La moderatora Bonafede: l'attenzione di tanti italiani ci affida una grande responsabilità
Roma (NEV), 12 ottobre 2011 - Una impennata del 31% delle firme a favore di valdesi e metodisti, che arrivano a quota 413.000 pari al 2,3% dei contribuenti che destinano esplicitamente il loro otto per mille: sono questi i dati abbastanza clamorosi comunicati dall'Agenzia delle Entrate relativi alle dichiarazioni del 2008. Queste cifre determinano la quota attribuita alla Chiesa valdese, che per l'anno considerato ammonta a 12,1 milioni di euro. I fondi vengono infatti attribuiti e trasferiti tre anni dopo la presentazione delle dichiarazioni all'Agenzia delle Entrate.
La ripartizione regionale delle firme conferma uno schema consolidato: in tutte le regioni meridionali le firme a valdesi e metodisti sono inferiori alla media nazionale mentre, in molte regioni del centro e in quasi tutte quelle del nord sono nettamente superiori: nel Lazio, ad esempio, si attestano al 2,93% e in Toscana al 2,69%, mentre in Lombardia arrivano al 2,43% e in Liguria al 3,69%. Punta di forza il Piemonte dove le firme per valdesi e metodisti sale al 7,29%.
“Ringraziamo le italiane e gli italiani che hanno firmato per noi – commenta la pastora Maria Bonafede, moderatora della Tavola valdese – e rinnoviamo il nostro impegno a una gestione laica e trasparente dei fondi che abbiamo ricevuto. Non un euro andrà a finanziare il culto, l'evangelizzazione o la manutenzione delle chiese ma tutti i fondi ricevuti saranno destinati a progetti sociali, culturali e assistenziali in Italia e all'estero. Detto questo – prosegue la moderatora – queste firme esprimono un desiderio di pluralismo che, ad oggi, non trova sufficiente riscontro né nel sistema politico né sui media né nel confronto pubblico su temi per noi rilevanti quali la bioetica, i diritti delle coppie omosessuali o degli immigrati, la laicità dello Stato quale garanzia della massima libertà di espressione culturale e religiosa. D'altra parte un aumento di consensi così rilevante in un solo anno dice qualcosa anche a noi valdesi e metodisti: siamo una chiesa di poche decine di migliaia di membri e le firme raccolte sono ormai pari a 15, 20 volte il numero dei nostri membri adulti che compilano la dichiarazione dei redditi. Attorno alla nostra azione sociale e culturale esiste insomma un'area di simpatia e di sostegno che ci spinge ad essere ancora più attivi e coraggiosi sia nelle nostre scelte che nelle nostre azioni”.
Culti
Omegna - Via F.lli Di Dio 64
Nel Tempio di Omegna, il Culto si tiene tutte le domeniche alle ore 9; Mercoledì 25 Dicembre, Natale, il Culto si terrà alle ore 9
Intra - C.so Mameli 19
Nel Tempio di Intra, il Culto si tiene tutte le domeniche alle ore 11; Mercoledì 25 Dicembre, Natale, il Culto si terrà alle ore 11
12/10/2011
07/10/2011
L'abisso invoca l'abisso
Dal lezionario "UN GIORNO UNA PAROLA":
<< Per amore del mio nome io rinvierò la mia ira, e per amore della gloria io mi freno per non sterminarti >> (Isaia 48,9).
<< Dio, che è ricco in misericordia, per il grande amore con cui ci amati, anche quando eravamo mortinei peccati, ci ha vivificati con Cristo >> (Efesini 2, 4-5).
<< L'abisso invoca l'abisso >>: l'abisso della mia miseria invoca l'abisso della tua misericordia, l'abisso dei peccati invoca l'abisso delle grazie. Ma l'abisso della misericordia è più grande dell'abisso della miseria. Perciò l'abisso colmi l'abisso, l'abisso della misericordia colmi l'abisso della miseria.
Girolamo Savonarola
<< Per amore del mio nome io rinvierò la mia ira, e per amore della gloria io mi freno per non sterminarti >> (Isaia 48,9).
<< Dio, che è ricco in misericordia, per il grande amore con cui ci amati, anche quando eravamo mortinei peccati, ci ha vivificati con Cristo >> (Efesini 2, 4-5).
<< L'abisso invoca l'abisso >>: l'abisso della mia miseria invoca l'abisso della tua misericordia, l'abisso dei peccati invoca l'abisso delle grazie. Ma l'abisso della misericordia è più grande dell'abisso della miseria. Perciò l'abisso colmi l'abisso, l'abisso della misericordia colmi l'abisso della miseria.
Girolamo Savonarola
Breve storia della Chiesa Metodista di Omegna
Nel 1878 il "maestro evangelista" Gaetano Barbieri, coadiutore del pastore di Intra, va a risiedere a Villadossola dove apre una piccola comunità che raccoglie i numerosi montanari diventati protestanti e che affluiscono a valle per i servizi religiosi, spesso compiendo ore di cammino. Lì apre anche un piccolo centro per bambini e per orfani che in breve sarà spostato a Intra: con il nome di "Pestalozzi", noto pedagogista evangelico, diventerà una delle opere più grosse della Chiesa Metodista e ospiterà centinaia di bambini di tutta la zona fino all’ inizio della seconda guerra mondiale.
Negli ultimi 20 anni del secolo vi fu una notevole espansione del protestantesimo nella zona, pur trattandosi sempre di piccoli numeri: era terminata anche l'illusione di un movimento di massa che desse all'Italia quell'impulso che le era mancato dallo sradicamento sul nascere della Riforma nel '500. Chi si accosta al protestantesimo lo fa a livello individuale, qualche volta familiare, e sempre perché contattato personalmente ad opera, per lo più, di colportori. Costoro erano delle singolari figure di credenti : persone semplici che giravano per i mercati e per i paesi, offrendo o vendendo Bibbie. Molto spesso la sola lettura della Bibbia, confrontata con la realtà del Cattolicesimo, faceva sì che le persone diventassero protestanti. Questo accadde in uno sperduto paesino di montagna raggiunto da un colportore: Quarna di Sopra.
Intorno al mugnaio-albergatore Stefano Crotta e alla sua famiglia, nacque nel 1884 un piccolo gruppo di persone che si raccoglievano a leggere insieme la Bibbia. Il pastore di Intra poteva visitarli solo due o tre volte l'anno.
Negli stessi anni si va consolidando un gruppo di protestanti italiani a Luino, dove nascerà una comunità nel 1890, mentre sul versante piemontese accade che nel 1889 il paese di Montorfarno si stacca quasi interamente dalla Chiesa Cattolica per un dissidio con il parroco di Mergozzo da cui dipendeva.
Nel passaggio al protestantesimo ha senza dubbio avuto un notevole peso la presenza di alcuni emigrati che, dopo esser stati nel Nord America entrando in contatto con quel mondo, erano ritornati al paese. La differenza tra il modello di società d'oltre oceano e la religione predominante fosse quella protestante non lasciava indifferenti le persone. Così viene chiamato il pastore di Intra e nel giro di due anni si forma una vera e propria comunità.
A Montorfano i paesani si danno da fare per costruire una chiesa con annessa scuola: l'unica che sia mai esistita in paese e che continuerà a funzionare fin dopo la seconda guerra mondiale. Si apre un problema riguardo la cura pastorale di Montorfano e del gruppo di Gravellona. Il pastore di Intra caldeggia l'invio di un altro collega in zona e, nonostante le difficoltà finanziarie, la Missione Wesleyana decide di mandare un pastore, però con residenza a Omegna.
La scelta di Omegna non era casuale. Nel 1886 un imprenditore svizzero, Massimiliano Ackermann, aveva aperto un grosso complesso industriale. Numerose maestranze che lavoravano per lui, personalmente cattolico, provenivano dalla Svizzera ed erano protestanti. Così aumentava questo gruppo straniero che già da tempo contava alcune famiglie di imprenditori stabilitisi a Gravellona e nella zona: Walty, Häusler, Mattenberger, Berchtold, Schneider, Fürter, Rothplez.
Il primo pastore di Omegna fu Gaspare Cavazzuti che, giunto sul posto, fonda la comunità raccogliendo i gruppi di Quarna, di Gravellona, di Montorfano e i nuovi arrivati a Omegna. Ma la sua attività si amplia, secondo la consuetudine, e inizia un lavoro di "evangelizzazione". Con questo termine si definisce la predicazione del "puro Evangelo" contrapposto ai "dettami" della Chiesa Cattolica.
Ufficialmente la comunità di Omegna viene fondata l’11 dicembre del 1892. Gli inizi non sono facili: poche persone del luogo aderiscono alla Chiesa Metodista, nonostante siano molte quelle che frequentano le riunioni. Subito si manifesta l'ostilità nei confronti di chi si avvicina alla Chiesa protestante. C'è chi è minacciato di perdere i diritti alla sussistenza pubblica (spesso si tratta di gente di umili condizioni, che coglie la novità di un messaggio liberatorio anche sul piano sociale). C'è chi rischia la perdita del posto di lavoro, o della casa. Lo sfratto colpisce due volte lo stesso Cavazzuti, finché egli decide di passare al contrattacco!
II pastore Cavazzuti, era dotato di un forte carattere: se i giornali dell'epoca non risparmiano gli attacchi a questo intruso che sembra essere così poco rispettoso delle consuetudini religiose del paese, le repliche del pastore non sono da meno! Altri problemi nascono dal fatto che il primo locale di culto era confinante con un istituto religioso cattolico: un muretto di confine diventò ben presto la causa di interminabili diverbi. Interminabili, almeno fino a quando il pastore non ricevette lo sfratto. La ricerca di un altro locale si rivelò difficile e le riunioni religiose vennero tenute per qualche tempo nell'abitazione del Cavazzuti. Ma l'intimazione di sfratto raggiunse anche il suo appartamento, complici - secondo il pastore - i maneggi della perpetua del prete che sarebbe andata seminando zizzania in paese.
Di chiunque fosse la responsabilità, certo era che il pastore non riusciva più a trovare un locale in Omegna e, in breve, avrebbe dovuto lasciare anche la casa. Di fronte a questa sconfitta, ecco che si rivela il forte carattere di Gaspare Cavazzuti. Piuttosto che andarsene, egli decide di tentare la costruzione di una chiesa, con annesso appartamento pastorale. L'impresa sembrava disperata: la Missione Wesleyana, sempre alle prese con enormi problemi finanziari, non poteva stanziare praticamente nulla: il Cavazzuti avrebbe dovuto fare tutto da solo.
La prima persona interpellata da Cavazzuti fu l'imprenditore cattolico Massimiliano Ackermann.
Il pastore prospettò la necessità di un locale di culto adatto per le numerose maestranze svizzere protestanti che lavoravano nella sua fabbrica. Ma Cavazzuti si trovò di fronte a un interlocutore di carattere altrettanto "forte" e deciso piuttosto a licenziare le proprie maestranze piuttosto che collaborare alla costruzione di una chiesa protestante.
Il primo colloquio fu particolarmente burrascoso; tuttavia si ha ragione di credere che i due personaggi si rispettassero a vicenda, dato che in altre occasioni Cavazzuti, in una insolita veste di sindacalista, riuscì ad ottenere alcune migliorìe in fabbrica, tra cui l'istituzione di un "nido" per i figli delle operaie. Quasi al termine della vita, provato dalla prematura scomparsa dell'unico figlio, Ackermann ricercò il conforto di Cavazzuti che gli fu vicino, anche se ormai non era più pastore a Omegna, essendo stato trasferito a Milano.
La raccolta di fondi per la costruzione della chiesa iniziò nel 1895: Cavazzuti si recò più volte in Svizzera e mobilitò tutte le sue conoscenze inglesi. Ma si dette molto da fare anche in zona, rivolgendosi ai numerosi stranieri che venivano a villeggiare sul lago d'Orta e sul Maggiore. Un sistema usato per contattare i possibili benefattori era quello di inviare i suoi figli lungo le principali vie di passaggio e di far loro lanciare dei volantini all'interno delle carrozze.
Sul piccolo libriccino dove il Cavazzuti segnò per 5 anni in modo molto scrupoloso tutte le somme raccolte, si notano alcuni nomi illustri: il console svizzero, il vice-sindaco di Londra, la regina madre d'Olanda. E poi tante, tantissime piccole offerte provenienti da persone semplici: anche gli evangelici italiani della zona fecero uno sforzo non indifferente. E agli appelli lanciati in Italia risposero non soltanto i metodisti, ma pure protestanti di altre denominazioni.
Il terreno fu subito comprato: un appezzamento rettangolare, vicino al centro allora abitato, tra il canale Nigoglia e la strada principale per Gravellona (l'odierna via Fratelli di Dio). Nel 1896 iniziarono i lavori di costruzione della chiesa, lavori che durarono meno di un anno. Si trattava di un edificio non molto grande, in stile neoclassico, con portale. All'interno si trovava la sala di culto e, dietro, alcuni altri locali da destinare a scuola. Al primo piano era previsto l'alloggio pastorale.
La sottoscrizione continuò fino al giugno del 1900 perché al momento della costruzione solo la metà della cifra occorrente era stata raccolta. Pure, la solenne inaugurazione ebbe luogo il 16 maggio 1897, alla presenza del responsabile della Missione Wesleyana in Italia, Henry Piggott, e di numerose rappresentanze delle altre comunità evangeliche della zona. Il giorno dopo vi fu una grande festa popolare a Montorfano la cui comunità proprio in quel periodo era impegnata nella costruzione della propria chiesa.
Negli ultimi 20 anni del secolo vi fu una notevole espansione del protestantesimo nella zona, pur trattandosi sempre di piccoli numeri: era terminata anche l'illusione di un movimento di massa che desse all'Italia quell'impulso che le era mancato dallo sradicamento sul nascere della Riforma nel '500. Chi si accosta al protestantesimo lo fa a livello individuale, qualche volta familiare, e sempre perché contattato personalmente ad opera, per lo più, di colportori. Costoro erano delle singolari figure di credenti : persone semplici che giravano per i mercati e per i paesi, offrendo o vendendo Bibbie. Molto spesso la sola lettura della Bibbia, confrontata con la realtà del Cattolicesimo, faceva sì che le persone diventassero protestanti. Questo accadde in uno sperduto paesino di montagna raggiunto da un colportore: Quarna di Sopra.
Intorno al mugnaio-albergatore Stefano Crotta e alla sua famiglia, nacque nel 1884 un piccolo gruppo di persone che si raccoglievano a leggere insieme la Bibbia. Il pastore di Intra poteva visitarli solo due o tre volte l'anno.
Negli stessi anni si va consolidando un gruppo di protestanti italiani a Luino, dove nascerà una comunità nel 1890, mentre sul versante piemontese accade che nel 1889 il paese di Montorfarno si stacca quasi interamente dalla Chiesa Cattolica per un dissidio con il parroco di Mergozzo da cui dipendeva.
Nel passaggio al protestantesimo ha senza dubbio avuto un notevole peso la presenza di alcuni emigrati che, dopo esser stati nel Nord America entrando in contatto con quel mondo, erano ritornati al paese. La differenza tra il modello di società d'oltre oceano e la religione predominante fosse quella protestante non lasciava indifferenti le persone. Così viene chiamato il pastore di Intra e nel giro di due anni si forma una vera e propria comunità.
A Montorfano i paesani si danno da fare per costruire una chiesa con annessa scuola: l'unica che sia mai esistita in paese e che continuerà a funzionare fin dopo la seconda guerra mondiale. Si apre un problema riguardo la cura pastorale di Montorfano e del gruppo di Gravellona. Il pastore di Intra caldeggia l'invio di un altro collega in zona e, nonostante le difficoltà finanziarie, la Missione Wesleyana decide di mandare un pastore, però con residenza a Omegna.
La scelta di Omegna non era casuale. Nel 1886 un imprenditore svizzero, Massimiliano Ackermann, aveva aperto un grosso complesso industriale. Numerose maestranze che lavoravano per lui, personalmente cattolico, provenivano dalla Svizzera ed erano protestanti. Così aumentava questo gruppo straniero che già da tempo contava alcune famiglie di imprenditori stabilitisi a Gravellona e nella zona: Walty, Häusler, Mattenberger, Berchtold, Schneider, Fürter, Rothplez.
Il primo pastore di Omegna fu Gaspare Cavazzuti che, giunto sul posto, fonda la comunità raccogliendo i gruppi di Quarna, di Gravellona, di Montorfano e i nuovi arrivati a Omegna. Ma la sua attività si amplia, secondo la consuetudine, e inizia un lavoro di "evangelizzazione". Con questo termine si definisce la predicazione del "puro Evangelo" contrapposto ai "dettami" della Chiesa Cattolica.
Ufficialmente la comunità di Omegna viene fondata l’11 dicembre del 1892. Gli inizi non sono facili: poche persone del luogo aderiscono alla Chiesa Metodista, nonostante siano molte quelle che frequentano le riunioni. Subito si manifesta l'ostilità nei confronti di chi si avvicina alla Chiesa protestante. C'è chi è minacciato di perdere i diritti alla sussistenza pubblica (spesso si tratta di gente di umili condizioni, che coglie la novità di un messaggio liberatorio anche sul piano sociale). C'è chi rischia la perdita del posto di lavoro, o della casa. Lo sfratto colpisce due volte lo stesso Cavazzuti, finché egli decide di passare al contrattacco!
II pastore Cavazzuti, era dotato di un forte carattere: se i giornali dell'epoca non risparmiano gli attacchi a questo intruso che sembra essere così poco rispettoso delle consuetudini religiose del paese, le repliche del pastore non sono da meno! Altri problemi nascono dal fatto che il primo locale di culto era confinante con un istituto religioso cattolico: un muretto di confine diventò ben presto la causa di interminabili diverbi. Interminabili, almeno fino a quando il pastore non ricevette lo sfratto. La ricerca di un altro locale si rivelò difficile e le riunioni religiose vennero tenute per qualche tempo nell'abitazione del Cavazzuti. Ma l'intimazione di sfratto raggiunse anche il suo appartamento, complici - secondo il pastore - i maneggi della perpetua del prete che sarebbe andata seminando zizzania in paese.
Di chiunque fosse la responsabilità, certo era che il pastore non riusciva più a trovare un locale in Omegna e, in breve, avrebbe dovuto lasciare anche la casa. Di fronte a questa sconfitta, ecco che si rivela il forte carattere di Gaspare Cavazzuti. Piuttosto che andarsene, egli decide di tentare la costruzione di una chiesa, con annesso appartamento pastorale. L'impresa sembrava disperata: la Missione Wesleyana, sempre alle prese con enormi problemi finanziari, non poteva stanziare praticamente nulla: il Cavazzuti avrebbe dovuto fare tutto da solo.
La prima persona interpellata da Cavazzuti fu l'imprenditore cattolico Massimiliano Ackermann.
Il pastore prospettò la necessità di un locale di culto adatto per le numerose maestranze svizzere protestanti che lavoravano nella sua fabbrica. Ma Cavazzuti si trovò di fronte a un interlocutore di carattere altrettanto "forte" e deciso piuttosto a licenziare le proprie maestranze piuttosto che collaborare alla costruzione di una chiesa protestante.
Il primo colloquio fu particolarmente burrascoso; tuttavia si ha ragione di credere che i due personaggi si rispettassero a vicenda, dato che in altre occasioni Cavazzuti, in una insolita veste di sindacalista, riuscì ad ottenere alcune migliorìe in fabbrica, tra cui l'istituzione di un "nido" per i figli delle operaie. Quasi al termine della vita, provato dalla prematura scomparsa dell'unico figlio, Ackermann ricercò il conforto di Cavazzuti che gli fu vicino, anche se ormai non era più pastore a Omegna, essendo stato trasferito a Milano.
La raccolta di fondi per la costruzione della chiesa iniziò nel 1895: Cavazzuti si recò più volte in Svizzera e mobilitò tutte le sue conoscenze inglesi. Ma si dette molto da fare anche in zona, rivolgendosi ai numerosi stranieri che venivano a villeggiare sul lago d'Orta e sul Maggiore. Un sistema usato per contattare i possibili benefattori era quello di inviare i suoi figli lungo le principali vie di passaggio e di far loro lanciare dei volantini all'interno delle carrozze.
Sul piccolo libriccino dove il Cavazzuti segnò per 5 anni in modo molto scrupoloso tutte le somme raccolte, si notano alcuni nomi illustri: il console svizzero, il vice-sindaco di Londra, la regina madre d'Olanda. E poi tante, tantissime piccole offerte provenienti da persone semplici: anche gli evangelici italiani della zona fecero uno sforzo non indifferente. E agli appelli lanciati in Italia risposero non soltanto i metodisti, ma pure protestanti di altre denominazioni.
Il terreno fu subito comprato: un appezzamento rettangolare, vicino al centro allora abitato, tra il canale Nigoglia e la strada principale per Gravellona (l'odierna via Fratelli di Dio). Nel 1896 iniziarono i lavori di costruzione della chiesa, lavori che durarono meno di un anno. Si trattava di un edificio non molto grande, in stile neoclassico, con portale. All'interno si trovava la sala di culto e, dietro, alcuni altri locali da destinare a scuola. Al primo piano era previsto l'alloggio pastorale.
La sottoscrizione continuò fino al giugno del 1900 perché al momento della costruzione solo la metà della cifra occorrente era stata raccolta. Pure, la solenne inaugurazione ebbe luogo il 16 maggio 1897, alla presenza del responsabile della Missione Wesleyana in Italia, Henry Piggott, e di numerose rappresentanze delle altre comunità evangeliche della zona. Il giorno dopo vi fu una grande festa popolare a Montorfano la cui comunità proprio in quel periodo era impegnata nella costruzione della propria chiesa.
Breve storia della Chiesa Metodista di Verbania Intra
Nel 1861 arrivano in Italia due pastori inglesi Pigott e Green, inviati dalla Societa' Missionaria Metodista Wesleyana per fare un'opera di evangelizzazione. Henri Pigott si stabilisce a Milano e di la' comincia a visitare la zona del lago Maggiore e la Val d'Ossola. Intra era una cittadina che contava numerose industrie manifatturiere i cui proprietari erano per lo piu' svizzeri di lingua tedesca e protestanti, che non erano curati "pastoralmente" da nessuno; tuttavia Pigott insiste nel lavoro con gli italiani.
La Chiesa Metodista di Verbania Intra nasce nel 1863, una delle prime comunita' sorte dalla predicazione metodista in Italia. Prima della formazione delle altre comunita', raccoglie tutti i Protestanti del Lago Maggiore, Lago d'Orta e Valle d'Ossola. La Chiesa ha un suo pregio architettonico sia all'interno che all'esterno; inaugurata nel 1893, si nota il suo campanile che e' punto di riferimento per chi entra ad Intra sia dalla strada sia attraversando il lago. La predicazione metodista si accompagnava sempre con l'istituzione di scuole e opere e cosi' avviene anche a Intra. Nel 1864 viene aperta una scuola alla quale risultano iscritti ottanta adulti e venti bambini, scuola che sara' una delle piu' importanti della missione wesleyana in Italia fino alla prima guerra mondiale. La predicazione e l'alfabetizzazione sono rivolte agli operai e ai piu' poveri, mentre la comunita' era costituita essenzialmente dai piu' ricchi datori di lavoro che poco frequentavano, ma garantivano il sostegno e la stabilita', il che favorira' anche nel futuro un lavoro evangelistico continuativo. Da Intra (Verbania) inizia l'opera di evangelizzazione che tocca tutte le sponde del lago, fino a Varese, il lago d'Orta e le sue montagne, Villadossola e Domodossola. Altre sale di culto si apriranno quindi a Pallanza, Laveno, Gravellona, Ramello, Omegna e Luino. A cavallo del secolo importante e' il lavoro evangelistico presso gli operai impegnati nel traforo del Sempione con l'apertura di una scuola, una biblioteca, un dopo lavoro e una sala di culto a Iselle; al termine dei lavori si ha inoltre un potenziamento della comunita' di Domodossola con la costruzione di un locale di culto. Il paese di Montorfano, nell'ultima decade del secolo, si converte quasi totalmente al protestantesimo grazie al lavoro del pastore di Intra e la' sorge una chiesa di granito (costruita dagli abitanti impegnati nel settore) e una scuola che sara' l'ultima a chiudere alla vigilia della seconda guerra mondiale.
Nel 1882 a Villadossola viene aperto un asilo chiamato "ricovero per bambini poveri"; quest'opera nasce in parte perche' i figli di famiglie protestanti sono discriminati soprattutto a scuola e in parte perche' vi erano dei bambini rimasti orfani. Gia' nel 1885 si prospetta l'idea di trasferire l'asilo-orfanotrofio a Intra. L'idea del pastore Amerigo Bossi, il vero artefice del consolidamento e dell'incremento di tale comunita' e' che a Intra, dove vi erano numerosi imprenditori stranieri, i bambini sarebbero stati sotto i loro occhi e avrebbero potuto venir assunti nelle loro fabbriche e lui avrebbe fornito istruzione e preparazione professionale. Nasce cosi' l'Istituto "Pestalozzi", intitolato all'educatore svizzero Giovanni Pestalozzi con sezione maschile e femminile, che ospitera' bambini provenienti da ogni parte d'Italia. Occorre quindi dotarsi di locali adatti, l'8 settembre 1893 viene solennemente inaugurato il nuovo complesso comprendente la chiesa con i locali sovrastanti come abitazione pastorale, due edifici (uno per l'ala femminile e l'altro per l'ala maschile), i locali della scuola e ampi laboratori al piano terreno per l'apprendimento dei mestieri (soprattutto falegnameria e calzaturificio), un grande giardino interno. Il grande artefice dello sviluppo dell'Istituto, nel primo decennio del novecento e' stato il pastore Alberto Zamperini che, grazie anche ai suoi contatti con la Svizzera, riuscira' a raccogliere notevoli somme di denaro per il sostentamento dell'opera e a dotarla di strutture moderne per l'epoca. Ogni anno usciva in bollettino stampato in piu' lingue con la descrizione delle attivita'. Il numero degli allievi arriva' a sfiorare l'ottantina. Solo le ristrettezze economiche del primo dopoguerra costrinsero la missione a un ridimensionamento e il sette ottobre del 1937 vi e' il trasferimento a Firenze dell'orfanotrofio che si chiamera' Gould-Pestalozzi. La vocazione per l'educazione e l'accoglienza ha, quindi, radici profonde nel Metodismo e soprattutto nella chiesa metodista di Verbania Intra. Con la casa di seconda accoglienza per extracomunitari le Chiese di Verbania, Omegna e Luino intendono proseguire nella testimonianza tangibile dell'amore fraterno, quell'amore che si traduce in solidarieta', disponibilita' e accoglienza degli stranieri, dei diversi, dei "minimi" con cui Dio si identifica (Matteo 25,40) e che nel complesso panorama socio-economico in cui viviamo, sono oggi i rifugiati ed immigrati.
28/09/2011
Ricominciare
Se sei stanco ed il cammino ti sembra lungo, se ti accorgi di aver sbagliato strada,
non lasciarti andare a perdere tempo.
Ricomincia!
Ricomincia!
Se la vita ti sembra troppo assurda,
Ricomincia!
Se hai cercato di amare e di essere utile, se hai conosciuto la povertà ed i condizionamenti. Non lasciare il compito svolto a metà.
Ricomincia!
Se gli altri ti guardano con riprovazione, se sono delusi di te o irritati,
non reagire non chiedere loro nulla.
Ricomincia!
Perché l'albero mette le gemme,dimenticando l'inverno.
Perché il ramo fiorisce, senza chiedere perché.
Perché l'uccello fa il suo nido senza pensare all'autunno.
Perché la vita è speranza e nuovo inizio!
Da "Réveil"
Gli evangelici e la nascita dell’Italia
Il contributo del movimento evangelico al Risorgimento
Le battaglie per la libertà religiosa e di coscienza
Figure esemplari di evangelici e storia d'Italia
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In queste pagine lo storico Giorgio Tourn riflette sull'esperienza religiosa vissuta nel quadro del Risorgimento da quegli italiani che, collegati al cristianesimo evangelico, si inserirono in modo attivo nel progetto unitario al punto da farlo proprio, benché in modo specifico e non acritico.
L'ottica con cui gli evangelici guardavano all'Italia risorgimentale era particolare: non era quella carbonara, mazziniana, garibaldina, repubblicana, moderata o radicale, ma, appunto, quella "evangelica", ovvero aveva carattere religioso. Calandosi nel processo storico, gli evangelici non si identificavano con esso, che né risolveva né realizzava il loro ideale, e d'altra parte, pur distanziandosene, non se ne dissociavano.
Giorgio Tourn
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Giorgio TOURN, Risorgimento e chiese cristiane, «Piccola collana moderna»
n. 138, pp. 216, euro 13,50, in offerta 15x15 euro 11,48
Link al sito: http://www.claudiana.it/php/mostrascheda.php?nscheda=9788870168679
27/09/2011
Veglia Ecumenica nello "Spirito di Assisi". In occasione del XXV anniversario dell'incontro di Pace tra le religioni
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Con:
Mons. Renato Corti (Vescovo della Chiesa cattolica in Novara), Pastore Jean-Félix Kamba Nzolo (Chiesa Evangelica Metodista di Verbania e di Omegna), Abuna Danyal El Bakhoumy (Responsabile della Chiesa Copta egiziana in Novara)
Mons. Renato Corti (Vescovo della Chiesa cattolica in Novara), Pastore Jean-Félix Kamba Nzolo (Chiesa Evangelica Metodista di Verbania e di Omegna), Abuna Danyal El Bakhoumy (Responsabile della Chiesa Copta egiziana in Novara)
22/09/2011
14/09/2011
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