorelle e
fratelli…come viviamo queste parole dell’Apostolo Paolo? Noi…che viviamo in un
mondo in cui conta prima di ogni altra cosa come ci vestiamo, cosa mangiamo,
cosa beviamo, come ci divertiamo…vedete…in pratica viviamo in un mondo che conta
sulla propria forza…e il nostro mondo è particolarmente evoluto a tal punto che
ci fa capire che la preghiera appartiene a un mondo arretrato…l’allegria fa
parte di una umanità sviluppata...mentre la mansuetudine è considerata appartenente
ad una umanità di perdenti. E nonostante che…viviamo in una parte del mondo
particolarmente sviluppata, la maggior parte dell’umanità vive nell’ansia e
nell’angustia…ciò nonostante…si deve sempre andare avanti…tirare avanti.
Dobbiamo diventare sempre più forti, sempre più bravi, sempre più intelligenti
e insuperabili… Facciamo tante cose, e le facciamo sempre meglio, a tal punto
che poi non siamo più capaci di fermarci e salutarci. Siamo sempre più evoluti,
e poi non siamo più capaci delle cose elementari come fermarci e sorridere…fermarci
e parlare…fermarci e ringraziare. Sì!!...forse dobbiamo fermarci e riconoscere
che siamo diventati così evoluti che ci sentiamo tutti professori, e poi…ci scopriamo
analfabeti nelle cose elementari…come guardarci negli occhi e salutarci per
nome. Siamo diventati operatori sociali e culturali…poi ci scopriamo poco
propensi ad ascoltare. Siamo diventati pastori…anziani…diaconi…e poi siamo
incapaci di renderci conto della presenza dell’altro, di riconoscere che il Signore
è vicino. In queste parole sta tutta la ragione, anzi, tutta l’anima della
parola apostolica: il Signore è vicino. Forse aveva ragione Giovanni Miegge
quando scrisse nel lontano 1940: «La perdita delle virtù segue con qualche
ritardo, ma segue fatalmente, la perdita della fede. È naturale che sia così,
perché le virtù che sono sostenute soltanto dall’abitudine, dall’esempio o
dall’opinione, sono virtù senz’anima». Queste parole di Miegge devono far
riflettere e quindi capire che Gesù è l’anima della pace, della mansuetudine e
della gioia. Se rimaniamo con Gesù Cristo, i nostri cuori e i nostri pensieri
saranno custoditi…e la fede non verrà mai meno.
Si !!!...Gesù è la verità di
Dio che viene ad illuminare la nostra reale condizione e quella di tutte e tutti quanti che oggigiorno siamo fatalmente
alle prese con le preoccupazioni e coi problemi della vita, anche perché una
vita senza problemi non esiste…ed i problemi esigono attenzione…cura…e se non
accettiamo d’avere anche noi…i nostri pesi, Gesù che nasce non se ne può far
carico e non può venirci incontro…in sostanza…è soltanto se accettiamo di
avere le nostre angustie… che oggi…possiamo
ascoltare come rivolto a noi l’invito dell’apostolo Paolo che ci dice e ti dice:
“Non angustiatevi di nulla”…Sì, “non angustiatevi di nulla”…noi che
pure siamo venuti qua nel Tempio con le nostre angustie…perché qui c’è Gesù o meglio qui c’è
“il Signore”….Dio stesso…Dio in persona che “s’è fatto carne”, s’è fatto essere
umano come noi, ha preso su di sé quello che tutti siamo…il nostro “essere donne
e uomini” dalla nascita…che ci ha visto uscire da nostra madre…fare il primo
respiro insieme al primo pianto senza averne coscienza né ricordo, fino alla
morte che ci terrorizza lungo tutta la vita…e in mezzo…tra la nascita inconsapevole
e la morte che impaurisce…le oscurità e le difficoltà che il nostro “essere
donne e uomini” comporta e portiamo sempre con noi…davvero…“non angustiatevi di
nulla”, perché questo fatto…che a Betlemme…Dio è diventato uno come noi…un essere
umano fragile…tribolato…esposto alla tentazione…al dolore e alla morte…significa
che…in Gesù…nella sua storia umana…è già accaduto quello che per noi deve
accadere…tutte le pene sono già finite…già trasformate in risurrezione…
Tutti i desideri…le
aspirazioni…le brame e gli slanci…sono già arrivati alla meta…già esauditi e
compiuti…rendendo completamente superato ed inutile il nostro preoccuparci.
E’ proprio così…care sorelle
e cari fratelli…tutto è già stato fatto! Tutto è già accaduto! Questo è il segreto…il
mistero del Natale…che oggi contempliamo con 7 giorni di anticipo…ma del resto…Gesù
nasce ogni giorno…ogni ora…ogni momento in ogni cuore che si converte a
lui…e gli si apre nella fede!
Possiamo davvero “non
angustiarci”, perché Dio si è fatto uomo, e perciò si è angustiato lui…si è
preoccupato lui per noi una volta per tutte! Davvero…sorelle e fratelli…“Non
angustiamoci di nulla”…sarebbe ridicolo continuare a farlo…continuare a volerci
aiutare da noi stessi…dopo che l’aiuto ci è già stato dato dal nostro Signore.
AMEN
Auguro a tutte e tutti un Buon Natale nel Signore
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