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Nel Tempio di Intra, il Culto si tiene tutte le domeniche alle ore 11; Mercoledì 25 Dicembre, Natale, il Culto si terrà alle ore 11

23/01/2016

Chiesa Evangelica Metodista - Comunità di Verbania e Omegna: Preghiera per la settimana di preghiera per l'unit...

Chiesa Evangelica Metodista - Comunità di Verbania e Omegna: Preghiera per la settimana di preghiera per l'unit...:                                              Preghiamo: Dio nostro e Padre nostro, nelle tue mani è la nostra vita e il tempo che sta dav...

Preghiera per la settimana di preghiera per l'unità dei Cristiani del 18-25 Gennaio 2016

                                             Preghiamo:
Dio nostro e Padre nostro, nelle tue mani è la nostra vita e il tempo che sta davanti a noi: donaci di saperlo usare per la tua lode, per il servizio dei fratelli, delle sorelle e di tutte le creature.
    Ti preghiamo per la tua Chiesa, disseminata nel Mondo, perché annunci a tutti il Tuo Regno che viene, senza farsi intimidire dalle minacce né comperare dai privilegi.
    Ti preghiamo per chi sciupa la sua vita distruggendosi o dissipandola. Per coloro il cui tempo scorre estenuante, nella malattia, nella solitudine, nella prigionia, nella disperazione; per coloro che sono tentati di porre fine ai loro giorni.
    Ti preghiamo per coloro che hanno responsabilità di governo, perché le esercitino consapevoli che tutte le creature sono Tue, e che di esse Tu ci chiederai conto. Per tutto il Mondo, perché accolga l’annuncio che il tempo ha una direzione e uno scopo, e non ripeta ciecamente gli errori dei tempi passati.
    Ti preghiamo per chi ci è nemico, per chi bestemmia il tempo preparando il male anziché il bene, la guerra e la miseria anziché la pace e la solidarietà.
    Ti preghiamo per tutte le vittime della violenza umana: per le donne e le bambine che finiscono nel traffico della prostituzione; per le bambine e i bambini che vengono costretti a lavorare in condizioni di schiavitù e che non hanno più la forza di sorridere a causa della malvagità dell’uomo, affinchè ritornino a sorridere e vivere da bambini.
    Ti preghiamo per tutte le persone che sono costrette dalla miseria, dalla Guerra o dalla persecuzione a lasciare il loro paese, dona la tua gioia, affinchè, dopo aver sperimentato l’odio e la violenza, possano conoscere la lealtà del Tuo amore, anche attraverso la nostra solidarietà.
    Ti preghiamo, fa che non ci rassegnamo di fronte a tutta la violenza e l’ingiustizia, permetti che il nostro agire possa portare alle vittime un soccorso che sia segno luminoso della Tua guarigione e della Tua riconciliazione.
    Ti preghiamo, fa che la nostra preghiera non sia soltanto per gli uomini e le donne di buona volontà, bensì anche per quelli di cattiva volontà, quando essi verranno in giudizio, fa che I frutti da noi prodotti siano il loro perdono.
     Ti preghiamo, aiutaci ad essere fermi nel pensiero e nell’azione come Tuo figlio Gesù, nostro modello, fai di noi dei testimoni d’amore, di attenzione, di perdono e di giustizia.
        Tutto questo te lo chiediamo nel nome di Gesù, Redentore nostro.
AMEN
                                                               Giampaolo Castelletti




20/01/2016

Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani


Sermone sul testo biblico di 2° Corinzi 4:3-10

Riflettere questo testo della 2^ lettera di Paolo ai Corinzi, dopo le feste ci consente di riflettere sul fulcro della predicazione e mettere maggiormente in risalto la caratteristica principale dell’Evangelo, anche noi siamo chiamati a predicare questo unico vangelo di Gesù Cristo, nostro Signore.

3 Se il nostro vangelo è ancora velato, è velato per quelli che sono sulla via della perdizione, 4 per gli increduli, ai quali il dio di questo mondo ha accecato le menti, affinché non risplenda loro la luce del vangelo della gloria di Cristo, che è l'immagine di Dio. 5 Noi infatti non predichiamo noi stessi, ma Cristo Gesù quale Signore, e quanto a noi ci dichiariamo vostri servi per amore di Gesù; 6 perché il Dio che disse: «Splenda la luce fra le tenebre», è quello che risplendé nei nostri cuori per far brillare la luce della conoscenza della gloria di Dio che rifulge nel volto di Gesù Cristo.
7 Ma noi abbiamo questo tesoro in vasi di terra, affinché questa grande potenza sia attribuita a Dio e non a noi. 8 Noi siamo tribolati in ogni maniera, ma non ridotti all'estremo; perplessi, ma non disperati; 9 perseguitati, ma non abbandonati; atterrati ma non uccisi; 10 portiamo sempre nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo.

I VV.3 e 4 sono molto significativi e dicono: 3 Se il nostro vangelo è ancora velato, è velato per quelli che sono sulla via della perdizione, 4 per gli increduli, ai quali il dio di questo mondo ha accecato le menti, affinché non risplenda loro la luce del vangelo della gloria di Cristo, che è l'immagine di Dio.”, Paolo con questa affermazione vuol far capire a tutti una situazione che si è creata alla sua epoca ma che è attuale ancora oggi ed è questa:  “La parola di Dio, da alcuni è vista molto chiaramente mentre da altri è vista in modo confuso, o addirittura…è invisibile.
Questa considerazione, fa si che molti uomini e donne mettono in discussione la Parola di Dio sul presupposto che sia interpretabile in modi diversi, possiamo invece affermare che la Parola di Dio si offre a tutti noi, accettando anche di non essere riconosciuta, oppure di essere fraintesa.
Tuttavia, chi consapevolmente e apertamente dichiara di credere in Dio, non la rifiuta ( ) non la ignora e tanto più la fraintende.
L’insegnamento dell’Evangelo e…la testimonianza che la chiesa ne ha dato nei secoli non dividono l’Evangelo tra uomini/donne istruiti e uomini/donne ignoranti, le Scritture non ci vengono offerte secondo il nostro livello di conoscenza biblica o di presenza alle attività della nostra chiesa, la Scrittura viene offerta a tutti senza che ci sia un percorso iniziatico, per questo il nostro Signore ha fatto nascere nella chiesa i doni necessari a non improvvisare, la Scrittura non è improvvisazione, per poterla fare nostra e metterla in pratica in ogni momento della nostra giornata bisogna studiarla con attenzione, consapevolezza e responsabilità,.
         L’Evangelo è rivelazione o messaggio di Dio in Gesù Cristo, Gesù…immagine di Dio ( ) è rivelazione di Dio. Chi riconosce Gesù Cristo può conoscere Dio stesso.
La velatura dell’Evangelo esiste quindi solo per coloro che non vogliono vedere la luce che risplende in Gesù, a questo proposito Paolo mette in risalto gli increduli che si abbandonano alle divinità di questo mondo, cioè ad un Satana che prende le vesti degli idoli umani e materiali che ci vogliono distrarre dal Signore. 
Ma c’è responsabilità umana?
Oppure possiamo addossare a Dio la colpa di farci degli idoli?
È chiaro che la seconda domanda è provocatoria, visto che la nostra conoscenza “del bene e del male”, cioè, la nostra capacità di valutare, ha un peso in tutto questo ( ) e si chiama: “responsabilità”.
Perché l’Evangelo risplenda, occorrono dei testimoni che lo vivano, ma prima ancora dei cristiani che abbiano ben chiaro quello che predicano, “la Chiesa evangelizza solo se vive l’Evangelo” (Prof. F.Ferrario.). 
Il nostro rischio è quello di non predicare Gesù Cristo perché se non rimaniamo vigili ed attenti è molto più facile che predichiamo noi stessi, cioè un vangelo secondo me o secondo te, ma non secondo Gesù Cristo.
Come accorgerci di questo? 
In realtà la riposta è apparentemente semplice: “predico me stesso nel momento in cui mi metto al centro del mondo”.
La scoperta dell’”io” al centro del mondo è molto più difficile da individuare, qui le insidie di Satana non mancano. Dei campanelli d’allarme possono essere del tipo: gli altri si devono adeguare a me, solo io conosco la perfetta dottrina”
“Predico cosa bisogna fare ma io non lo faccio”  
è ovvio che i campanelli d’allarme possono essere molti e molti altri, ma il denominatore comune è questo: ho perso di vista quel Gesù Cristo che sono chiamato a predicare, ad annunciare ed a testimoniare.
Sappiamo bene che Dio stesso ci ha donato la capacità di parlare, ragionare, capire, inventare, studiare, ma quello che difficilmente comprendiamo è il nostro senso del limite, quel limite che può provocare errori irreparabili, soprattutto, quando non si mette in pratica la Parola di Dio e questo può causare: “ uccisione di uomini e donne per cause imputabili a guerre chiamate sante ma che non lo sono, contaminazione della terra che sovente causano disastri ambientali, migliaia e migliaia di morti tra animali, uomini e donne, tutto questo, il più delle volte tutto questo lascia uomini/donne indifesi e senza risposte di fronte a sciagure come quella che vi sto per raccontare:
“La settimana prima di Natale, su Rai3 hanno trasmesso un Film che parlava dello Tsunami del 26 Dicembre 2004 in Thailandia. Un Film molto toccante, parlava di una famiglia che si è trovata coinvolta in questo cataclisma la cui scossa principale, la più lunga mai registrata, è durata 8 minuti, la quale, ha scatenato delle grandi onde anomale che hanno colpito sotto forma di immensi tsunami (con un run-up massimo di 27 metri) le coste dell'Oceano Indiano. Il numero totale di vittime accertate, causate da questa serie di cataclismi è stato di circa 400.000 tra uomini/donne e bambini, ma decine di migliaia di uomini/donne e bambini sono ancora dati per dispersi, mentre tra i tre ed i cinque milioni sarebbero gli sfollati. Oltre alle popolazioni residenti, vi sono state tra le vittime molti turisti stranieri che si trovavano in quelle zone nel pieno delle vacanze di Natale. Ad esempio, è notevole il fatto che questo singolo evento abbia causato quasi lo stesso numero di vittime di nazionalità svedese (543, delle quali 542 nella sola località thailandese di Khao Lak) di quante non ne avesse causate l'intera Seconda Guerra Mondiale (circa 600); quello che è successo ci ha mostrato quanto poco tempo basta, per cambiare la nostra vita, ma questo è un fatto straordinario, a volte basta una parola ad incrinare i nostri deboli spiriti, altre volte basta un semplice virus, per non parlare di altro, soprattutto oggi che si vive il mito dell’onnipotenza umana, gli scienziati cercano il segreto dell’immortalità, il nostro compito di cristiani è porre attenzione ad essere apostoli di Gesù e non del diavolo, perché come cristiani sappiamo che solo coloro che fanno la volontà del Signore avranno vita eterna e non saranno di certo gli scienziati a darcela; quindi dobbiamo aver paura di sentirci come dei vasi di terracotta e come tali possiamo cadere e andare in frantumi. Paolo, quando fa riferimento a questo recipiente delicato, ci fa comprendere quanto è fragile il nostro vaso, non solo è debole esternamente, ma lo è anche internamente, in quanto è pieno delle nostre instabilità nelle relazioni umane, di solidarietà e di speranze.
         Paolo mette in risalto tutta questa fragilità quando riferisce a se stesso la descrizione del recipiente delicato e di poco prezzo proprio per mettere in risalto, attraverso la sua infermità e le prove che aveva dovuto affrontare, quanto è potente l’azione di Dio che usa consapevolmente degli strumenti per manifestare la propria potenza nei tempi, tra gli uomini e le donne.
         La certezza di Paolo, ci aiuta a scoprirci degni di una salvezza e di un riscatto che ci è offerto perché non solo scopriamo che Dio ci ha accolto nelle nostre limitazioni di fragili creature ma, fatto ancora più sorprendente, possiamo essere ricomposti nei nostri cocci per svolgere di nuovo la funzione di contenitore.
         Tribolati, perplessi, perseguitati sono verbi che descrivono gli urti ai quali siamo sottoposti e che mettono a serio repentaglio l’integrità del nostro vaso. Un vaso che si può rompere.
Sappiamo che nessun vaso è in condizioni di ripararsi da solo, ma accade anche il miracolo per cui un vaso ormai inservibile diventi nuovamente idoneo a contenere anche un tesoro prezioso grazie al Signore, il quale ci fa scoprire che non siamo ridotti all’estremo, non siamo disperati, non siamo abbandonati e non siamo uccisi perché il rapporto tra noi e il vasaio non si esaurisce solo nel momento in cui dalle sue mani emerge il nostro vaso, ma questo rapporto, si mantiene costante durante tutta la nostra vita.
         Sino a quando il vaso è ripieno di noi stessi contiene solo le nostre contraddizioni, ma quando la nostra vita si apre a Cristo riceviamo un grande insegnamento che ci fa scoprire la necessità di essere umili, che ci fa rendere conto della fragilità della nostra argilla.
         La conoscenza di Cristo è il tesoro che rende prezioso il nostro vaso, ma Cristo deve diventare il nostro contenuto!
La nostra fragilità ci fa conoscere fallimenti di ogni genere, accompagnati da mille domande laceranti che possiamo affrontare e superare solo perché abbiamo conosciuto Cristo e, attraverso di lui, sappiamo che Dio non ci abbandona alla disperazione ed alla morte spirituale.
         Come ogni contenitore si impregna con quello che viene inserito dentro di esso, così il credente lo è con la conoscenza di Cristo. Mi attrae l’idea che ciascuno di noi sia come quegli antichi recipienti di terracotta che non erano perfettamente impermeabili al proprio interno e che quindi si impregnavano dell'olio o del vino che contenevano e non potevano essere più utilizzati per nessun altro liquido.  Così, mi piace pensare che il nostro contenitore sia riempito della conoscenza di Cristo, il quale abbia riempito il nostro cuore, le nostre menti e ci renda dedicati solamente a Lui.  
Le conseguenze di quello che abbiamo ricevuto da Dio si vedono prima di tutto nella chiesa, dove l’apostolo Paolo ci insegna che la sua missione e la nostra missione è un servizio in contrapposizione a quei nemici di Cristo che predicano solo se stessi e cercano di usare la comunità a proprio vantaggio.
L’insistenza di Paolo sulla luce di Cristo e su ciò che siamo chiamati a predicare e testimoniare ha uno scopo molto semplice: ricordarci di essere sinceri ed onesti, consapevoli che gli avversari del Signore sono coloro che operano nell’ambiguità: noi dobbiamo solo predicare Gesù Cristo come “luce del mondo” e nostro unico Signore e salvatore.
Non dimentichiamo che a tutti noi è affidato questo unico evangelo in Cristo Gesù.

Che il Signore ci accompagni nel nostro cammino in questo nuovo anno, donandoci il senso di poterlo vivere secondo la sua indicazione. Rimaniamo dunque servitori, portatori, messaggeri del Vangelo in Cristo e servitori dei nostri fratelli, anche di quelli che ancora non hanno conosciuto: Cristo Gesù, Colui che è la gloria e l’immagine di Dio.
AMEN

 G. Castelletti

24/12/2015

Natale 2015

Domani è Natale.
     Questo è il Natale che ho nel cuore, che dedico a tutti voi.

Giampy Castelletti

14/11/2015

Antisemitismo. Le chiese evangeliche di Milano sull'aggressione contro Nathan Graff


Le chiese evangeliche di Milano intervengono sull'aggressione contro Nathan Graff, esprimendo la loro fraterna e completa vicinanza alla comunità ebraica di Milano e d'Italia:
«La bestiale "giustizia dei coltelli" ci chiama tutti alla difesa di quei valori 
di libertà di religione e di pensiero che stanno a fondamento di una pacifica convivenza fra i popoli, le religioni, le culture»
Roma, 13 novembre 2015 (NEV-CS61) – In seguito all'accoltellamento di Nathan Graff, ebreo ortodosso, occorso ieri sera a Milano, le chiese evangeliche del capoluogo ambrosiano hanno diffuso una nota per esprimere la loro solidarietà ai presidenti della comunità ebraica di Milano e al rabbino capo Alfonso Arbib. Di seguito il testo integrale:


«Venire accoltellati, oltretutto da dietro, alla schiena, per il semplice fatto che con gli abiti si testimonia la propria fede; passeggiare pacificamente per Milano ed essere aggrediti per la mera, ma visibile appartenenza al mondo ebraico... La bestiale "giustizia dei coltelli" che tende a dilagare in Medio Oriente e in Europa, ci chiama tutti alla solidarietà e alla difesa di quei valori di libertà di religione e di pensiero che stanno a fondamento di una pacifica convivenza fra i popoli, le religioni, le culture.

Le chiese evangeliche di Milano - valdese, metodista, battista, luterana, anglicana, avventista, - esprimono la loro fraterna e completa vicinanza alla comunità ebraica di Milano e d'Italia, nel momento del dolore e del pericolo.

Fermamente convinte che la testimonianza della cultura, della spiritualità, della fede e della presenza ebraica nel nostro Paese sia fondamentale e irrinunciabile per costruire assieme un cammino di pace e di giustizia, le chiese evangeliche di Milano assicurano il loro pieno impegno affinché la possibilità di vivere ed annunciare la propria fede sia garantita a ogni comunità e a ogni individuo, a partire dai fratelli ebrei». 

Laura Pausini. La sorpresa di scoprirci simili

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08/11/2015

“Gioiscano e si rallegrino in te quelli che ti cercano”

“Gioiscano e si rallegrino in te quelli che ti cercano”   (Salmo 40:16)

La storia dell’uomo è stata da sempre contrassegnata da un susseguirsi di ricerche e scoperte. Se non ci fosse stata la molla della curiosità e della sete di conoscenza, non avremmo mai registrato alcun progresso né miglioramento in nessun campo della nostra esistenza. Probabilmente nessuno di noi ha mai fatto parte di una squadra di ricercatori, però tutti noi possiamo indirizzare il nostrpegno in campo spirituale alla ricerca di Dio e della Sua comunione.
         Chi fa ricerca, spesso ottiene dei risultati inaspettati, talvolta quasi per caso, ma nutre sempre la speranza di poter fare una scoperta utile per l’umanità.   Chi ricerca Dio, invece, non nutre solo una vaga speranza, bensì possiede una certezza. Il nostro sforzo non sarà mai inutile, ma otterrà come risultato una gioia profonda e stabile e un senso di benessere interiore anche nei momenti di buio e difficoltà.
         La base di questa gioia è la fiducia che il Padre celeste ci ama e dirige ogni cosa verso il bene.

                                                                                                                                                  G.C.

01/11/2015

"La regola per eccellenza"

“Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro; perché questa è la legge e i profeti.”   (Matteo 7:12)


Il versetto che meditiamo, assomiglia a un detto mondano assai conosciuto: “Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te”.                                                              Eppure fra i due c’è una differenza fondamentale: il 1° è l’espressione della saggezza divina, è dettato dall’amore e ha come scopo il bene degli altri;  il 2°, invece, è frutto della saggezza umana, dettato dall’egoismo e ha come fine la protezione di se stessi.                                                                                        Mentre il 2° si pratica per istinto, il 1° deve essere imparato con l’aiuto di Dio; solo così si può essere gentili con persone scortesi, aiutare chi ha bisogno senza guadagnarci nulla, sopportare il male e l’ingiustizia senza minacciare o ripagare il torto subito.                                                                                       Signore insegnami la Tua saggezza e dammi la forza e il coraggio di metterla in pratica.     

                                                                 G.C.

22/10/2015

“Voi siete il sale della terra"

Voi siete il sale della terra; ma se il sale diventa insipido, con che lo si salerà? Non è più buono a nulla se non a essere gettato via e calpestato dagli uomini. Voi siete la luce del mondo” (Matteo 5,13-14)

La chiesa, comunità di credenti in Cristo è, secondo il Vangelo di Matteo, sale della terra e luce del mondo. Ogni seguace di Cristo è chiamato personalmente a essere sale e luce, ma il plurale “Voi” rinvia a una dimensione comunitaria. La comunità nel suo insieme è chiamata a adempiere la sua missione collettiva di servire come sale e luce per il mondo. Tale compito non può essere realizzato da individui indipendenti: dobbiamo lavorare insieme. Ma prima dobbiamo chiederci che senso hanno le parole di Gesù.
Se guardiamo indietro nel tempo, alla storia bimillenaria del cristianesimo ci rendiamo conto che, non sempre i cristiani sono stati sale della terra e luce del mondo.
Molte situazioni negative smentiscono queste “qualità” (guerre, crociate, divisioni, discriminazioni, ecc.).
Le parole di Gesù sono da intendere non come descrizione di una condizione “Voi siete”, ma di una funzione: << Voi dovete essere sale per dare sapore alla vita del mondo intero, dovete essere luce per illuminare le tenebre dell’odio, dell’egoismo; dovete essere come una città su un monte, come una lampada ben visibile>>. Essere visibili non significa mettersi in mostra, cercare a tutti i costi la visibilità; il desiderio di essere visti è fin troppo umano, accarezza l’amor proprio, la sete di vanità. La motivazione per cui siamo chiamati a essere visibili deriva dalla vivida consapevolezza della grandezza di Dio. Le opere da noi compiute devono essere percepite nel mondo profano come illustrazioni dell’amore di Dio.
L’agire dei credenti deve funzionare nel mondo profano come testimonianza dell’amore di Dio, Padre che non discrimina i suoi figli e che deve essere lodato con atti di generosità verso i poveri e di clemenza verso i nemici, che non con le sole preghiere. Si tratta, in definitiva, di coniugare insieme la salvezza per grazia mediante la fede e le opere, senza le quali la fede è morta.
Essere sale e luce è, dunque, una vocazione, una chiamata a cui dobbiamo rispondere con la vita di ogni giorno, sia come singoli credenti sia come comunità.
Non si è chiesa perché si risponde a certi requisiti, come disporre di locali propri per il culto e le attività o di un certo numero di ministeri ecc.. Si è chiesa quando si vive la vocazione di essere sale e luce.
E, per ultimo, la chiesa è sale e luce, soltanto quando proclama autenticamente che Gesù Cristo è il Signore. Quando manifesta la vita di Cristo nella sua propria. La chiesa non è la luce stessa, ma soltanto la finestra attraverso cui la si può vedere. Noi siamo luce nella fedeltà a Cristo, vera luce del mondo. Gesù rivolge queste parole a quelli che chiama “beati” cioè coloro che, con il loro modo di vivere contrastano la mentalità del mondo, lottando per un mondo più giusto, più umano e più fraterno. Sono loro il sale della terra e luce del mondo in quanto fanno trasparire nella loro vita, la giustizia e la misericordia di Dio. Ogni chiesa, così come ogni credente, che si conformi così completamente al mondo profano circostante da dimenticare la sua vocazione si rende inutile; il suo sale diventa insipido e privo di interesse.

Past. J-F. Kamba Nzolo