Culti
Omegna - Via F.lli Di Dio 64
Nel Tempio di Omegna, il Culto si tiene tutte le domeniche alle ore 9; Mercoledì 25 Dicembre, Natale, il Culto si terrà alle ore 9
Intra - C.so Mameli 19
Nel Tempio di Intra, il Culto si tiene tutte le domeniche alle ore 11; Mercoledì 25 Dicembre, Natale, il Culto si terrà alle ore 11
20/10/2014
16/10/2014
Riforma: lasciarsi ri-formare dall'Evangelo
Riflessioni in vista dell'anniversario della Riforma
di Giorgio Tourn

Gli storici cattolici del XX secolo hanno obiettato che il profondo rinnovamento ad opera del concilio di Trento non era tanto una presa di distanza dalle posizioni evangeliche (anche se aveva sotto alcuni aspetti anche quel carattere) quanto l’attuazione di una vera riforma per cui, storicamente parlando, si deve usare l’espressione «riforma cattolica» più che Controriforma. E di fatto è così per due motivi.
Anzitutto perché la riforma della chiesa era un progetto coltivato da tempo in tutti gli ambienti del cattolicesimo dell’epoca. Alessandro VI aveva già nominato una commissione per questo, i camaldolesi la chiedevano al papa Leone X, la auspicano i cardinali al quinto concilio del Laterano, la prevede Paolo III, formando una apposita commissione con il fior fiore del collegio cardinalizio, e sarà lui che convocherà il concilio nel 1545.
Tutto questo è perfettamente coerente perché la riforma è un programma di lavoro che accompagna la cristianità dal Medioevo, la chiesa cattolica si è sempre riformata, aggiornata, riassestata, ha sempre revisionato le sue posizioni, non ci è forse accaduto di recente di udire un autorevole prelato usare l’espressione sempre reformanda», che appartiene in realtà alla tradizione calvinista?
Parlare di Riforma cattolica è pertinente per un secondo motivo, complementare. Né Lutero né i suoi amici dello schieramento evangelico avevano come progetto la riforma della chiesa, volevano altro, molto altro. Lo dice molto bene una immagine di Lutero: lo Spirito passa nella storia come un temporale d’estate, bisogna saperlo vedere, dopo è troppo tardi e non torna più.
Alla base di questo paradosso sta l’idea che il rinnovamento della chiesa non è opera del popolo credente e tanto meno dei suoi vertici, ma dello Spirito di Cristo, l’Evangelo che riforma la chiesa quando lo si lascia parlare, e quando non lo si ascolta c’è il rischio che sia come il temporale quando è passato, resti a zappare il campo ma non piove più.
Non è certo un caso che, proprio mentre il papa Paolo III affidava a quattro cardinali integerrimi il compito di mettere ordine nella Dataria (l’ufficio finanziario della curia), Lutero traducesse la Bibbia. Egli e i suoi amici però, in Sassonia, a Zurigo, a Ginevra, hanno dato alla comunità dei credenti una nuova forma; non era quella una ri-forma? Certo, ma in gioco non era la «forma», cioè il modo più rispondente per essere chiesa nel mondo, ma il «ri» cioè la richiesta di fedeltà formulata dall’Evangelo.
Come protestanti dovremo forse riflettere su tutto questo il 31 ottobre prossimo, specie in vista del 2017, anniversario di quel 1517.
E' possibile vedere le puntate di Protestantesimo, dopo la
loro messa in onda, sul sito della RAI all'indirizzo
http://www.protestantesimo.rai.it
loro messa in onda, sul sito della RAI all'indirizzo
http://www.protestantesimo.rai.it
15/10/2014
07/10/2014
L'appello per la Tredicesima Giornata del dialogo cristiano-islamico del 27 ottobre 2014
Le radici comuni: compassione e misericordia
Praticare
l’accoglienza reciproca e la riconciliazione
Musulmani, musulmane, cristiani e
cristiane rappresentano oggi oltre la metà della popolazione mondiale. La pace
e il dialogo fra queste religioni è dunque fondamentale per la pace mondiale.
Bisogna allora puntare su ciò che unisce queste religioni piuttosto che su
quello che divide. E ciò che unisce è molto più di ciò che divide a cominciare
da ciò che musulmani e cristiani ritengono essere i tratti fondamentali
dell'unico Dio da essi invocato. Tratti fondamentali, da cui non si può
prescindere, sono la misericordia e la compassione.
Lo ripetono continuamente i musulmani
quando leggendo il Corano trovano in apertura di ogni sura l'invocazione ad “Allah,
il compassionevole, il misericordioso”.
Lo affermano i cristiani quando leggono e
praticano le beatitudini proclamate da Gesù (Mt 5) “Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia” e “Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati”, vivendo nella propria vita le idee proclamate da
Gesù su un Dio amorevole e vicino, che si ritrova nel volto di ogni persona che
proprio per questo va amata e rispettata senza riserve.
Riusciamo cristiani e musulmani a
praticare compassione e misericordia nella nostra vita quotidiana?
- Nei confronti di chi è portatore di una diversa
cultura o di una diversa religione, o ha un colore della pelle diverso dal
nostro?
- Nei confronti dell'ambiente nel quale viviamo?
- Nelle scelte economiche e nella distribuzione
delle risorse a livello nazionale e internazionale?
- Nel prendere posizione di fronte ai conflitti e alle minacce per la pace ?
Porsi queste domande e riscoprire compassione e misericordianella
propria vita di tutti i giorni, aiuterà allora cristiani e musulmani a
comprendere di essere fratelli e sorelle, di avere in comune valori profondi,
la stessa umanità, lo stesso bisogno di cura e rispetto e la stessa motivazione
a costruire un mondo di pace.
La misericordia e
la compassione vanno dunque praticate se crediamo che esse
siano i tratti fondamentali del Dio da noi invocato.
Su questi temi invitiamo tutte le comunità
cristiane e musulmane a ritrovare i propri orizzonti comuni in difesa della
dignità umana, da condividere anche con gli appartenenti ad altre tradizioni
religiose e con le donne e gli uomini di buona volontà.
Roma, 12 Giugno 2014
I promotori della giornata ecumenica del
dialogo cristiano-islamico
Per l'elenco dei promotori, per le adesioni e le iniziative vedi la pagina:
Per aderire alla giornata clicca qui
27/09/2014
Tempo del creato 2014 -Domenica 28/09/2014
Genesi 2,4b-9 (10-14)15
4b Nel
giorno che Dio il SIGNORE fece la terra e i cieli, 5 non c'era
ancora sulla terra alcun arbusto della campagna. Nessuna erba della campagna
era ancora spuntata, perché Dio il SIGNORE non aveva fatto piovere sulla terra,
e non c'era alcun uomo per coltivare il suolo; 6 ma un vapore
saliva dalla terra e bagnava tutta la superficie del suolo.7 Dio il SIGNORE formò l'uomo dalla polvere della terra, gli
soffiò nelle narici un alito vitale e l'uomo divenne un'anima vivente.8 Dio il SIGNORE piantò un giardino
in Eden, a oriente, e vi pose l'uomo che aveva formato. 9 Dio
il SIGNORE fece spuntare dal suolo ogni sorta d'alberi piacevoli a vedersi e
buoni per nutrirsi, tra i quali l'albero della vita in mezzo al giardino e
l'albero della conoscenza del bene e del male. 10 Un fiume
usciva da Eden per irrigare il giardino, e di là si divideva in quattro bracci.11 Il nome del primo è Pison, ed è
quello che circonda tutto il paese di Avila, dove c'è l'oro; 12
e l'oro di quel paese è puro; qui si trovano pure il bdellio e l'ònice. 13
Il nome del secondo fiume è Ghion, ed è quello che circonda tutto il paese di
Cus. 14 Il nome del terzo fiume è Chiddechel, ed è quello che
scorre a Oriente dell'Assiria. Il quarto fiume è l'Eufrate. 15 Dio il SIGNORE prese dunque l'uomo e lo pose nel giardino
di Eden perché lo lavorasse e lo custodisse.
Chi sono? Da dove vengo? Dove vado? Sono domande esistenziali che conosciamo bene
e che ci poniamo in un momento o l’altro della nostra vita. La Bibbia cerca di
rispondere a queste domande, prescindendo da dati scientifici e legando l’esistenza
umana a quella di Dio. E, lo fa in una duplice narrazione della creazione, in
Gensesi 1 e 2.
Se io, essere umano, esisto è perché esiste il mio
Creatore. La Genesi, il libro che parla del principio,
vuole riconciliarci con la nostra
esistenza! Cerca di dirci perché viviamo
e come dobbiamo vivere…
Ci sono tre affermazioni fondamentali nella seconda
narrazione della creazione della terra e dell'uomo che è il
nostro testo di oggi:
1.
Dio crea l’uomo;
2.
Dio si prende cura dell’uomo;
3.
Dio affida una missione all’uomo;
Tre sono parole chiave: creazione, cura e missione.
Al primo punto, Dio crea l’essere umano che noi
siamo. Alla domanda: chi siamo? La risposta è siamo creature di Dio. Considerare
l’esistenza umana da quest’angolatura dovrebbe cambiare il nostro modo di
essere con noi stessi, con gli altri e con il giardino, questa terra che ci fa
vivere.
Al terzo punto, Dio affida una missione all’uomo.
L'uomo Adamo, creato da Dio occupa una posizione privilegiata quella di
trovarsi al centro della creazione. A lui è affidato il compito di coltivare e
di custodire il giardino di Eden. In altre parole, il compito di valorizzarlo e
salvaguardarlo, e non di prenderne possesso diventandone proprietario, sfruttandolo e distruggendolo.
Eden è proprietà di Dio, Adamo ne è il custode. Nel
custodire e proteggere questa proprietà, l'uomo Adamo entra nella dialettica
vitale con Dio. Il racconto della Genesi
dimostra che l’uomo non è stato creato per se stesso, ma per rispondere ad una
necessità. Egli è fin dal principio
collaboratore di Dio.
Nel suo commentario alla Genesi, Giovanni Calvino
insiste sulla generosità del Creatore. Tutto è stato abbondantemente messo a
disposizione dell'uomo. Il Signore provvede
a tutti suoi bisogni.
E bisogna che l'uomo (Adamo) non si comporti da
padrone. Mangiare dell'albero proibito sarebbe come offendere i diritti del
proprietario. Segno inevitabile, l'albero della vita è un richiamo concreto
dell'identità del proprietario.
Il giardino
dell'Eden ci è presentato come un quadro di vita reale di una persona. Un
quadro di vita benedetta dal Signore, l'acqua vi scorre in abbondanza e il cibo non manca. Questo quadro ha bisogno
dell'essere umano e del suo lavoro. Così, la "vita paradisiaca" che si pensa sia un ozio sacro, viene a rassomigliare la nostra vita ordinaria
ovvero l'attività di ogni giorno per occuparci dei problemi del nostro
mondo. Come per Adamo, anche per noi, la
domanda di fondo è come vivere con la creazione e nel mondo secondo la volontà di
Dio.
Il nostro rapporto con Dio si rompe nel segno della sfiducia
umana che contrasta la fiducia di Dio. Avere piena fiducia in Dio è accettare
che Dio sia Dio, e riconoscerci nello stato di coloro che
dipendono dalla Sua grazia e che riconoscono il limite creaturale. Affermare che << Dio è Dio>> (K.Barth),
significa riconoscere che Egli è il Creatore e noi siamo noi, cioè creature.
L'essere umano è il rischio di Dio. Creando l'essere
umano dandogli la libertà, Dio accetta il rischio che l'uomo possa anche
disobbedirGli. Ma Dio non ci vuole delle marionette da manipolare a piacere.
Dio vuole che noi siamo libere creature in grado di vivere la reciprocità di un
amore libero e incondizionato. La nostra vita che, tutta riposa sulla libertà
deve appartenere a Dio; per avere senso e ragione di essere ha bisogno di Dio.
Come tralci riceviamo vita solo rimanendo
attaccati alla vite. Gesù ce lo dice: "Io sono la vera vite e il Padre mio il vignaiolo. Ogni tralcio che in me non
porta frutto, lo toglie via; e ogni tralcio che dà frutto lo pota affinché ne
dia di più"; e ancora "Senza di me non potete far nulla" ( Gv15,1-2.5).
La possibilità che il mondo torni ad essere un
Paradiso è una questione di fede e di fiducia. Aprirci a Dio e disponendoci a fare
la Sua volontà è far sì che il regno di Dio che Gesù vede già presente in mezzo a noi possa manifestarsi
con tutta la sua forza attraverso il nostro impegno per la salvaguardia del
creato (giustizia ecologica) e attraverso l’impegno per la giustizia economica.
Dio dice a ciascuno di noi: desiderami
liberamente come io desidero te. Amami con il tuo intero essere senza sentirti
costretto. Regoli il tuo volere sulla mia volontà perché io sono buono per te.
Mi devi appartenere tutto intero. Ascolti soltanto me e obbediscimi in piena
fiducia.
La possibilità che il mondo torni a essere un paradiso è dunque una questione di fede, di fiducia.
La vera grandezza dell’essere umano è quella datagli da
Dio, cioè di adempiere la sua missione di gestire e salvaguardare la creazione.
Ciò riguarda l’amore per la terra, la lotta contro ogni forma di spreco, contro
l’inquinamento, lo sfruttamento dissennato delle risorse della terra; la lotta
contro ogni forma di ingiustizia e di emarginazione e contro la povertà e le
violenze.
Cosa compriamo? Cosa buttiamo? Dove lo buttiamo? …
I racconti della creazione ci indicano il cammino
della vita e del buon vivere insieme, invitandoci a preoccuparci della vita
delle generazioni future: che terra lasceremo ai figli dei nostri figli? Dio si serve di questi racconti per darci le
istruzioni per l’uso della vita che conduciamo ogni giorno per ricordarci che
siamo polvere, ma ch’Egli non ci lascia soli. Che Egli si prende cura di noi e
che, per mezzo dello Spirito Santo ci dona
la forza, l’inventiva, la saggezza per adempiere la nostra missione. Amen.
20/09/2014
Occorrono forza e coraggio per costruire una comunità di chiesa più fraterna e più impegnata
<< Sii forte e coraggioso; non temere e non ti sgomentare>> (1 Cronache 22,13)
Il versetto del mese di settembre del Lezionario “Un giorno, una parola”, carico di incoraggiamento e di speranza è adatto per una riflessione biblica su questo numero della lettera Circolare delle nostre chiese, alla ripresa delle attività, dopo la pausa estiva.
Ancora in tenera età, Salomone riceve l’incarico da Davide, suo padre, di costruire una casa (tempio) al Signore. Un compito gravoso per il futuro giovane re che, non solo deve onorare la parola del padre e ubbidire al Dio d’Israele che lo ha scelto, ma che, a differenza di Davide, re guerriero, Salomone di cui il nome significa “pacifico”, ha il compito di portare la pace in Israele. Salomone sarebbe, tuttavia, riuscito a costruire il tempio e a stabilire la pace, solo se il Signore fosse rimasto con lui, e se avesse osservato le sue leggi. Ma deve anche avere la forza d’animo. Il difficile compito che deve svolgere richiede forza e coraggio.
Il tempio di Gerusalemme era considerato come segno della presenza e della protezione di Dio. Per noi cristiani evangelici, per dirla con le parole del riformatore Giovanni Calvino : << non c’è più tempio materiale in cui è necessario andare in pellegrinaggio per sacrificare a Dio, ma che oggi siamo suoi templi spirituali, e che dobbiamo in ogni luogo alzare le mani pure al cielo>>. Siamo, tuttavia, chiamati a <<dresser l’Église>> (costruire la Chiesa ) come diceva lo stesso riformatore Calvino.
Il termine “tempio” nell’accezione neotestamentaria non indica semplicemente una struttura architettonica, ma il popolo di Dio: << Non sapete che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?>> (1Co 3,16). L’ apostolo Pietro ci ricorda chi siamo per sola grazia di Dio: <<Anche voi, come pietre viventi, siete edificati per formare una casa spirituale, un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali, graditi a Dio per mezzo di Gesù Cristo>> (1Pt2,5). E ancora: << Voi siete un popolo che Dio si è acquistato, perché proclamiate le virtù di colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua luce meravigliosa>>( 1Pt 2,9).
Siamo chiamati a essere un popolo consacrato al servizio di Dio e che ha il compito non facile di vivere e di testimoniare l’amore di Dio al mondo. Ricordare questo è importante, perché la chiesa è costituita da persone che hanno i loro pregi e difetti, limiti e doni. E la costruzione di una comunità più fraterna può essere un compito arduo. Per questo, abbiamo bisogno anche noi di tanta forza, di tanta determinazione e di tanto coraggio per camminare e essere chiesa insieme.
Past. Jean-Félix Kamba Nzolo
(Dalla Lettera Circolare delle Chiese Metodiste di Verbania e di Omegna, n.4, settembre-ottobre 2014)
19/09/2014
Calendario dei Culti di settembre e di ottobre 2014
DATA
|
INTRA Ore 9,15
|
OMEGNA-Ore 11
|
Dom.07/09
|
Past. Nzolo (Culto con s.Cena)
|
Past. Nzolo
|
Dom. 14/09
|
Past.
Nzolo
|
Past.
Nzolo
|
Dom. 21/09
|
Past.
Nzolo
|
Past. Nzolo (Culto con s. Cena)
|
Dom. 28/09
|
Past.
Nzolo
|
Past. Nzolo
|
Dom. 05/10
|
A. Daloué Culto con s. Cena
|
A.Daloué
|
Dom. 12/10
|
ASSEMBLEA DI CHIESA
|
A cura del VI° Circuito
|
Dom.19/10
|
M.Lapetina
|
ASSEMBLEA DI CHIESA
|
Dom.26/10
|
Past. Nzolo
|
Past. Nzolo
|
CAMBIO ORARIO DA NOVEMBRE
|
INTRA ORE 11,00
|
OMEGNA ORE 9,15
|
Dom 02/11
|
Past. Nzolo ( Culto con s.Cena)
|
Past. Nzolo
|
Dom.09/11
|
Past. Nzolo
|
Past. Nzolo
|
Dom.16/11
|
Past.Nzolo
|
Past.Nzolo (Culto con s.Cena)
|
Dom.23/11
|
Past.Nzolo
|
A. Daloué
|
Dom. 30/11
|
Past.Nzolo
|
Past.Nzolo
|
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