Culti
Omegna - Via F.lli Di Dio 64
Nel Tempio di Omegna, il Culto si tiene tutte le domeniche alle ore 9; Mercoledì 25 Dicembre, Natale, il Culto si terrà alle ore 9
Intra - C.so Mameli 19
Nel Tempio di Intra, il Culto si tiene tutte le domeniche alle ore 11; Mercoledì 25 Dicembre, Natale, il Culto si terrà alle ore 11
17/01/2017
Preghiera Ecumenica per unità dei cristiani
Siamo invitati sabato 21 Gennaio alla Preghiera Ecumenica per l'unità dei cristiani che si terrà al Sacro Monte di Orta alle ore 17:15 poco dopo la messa delle ore 16:00.
14/01/2017
1^ Domenica dopo l'Epifania; Predicazione: Matteo 4,12-17
Sermone tenuto Domenica 8 Gennaio nella Chiesa Evangelica Metodista di Omegna e Intra
1^ Domenica dopo l'Epifania
Predicazione: Matteo 4,12-17
Tutti i giorni sentiamo parlare di omicidi, di femminicidi, i quali ci vengono riferiti dagli organi di informazione, come la notizia di una settimana fa, dove la violenza nei confronti dei cristiani e dei musulmani in Turchia ha prodotto diverse vittime, tutti questi episodi rappresentano un quadro tragico, una spirale di paura e di morte che sembra diventare ogni giorno sempre più asfissiante, sempre più stringente, oltre a questi efferati episodi, vi è anche la costante pressione che esercitano i vari mercati azionari sulle varie ditte, come nel caso delle case farmaceutiche che per conquistarsi la fetta più grossa del mercato, non esitano a far sì che si inventino sempre nuovi slogan pubblicitari, come nel caso delle ditte che producono pastiglie le quali usano frasi come: “prodotti decisamente migliorati perché usiamo la formula più genuina in assoluto e i risultati sono clinicamente verificati” e simili pretese...
Ho letto di un Pastore che un giorno ha scritto una lettera ad una ditta di compresse contro il mal di testa, di questo tenore: “Gentili signori, voi producete aspirine che tolgono il dolore, fan passare il raffreddore e abbassano la febbre. La miscela usata nelle vostre formule fa sì che la gente possa alzarsi dal letto e combattere mal di testa, spasmi muscolari ed altri problemi. I vostri prodotti operano meraviglie dal lunedì al venerdì, e sono particolarmente efficaci di sabato. La gente che li prende di domenica, sembra non averne alcun giovamento! La domenica non riescono a liberarsi dai loro mal di testa e dolori e così a venire in chiesa per il culto. Ora, è possibile per voi verificare di nuovo i vostri prodotti e mettervi magari qualche ingrediente che li faccia funzionare anche la domenica?”.
Ora mi domando…come si può rompere questo sistema costruito sulle intolleranze, sulle discriminazioni, sul sopruso e sui fallimenti?
Di fronte alle violenze ed alle ingiustizie, per Dio sarebbe stato semplice intervenire d’autorità, ma non lo ha fatto, tuttavia…nella sua scelta di lasciarci liberi ci ha voluto insegnare il modo per superare le difficoltà e le sofferenze, per accettarle e per superarle con dignità.
Se da una parte c’è la domanda sul perché Dio permette tutto questo dall’altra…c’è Gesù che è entrato nella nostra storia umana morendo vittima degli interessi umani e della malvagità di chi vede il proprio profitto e la propria classe sociale superiore persino a Dio.
La vicenda che Matteo ci riferisce è uno dei tanti momenti drammatici che uomini e donne hanno vissuto a quell’epoca: il fatto che Giovanni il battezzatore viene messo in prigione (Mt.11,2) è il messaggio molto forte di una società che, messa in discussione, elimina a suo modo il problema e lascia nello sconcerto coloro che vedevano in Giovanni l’uomo chiamato a realizzare le promesse dei profeti, cioè il cambiamento.
Gli abitanti di Capernaum erano venuti a sapere che, oltre a Giovanni appena incarcerato, vi era un’uomo che si era appena trasferito nel loro territorio, il cui nome era Gesù, il quale compiva miracoli di guarigione ed in modo particolare era manifesta la sapienza che esercitava nei suoi discorsi, per di più…avevano udito parlare che a motivo di queste sue azioni Gesù fosse pieno della “potenza dello spirito” e quindi poteva essere il “Messia”; è significativo che la predicazione di Gesù inizi a Capernaum, località di confine, dove vivevano persone i cui principi erano molto lontani da quelli del popolo eletto, questo è il motivo per cui Gesù decise che doveva portare il messaggio dell’Evangelo anche a costoro;
Gesù, nella sua predica, riprende la frase detta da Giovanni poco prima di essere incarcerato: “ravvedetevi”, uno slogan che caratterizza la sua predicazione, un messaggio molto forte col quale intendeva dire: “cambiate totalmente il vostro modo di pensare e di vivere”.
La frase di Gesù, unita alla “potenza dello Spirito” che dimostrava di avere, era pericolosa, per il fatto che colpiva alla radice le situazioni di peccato, di ingiustizia…e le trasformava radicalmente. L’azione di Gesù era una valida offensiva per smantellare le forze spirituali della malvagità quali: “l’ipocrisia umana”, “la religione di comodo”, “le ingiustizie” e “la corruzione del potere”, agendo così…Gesù era diventato pericoloso come Giovanni Battista, per il motivo che…una persona che si affida a Gesù non è più “idonea al sistema ipocrita della società”…in quanto viene trasformata nel pensare, nel parlare, nell’agire, nel rapportarsi con Dio e gli altri in modo totalmente nuovo.
Con Gesù, preso seriamente e fino in fondo, le cose cambiano veramente: non sono “parole” ma, come dice l’Apostolo Paolo, “dimostrazione di Spirito e di potenza” (1 Co. 2:4).
Le parole pronunciate da Gesù “ravvedetevi” sono valide anche per noi oggi, la sua esortazione a ravvederci è l’unico modo per sentirlo vicino a noi nei momenti in cui ci sentiamo vacillare o siamo talmente confusi da non capire più cosa dobbiamo fare.
Ravvederci, significa rimettere al centro della nostra vita Cristo e da parte tutto il resto, è risaputo che tutte le volte che uomini e donne pensano di poter affrontare i vari problemi attraverso gli strumenti del mondo, dimenticano il loro dovere di cristiani, nel senso che…perdono di vista il valore primario, cioè Cristo.
Mi spiego meglio: una crisi economica può essere affrontata con gli strumenti dell’economia, quella sociale con quelli della sociologia, quella del disagio personale con la psicologia, quella del lavoro e dell’occupazione con quelli della politica sociale, quelli della malattia con la scienza medica.
Ognuno di questi strumenti specifici o quant’altro possiamo immaginarci…che ho appena elencato, sono sicuramente validi, ma nel momento in cui…queste “qualità del mondo” o “le potenze di questo secolo” diventano un principio assoluto e il dio risolutivo del problema, significa che stanno dominando l’umanità anziché servirla come vuole Dio, per questo Gesù ci sta dicendo “ravvedetevi”, questa espressione, non è il “pentitevi”…che alcuni ignoranti delle Scritture hanno sostenuto, ma è piuttosto l’appello a cercare “solo Cristo” (il “solus Christus” della Riforma”), cioè, il mettersi in una riflessione critica verso tutte le nostre concezioni della vita.
Noi non dobbiamo pentirci di nulla, ed a maggiore ragione non dobbiamo pensare che un pentimento sia la merce di scambio per la vita eterna.
Nessuna delle parole che ci sono state tramandate da Gesù dice di fare penitenza, anzi, quello che ci viene chiesto è la metanoia, cioè il cambio di mentalità che trasforma completamente il nostro modo di pensare, questo cambiamento inizia proprio dal “solus Christus”, che mette nelle mani di Dio tutte le nostre scienze, così come le soluzioni che cerchiamo di usare, per affrontare, gestire o risolvere ogni problema.
La conseguenza del nostro cambiamento, della nostra metanoia, devono diventare un comportamento di amore, di umiltà, di giustizia, di equità, di accoglienza, di pace, di lealtà e di quanto altro si può immaginare di qualsiasi bella cosa, le quali sono anche l’etica della chiesa e il principio a cui il cristiano deve uniformare la propria vita.
Al tempo di Gesù, molti uomini e donne non seppero accogliere quel messaggio che parlava delle radicali possibilità della trasformazione personale e sociale…create da un rinnovato rapporto con Dio, perfino oggi, spesso non sappiamo accogliere…equivochiamo o non riusciamo a comprendere i messaggi che vengono pronunciati dal pulpito per la nostra trasformazione personale e sociale…a causa del fatto che, sovente siamo distratti da cose o pensieri che non centrano nulla con quanto ci viene pronunciato dal Predicatore o dal Pastore, soprattutto, vi è anche un’altra causa che non ci permette di comprendere il messaggio del Predicatore o del Pastore, la causa è dovuta al fatto che…a prima vista…il messaggio sembra sia un argomento scottante ed allora ci viene comodo equivocare su quello che stiamo ascoltando, questo avviene, quando capiamo che Cristo ci interpella personalmente, quando mette in discussione la nostra persona e ci fa riflettere su cosa pensiamo e su come agiamo, ma tutto quello che ci viene pronunciato non deve essere equivocato, in quanto, solo tramite l’osservazione della Parola di Dio Gesù cerca di farci modificare definitivamente i nostri “valori”, i nostri “rapporti con Dio” e con “gli altri”, solo in questo modo possiamo effettuare una radicale trasformazione religiosa e sociale, così da poter ottenere la vita eterna come è descritta nell’Evangelo.
Questo è il motivo per cui dobbiamo analizzare attentamente e fare nostro quello che ascoltiamo, lasciando fuori dalla Chiesa ogni distrazione, pensiero o quant’altro che possa farci equivocare quello che il Predicatore o il Pastore stanno dicendo, solo analizzando bene quello che ci viene detto riusciremo a capire che la trasformazione alla quale Gesù ci chiama è una proclamazione di libertà, molti uomini e donne pensano che seguire i consigli di Cristo sia come se ci rinchiudiamo in una gabbia, ma vi assicuro che, chi ha già anche solo in minima parte messo in pratica i consigli di Cristo vi può confermare che questa trasformazione ci renderà liberi dalla schiavitù interiore e dalla schiavitù esteriore, questa trasformazione ci libera dall’essere schiavi del peccato e dalle cose di questo mondo per diventare liberi attraverso Dio, questa liberazione dalla schiavitù del peccato è disponibile a tutti coloro che fanno di Cristo il loro personale Signore e Salvatore e...se mettiamo in pratica quello che Gesù ci chiede tramite quello che è scritto da Paolo nella sua lettera ai Romani 12: “2 Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà”.
Ringraziamo Dio per i suoi consigli, così da trasformare la nostra mente per sottometterci a Cristo come al nostro personale Signore e Salvatore già da oggi, non aspettiamo domani, domani quell’opportunità potremmo perderla per sempre.
AMEN
Giampaolo Castelletti, Letture bibliche inerenti al Sermone di Matteo 4,12-17: Marco 1,14-15; Romani 12,1-2; Luca 3,15-20; Matteo 11,1-10; Matteo 14,1-12
1^ Domenica dopo l'Epifania
Predicazione: Matteo 4,12-17
Tutti i giorni sentiamo parlare di omicidi, di femminicidi, i quali ci vengono riferiti dagli organi di informazione, come la notizia di una settimana fa, dove la violenza nei confronti dei cristiani e dei musulmani in Turchia ha prodotto diverse vittime, tutti questi episodi rappresentano un quadro tragico, una spirale di paura e di morte che sembra diventare ogni giorno sempre più asfissiante, sempre più stringente, oltre a questi efferati episodi, vi è anche la costante pressione che esercitano i vari mercati azionari sulle varie ditte, come nel caso delle case farmaceutiche che per conquistarsi la fetta più grossa del mercato, non esitano a far sì che si inventino sempre nuovi slogan pubblicitari, come nel caso delle ditte che producono pastiglie le quali usano frasi come: “prodotti decisamente migliorati perché usiamo la formula più genuina in assoluto e i risultati sono clinicamente verificati” e simili pretese...
Ho letto di un Pastore che un giorno ha scritto una lettera ad una ditta di compresse contro il mal di testa, di questo tenore: “Gentili signori, voi producete aspirine che tolgono il dolore, fan passare il raffreddore e abbassano la febbre. La miscela usata nelle vostre formule fa sì che la gente possa alzarsi dal letto e combattere mal di testa, spasmi muscolari ed altri problemi. I vostri prodotti operano meraviglie dal lunedì al venerdì, e sono particolarmente efficaci di sabato. La gente che li prende di domenica, sembra non averne alcun giovamento! La domenica non riescono a liberarsi dai loro mal di testa e dolori e così a venire in chiesa per il culto. Ora, è possibile per voi verificare di nuovo i vostri prodotti e mettervi magari qualche ingrediente che li faccia funzionare anche la domenica?”.
Ora mi domando…come si può rompere questo sistema costruito sulle intolleranze, sulle discriminazioni, sul sopruso e sui fallimenti?
Di fronte alle violenze ed alle ingiustizie, per Dio sarebbe stato semplice intervenire d’autorità, ma non lo ha fatto, tuttavia…nella sua scelta di lasciarci liberi ci ha voluto insegnare il modo per superare le difficoltà e le sofferenze, per accettarle e per superarle con dignità.
Se da una parte c’è la domanda sul perché Dio permette tutto questo dall’altra…c’è Gesù che è entrato nella nostra storia umana morendo vittima degli interessi umani e della malvagità di chi vede il proprio profitto e la propria classe sociale superiore persino a Dio.
La vicenda che Matteo ci riferisce è uno dei tanti momenti drammatici che uomini e donne hanno vissuto a quell’epoca: il fatto che Giovanni il battezzatore viene messo in prigione (Mt.11,2) è il messaggio molto forte di una società che, messa in discussione, elimina a suo modo il problema e lascia nello sconcerto coloro che vedevano in Giovanni l’uomo chiamato a realizzare le promesse dei profeti, cioè il cambiamento.
Gli abitanti di Capernaum erano venuti a sapere che, oltre a Giovanni appena incarcerato, vi era un’uomo che si era appena trasferito nel loro territorio, il cui nome era Gesù, il quale compiva miracoli di guarigione ed in modo particolare era manifesta la sapienza che esercitava nei suoi discorsi, per di più…avevano udito parlare che a motivo di queste sue azioni Gesù fosse pieno della “potenza dello spirito” e quindi poteva essere il “Messia”; è significativo che la predicazione di Gesù inizi a Capernaum, località di confine, dove vivevano persone i cui principi erano molto lontani da quelli del popolo eletto, questo è il motivo per cui Gesù decise che doveva portare il messaggio dell’Evangelo anche a costoro;
Gesù, nella sua predica, riprende la frase detta da Giovanni poco prima di essere incarcerato: “ravvedetevi”, uno slogan che caratterizza la sua predicazione, un messaggio molto forte col quale intendeva dire: “cambiate totalmente il vostro modo di pensare e di vivere”.
La frase di Gesù, unita alla “potenza dello Spirito” che dimostrava di avere, era pericolosa, per il fatto che colpiva alla radice le situazioni di peccato, di ingiustizia…e le trasformava radicalmente. L’azione di Gesù era una valida offensiva per smantellare le forze spirituali della malvagità quali: “l’ipocrisia umana”, “la religione di comodo”, “le ingiustizie” e “la corruzione del potere”, agendo così…Gesù era diventato pericoloso come Giovanni Battista, per il motivo che…una persona che si affida a Gesù non è più “idonea al sistema ipocrita della società”…in quanto viene trasformata nel pensare, nel parlare, nell’agire, nel rapportarsi con Dio e gli altri in modo totalmente nuovo.
Con Gesù, preso seriamente e fino in fondo, le cose cambiano veramente: non sono “parole” ma, come dice l’Apostolo Paolo, “dimostrazione di Spirito e di potenza” (1 Co. 2:4).
Le parole pronunciate da Gesù “ravvedetevi” sono valide anche per noi oggi, la sua esortazione a ravvederci è l’unico modo per sentirlo vicino a noi nei momenti in cui ci sentiamo vacillare o siamo talmente confusi da non capire più cosa dobbiamo fare.
Ravvederci, significa rimettere al centro della nostra vita Cristo e da parte tutto il resto, è risaputo che tutte le volte che uomini e donne pensano di poter affrontare i vari problemi attraverso gli strumenti del mondo, dimenticano il loro dovere di cristiani, nel senso che…perdono di vista il valore primario, cioè Cristo.
Mi spiego meglio: una crisi economica può essere affrontata con gli strumenti dell’economia, quella sociale con quelli della sociologia, quella del disagio personale con la psicologia, quella del lavoro e dell’occupazione con quelli della politica sociale, quelli della malattia con la scienza medica.
Ognuno di questi strumenti specifici o quant’altro possiamo immaginarci…che ho appena elencato, sono sicuramente validi, ma nel momento in cui…queste “qualità del mondo” o “le potenze di questo secolo” diventano un principio assoluto e il dio risolutivo del problema, significa che stanno dominando l’umanità anziché servirla come vuole Dio, per questo Gesù ci sta dicendo “ravvedetevi”, questa espressione, non è il “pentitevi”…che alcuni ignoranti delle Scritture hanno sostenuto, ma è piuttosto l’appello a cercare “solo Cristo” (il “solus Christus” della Riforma”), cioè, il mettersi in una riflessione critica verso tutte le nostre concezioni della vita.
Noi non dobbiamo pentirci di nulla, ed a maggiore ragione non dobbiamo pensare che un pentimento sia la merce di scambio per la vita eterna.
Nessuna delle parole che ci sono state tramandate da Gesù dice di fare penitenza, anzi, quello che ci viene chiesto è la metanoia, cioè il cambio di mentalità che trasforma completamente il nostro modo di pensare, questo cambiamento inizia proprio dal “solus Christus”, che mette nelle mani di Dio tutte le nostre scienze, così come le soluzioni che cerchiamo di usare, per affrontare, gestire o risolvere ogni problema.
La conseguenza del nostro cambiamento, della nostra metanoia, devono diventare un comportamento di amore, di umiltà, di giustizia, di equità, di accoglienza, di pace, di lealtà e di quanto altro si può immaginare di qualsiasi bella cosa, le quali sono anche l’etica della chiesa e il principio a cui il cristiano deve uniformare la propria vita.
Al tempo di Gesù, molti uomini e donne non seppero accogliere quel messaggio che parlava delle radicali possibilità della trasformazione personale e sociale…create da un rinnovato rapporto con Dio, perfino oggi, spesso non sappiamo accogliere…equivochiamo o non riusciamo a comprendere i messaggi che vengono pronunciati dal pulpito per la nostra trasformazione personale e sociale…a causa del fatto che, sovente siamo distratti da cose o pensieri che non centrano nulla con quanto ci viene pronunciato dal Predicatore o dal Pastore, soprattutto, vi è anche un’altra causa che non ci permette di comprendere il messaggio del Predicatore o del Pastore, la causa è dovuta al fatto che…a prima vista…il messaggio sembra sia un argomento scottante ed allora ci viene comodo equivocare su quello che stiamo ascoltando, questo avviene, quando capiamo che Cristo ci interpella personalmente, quando mette in discussione la nostra persona e ci fa riflettere su cosa pensiamo e su come agiamo, ma tutto quello che ci viene pronunciato non deve essere equivocato, in quanto, solo tramite l’osservazione della Parola di Dio Gesù cerca di farci modificare definitivamente i nostri “valori”, i nostri “rapporti con Dio” e con “gli altri”, solo in questo modo possiamo effettuare una radicale trasformazione religiosa e sociale, così da poter ottenere la vita eterna come è descritta nell’Evangelo.
Questo è il motivo per cui dobbiamo analizzare attentamente e fare nostro quello che ascoltiamo, lasciando fuori dalla Chiesa ogni distrazione, pensiero o quant’altro che possa farci equivocare quello che il Predicatore o il Pastore stanno dicendo, solo analizzando bene quello che ci viene detto riusciremo a capire che la trasformazione alla quale Gesù ci chiama è una proclamazione di libertà, molti uomini e donne pensano che seguire i consigli di Cristo sia come se ci rinchiudiamo in una gabbia, ma vi assicuro che, chi ha già anche solo in minima parte messo in pratica i consigli di Cristo vi può confermare che questa trasformazione ci renderà liberi dalla schiavitù interiore e dalla schiavitù esteriore, questa trasformazione ci libera dall’essere schiavi del peccato e dalle cose di questo mondo per diventare liberi attraverso Dio, questa liberazione dalla schiavitù del peccato è disponibile a tutti coloro che fanno di Cristo il loro personale Signore e Salvatore e...se mettiamo in pratica quello che Gesù ci chiede tramite quello che è scritto da Paolo nella sua lettera ai Romani 12: “2 Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà”.
Ringraziamo Dio per i suoi consigli, così da trasformare la nostra mente per sottometterci a Cristo come al nostro personale Signore e Salvatore già da oggi, non aspettiamo domani, domani quell’opportunità potremmo perderla per sempre.
AMEN
Giampaolo Castelletti, Letture bibliche inerenti al Sermone di Matteo 4,12-17: Marco 1,14-15; Romani 12,1-2; Luca 3,15-20; Matteo 11,1-10; Matteo 14,1-12
01/12/2016
Sermone Domenica 27 Novembre 2016 - 1^ Domenica di Avvento
Sermone tenuto Domenica 27 Novembre, 1^ Domenica di Avvento detta "del Profeta", poichè ricorda le profezie sulla venuta del Messia.
ROMANI 13:8-14
(Amore del prossimo; Vigilanza nella vita cristiana)
8 Non abbiate altro debito con nessuno, se non di amarvi gli uni gli altri; perché chi ama il prossimo ha adempiuto la legge. 9 Infatti il «non commettere adulterio», «non uccidere», «non rubare», «non concupire» e qualsiasi altro comandamento si riassumono in questa parola: «Ama il tuo prossimo come te stesso». 10 L'amore non fa nessun male al prossimo; l'amore quindi è l'adempimento della legge. 11 E questo dobbiamo fare, consci del momento cruciale: è ora ormai che vi svegliate dal sonno; perché adesso la salvezza ci è più vicina di quando credemmo. 12 La notte è avanzata, il giorno è vicino; gettiamo dunque via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. 13 Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno, senza gozzoviglie e ubriachezze; senza immoralità e dissolutezza; senza contese e gelosie; 14 ma rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non abbiate
cura della carne per soddisfarne i desideri."
Attese che non andranno deluse!
Anni orsono in occasione delle elezioni regionali accompagnavo un amico, Armando V., ai vari incontri che le varie liste tenevano per il pubblico, invano chiedevamo ad alcuni candidati delle diverse fazioni che cosa si proponessero di fare se fossero stati eletti. La loro propaganda elettorale proponeva dei nomi, ma nessuna traccia di programmi, di obiettivi che avrebbero dovuto raggiungere a volte qualche candidato diceva che avrebbero proseguito con i vecchi programmi. È cosa strana ed inverosimile per chi ti chiede un voto! Non mi risulta che nessuno di loro si fosse preoccupato di chiedere a me o alla gente quali fossero le nostre aspirazioni o attese che poi essi si sarebbero impegnati a conseguire. Eppure la gente ha molte attese, desideri ed aspirazioni. Non è vero che la gente non si aspetta più nulla e non spera più in nulla. Certamente è delusa di coloro che hanno disatteso o tradito le loro aspirazioni ed è purtroppo scettica che altri sappiamo fare di meglio!
L'Avvento è celebrazione dell'attesa e della speranza e dirige l'attenzione non all'uomo che delude e inganna, ma a Dio che fedelmente realizza le attese e le speranze umane tramite Cristo. L'annuncio della Chiesa cristiana è che Cristo solo è la realizzazione di ogni migliore aspirazione e speranza. Egli ha un programma chiaro, come pure la forza e la determinazione di portarlo a compimento.
Il testo biblico che ci viene proposto quest'oggi ci parla dell'attesa attiva e laboriosa alla quale siamo chiamati, di Colui che, tornando, porterà a compimento la meravigliosa opera che ha cominciato a fare in questo mondo ed in ogni persona che Lo accoglie con fede ed ubbidienza.
I cristiani a cui scriveva Paolo, erano consapevoli di vivere in un momento particolare della storia, un tempo cruciale, una svolta storica. Di che cosa si trattava? Forse del fatto che la fede cristiana da perseguitata sarebbe presto diventata dominante nell'impero? Direi di no, perché, anche se questo fatto sarebbe stato senz'altro di rilevante importanza storica, la prospettiva cristiana sulla storia andava (e va) ben al di là di questo.
C'è chi la vede come una linea ascendente di progresso in progresso, secondo le teorie cosiddette scientifiche dell'evoluzione. C'è poi chi la vede, in fondo sempre uguale a sé stessa, il solito frustrante "tran-tran": "la storia", dicono in modo pessimista, "non va da nessuna parte, gira a vuoto, è fondamentalmente senza senso come l'invariabile susseguirsi delle stagioni", nel senso che ogni tot di anni le cose si ripetono. Questa è forse la prospettiva più diffusa.
Molti vivono non rendendosi conto del tempo in cui stanno vivendo. Coloro che appartengono a questo mondo, moralmente e spiritualmente in decadenza, dormono e non si accorgono di procedere inesorabilmente verso il giudizio di Dio e la catastrofe, ma vi sono anche cristiani che dormono e sonnecchiano non rendendosi ben conto dei precisi compiti che devono assolvere in questo periodo in cui si trovano, fra la prima e la seconda venuta (risolutiva) di Cristo, infatti il nostro testo dice: "La salvezza ci è ora più vicina di quanto credemmo" (11c), nel senso che, il ritorno di Cristo, è più vicino ora di quando diventammo credenti. Se il discorso valeva tanti secoli fa per i cristiani di allora, che cosa dovremmo dire noi oggi? Quanto ci è vicino il ritorno risolutore di Cristo? Certamente molto vicino! Eppure quanti sono quelli che "dormono" non rendendosene conto che sta arrivando a compimento il proposito di Dio, la salvezza tramite Gesù cristo.
Forse, sarebbe utile aggiungere ciò che diceva l'apostolo Pietro, quando profeticamente affermava: "Soprattutto, dovete tenere presente una cosa: negli ultimi tempi verranno uomini che non credono a niente e vivono ascoltando le proprie passioni. Verranno e rideranno di voi, dicendo: "Voi dicevate che il Signore doveva tornare, ma dov'è? I nostri padri sono morti, ma tutto rimane come prima, come era fin dalla creazione del mondo". Hanno la pretesa di parlare così, ma non si ricordano che già molto tempo fa la parola di Dio aveva creato i cieli e la terra. Dio aveva separato la terra dall'acqua e l'aveva tenuta insieme per mezzo dell'acqua. Ma poi con l'acqua del diluvio aveva distrutto il mondo di allora e i malvagi. Carissimi, c'è una cosa che non dobbiamo dimenticare: per il Signore, lo spazio di un giorno è come mille anni e mille anni sono come un giorno solo. Il Signore non ritarda a compiere la propria promessa: alcuni pensano che sia in ritardo, ma non è vero. Piuttosto, egli è paziente perché vuole che nessuno si smarrisca e che tutti abbiano la possibilità di cambiare vita per il motivo che il giorno del Signore verrà all'improvviso come un ladro” (2 Pietro 3,3-10), il che ci riporta proprio al nostro testo biblico di base il quale afferma: "La notte è avanzata e il giorno è vicino; gettiamo dunque via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce" (12). La notte della decadenza morale e spirituale di questo mondo è avanzata (si è evoluta), sta per terminare. Il giorno risolutore del ritorno di Cristo è vicino. Allora tutto ciò che caratterizza le tenebre di questo mondo subirà da parte di Dio il giusto giudizio di condanna: liberiamocene come tanta spazzatura per non esserne più coinvolti, anzi, viviamo fin da ora com'è giusto e piace al Signore, "indossando" quegli "abiti" puliti e luminosi che ci permetteranno di essere riconosciuti come gente che sta dalla parte del Cristo trionfante. È ora il momento della scelta, è ora il momento di scegliere da che parte stare: dalla parte di un mondo destinato ad un'inappellabile condanna da parte di Dio o dalla parte del Cristo, vincitore e trionfante, perché "le armi della luce" trionferanno!
L'Apostolo indica molto praticamente quale deve essere lo stile di vita idoneo a Gesù Cristo che sta per tornare e dice: "Camminiamo onestamente, come di giorno, non in gozzoviglie ed ebbrezze, non in immoralità e sensualità, non in contese ed invidie" (13). Viviamo con trasparenza e schiettezza, come chi, di fronte a Dio ed alla Sua legge, non avrà nulla di cui vergognarsi. Rifiutiamo, come dice Paolo, di aver parte alcuna con "le opere della notte". L'accento è qui posto, in modo esemplare, su quelle attività che, da sempre per altro, caratterizzano le notti di chi non conosce Dio. Una delle tante attività è descritta con la parola gozzoviglie, la quale fa riferimento alle canzonacce blasfeme e sensuali di cui gli antichi romani erano diventati famosi, e che cantavano nelle loro orge sfrenate, veri e propri atti di culto verso luride divinità pagane, "sponsor ufficiali" delle loro frequenti feste. Della parola ebbrezze, cioè ubriachezza non servono molte spiegazioni. A questo riguardo tutto il mondo è paese! Così pure le parole immoralità e sensualità, cioè gli abusi sessuali di ogni tipo che sembrano oggi "ritornati di moda" in una società la quale vorrebbe dar libero sfogo ad ogni voglia, e che si vanta di essersi liberata da quelli che chiama "tabù puritani", cioè quelle leggi che Dio ci ha dato per il nostro stesso bene. A questo l'autore aggiunge contese ed invidie, cioè la violenza che tali sfrenati eccessi notturni accende, così da dare libero sfogo pure alle gelosie, invidie e contese che "di giorno", per decenza, si reprimono e si covano.
L'apostolo è molto realista ed onesto poiché sa che nella nostra "carne", ci sono "voglie", “tentazioni” più o meno confessabili che ci piacerebbe soddisfare, ma che sono solo una temibile trappola, cedendo alle quali noi causiamo la nostra stessa catastrofe e rovina, la medicina per non cedere a queste voglie è quella di resistere "rivestendoci di Cristo", cioè essendo come Lui, avendo quella somiglianza di carattere e di condotta che proviene dall'essere in comunione stretta con Lui attraverso lo Spirito Santo. È proprio questa comunione con Lui che ci impedirà di cedere a queste propensioni peccaminose in attesa del suo ritorno, viviamo fin da ora con coerenza sotto l’ala protettrice di Cristo, potremmo anche dire: sotto la bandiera di Cristo. "Sotto quale bandiera" viveva Cristo? Qual è la "bandiera" che Lo caratterizzerebbe? Con quale "bandiera" arriverà?
È la "bandiera" della comunione con Dio, quella della fiducia e dell'ubbidienza ai Suoi comandamenti, la bandiera dell'amore totale verso Dio e verso il prossimo, amore che spinse Gesù a dare la Sua vita per questo. È proprio quanto dice il nostro testo ed è pure ciò che deve caratterizzare la nostra vita in attesa del Suo glorioso ritorno. Riascoltiamolo: "Non abbiate alcun debito con nessuno, se non di amarvi gli uni gli altri, perché chi ama il suo simile ha adempiuto la legge. Infatti questi comandamenti: "Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non dir falsa testimonianza, non desiderare", e se vi è qualche altro comandamento, si riassumono tutti in questo: "Ama il tuo prossimo come te stesso". L'amore non fa alcun male al prossimo; l'adempimento dunque della legge è l'amore" (8-10).
Paolo, continuando ad usare l'immagine della bandiera ci dice: mettiamo la Sua bandiera al balcone di casa nostra per onorarlo al Suo passaggio quando verrà e per mostrare che a Lui apparteniamo. È come il personaggio biblico di Rahab, che, nella città di Gerico, aveva dato ospitalità e assistenza ad Israele e che sarebbe stata risparmiata dal loro avanzare irresistibile se solo avesse messi un nastro rosso alla finestra come segno di riconoscimento. Gesù disse: "Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri" (Gv. 13:35). Da questo pure Lui ci riconoscerà al Suo ritorno!
L'amore cristiano non lo si esercita nel vuoto, ma secondo i comandamenti rivelati. Questo amore non è separato dalla legge, come oggi ci vorrebbero suggerire; ma la legge di Dio, dà all'amore il suo contenuto, l'amore dà alla legge il suo compimento in quanto non c'è vero amore se non lo si esplica in accordo con ciò che Dio specificatamente comanda, cioè: "Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non dir falsa testimonianza, non desiderare". Questi esempi che l’apostolo Paolo fa, illustrano la validità permanente della legge morale e provano che non sono stati aboliti da Cristo, anzi, saranno i criteri stessi con i quali Gesù Cristo ci giudicherà.
Conclusione
Detto ciò, possiamo ben dire che i nostri politici benché debbano essere fedelmente al servizio di Dio e del popolo, non soddisferanno purtroppo, le nostre migliori attese e speranze, questo è il motivo per cui dobbiamo attendere fiduciosi e con ansia l’unico che non ci deluderà, il Signore e Salvatore Gesù Cristo. Non dovrà però essere un'attesa oziosa. Lo attenderemo come persone che già mettono in pratica il Suo stile di vita, il Suo modo di pensare, di parlare e di agire. In questo modo soltanto verremo da Lui riconosciuti come Suoi al Suo ritorno, ottenendo così da Lui non un severo giudizio di condanna e di esclusione, ma la salvezza eterna, per questo motivo dobbiamo pregare il Signore, affinchè ci protegga e ci aiuti a non cedere alle tentazioni, queste voglie non vogliamo coltivarle neanche segretamente!".
Così sia. AMEN
ROMANI 13:8-14
(Amore del prossimo; Vigilanza nella vita cristiana)
8 Non abbiate altro debito con nessuno, se non di amarvi gli uni gli altri; perché chi ama il prossimo ha adempiuto la legge. 9 Infatti il «non commettere adulterio», «non uccidere», «non rubare», «non concupire» e qualsiasi altro comandamento si riassumono in questa parola: «Ama il tuo prossimo come te stesso». 10 L'amore non fa nessun male al prossimo; l'amore quindi è l'adempimento della legge. 11 E questo dobbiamo fare, consci del momento cruciale: è ora ormai che vi svegliate dal sonno; perché adesso la salvezza ci è più vicina di quando credemmo. 12 La notte è avanzata, il giorno è vicino; gettiamo dunque via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. 13 Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno, senza gozzoviglie e ubriachezze; senza immoralità e dissolutezza; senza contese e gelosie; 14 ma rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non abbiate
cura della carne per soddisfarne i desideri."
Attese che non andranno deluse!
Anni orsono in occasione delle elezioni regionali accompagnavo un amico, Armando V., ai vari incontri che le varie liste tenevano per il pubblico, invano chiedevamo ad alcuni candidati delle diverse fazioni che cosa si proponessero di fare se fossero stati eletti. La loro propaganda elettorale proponeva dei nomi, ma nessuna traccia di programmi, di obiettivi che avrebbero dovuto raggiungere a volte qualche candidato diceva che avrebbero proseguito con i vecchi programmi. È cosa strana ed inverosimile per chi ti chiede un voto! Non mi risulta che nessuno di loro si fosse preoccupato di chiedere a me o alla gente quali fossero le nostre aspirazioni o attese che poi essi si sarebbero impegnati a conseguire. Eppure la gente ha molte attese, desideri ed aspirazioni. Non è vero che la gente non si aspetta più nulla e non spera più in nulla. Certamente è delusa di coloro che hanno disatteso o tradito le loro aspirazioni ed è purtroppo scettica che altri sappiamo fare di meglio!
L'Avvento è celebrazione dell'attesa e della speranza e dirige l'attenzione non all'uomo che delude e inganna, ma a Dio che fedelmente realizza le attese e le speranze umane tramite Cristo. L'annuncio della Chiesa cristiana è che Cristo solo è la realizzazione di ogni migliore aspirazione e speranza. Egli ha un programma chiaro, come pure la forza e la determinazione di portarlo a compimento.
Il testo biblico che ci viene proposto quest'oggi ci parla dell'attesa attiva e laboriosa alla quale siamo chiamati, di Colui che, tornando, porterà a compimento la meravigliosa opera che ha cominciato a fare in questo mondo ed in ogni persona che Lo accoglie con fede ed ubbidienza.
I cristiani a cui scriveva Paolo, erano consapevoli di vivere in un momento particolare della storia, un tempo cruciale, una svolta storica. Di che cosa si trattava? Forse del fatto che la fede cristiana da perseguitata sarebbe presto diventata dominante nell'impero? Direi di no, perché, anche se questo fatto sarebbe stato senz'altro di rilevante importanza storica, la prospettiva cristiana sulla storia andava (e va) ben al di là di questo.
C'è chi la vede come una linea ascendente di progresso in progresso, secondo le teorie cosiddette scientifiche dell'evoluzione. C'è poi chi la vede, in fondo sempre uguale a sé stessa, il solito frustrante "tran-tran": "la storia", dicono in modo pessimista, "non va da nessuna parte, gira a vuoto, è fondamentalmente senza senso come l'invariabile susseguirsi delle stagioni", nel senso che ogni tot di anni le cose si ripetono. Questa è forse la prospettiva più diffusa.
Molti vivono non rendendosi conto del tempo in cui stanno vivendo. Coloro che appartengono a questo mondo, moralmente e spiritualmente in decadenza, dormono e non si accorgono di procedere inesorabilmente verso il giudizio di Dio e la catastrofe, ma vi sono anche cristiani che dormono e sonnecchiano non rendendosi ben conto dei precisi compiti che devono assolvere in questo periodo in cui si trovano, fra la prima e la seconda venuta (risolutiva) di Cristo, infatti il nostro testo dice: "La salvezza ci è ora più vicina di quanto credemmo" (11c), nel senso che, il ritorno di Cristo, è più vicino ora di quando diventammo credenti. Se il discorso valeva tanti secoli fa per i cristiani di allora, che cosa dovremmo dire noi oggi? Quanto ci è vicino il ritorno risolutore di Cristo? Certamente molto vicino! Eppure quanti sono quelli che "dormono" non rendendosene conto che sta arrivando a compimento il proposito di Dio, la salvezza tramite Gesù cristo.
Forse, sarebbe utile aggiungere ciò che diceva l'apostolo Pietro, quando profeticamente affermava: "Soprattutto, dovete tenere presente una cosa: negli ultimi tempi verranno uomini che non credono a niente e vivono ascoltando le proprie passioni. Verranno e rideranno di voi, dicendo: "Voi dicevate che il Signore doveva tornare, ma dov'è? I nostri padri sono morti, ma tutto rimane come prima, come era fin dalla creazione del mondo". Hanno la pretesa di parlare così, ma non si ricordano che già molto tempo fa la parola di Dio aveva creato i cieli e la terra. Dio aveva separato la terra dall'acqua e l'aveva tenuta insieme per mezzo dell'acqua. Ma poi con l'acqua del diluvio aveva distrutto il mondo di allora e i malvagi. Carissimi, c'è una cosa che non dobbiamo dimenticare: per il Signore, lo spazio di un giorno è come mille anni e mille anni sono come un giorno solo. Il Signore non ritarda a compiere la propria promessa: alcuni pensano che sia in ritardo, ma non è vero. Piuttosto, egli è paziente perché vuole che nessuno si smarrisca e che tutti abbiano la possibilità di cambiare vita per il motivo che il giorno del Signore verrà all'improvviso come un ladro” (2 Pietro 3,3-10), il che ci riporta proprio al nostro testo biblico di base il quale afferma: "La notte è avanzata e il giorno è vicino; gettiamo dunque via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce" (12). La notte della decadenza morale e spirituale di questo mondo è avanzata (si è evoluta), sta per terminare. Il giorno risolutore del ritorno di Cristo è vicino. Allora tutto ciò che caratterizza le tenebre di questo mondo subirà da parte di Dio il giusto giudizio di condanna: liberiamocene come tanta spazzatura per non esserne più coinvolti, anzi, viviamo fin da ora com'è giusto e piace al Signore, "indossando" quegli "abiti" puliti e luminosi che ci permetteranno di essere riconosciuti come gente che sta dalla parte del Cristo trionfante. È ora il momento della scelta, è ora il momento di scegliere da che parte stare: dalla parte di un mondo destinato ad un'inappellabile condanna da parte di Dio o dalla parte del Cristo, vincitore e trionfante, perché "le armi della luce" trionferanno!
L'Apostolo indica molto praticamente quale deve essere lo stile di vita idoneo a Gesù Cristo che sta per tornare e dice: "Camminiamo onestamente, come di giorno, non in gozzoviglie ed ebbrezze, non in immoralità e sensualità, non in contese ed invidie" (13). Viviamo con trasparenza e schiettezza, come chi, di fronte a Dio ed alla Sua legge, non avrà nulla di cui vergognarsi. Rifiutiamo, come dice Paolo, di aver parte alcuna con "le opere della notte". L'accento è qui posto, in modo esemplare, su quelle attività che, da sempre per altro, caratterizzano le notti di chi non conosce Dio. Una delle tante attività è descritta con la parola gozzoviglie, la quale fa riferimento alle canzonacce blasfeme e sensuali di cui gli antichi romani erano diventati famosi, e che cantavano nelle loro orge sfrenate, veri e propri atti di culto verso luride divinità pagane, "sponsor ufficiali" delle loro frequenti feste. Della parola ebbrezze, cioè ubriachezza non servono molte spiegazioni. A questo riguardo tutto il mondo è paese! Così pure le parole immoralità e sensualità, cioè gli abusi sessuali di ogni tipo che sembrano oggi "ritornati di moda" in una società la quale vorrebbe dar libero sfogo ad ogni voglia, e che si vanta di essersi liberata da quelli che chiama "tabù puritani", cioè quelle leggi che Dio ci ha dato per il nostro stesso bene. A questo l'autore aggiunge contese ed invidie, cioè la violenza che tali sfrenati eccessi notturni accende, così da dare libero sfogo pure alle gelosie, invidie e contese che "di giorno", per decenza, si reprimono e si covano.
L'apostolo è molto realista ed onesto poiché sa che nella nostra "carne", ci sono "voglie", “tentazioni” più o meno confessabili che ci piacerebbe soddisfare, ma che sono solo una temibile trappola, cedendo alle quali noi causiamo la nostra stessa catastrofe e rovina, la medicina per non cedere a queste voglie è quella di resistere "rivestendoci di Cristo", cioè essendo come Lui, avendo quella somiglianza di carattere e di condotta che proviene dall'essere in comunione stretta con Lui attraverso lo Spirito Santo. È proprio questa comunione con Lui che ci impedirà di cedere a queste propensioni peccaminose in attesa del suo ritorno, viviamo fin da ora con coerenza sotto l’ala protettrice di Cristo, potremmo anche dire: sotto la bandiera di Cristo. "Sotto quale bandiera" viveva Cristo? Qual è la "bandiera" che Lo caratterizzerebbe? Con quale "bandiera" arriverà?
È la "bandiera" della comunione con Dio, quella della fiducia e dell'ubbidienza ai Suoi comandamenti, la bandiera dell'amore totale verso Dio e verso il prossimo, amore che spinse Gesù a dare la Sua vita per questo. È proprio quanto dice il nostro testo ed è pure ciò che deve caratterizzare la nostra vita in attesa del Suo glorioso ritorno. Riascoltiamolo: "Non abbiate alcun debito con nessuno, se non di amarvi gli uni gli altri, perché chi ama il suo simile ha adempiuto la legge. Infatti questi comandamenti: "Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non dir falsa testimonianza, non desiderare", e se vi è qualche altro comandamento, si riassumono tutti in questo: "Ama il tuo prossimo come te stesso". L'amore non fa alcun male al prossimo; l'adempimento dunque della legge è l'amore" (8-10).
Paolo, continuando ad usare l'immagine della bandiera ci dice: mettiamo la Sua bandiera al balcone di casa nostra per onorarlo al Suo passaggio quando verrà e per mostrare che a Lui apparteniamo. È come il personaggio biblico di Rahab, che, nella città di Gerico, aveva dato ospitalità e assistenza ad Israele e che sarebbe stata risparmiata dal loro avanzare irresistibile se solo avesse messi un nastro rosso alla finestra come segno di riconoscimento. Gesù disse: "Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri" (Gv. 13:35). Da questo pure Lui ci riconoscerà al Suo ritorno!
L'amore cristiano non lo si esercita nel vuoto, ma secondo i comandamenti rivelati. Questo amore non è separato dalla legge, come oggi ci vorrebbero suggerire; ma la legge di Dio, dà all'amore il suo contenuto, l'amore dà alla legge il suo compimento in quanto non c'è vero amore se non lo si esplica in accordo con ciò che Dio specificatamente comanda, cioè: "Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non dir falsa testimonianza, non desiderare". Questi esempi che l’apostolo Paolo fa, illustrano la validità permanente della legge morale e provano che non sono stati aboliti da Cristo, anzi, saranno i criteri stessi con i quali Gesù Cristo ci giudicherà.
Conclusione
Detto ciò, possiamo ben dire che i nostri politici benché debbano essere fedelmente al servizio di Dio e del popolo, non soddisferanno purtroppo, le nostre migliori attese e speranze, questo è il motivo per cui dobbiamo attendere fiduciosi e con ansia l’unico che non ci deluderà, il Signore e Salvatore Gesù Cristo. Non dovrà però essere un'attesa oziosa. Lo attenderemo come persone che già mettono in pratica il Suo stile di vita, il Suo modo di pensare, di parlare e di agire. In questo modo soltanto verremo da Lui riconosciuti come Suoi al Suo ritorno, ottenendo così da Lui non un severo giudizio di condanna e di esclusione, ma la salvezza eterna, per questo motivo dobbiamo pregare il Signore, affinchè ci protegga e ci aiuti a non cedere alle tentazioni, queste voglie non vogliamo coltivarle neanche segretamente!".
Così sia. AMEN
26/11/2016
07/11/2016
Sermone di Domenica 6 Novembre 2016 sul testo biblico di 2° Tessalonicesi 2:1-5.13-17
2°Tessalonicesi 2:1-5.13-17
1 Ora, fratelli, circa
la venuta del Signore nostro Gesù Cristo e il nostro incontro con lui, vi
preghiamo 2 di non
lasciarvi così presto sconvolgere la mente, né turbare sia da pretese
ispirazioni, sia da discorsi, sia da qualche lettera data come nostra, come se
il giorno del Signore fosse già presente. 3 Nessuno vi inganni in alcun modo; poiché quel giorno non
verrà se prima non sia venuta l'apostasia e non sia stato manifestato l'uomo
del peccato, il figlio della perdizione, 4 l'avversario, colui che s'innalza sopra tutto ciò che è
chiamato Dio od oggetto di culto; fino al punto da porsi a sedere nel tempio di
Dio, mostrando se stesso e proclamandosi Dio. 5 Non vi ricordate che quand'ero ancora con voi vi dicevo queste cose? 13 Ma noi dobbiamo sempre ringraziare Dio per voi, fratelli amati dal
Signore, perché Dio fin dal principio vi ha eletti a salvezza mediante la
santificazione nello Spirito e la fede nella verità. 14 A questo egli vi ha pure
chiamati per mezzo del nostro vangelo, affinché otteniate la gloria del Signore
nostro Gesù Cristo.15 Così
dunque, fratelli, state saldi e ritenete gli insegnamenti che vi abbiamo
trasmessi sia con la parola, sia con una nostra lettera. 16 Ora lo stesso Signore nostro
Gesù Cristo e Dio nostro Padre, che ci ha amati e ci ha dato per la sua grazia
una consolazione eterna e una buona speranza, 17 consoli
i vostri cuori e vi confermi in ogni opera buona e in ogni buona parola.” Luce e speranza autentica per il destino del mondo
Come già accadde per
l’anno 1000, anche il passaggio all’anno 2000 è stato, per la situazione
culturale in cui viviamo, un momento cruciale della storia, carico
di minacciosi presagi che preoccupano e mettono in agitazione molte persone. La
nostra civiltà ha fatto grandi progressi scientifici e tecnologici, ma questo non ha affatto ispirato fiducia e
sicurezza per quanto riguarda il nostro futuro, come le catastrofi più
o meno naturali, che causano la distruzione dell’ambiente naturale in cui
viviamo, la diffusione incontrollata di malattie, le agitazioni sociali e
politiche di masse umane sospinte dal bisogno o da ideologie distruttive, la
litigiosità di gruppi, razze e nazioni che, senza alcuno scrupolo vorrebbero
distruggere i loro veri e presunti avversari, la stessa tecnologia che sfugge
al controllo umano… tutto questo causa una grande ansia ed incertezza in
tutto il mondo oggigiorno, tanto da far credere a molti di essere ormai
giunti “alla fine”.
Tutto questo…, è vero? No. Per quanto
drammatici siano molti fatti che avvengono e che attirano la nostra preoccupata
attenzione, non siamo ancora alla fine! Dovranno succedere ancora
diversi fatti non ancora avvenuti e che nemmeno si può pensare siano
imminenti! Come faccio a saperlo? Perché lo afferma chiaramente la Bibbia, la
quale delinea le tappe della storia dell’umanità secondo i decreti
eterni ed immutabili di Dio.
Non sto dicendo che “tutto andrà bene” e che non ci sia da
preoccuparsi… dico semplicemente che ciò che farà precipitare le cose, sembra
ancora lontano.
Una speranza esiste, ed
è ciò che la Bibbia stessa ammette. Non si tratta però della speranza nelle
conquiste del progresso, ma del rifugio sicuro, l’unico
disponibile, che noi possiamo continuare a trovare nella Persona e
nell’Opera di Gesù Cristo. Gesù tornerà ed accoglierà presso di Sé coloro che
Gli appartengono. Non importa quindi, quanto potrà succedere, se, quel giorno,
saremo trovati in Cristo.
Alle
questioni che ci siamo posti, risponde il testo significativo della Parola di
Dio, contenuto nella seconda lettera dell’apostolo Paolo ai cristiani di
Tessalonica.
Paolo incomincia
con una parola di avvertimento:“1 Ora, fratelli, circa la venuta del
Signore nostro Gesù Cristo e il nostro incontro con lui,…”
L’apostolo qui ribadisce
prima di tutto la verità circa il ritorno personale del Signore Gesù Cristo. La Bibbia parla di una “seconda Venuta”
e la cosa è pure stata impressa nel
Credo apostolico:“…e tornerà
per giudicare i vivi e i morti”. Gesù
stesso preannunciò il Suo futuro ritorno. Quando tornerà, Egli darà inizio al
giusto giudizio di Dio sulle creature, tramite la manifestazione della Sua
inalterabile giustizia.
Domanda…, quando tornerà? Il testo dice: “vi
preghiamo…”
(v.2)
“…di non lasciarvi
così presto sconvolgere la mente, né turbare sia da pretese ispirazioni,
sia da discorsi, sia da qualche lettera data come nostra, come se il giorno del
Signore fosse già presente.”.
Nella nostra cultura
circolano molte speculazioni che confondono la mente di molti,
circa presunte predizioni e profezie. Queste non sono solo basate su scritti di
presunti profeti e veggenti di questo mondo, ma pretendono di essere basate
talvolta sulla Bibbia, in effetti Paolo dice: “come da qualche
lettera data come nostra”. Spesso,
infatti, si fanno dire alla Bibbia cose che non ha mai detto. Molti,
ignorantemente, pensano che la Bibbia dica questo e quest’altro per il motivo
che hanno sentito qualcuno che lo ha detto, ma non si sono mai preoccupati di
controllare personalmente se ciò è vero. Qualche tempo fa qualcuno mi ha detto:
“Tutto quello che sta accadendo in questi giorni, terremoto e guerre, avvengono
perché siamo giunti negli <<
Ultimi giorni >> come aveva predetto la Bibbia, quindi, dobbiamo
dedicare tutte le nostre risorse e il nostro tempo libero per conoscere Dio,
aggregarsi ad una vera religione e andare di casa in casa a far conoscere tutto
questo, come stava facendo lui”. Io ho risposto: “No, questo non è vero”. E
l’altro ad insistere: “è scritto in Atti
20:20-21 e Luca 10:7. “Andiamo allora a vedere direttamente”. Ho aperto la
Bibbia. Ho fatto vedere che ciò che pensava esservi, in realtà non c’era.
L’altro rimane allibito. Reagisce dicendo che in realtà era la mia Bibbia ad essere sbagliata…
Naturalmente per lui aveva ragione indiscutibile “la sua Bibbia” e la sua
congregazione,
chiunque avesse detto
quello, anche se fosse la peggiore menzogna! Paolo per questo scrive:“Non lasciatevi sconvolgere la mente”.
Oggi come all’epoca di
Paolo, sulla base di sconvolgimenti naturali, avvenimenti politici e sociali costoro
annunciano catastrofi, spaventando molti e facendo cadere in rassegnazione
altri. Alcuni dicono addirittura che Cristo sia già tornato, “invisibilmente”,
e identificano Cristo con la loro organizzazione religiosa, speculandoci sopra,
al servizio dei loro interessi, dicono che chi vuole essere salvato deve unirsi
a loro …e sarà unito a Cristo. Furbi,
non è vero? Ma è una menzogna verificabile come tale da chiunque si
prenda tempo di vedere veramente come stanno le cose, e non si accontenti del
“sentito dire”.
Iddio però, attraverso
l’Apostolo, è l’unico che possa dirci come stiano realmente le cose.
(3)“Nessuno
v'inganni in alcun modo; poichè quel giorno non verrà se prima non sia venuta
l'apostasia e non sia stato manifestato l'uomo del peccato, il figlio della
perdizione,…
Egli ci mette prima di
tutto in guardia contro gli inganni. Vi sono infatti molti modi in
cui si può essere ingannati, e noi dobbiamo tenere gli occhi aperti per
non cadere nelle trappole in cui vorrebbero farci cadere.
Quel giorno fatale
verrà, ma prima debbono essere realizzate alcune condizioni preliminari.
(a) Dovrà avvenire una diffusa apostasia. Cioè masse di persone, dopo essersi definite in qualche modo
cristiane, giungeranno a rinnegare Cristo e a “cambiare bandiera”, dimettendosi
dalle chiese. Questo era stato predetto. Ma vi saranno anche false chiese che
pretenderanno di essere cristiane ed attireranno gente con un vangelo di comodo.
Poi, dice il testo…
(b) Dovrà manifestarsi “l’uomo del peccato”, la massima espressione dell’opposizione a Dio ed alla verità,
massimo strumento di perdizione per chiunque gli presterà ascolto, seguendolo.
L’opposizione a Dio ed alla verità è infettiva nel nostro mondo. Già domina
sempre di più le coscienze umane, allontanandole con vari mezzi dal Dio vero e
vivente nella Bibbia. Questa ribellione, però, allora sarà alla massima
potenza. Si può ben dire che ci stiamo arrivando,
solo quando ci arriveremo si manifesterà: “Il figlio della perdizione” v.3b
Quali caratteristiche avrà questo personaggio?
(v.4)
La scrittura dice che sarà
un potente avversario personale di Dio e sarà
l’opposto di tutto ciò che Dio è della Sua santa Persona e santa Legge.
Questi si innalzerà al
di sopra di qualunque oggetto o forma di culto tanto da farsi adorare proclamando
di essere egli stesso Dio, in quanto sa che l’essere umano è una creatura
incurabilmente religiosa che se non adora il Dio vero e vivente, adorerà
qualche altra cosa, persona, o idea. Questo avversario di Dio riuscirà ad
attirare il culto e l’adorazione di masse di persone sviate, fino alla loro
propria perdizione.
Il testo dice che si
metterà in mostra. Come? Forse attraverso il mezzo televisivo, come il “Grande
fratello” onnipresente.
(v.5)
Queste cose non sono una
novità per la predicazione apostolica: erano state ampiamente preannunciate,
infatti: “.. Non vi ricordate
che, quando ero ancora con voi, vi dicevo queste cose?”
Oggi si va dietro a tante cose come se fossero
“l’ultima novità”, mentre tutto era già stato ampiamente illustrato dalla
Bibbia stessa. Ne siamo consapevoli!?La conosciamo? Oppure preferiamo
rimanere nella nostra ignoranza, pretendendo che altri siano, rispetto alla
Bibbia “più aggiornati”!
Tutto ciò, non
deve essere così per il popolo di Dio, in quanto:
“13…noi dobbiamo sempre ringraziare Dio per voi, fratelli amati dal
Signore, perché Dio fin dal principio vi ha eletti a salvezza, mediante la
santificazione nello Spirito e la fede nella verità”.
L’apostolo, ringrazia Dio perché Dio si è scelto un popolo che non cadrà
in queste trame perché saranno coloro che ascoltano queste sue ispirate parole
con fiducia, riconoscendole non
come parole sue, ma come sono veramente, cioè Parola di Dio.
Chi accoglie la parola
della Bibbia con fiducia è gente designata alla salvezza siccome
ha accolto con gioia la verità, cioè Gesù Cristo come proprio Signore e
Salvatore. Questi sono stati
“messi a parte” e resisteranno.
(v.14-15)
Ecco delle meravigliose
parole finali di certezza e di rassicurazione.
“…a questo egli vi ha pure chiamati per mezzo del nostro vangelo,
affinché otteniate la gloria del Signore nostro Gesù Cristo. 15 Così dunque,
fratelli, state saldi e ritenete gli insegnamenti che vi abbiamo trasmessi sia
con la parola, sia con una nostra lettera”.
Anche in tempi
difficili, coloro che appartengono a Cristo sono chiamati a stare
saldi, a non lasciarsi turbare e continuare a tenersi stretti all’insegnamento
apostolico contenuto nella Bibbia. La perseveranza, la “testardaggine”
della fede in Dio e nella Sua Parola, sia quel che sia, oggi e domani, è segno
di una perseveranza che alla fine vincerà, e che è tale da farci stare saldi e
decisi.
Invece che lasciarci
prendere dallo scoraggiamento, atteniamoci alla Parola di Dio, cerchiamo con costanza
in essa tutto ciò che ci può far conoscere la verità e rafforzare la fede per
opporci ai falsi profeti. No…! Il male non prevarrà, anche se ci stringe
da ogni parte; chi crede nel Cristo sarà da Lui sostenuto in mezzo a mali e
sofferenze.
E’ per questo l’Apostolo
termina con una benedizione: “16 Ora,
lo stesso Signore nostro Gesù Cristo e Dio nostro Padre, che ci ha amati e ci
ha dato per la sua grazia una consolazione eterna e una buona speranza, 17
consoli i vostri cuori e vi confermi in ogni opera buona e in ogni buona
parola”.
Si…! Che la consolazione
eterna e la buona speranza dell’Evangelo di Gesù Cristo ci consoli e ci
confermi anche in un passaggio cruciale come questi prossimi anni, e ci tenga
stretti al Signore Gesù Cristo, per poter poi essere “radunati” con Lui al momento stabilito e partecipare così
per grazia al rinnovamento di tutte le cose, secondo i propositi eterni di Dio.
AMEN
15/07/2016
10/07/2016
PREGHIERA SERALE
Signore, mio Dio, ti
ringrazio perché hai condotto a termine questo giorno. Ti ringrazio perché lasci
riposare il corpo e l’anima. La tua mano è stata su di me, mi hai protetto e
custodito. Perdona ogni gesto di poca fede e ogni torto che ho commesso in
questo giorno e aiutami a perdonare tutti coloro che mi hanno fatto torto.
Permettimi di dormire in pace, sotto la Tua protezione e salvaguardami dalle
tentazioni delle tenebre. Ti affido il mio corpo e la mia anima.
Dio, il Tuo Santo nome sia
lodato. Amen
21/06/2016
FESTA DELLA COMUNITA’ E DELLA SOLIDARIETA’
Dalla locandina emerge che, la Chiesa
Evangelica Metodista di Omegna, nei giorni di Venerdì 24, Sabato 25 e Domenica
26, organizzerà una festa di Solidarietà che si svolgerà nel cortile interno
della Chiesa situato in Via Fratelli di Dio 64, il ricavato, dei tre giorni di
Festa, sarà devoluto al centro “Missione Evangelica contro la Lebbra” e alla “Associazione
Pro Senectute di Omegna”, l’invito è rivolto a tutti, inoltre sarà possibile
visitare il mercatino situato nella sala “C.E.D.I.” che si trova nella parte posteriore
della Chiesa.
Concludo scrivendo una frase di Martin
Luther King per cercare di sensibilizzare voi tutti che leggerete questo a
partecipare: “Può darsi non siate
responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non
farete nulla per cambiarla, e se avremo aiutato una sola persona a sperare, non saremo
vissuti invano.”
Partecipate numerosi, vi aspettiamo.
08/06/2016
Viaggio a senso unico
La Chiesa Evangelica Metodista di Omegna è lieta di invitare tutti alla 1ª presentazione del libro "Viaggio a senso unico", il cui ricavato dalla vendita del libro potrà servire a questi tre ragazzi, protagonisti della storia, di trovarsi un alloggio da affittare per il motivo che ormai hanno già raggiunto il tempo limite per rimanere ospiti del centro d'accoglienza in cui si trovano. Avendoli conosciuti, di loro si può dire che si sono già ambientati bene nel nostro paese tanto che hanno già trovato un lavoro e con questo libro vogliono far conoscere a chi lo comprerà quale è stata la loro odissea per raggiungere il nostro splendido paese e far capire anche cosa stanno affrontando tutti coloro che stanno vivendo oggigiorno il dramma della traversata del Mediterraneo.
Ecco alcune delle frasi che si trovano nel libro e che sono molto significative quali:"Ni tadon ibetayoromin adon ibora yoromin" che vuol dire "Forse non sai dove andare, ma sai da dove vieni".
O questa frase:"Non avevamo mai visto il mare, non avevamo neanche mai fantasticato su quella immensa distesa di acqua salata. Attraversare il Meditarraneo non è stata una scelta".
Vi aspettiamo numerosi Sabato 11 Giugno 2016 alle ore 21 presso il Circolo Operaio ARCI "Franco Ferraris" sito in Via Manzoni 63, ad Omegna (Verbania). Non mancate
Ecco alcune delle frasi che si trovano nel libro e che sono molto significative quali:"Ni tadon ibetayoromin adon ibora yoromin" che vuol dire "Forse non sai dove andare, ma sai da dove vieni".
O questa frase:"Non avevamo mai visto il mare, non avevamo neanche mai fantasticato su quella immensa distesa di acqua salata. Attraversare il Meditarraneo non è stata una scelta".
Vi aspettiamo numerosi Sabato 11 Giugno 2016 alle ore 21 presso il Circolo Operaio ARCI "Franco Ferraris" sito in Via Manzoni 63, ad Omegna (Verbania). Non mancate
08/05/2016
Vietato Pregare
«L'intolleranza religiosa nella
storia repubblicana
italiana»
Venerdì 13 maggio 2016, ore 21,00
Centro
Evangelico d’Incontro, Via Fratelli Di Dio, 64 Omegna
(adiacente alla
Chiesa Evangelica Metodista)
Introduce:
Renato Pizzi, Presidente del Consiglio della Chiesa
Evangelica Metodista di Omegna
Intervengono:
Francesca Cozzi, Pastore della Chiesa Evangelica
Metodista di Omegna
Andrea Maori, autore del libro «Vietato
pregare. Storie di intolleranza religiosa nell’Italia repubblicana»
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