Culti

Omegna - Via F.lli Di Dio 64
Nel Tempio di Omegna, il Culto si tiene tutte le domeniche alle ore 9; Mercoledì 25 Dicembre, Natale, il Culto si terrà alle ore 9

Intra - C.so Mameli 19
Nel Tempio di Intra, il Culto si tiene tutte le domeniche alle ore 11; Mercoledì 25 Dicembre, Natale, il Culto si terrà alle ore 11

29/03/2013

Culto del Venerdì Santo

Verbania: Tempio della Chiesa Evangelica Metodista - C.so Mamelli 19 -ore 21.00


Preghiera della Chiesa riformata di Scozia

Salvatore del mondo,
che cosa hai fatto per meritarti questo?
E che cosa abbiamo fatto noi, per meritare te?
Appeso insieme a malfattori,
insultato e coperto di sputi, tu attendi la morte
e ci cerchi, noi, che ti abbiamo crocifisso con i nostri peccati.
Mediante il mistero della sofferenza immeritata,
tu rechi il mistero più profondo dell'immeritato amore.
Perdonaci, perché non sappiamo quello che abbiamo fatto;
Apri i nostri occhi affinché possiamo vedere quanto facciamo ora,
mentre tu, mediante il legno e i chiodi,
infrangi la nostra malvagità e ci trasformi con la tua grazia. Amen.

08/03/2013

I valdesi e metodisti chi sono?

interno aula sinodale
Le chiese valdesi e metodiste sono chiese cristiane che fanno parte della grande famiglia protestante (o evangelica) che vive e confessa la fede cristiana attenendosi all'essenziale, sotto il controllo costante della Bibbia e del suo messaggio. Il protestantesimo storicamente è nato nel Cinquecento come risposta a un forte appello, rivolto all'intera chiesa cristiana, a tornare alla purezza e alla purezza e alla coerenza evangelica riformandosi ed  eliminando abusi ed errori. Su questo invito a riformarsi la chiesa del tempo si divise.
Attorno a teologi come Lutero, Zwingli,  Calvino e altri, molti si raccolsero per realizzare riforme locali, in attesa e nella speranza di un rinnovamento spirituale, sociale ed ecclesiastico che abbracciasse l'intera cristianità. Nacquero così, soprattutto nell'Europa del centro e del nord, diverse chiese protestanti. In altri paesi la Riforma protestante fu soppressa con la forza. La cristianità europea nel suo complesso rimase spaccata in due e la linea di separazione fra l'Europa cattolica e quella protestante fu spesso segnata da una frontiera di sangue.
Solo in epoca recente le chiese hanno imparato a riconoscersi in una comune fede cristiana, anche se le divisioni permangono a tutt'oggi. I protestanti tengono comunque a sottolineare con forza la loro dimensione cristiana ed ecumenica al tempo stesso, e la loro specifica vocazione di chiesa che, aperta al dialogo e alla collaborazione con le altre chiese, mantiene fermo il suo riferimento biblico centrale e la sua struttura di chiesa senza mediazioni né gerarchie.
 In Italia

La forte fioritura protestante della prima metà del Cinquecento non trovò altro sbocco che la scelta tra il rogo e l'emigrazione. La sola eccezione fa quella dei valdesi, che esistevano fin dal XII secolo come dissidenza cristiana di dimensione europea e che nel 1532 erano confluiti nella Riforma diventando una chiesa riformata in senso stretto. I valdesi sopravvissero a sanguinose persecuzioni e ad un tentativo di sterminio totale nel 1686.

Nell’Ottocento
Valdesi e metodisti, insieme alle altre chiese evangeliche che nel frattempo erano sorte in Italia, diedero un contributo al Risorgimento e al rinnovamento spirituale e religioso del paese, creando una rete di comunità dalle Alpi alla Sicilia. Un forte nucleo di valdesi esiste in Uruguay e Argentina e forma un'unica chiesa con i valdesi e metodisti italiani.
Valdesi e metodisti sono in Italia circa 30.000 con un centinaio di comunità e oltre cento pastori, di cui quasi il 20% sono donne. Relativamente poco numerosi, essi sono caratterizzati da una forte motivazione etica e sociale e dallo sforzo di uniformare all'evangelo la loro vita e la stessa organizzazione della chiesa. Insieme alle chiese battiste, luterane, l'Esercito della Salvezza e alcune chiese libere, essi fanno parte della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, che gestisce importanti attività comuni come il Servizio rifugiati e migranti, la rubrica televisiva Protestantesimo, il culto radio della domenica mattina su RAI Radiouno e il servizio stampa Nev.
Valdesi e metodisti

Dal 1979 sono uniti nello stesso Sinodo, e come tali hanno stipulato nel 1984 un'Intesa con lo Stato che ne garantisce la libertà di culto e di azione nei campi dell'assistenza, della solidarietà sociale, dell'educazione e della cultura. Dal 1993 il nome della Chiesa evangelica valdese - Unione dette chiese valdesi e metodiste, è stato incluso fra gli Enti di culto che hanno accesso alla ripartizione dell'8 per mille dell'Irpef. Oltre alle ordinarie attività di culto, di predicazione e di formazione, valdesi e metodisti svolgono attività culturali, di assistenza e di promozione sociale. Sul piano culturale hanno a Roma una Facoltà di teologia, a Torino la Casa editrice Claudiana e Centri culturali nelle principali città. Oltre agli ospedali e a diversi istituti di accoglienza per anziani, bambini, ecc., le chiese valdesi e metodiste gestiscono centri sociali di forte impegno sul territorio, fra cui La Noce (Palermo), Servizio Cristiano (Riesi - CL), Cosa Materna (Portici - NA). Il settimanale delle chiese valdesi, metodiste e battiste è Riforma - L'Eco delle Valli valdesi.

I FONDAMENTI DEL PROTESTANTESIMO
Questi sono schematicamente i principi fondamentali del protestantesimo:
La salvezza per grazia mediante la fede II Dio libero, che si rivolge liberamente agli esseri umani, crea con loro un rapporto diretto e di coscienza che non ha bisogno di mediazioni sacerdotali. "Nel protestantesimo non esistono pertanto sacerdoti; la comunità dei credenti riconosce e valorizza al suo interno diversi carismi e ministeri (pastorale, diaconato, insegnamento...)
La Bibbia come unica fonte di autorità

Dio ha parlato per mezzo dei suoi profeti e in modo unico in Gesù Cristo. La Bibbia è perciò il fondamento primo della fede e della vita cristiana.

La Riforma ha così definito il suo programma: Sola Scrittura, solo Cristo, solo per fede.

La Bibbia, è la sola fonte di conoscenza,
 di orientamento per la Fede;
Gesù Cristo  è l'unica sorgente di salvezza,
di speranza per gli uomini,la sola autorità per la Chiesa; la Fede,cioè l'accettazione del dono di Dio, è l'unica via con cui l'uomo può giungere alla salvezza:

quindi fondandoci sulla Bibbia non rendiamo alcuna venerazione o culto alla Madonna e ai santi, rifiutiamo l'autorità del Papa sulla Chiesa, sui credenti, rifiutiamo il ministero sacerdotale come intermediario fra Dio e gli uomini come detentore del potere sacramentale, riconosciamo due soli sacramenti:

il Battesimo che è segno della nostra morte e resurrezione in Cristo; la Cena del Signore, o comunione, o eucarestia, che è il segno visibile della reale, ma spirituale, comunione con la persona e l'opera vivente di Gesù, della comunione fraterna fra coloro che credono il lui.

Un'etica fondata sulla responsabilità e la libertà
Gesù Cristo non ha insegnato una nuova legge che sostituisca l'antica, cioè nuove regole o precetti., ma chiama uomini e donne ad una libertà che si esercita nella responsabilità: per sé e per il prossimo, per la società e per il creato.

Una chiesa come assemblea dei credenti
La chiesa è la società di coloro che in Cristo sono stati chiamati ad una nuova vita. Essa è un'assemblea di eguali, nella quale l'evangelo viene annunziato e i sacramenti correttamente amministrati. Non ha una sua forma necessaria o fissa, non ha gerarchie ma si amministra da sola sul piano locale, regionale e mondiale, senza ingerenze del potere politico e senza esercitare da parte sua alcun potere.




25/02/2013

Incontri della Giornata mondiale di preghiera 2013: "Ero straniero e voi mi avete accolto"


Weltgebetstag 2013 Frankreich
VERBANIA:
VENERDI' 01 MARZO 2013
ORE 21 - Chiesa Evangelica Metodista, C.so Mameli 19

OMEGNA:
MARTEDI' 12 MARZO,
ORE 21.00 - Chiesa parrocchiale dell'Oratorio

La liturgia della Giornata mondiale di preghiera 2013 curata dalle donne cristiane della Francia

Ero straniero e voi mi avete accolto

Essere straniero/a - sentirsi estraneo/a - è qualcosa che ha a che fare con l'immigrazione o l'emigrazione, ma non solo. Questa sensazione può essere percepita anche nel proprio paese, nel proprio ambiente. Ci separano magari la cultura, i concetti religiosi diversi, oppure potrebbero essere aspetti superficiali come il colore della pelle, l'abbigliamento, l'acconciatura, i gioielli? Vi sono vari tipi di emarginazione che rendono la vita umana più difficile e possono perfino portare allo scoraggiamento e alla disperazione. Come possiamo reagire - per noi e per altre donne, per uomini e bambini? Soffermiamoci un attimo su questo tema interessante con l'ausilio dei brani biblici del Levitico 19,1-2; 33-37 et di Matteo 25, 31-46.

Ecumenismo al femminile

Nell’ambito della Giornata mondiale di preghiera non ci si accontenta di parlare di ecumenismo, ma lo si vive nel vero senso della parola. Sul piano nazionale si cerca e cura il contatto con le donne di tutte le denominazioni cristiane disposte a collaborare ecumenicamente. Sul piano internazionale valgono gli stessi principi da mettere in pratica. In numerosi paesi l’impegno di elaborare una liturgia comune rappresenta la primissima opportunità di lavorare insieme per le donne di varie Chiese cristiane. In altri paesi, dove l’ecumenismo femminile gode già di una lunga tradizione, le donne della Giornata mondiale di preghiera hanno notevolmente contribuito, attraverso le generazioni, a giungere al consolidato movimento attuale della base cristiana.

20/02/2013

Che cosa significa oggi «protestante riformato»?

di Eric Fuchs*

Le nostre chiese riformate non sanno più bene dove situarsi tra, da un lato un integralismo che respinge il legame con la cultura e si rinchiude in un autismo distruttivo e, dall’altro, un conformismo che, per paura delle differenze potenzialmente conflittuali, si allinea freddolosamente sui valori dominanti della società.

Predicare la «Santa ignoranza»(1) per meglio esaltare la fede è altrettanto dannoso quanto annunciare trionfalmente che è tempo di «credere in Dio che non esiste» per farsi ammettere da una società diventata indifferente; in un caso, è disprezzare l’intelligenza e confondere fede e credulità; nell’altro, è disprezzare il coraggio spirituale e confondere l’accettazione della differenza con la compiacenza.

Una intelligenza fecondata
Con sant’Anselmo, il protestantesimo ha sempre affermato che la fede chiamava l’intelligenza e la fecondava. Ha preso le distanze sia da un certo razionalismo orgoglioso sia da uno spiritualismo che pretende l’immediatezza di una relazione con il divino. La fede cerca la ragione per condurla a quello che la giustifica e la realizza. Ma anche per essere da essa preservata da ogni pretesa orgogliosa di credersi incaricata, lei sola, di condurre al bene e alla giustizia.
La fede senza la ragione sprofonda nel sentimentalismo o nel fanatismo. La ragione senza la fede manifesta un orgoglio arrogante. Karl Barth riassume così il proposito di Anselmo: Credo ut intelligam (credo per comprendere) significa: (2) La mia fede stessa, in quanto tale, è un appello alla conoscenza.
Credo non per non dover più pensare, (…), credo, per pensare meglio, in modo più rigo­roso e far così onore a Colui che mi vuole capace di «amarlo con tutto il mio pensiero» come dice il secondo comandamento della Leg­ge riassunto da Gesù. Si può dire che il protestantesimo, nel corso della sua storia, ha manifestato un grande appetito intellettuale e una grande preoccupazione di far capire che cosa è la fede nelle sue fonti come nei suoi frutti. L’identità protestante è dunque inseparabile dalla riflessione intellettuale teologica. Bisogna ripeterlo in un tempo in cui le nostre chiese protestanti sembrano disinteressarsi della sorte delle loro facoltà teologiche e dei loro centri di formazione e accettare che i loro pastori siano costretti ad assomigliare sempre di più a degli animatori culturali.
Ora, senza questo intellectus fidei, questa intelligenza della fede, questa si riduce a un sentimento, un’emozione, uno stato d’animo che non può né essere trasmesso agli altri (generazioni, in particolare), né nutrire un’azione concreta realistica. L’etica come la spiritualità evangelica sono allora trascurate, perché richiedenti un’esigente presa a carico di sé.
Ma, come ricordava già Dietrich Bonhoeffer alla sua chiesa: «La grazia a buon mercato è la nemica mortale della nostra chiesa. (…) In questa chiesa, il mondo trova, a buon mercato, un velo per coprire i propri peccati, peccati di cui non si pente e di cui (…) non desidera liberarsi (…) La grazia a buon mercato è la giustificazione del peccato e non del peccatore»(3) È dunque il rifiuto dell’etica evangelica a vantaggio di un’etica allineata sui comportamenti della maggioranza.

Tornare alla Fonte.
È dunque tempo di tornare a ciò che oggi chiamiamo volentieri «i fondamentali», il che designa, per quanto riguarda il protestantesimo riformato, l’insegnamento della Scrittura. (…)

Per la riforma protestante, non siamo salvati dai nostri meriti, dalla qualità o dagli scrupoli della nostra obbedienza ai comandamenti morali della chiesa, ma dalla sola fiducia e bontà di Dio. La salvezza si esprime molto concretamente attraverso un modo di vivere che onora Dio e, a imitazione di Cristo, si mette al ser­vizio del suo prossimo. Il protestantesimo è abitato da una esigenza morale che, per essere fedele a Colui al servizio del quale intende rispondere, deve riformarsi costantemente anch’essa. (..)

Combattere l’individualismo deleterio.
Primo valore da mettere in discussione: l’individuali­smo. Si è spesso detto a ragione che l’individualismo era uno dei frutti della Riforma per il peso che essa ha messo sulla fede personale; il legame istituzionale con la chiesa è secondario (per molti protestanti perfino inutile). Su que­sto punto bisogna chiaramente fare marcia indietro e ricordare con la Scrittura che non è bene che l’uomo sia solo.
La nostra società ha sviluppato un individualismo egoista e conflittuale; la concorrenza vi è diventata un modo di vita che, dal commercio, si è estesa all’educazione, alla sanità, allo sport, all’arte, al lavoro. L’Evangelo ci chiama invece a praticare la solidarietà, a interessarci agli altri, meglio, a costruire con essi una pratica comunitaria. Rispettare le persone e la loro specifici­tà è mettere in valore il loro contributo all’edificazione comune. Primo compito dell’etica pro­testante: difendere la persona piuttosto che l’individuo.

Quale libertà per quale uomo?

Secondo valore da riesaminare: la libertà. Quella che l’Evangelo ci offre ci dà il coraggio di rifiutare i diktat dell’economia, e le cosiddette ineluttabili leggi del marcato, come quelli della politica e dell’opinione, così facilmente manipolati dai media.
Ma la libertà evangelica non è quella del selvaggio che fa quello che vuole, secondo i suoi desideri, è la decisione legata alla volontà e alla ragione, di condurre la propria vita nella pre­oc­cu­pazione di mantenere viva la stima di sé.
Essere libero secondo l’Evangelo è sapersi giustificato da Dio, sapersi accettato, restituito alla libertà di non doversi giustificare, è, come dice Paul Tillich: Il coraggio di accettare di essere accettati. 4 (…)
Per questo i protestanti devono combattere la tentazione di ripiegarsi in un ghetto reli­gioso, lontano dai conflitti di questo mondo, come se la giustizia di cui parla l’Evangelo fosse riservata ai soli cristiani. 5 Crediamo che essa è anche la fonte segreta dell’esigenza e della speranza che abita il cuore di tutti gli uomini di buona volontà.
I cristiani devono dunque collaborare senza riserve con tutti coloro che si preoccupano del futuro del mondo sociale e naturale. Su questo piano, cristianesimo e umanesimo hanno lo stesso programma. (…)
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1.Secondo l’espressione di Olivier Roy, La Sainte ignorance. Le temps de la religion sans culture, Paris 2008
2.La preuve de l’existence de Dieu d’après Ansel­me de Canterbury, traduzione francese, 1958, Delachaux et Niestlé, p. 16
3.Le Prix de la Grâce, traduzione francese, 1962, Delachaux et Niestlé, p. 11
4.Le courage d’être, 1952, traduzione francese, Paris 1967, Castermann, p. 162
5.Fondamentalismo, una definizione possibile: «L’approccio fondamentalista è pericoloso perché è attraente per le persone che cercano delle risposte bibliche ai loro problemi di vita. Esso può abbindolarli offrendo loro interpretazioni pie ma illusorie, anziché dire che la Bibbia non contiene necessariamente una risposta immediata a ognuno dei loro problemi. Il fondamentalismo invita, senza dirlo, a una forma di suicidio del pensiero umano. Mette nella vita una falsa certezza perché confonde inconsciamente le limitazioni umane dei messaggi biblici con la sostanza divina di quel messaggio» (un teologo cristiano).

*Dottore in teologia e pastore, professore ono­rario dell’Università di Ginevra, per 20 anni diret­tore del Centro protestante di studi (Cpe) cofondatore del Laboratorio Ecumenico di Teologia (Aot).
In particolare ha pubblicato, principalmente presso Labor et Fides: L’éthique protestante, Comment faire pour bien faire, Le désir et la tendresse, L’exigence et le don, L’éthique chrétienne, Faire voir l’invisible, Réflexions théologiques sur la peinture, etc. Le sue opere sono tradotte in molte lingue.
(Traduzione dal francese di Lucilla Tron)
(20 febbraio 2013)
Dal sito: www.riforma.it