Culti

Omegna - Via F.lli Di Dio 64
Nel Tempio di Omegna, il Culto si tiene tutte le domeniche alle ore 9; Mercoledì 25 Dicembre, Natale, il Culto si terrà alle ore 9

Intra - C.so Mameli 19
Nel Tempio di Intra, il Culto si tiene tutte le domeniche alle ore 11; Mercoledì 25 Dicembre, Natale, il Culto si terrà alle ore 11

23/04/2015

Dove sono tuo fratello e tua sorella?



di Paolo Naso, coordinatore Commissione studi Federazione delle chiese evangeliche in Italia

Oggi siamo dalla parte di Caino. A pochi giorni dalla strage a poche miglia dalle coste libiche che ha ucciso centinaia di persone – in queste ore si parla di circa 900 uomini, donne e bambini –, qualcuno ci chiede dove siano i nostri fratelli, dove siano le nostre sorelle. E noi, come Caino, rispondiamo che non lo sappiamo, che non siamo noi responsabili della loro vita e della loro morte. Non lo siamo, perché “la colpa è dei trafficanti che hanno caricato oltre ogni logica misura un barcone affollato di disperati”. Non lo sappiamo perché “la colpa è dell’Europa che non si fa carico di questa problema”. C’è perfino chi dice che non lo sappiamo perché gli unici veri colpevoli della morte di Abele sono “coloro che aiutano ed accolgono i profughi” e che sarebbe meglio istituire un “blocco navale”.
Ognuno ha la sua da dire per giustificare la sua innocenza e scaricarsi da ogni colpa. Ma i corpi di Abele sono lì di fronte ai nostri occhi, e sono tanti, ricorrenti, perfino prevedibili. E allora, chi lo ha ucciso?
La domanda risuona anche a Lampedusa e a Scicli (RG) dove opera Mediterranean Hope (MH), il progetto promosso ormai da un anno dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI). Ed è una domanda lacerante e dolorosa, anche per chi in queste ore sta facendo tutto quello che può per accogliere, sostenere, curare persone ferite e provate. E tra queste persone ci siamo anche noi che da qualche mese, con una newsletter, proviamo a raccontare la nostra esperienza di MH.
Non ci rassegniamo ad esser dalla parte di Caino, noi che ci identifichiamo con Abele e con le vittime. Ma intanto, al di là della nostra intenzione e della nostra volontà, siamo parte di quel mondo che non vuole trovare una soluzione a questo problema drammatico. Non vuole. Da mesi, come MH, avanziamo una proposta e siamo pronti a dare il nostro contributo attivo e diretto: l’idea - accolta da ampi settori del mondo delle associazioni, delle comunità di fede e di alcuni settori politici - è quella di aprire dei corridoi che consentano ai profughi di ottenere una protezione umanitaria presso le ambasciate europee e quindi di viaggiare in condizioni di sicurezza. Se condivisa a livello europeo, sarebbe un’operazione assai meno onerosa di Mare Nostrum o di Triton; ripartendo i profughi tra vari paesi europei, i numeri sarebbero assolutamente sostenibili e gestibili. Parliamo infatti di decine di migliaia di persone per ogni paese, niente di più. Infine, si sottrarrebbero risorse finanziare ai trafficanti e alle centrali politiche o affaristiche che li controllano.
Tutto questo è tanto più sostenibile quanto più sarà l’Europa a farsi carico di una nuova fase dell’azione umanitaria di soccorso dei profughi. Da sola l’Italia non può farcela, come non ce la possono fare i paesi più esposti agli approdi fortunosi dei profughi.
Ce la può fare quell’Unione che deve ritrovare la sua coscienza e la sua anima più profonda che non è solo stabilità finanziaria e burocratizzazione legislativa. L’Europa è nata nel sogno della pace e della libertà. Ma questi valori non finiscono a Lampedusa.
Mare Nostrum ha molti partner, in Europa e negli USA. Ci rivolgiamo a loro per lavorare insieme per liberarci dall’ombra di Caino della nostra impotenza.
Serve una parola d’ordine comune e condivisa. La nostra è “corridoi umanitari”. (Mediterranean Hope/nev-notizie evangeliche 17/2015)



30/03/2015

Celebrazioni della Settimana santa 2015

OMEGNA - Via F.lli Di Dio 64

  • giovedì 02 aprile 2015: Culto di Giovedì santo-ore 21. 
  • domenica 04 aprile: Culto di Pasqua-ore 9.15

VERBANIA - C.so Mameli 19

  • venerdì 03 aprile 2015: Culto Venerdì santo-ore 21.00
  • domenica 04 aprile 2015: Culto di Pasqua-ore 11.00




Preghiera della Chiesa riformata di Scozia

Salvatore del mondo,
che cosa hai fatto per meritarti questo?
E che cosa abbiamo fatto noi, per meritare te?
Appeso insieme a malfattori,
insultato e coperto di sputi, tu attendi la morte
e ci cerchi, noi, che ti abbiamo crocifisso con i nostri peccati.
Mediante il mistero della sofferenza immeritata,
tu rechi il mistero più profondo dell'immeritato amore.
Perdonaci, perché non sappiamo quello che abbiamo fatto;
Apri i nostri occhi affinché possiamo vedere quanto facciamo ora,
mentre tu, mediante il legno e i chiodi,
infrangi la nostra malvagità e ci trasformi con la tua grazia. 
Amen.

Domenica delle Palme

di Giorgio Tourn

«Benedetto colui che viene nel nome del Signore» (Marco 11,9)

Nella tradizione cristiana la settimana santa si apre con la domenica delle palme, così detta perché gli evangelisti narrano che fra i pellegrini si notavano delle persone che avevano in mano dei rami di palma che agitavano in segno di gioia, di festa.

Dove stavano andando? Si trattava di ebrei che salivano a Gerusalemme in pellegrinaggio per partecipare alle cerimonie nel tempio, dove si svolgevano ancora i sacrifici prescritti dalla Legge (il tempio sarà distrutto una quarantina d’anni più tardi dai romani), ma soprattutto per celebravi la Pasqua. Era , ed è tuttora, una delle grandi feste della religione ebraica che ricorda l’uscita dall’Egitto del popolo di Israele al tempo di Mosè; non era una cerimonia pubblica ma famigliare, si celebrava in casa presieduta dal padre di famiglia, ma vivere quella festa pasquale a Gerusalemme assumeva significato particolare. Analogamente si può dire che trascorrere i giorni della settimana santa a Roma, per un cattolico al giorno d’oggi, pur non aggiungendo niente alla fede, è certo esperienza significativa.

Gesù ed un gruppo dei suoi discepoli sale dunque a Gerusalemme insieme a molti altri pellegrini per questa circostanza, si trattiene nella città fino al giovedì, quando verrà arrestato per essere crocifisso il giorno seguente.
L’episodio delle palme si colloca proprio durante questa marcia del pellegrini verso la città santa. Non va dimenticato che tutto ciò che riguarda la vita, le parole, i miracoli di Gesù, e cioè gli avvenimenti che accompagnano la sua esistenza, è narrato dagli evangelisti molto tempo dopo la sua morte e la sua risurrezione. Sono ricordi rivissuti alla luce di quello che è accaduto successivamente; quel giorno i discepoli non conoscevano quello che noi conosciamo, neppure sappiamo cosa pensassero, probabilmente che Gesù sarebbe stato accolto dai sacerdoti e avrebbe ricevuto una investitura ufficiale come maestro della legge, profeta.

Secondo la tradizione il corteo dei pellegrini canta dei salmi, ed esprime la sua lode appunto agitando rami di palme, simbolo della gloria, della lode. Le parole «Benedetto colui che viene nel nome del Signore», come «Osanna nei luoghi altissimi» sono appunto parole di questi salmi, che cantano tutti, anche i discepoli. Sono parole che annunziano la venuta del Cristo, del salvatore atteso messaggero del regno di Dio ma nessuno sa che è presente nel corteo, che Gesù è Colui che viene nel nome del Dio. Neppure i discepoli sono pienamente consapevoli di questo fatto, e solo a posteriori, dopo la risurrezione, ricordando quella giornata si rendono conto che si erano cantate le lodi di Gesù.
L’episodio letto oggi ha un messaggio molto chiaro: Gesù è il Salvatore che realizza le profezie; ma allora non era così, cantando i salmi antichi la gente pensava di esprimere la sua fede tradizionale, non era consapevole del fatto che gli stava rendendo omaggio.

Chissà quante volte nella vita abbiamo anche noi camminato accanto a Dio, o meglio con Dio accanto a noi (perché letto nell’ottica cristiana Gesù è la presenza di Dio) e non ce ne siamo accorti e abbiamo parlato di lui senza esserne consapevoli. Il credente è quello che sa riconoscere la presenza di Dio nella vita ma Dio non è presente solo per i credenti.

(Tratto dal sito ufficiale della Chiesa Valdese)