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08/10/2024


Predicazione di domenica 29 settembre

Marco 10:17-27

Mentre stava per rimettersi in cammino, arrivò un uomo correndo, s'inginocchiò davanti a lui e gli chiese: “Buon Maestro, che devo fare per vivere per sempre?” Gesù rispose “Perché mi chiami buono? Solo Dio è veramente buono. Ma in quanto alla tua domanda, tu conosci i comandamenti di Dio: non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire il falso contro nessuno, non ingannare, rispetta tuo padre e tua madre”. “Signore, non sono mai venuto meno a nessuno di questi comandamenti”, rispose l'uomo. Gesù, guardandolo, provò affetto per lui e gli disse: “Ti manca solo una cosa: vai a vendere tutto ciò che hai, dà il denaro ai poveri, ed avrai un tesoro nel cielo. Poi vieni e seguimi”. L'uomo si rabbuiò in viso e se ne andò via tristemente, perché era molto ricco. Gesù, guardandosi attorno, disse rivolto ai discepoli: “È quasi impossibile che un ricco entri nel Regno dei Cieli!” Questa affermazione li lasciò stupiti. E Gesù aggiunse: “È davvero difficile entrare nel Regno di Dio per quelli che confidano nelle ricchezze! È più facile per un cammello passare per la cruna di un ago, che per un ricco entrare nel Regno di Dio!” I discepoli erano piuttosto scettici e cominciarono a chiedersi fra loro: “Ma allora chi potrà mai essere salvato?” 27 Gesù li guardò attentamente, poi disse: “Per gli uomini è impossibile, ma non per Dio. Perché a Dio tutto è possibile”.

Esposizione del brano biblico

 

Abbiamo letto la storia dell’incontro tra Gesù e un uomo…ebbene… quest’uomo rivolge a Gesù una domanda: “Buon Maestro, che devo fare per vivere per sempre?”.
Potremmo senz’altro dire che la domanda di quell’uomo è anche la nostra domanda. La domanda che ognuna e ognuno di noi…nella sua preghiera personale rivolge al Signore.

Il “tale” di questa storia…più avanti…si scopre che è un uomo “ricco”…e parla a Gesù anche a nome nostro. In lui insomma siamo noi che ci avviciniamo a Cristo e parliamo con lui. Ed è anche a noi che il “maestro” risponde chiamandoci…all’osservanza dei comandamenti che Dio…tra lampi e terremoti…ha donato a Israele nella nube del Sinai come scritto in Esodo.
Sì!! “se vogliamo entrare nel Regno di Dio, dobbiamo osservare i comandamenti”…e così la risposta di Gesù suona un po’ generica…ed il giovane allora…non esita a dare a Gesù una risposta con queste parole precise:
“Signore, non sono mai venuto meno a nessuno di questi comandamenti”
E Gesù sta al gioco…e dà la spiegazione che gli è stata chiesta. La dà in maniera forse inaspettata e forse addirittura deludente. Infatti…non parla al suo interlocutore di osservare con rigore ed impegno le norme di purità e quelle legate al Culto e alla Preghiera come avrebbe fatto un qualsiasi maestro in Israele…ma cita il decalogo…e precisamente quella seconda parte delle “dieci parole” che riguarda il nostro rapporto con gli altri, e così dice al giovane che…se vuole “avere la vita eterna” deve: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso. Onora tuo padre e tua madre”Insomma…una risposta quasi scontata…quindi potremmo dire:

¿ Ma come? Uno ha il dono di incontrare Gesù aspettandosi chissà quali rivelazioni…quali meravigliosi nuovi insegnamenti…e si sente ripetere per l’ennesima volta il catechismo?…Veramente c’è da dire : “Tutto qui?”.
Ed infatti…il nostro giovane ci rimane un po’ male…e con lui forse anche noi…e se come lui…anche noi siamo dei credenti impegnati…noi diciamo con lui: “Ma tutte queste cose io le ho già osservate; che mi manca ancora?”.

E a questo punto…c’è la grande impennata…Gesù fa il Gesù…ed ecco uno sconvolgente salto di qualità. No! Non è affatto “tutto qui”!                                Non basta “osservare tutte queste cose”. Non basta comportarsi da persone per bene…da credenti rispettabili…Se davvero si vuole imparare da Gesù…ci vuole ben altro…serve qualcosa di vertiginosamente meno rispettabile…come una frase così: “Va’, vendi tutto ciò che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro nei cieli; poi vieni e seguimi”.

“Va’, vendi, vieni, seguimi”. Questa serie serrata di 4 imperativi ha un senso molto chiaro…anzi…come vedremo…persino troppo chiaro…
Finora il discorso era stato impostato dal giovane sul piano del fare…e dell’osservanza concreta delle regole. Ricordate la sua domanda iniziale: “Che cosa devo fare per avere la vita eterna?”, e poi, ancora: “Tutte queste cose le ho osservate”. E Gesù aveva rispettato quell’impostazione: e a lui che gli aveva domandato “cosa doveva fare”…aveva risposto appunto con il “fare”…cioè…doveva “non uccidere…non commettere adulterio…non rubare…non testimoniare il falso…onorare suo padre e sua madre…amare il suo prossimo come se stesso”.
Ma poi il giovane stesso ha commesso la bellissima imprudenza di voler andare oltre quel volere e dover fare…così ha chiesto: “Cosa mi manca ancora?”. Ed ha scatenato l’uragano. Se davvero non s’accontenta di essere un pio israelita…“se vuole essere perfetto” della perfezione che solo Gesù può dare…deve mandare all’aria tutta la sua vita e diventare un altro. Sinora il nostro giovane è vissuto in modo irreprensibile…e adesso questo maestro unico e in maniera sconcertante gli chiede di spogliarsi di tutto e di seguirlo (e non possiamo non ricordare come, secondo le cronache del tempo, Valdo di Lione si sia convertito proprio ascoltando questa stessa parola “Va’, vendi, vieni, seguimi”, e come, stando alla testimonianza dello scrittore inglese Walter Map, abbia, assieme ai fratelli del suo gruppo, “seguito nudo un Cristo nudo”).
Davvero!!!...con Gesù non si tratta di fare i bravi e i buoni…ma di mettere in gioco la propria vita. Vengono qui alla mente allora…quelle sue parole: “Va’, vendi, vieni, e seguimi”. Davanti a quest’abisso che gli si è spalancato sotto i piedi…il giovane non se la sente di fare il grande salto. Così…esce malinconicamente dalla scena: “Ma egli, rattristato da quella parola, se ne andò dolente perché aveva molti beni”…a cui era molto attaccato, e non sono necessariamente solo i suoi beni materiali, era amato da tanti…era stimato per la sua onestà…era apprezzato per la sua pietà… Come si fa a lasciare tutto questo…così…di punto in bianco?…


Ma al colloquio tra Gesù ed il giovane ricco…era anche presente qualcuno che quel salto l’ha fatto. Come sempre…infatti…Gesù non era solo…con lui c’erano “i discepoli”. E con loro vi ricordate cosa avvenne?
Mentre passava lungo il mare di Galilea, egli vide Simone e Andrea, fratello di Simone, che gettavano la rete in mare, perché erano pescatori. Gesù disse loro: «Seguitemi, e io farò di voi dei pescatori di uomini». Essi, lasciate subito le reti, lo seguirono. Poi, andando un po' più oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni, suo fratello, che anch'essi in barca rassettavano le reti; e subito li chiamò; ed essi, lasciato Zebedeo loro padre nella barca con gli operai, se ne andarono dietro a lui. (cfr. Marco 1, 16 ss.). Sì!!...“Simone”, “Andrea”, “Giacomo”, “Giovanni”, e tutti quanti gli altri…hanno abbandonato tutto e hanno seguito Gesù.
E se noi questi episodi…adesso li abbiamo ricordati…i discepoli non c’è pericolo che li abbiano mai dimenticati. Così…dopo il primo momento di “sbigottimento” di fronte alle parole del “maestro” sull’impossibilità che “un ricco entri nel regno dei cieli” (sbigottimento che è dovuto al fatto che – come tutti gli Israeliti – i discepoli erano cresciuti nella convinzione che le ricchezze fossero il segno della benedizione di Dio per i giusti),…sono subito passati a chiedere a Gesù: “Chi dunque può essere salvato?” e la risposta di Gesù tutta intessuta di misericordia fu questa: “Agli uomini questo è impossibile, ma a Dio ogni cosa è possibile”, così subito dopo…fecero il confronto fra loro ed il giovane che se ne è appena andato “tutto triste”…e furono orgogliosi di quello che ebbero fatto! Tanto che…lo ricordano a Gesù: “Ecco noi abbiamo lasciato ogni cosa e ti abbiamo seguito; che ne avremo dunque?”.
Gesù li rassicura: “Io vi dico in verità che nella nuova creazione, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, anche voi, che mi avete seguito, sarete seduti su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. E chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi a causa del mio nome, ne riceverà cento volte tanto, ed erediterà la vita eterna”. E senz’altro…mentre conferma ai discepoli la piena fedeltà alle sue promesse…avrà pensato a quel giovane che era venuto gioioso all’incontro con lui e se ne è andato via in crisi…avrà pensato alla sua tristezza e sperato che un giorno sia così coraggioso di “andare, vendere tutto e seguirlo”…
Certo…Gesù vuole bene ai suoi discepoli che ora sono contenti e fieri della loro sequela…ma forse in quel momento…si sente più vicino a quel giovane che s’è allontanato a capo chino che non ai discepoli che stanno lì tutti fieri davanti a lui…e così li ammonisce dicendo: “Voi ora vi sentite superiori a quel giovane, e lo siete…siete “i primi” al cospetto di Dio. Però state attenti!...perché vi ho appena detto che “a Dio tutto è possibile”, e allora può capitare che Dio rovesci tutte le carte in tavola, e che “molti che ora sono primi saranno ultimi, e molti che ora sono ultimi, saranno primi”…

Ritornando al nostro giovane e sul significato di ricchezza, ebbene…Gesù lo ha messo alla prova nel suo punto più debole e vulnerabile…la sua ricchezza, che il giovane pensava fosse il suo punto di forza e la sua sicurezza del domani, in quanto, quel giovane, pensava di ottenere la vita eterna compiendo qualche cosa di buono, ma la salvezza non la si ottiene con le opere buone (Efesini 2:8; Tito 3:5) ma soltanto arrendendosi alla signoria di Gesù, e questa ricchezza però, gli impediva di seguire Gesù e  andandosene fece capire che non era disposto a mettere Gesù prima dei suoi beni. Quindi…l’affermazione di Gesù: “Va’, vendi, vieni, e seguimi” significa forse che tutti i credenti debbano liberarsi delle proprie ricchezze? No!! Non è necessariamente sbagliato possedere delle ricchezze, fino a che queste non seducono il nostro cuore ostacolando la comunione con Dio e distogliendoci dalla nostra attenzione verso il Signore. (cfr. 1° Timoteo 6:10).

“Sì!!...Dio può dare a quel giovane e a tutte e tutti noi, la forza che quel giovane non ha avuto, cioè…mettere in primo piano l’amore verso Dio e in secondo piano i propri beni materiali così da poter seguire le orme di Gesù. Solo così facendo si potrà ricevere la “vita eterna”.

AMEN

(Giampaolo Castelletti, domenica 29 settembre 2024. Tutte le citazioni bibliche sono tratte dalla versione Nuova Riveduta, a cura della Società Biblica di Ginevra, prima edizione 1994).

 


 

 

 

 

 

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