Culti
27/06/2022
18/05/2022
21/03/2022
4 DOMENICA DI AVVENTO
Lettura di accompagnamento da Luca 1, 46-55
Invocazione
Grazie, Dio nostro, perché in Gesù il Cristo accadono veramente grandi cose: la vita viene affermata, l’ingiustizia è combattuta, la sofferenza è trasfigurata, la morte perde la sua potenza distruttiva. Che notizia meravigliosa ci dai oggi! Che annuncio di gioia ci proponi! Noi confidiamo in te, ci rallegriamo nella tua presenza, aspettiamo che il tuo regno si compia. Tutta la terra ti benedica. Tutto il creato canti la tua gloria. Lode a te, o Dio nostro. Amen.
Confessione
di peccato da Matteo 10,32-33
Preghiamo:
ANNUNCIO
DEL PERDONO
Riceviamo
con riconoscenza questa parola di perdono e rallegriamoci in essa. Per la potenza
di questo evangelo, a ciascuno di noi è data la possibilità di riprendere il cammino
della fiducia e della speranza. Il Signore ci aiuti a fare della nostra vita una
risposta a lui gradita, alla sua gloria. Amen.
Confessione di fede tratta
dal “Credo Apostolico”
Ascolto Della Parola Di Dio
Vogliamo far nostre le
parole della preghiera di illuminazione prima delle letture bibliche e prima
del Sermone.
Signore, in questa
ultima domenica di avvento vogliamo esaltarti con tutta la forza di cui siamo
capaci. Tu sei la nostra difesa, la nostra dignità, la nostra vittoria. Tu sei
il nostro Dio paziente, appassionato, sempre pronto a condividere con noi le
gioie e gli affanni delle nostre giornate. Per l’opera del tuo Spirito, fa’ che
l’annuncio della tua parola sia ascoltato e da questo ascolto nascano in noi frutti
autentici di giustizia, pace, riconciliazione. La nostra vita, in parole e
azioni, sia una testimonianza efficace al regno che hai inaugurato nel tuo
Figlio Gesù. Amen
LETTURE BIBLICHE
Salmo 96
Inno alla grandezza e alla gloria di Dio
= 1Cr 16:23-33 (Sl 97; 98; 67)
1 Cantate al SIGNORE un cantico nuovo,
cantate al SIGNORE, abitanti di tutta la terra!
2 Cantate al SIGNORE, benedite il suo nome,
annunciate di giorno in giorno la sua salvezza!
3 Proclamate la sua gloria fra le nazioni
e i suoi prodigi fra tutti i popoli!
4 Perché il SIGNORE è grande e degno di
sovrana lode; egli è tremendo
sopra tutti gli dèi. 5 Poiché tutti gli dèi delle nazioni sono idoli vani;
il SIGNORE, invece, ha fatto i cieli.
6 Splendore e maestà sono davanti a lui,
forza e bellezza stanno nel suo santuario.
7 Date al SIGNORE, o famiglie dei popoli,
date al SIGNORE gloria e forza. 8 Date al SIGNORE la gloria dovuta al suo nome,
portategli offerte e venite nei suoi cortili.
9 Prostratevi davanti al SIGNORE vestiti di
sacri ornamenti, tremate davanti a
lui, abitanti di tutta la terra!
10 Dite fra i popoli: «Il SIGNORE regna»;
il mondo quindi è saldo e non potrà vacillare;
il SIGNORE giudicherà le nazioni con rettitudine.
11 Gioiscano i cieli ed esulti la terra;
risuoni il mare e quanto contiene;
12 esultino i campi e quanto è in essi;
tutti gli alberi delle foreste emettano gridi di
gioia 13 in presenza del SIGNORE; poich'egli viene,
viene a giudicare la terra. Egli giudicherà il mondo con giustizia, e i popoli con verità.
Matteo 1:18-25
18 Ecco i fatti riguardanti la
nascita di Gesù Cristo. Sua madre, Maria, era fidanzata con Giuseppe, ma,
mentre era ancora vergine, si trovò incinta per opera dello Spirito
Santo. 19 Giuseppe,
il suo fidanzato, da uomo di giusti princìpi, decise di rompere il fidanzamento,
di nascosto però, perché non voleva esporla a critiche infamanti. 20 Ma, mentre
faceva questi progetti, gli apparve in sogno un angelo del Signore. «Giuseppe,
discendente di Davide», disse l'angelo, «non esitare a sposare Maria, perché il
bambino che è dentro di lei è stato concepito dallo Spirito Santo. 21 Maria avrà un
figlio al quale metterai nome Gesù (che significa Salvatore), perché è lui che
salverà il suo popolo dai suoi peccati. 22 Questo accadrà, affinché si
realizzi ciò che Dio ha detto tramite il suo profeta: 23 "Ascoltate!
La vergine sarà incinta! Partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele (che
significa Dio è con noi)"». 24 Quando
Giuseppe si svegliò, fece come l'angelo gli aveva comandato e portò Maria a
casa sua per sposarla. 25 Maria,
vergine, partorì il bambino, a cui Giuseppe mise nome Gesù.
Testo
biblico della predicazione
Matteo 2 , 13
- 23
Dopo che (i magi) furono partiti, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: “Alzati, prendi il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e restaci finché io non te lo dico, perché Erode sta cercando il bambino per farlo morire”. Egli dunque si alzò, prese di notte il bambino e sua madre e si ritirò in Egitto. Là rimase fino alla morte di Erode, affinché si adempisse quello che fu detto dal Signore per mezzo del profeta: “Fuori dall’Egitto chiamai mio figlio”. Allora Erode, vedendosi beffato dai magi, si adirò moltissimo e mandò a uccidere tutti i maschi che erano in Betlemme e in tutto il suo territorio dall’età di due anni in giù, secondo il tempo del quale si era esattamente informato dai magi. Allora si adempì quello che era stato detto per bocca del profeta Geremia: “Un grido si è udito in Rama, un pianto e un lamento grande: Rachele piange i suoi figli e rifiuta di essere consolata, perché non sono più”. Dopo la morte di Erode, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe, in Egitto, e gli disse: “Alzati, prendi il bambino e sua madre, e va’ nel paese d’Israele, perché sono morti coloro che cercavano di uccidere il bambino”. Egli, alzatosi, prese il bambino e sua madre, e rientrò nel paese d’Israele. Ma udito che in Giudea regnava Archelao al posto di Erode suo padre, ebbe paura di andare là e, avvertito in sogno, si ritirò nella regione della Galilea e venne ad abitare in una città detta Nazaret, affinché si adempisse quello che era stato detto dai profeti, che egli sarebbe stato chiamato “Nazareno”.
Esposizione del brano biblico
Sabato prossimo è Natale…molti festeggeranno il Natale, anche chi non va in chiesa…ma il suo…è un Natale diverso…come per lui e per tanti, la parola stessa “Natale” non ha più quasi nulla a che fare con la nascita avvenuta a Betlemme. Natale è la festa non più tanto “del bambino”, ma “dei bambini”, in cui è bello che anche gli adulti tornino un po’ bambini...è la festa delle luci, degli addobbi…dei regali…che poi non sono nemmeno una brutta cosa…Natale…in fin dei conti…è un soffio di poesia, che viene a dare un po’ di rima…alla tanta, sgangherata prosa della nostra vita…questo…in fondo non è un dramma, non è una situazione sconveniente contro cui puntare il dito, e men che meno l’occasione per rivendicare solo per noi cristiani il monopolio sul Natale come la nostra festa…ognuno ha il diritto di viversi come vuole il suo Natale. Credo che tutti noi, nei giorni delle feste natalizie, ci troveremo accanto a qualcuno che festeggia il suo Natale laico e agnostico, andrà bene così e non per questo non gli diremo: “Auguri”! C'è però un altro motivo…che mi sembra più fondato e reale…che deve preoccuparci…a Natale…ed è la realtà concreta del mondo in cui viviamo. Tutti…cristiani e agnostici, vorremmo che questi giorni di Natale fossero diversi da tutti gli altri giorni…che ci avvolgessero, un po’ come le sfere colorate dell’albero di Natale, in un’atmosfera di serenità e di pace. Ma non è così.
Certo,
come ogni anno, anche quest’anno sentiremo nell’aria il clima un po‘ smielato e
che però ci è caro, delle festività…il carillon di Natale s’è messo in
movimento, ci sono le luci, ci sono anche i dolci, si aprono i regali e siamo
contenti se vediamo la gioia negli occhi e nel sorriso dei bambini e di tutte
le persone che ci sono care, ma tutt'attorno a noi restano in-soffocabili le
voci orali e scritte che portano il fracasso e insieme il gemito degli avvenimenti
della cronaca quotidiana: il caos della politica, le paure della crisi
economica, l'assenza di futuro per le nostre figlie e figli, i tanti senza casa
perché venuti fra noi in cerca di speranza da paesi lontani, la spaventosa e
ingiusta ordinarietà delle morti sul lavoro e i disastri causati dalla
noncuranza dell’uomo per il territorio e i tanti colpiti dal COVID.
Vorremmo
che almeno a Natale queste voci tacessero, vorremmo dimenticare per un po’
tante brutture, liberarci dal senso di inquietudine che tutto questo ci provoca,
ma non è così…
Anche
a metterci i tappi nelle orecchie, certe cose entrano dalle finestre e dai
camini ben più veloci di Babbo Natale…e una mano di nero va a incupire il
brillio degli addobbi natalizi…
E
così, anziché sentirci (come vorremmo) tutti più bambini, ci sentiamo (come
invece non vorremmo) tutti più piccoli e impotenti. Possiamo forse a volte far qualcosa per
quello che ci tocca direttamente…possiamo fare la scelta opportuna, dire la
parola che serve, dare il consiglio giusto…ma sui grandi eventi…quelli che
fanno l’attualità e decidono della qualità della vita di tutte e tutti…noi non
abbiamo presa…non possiamo far niente. Siamo, appunto, troppo piccoli…l’essenziale
si decide altrove, ed è un essenziale che ci tocca la pelle…e così, alla fine,
il nostro Natale sembra fatalmente meno Natale…
Che
proprio perché la realtà del nostro mondo non possiamo afferrarla e trattenerla…e
tanto meno la possiamo cambiare…proprio per questo il nostro Natale 2021
trascorrerà come è giusto che scorra ogni Natale… come dal primo Natale. Abbiamo riportato
sopra dal vangelo di Matteo, il racconto
degli eventi che hanno fatto seguito alla nascita di Gesù…e nostro malgrado, ci
siamo resi conto che questa storia non è stata solo poesia, delicatezza e
gioia, ma risuona anche di violenze e di gemiti…trambusto e paure, almeno come
i telegiornali che siamo spesso tentati di non vedere perché ci fanno star male…abbiamo
visto il furore di Erode, ingannato dai magi…che a sua volta aveva tentato di
ingannare per poi massacrare i neonati di Betlemme con la conseguente fuga in
Egitto di Giuseppe, Maria e Gesù, gli anni dell'esilio; e poi…dopo la morte di
quel vecchio terribile re, il ritorno nella terra di Giuda…e ancora la paura,
che spinge il papà, la mamma ed il bambino a trasferirsi nella Galilea, perché
al posto di Erode c’è sul trono il figlio Archelao, un pazzo sanguinario
peggiore di suo padre...
Il
massacro dei bimbi di Betlemme, la morte del tiranno, la divisione del suo
regno tra i figli…ecco gli avvenimenti che all’epoca erano l’attualità di cui
parlava la gente…per le strade e al mercato.
E
invece?…Chi ha parlato di quella famigliola che in piena notte sì è messa in
viaggio verso il lontano Egitto? E chi ha parlato del loro ritorno qualche anno
più tardi? Nessuno.
Ebbene…quella
partenza e quel ritorno si sono decisi nel segreto di un sogno, nell’intimità
di una parola sussurrata dall'angelo di Dio, senza fare rumore…e cosa c’è di
più inavvertibile…di più sottile e di più contestabile di una voce nel sonno!?
Tuttavia…la
Bibbia…ci parla di quel sogno e ancora prima di molti altri sognatori (Abramo,
Giacobbe, il primo Giuseppe, Samuele, Davide, Isaia e gli altri profeti) a cui
Dio s’è rivolto dolcemente, ma anche con una forza tale che si son messi in movimento,
hanno percorso la via che Egli indicava, senza tenere conto di ciò che colpiva…entusiasmava
e terrorizzava il mondo attorno a loro…quei sognatori… hanno ignorato il mondo…e
spesso sono stati ignorati dal mondo…ma proprio in questo modo, con la loro
obbedienza silenziosa a una parola appena mormorata…hanno cambiato il
mondo!
Sì…il
sogno di Giuseppe, il viaggio con sua moglie e il suo bambino, sono stati un
“dettaglio”, un particolare secondario rispetto a ciò di cui si parlava in quel
tempo.
Ma
ad ogni Natale, noi cristiani ricordiamo la venuta al mondo di quel bambino che
nelle braccia di sua madre andava verso l’Egitto nel buio della notte…e ci ritroveremo
al culto di Natale per Gesù, e non per Erode! Perché Dio cambia la storia con i
dettagli…agisce nei dettagli…
Da
Abramo in poi è stata la sua scelta. Ed è ancora la sua scelta.
Ci
sono tanti eventi che riempiono le cronache e la storia, colpiscono e
emozionano…fanno felice o fanno disperata la pubblica opinione…ma se noi…non
cerchiamo Dio nei dettagli…rischiamo di passargli accanto senza trovarlo…
Un
altro dettaglio è questo…nessuno storico dell’antica Roma ha dedicato un rigo alla
nascita e alla morte di Gesù, né alla sua vita…l’unico che forse ci riporta il
suo nome…mentre racconta di alcuni disordini all’interno della comunità ebraica
romana…è Svetonio…ma lo fa in maniera sbagliata…volendo parlare degli ebrei convertitisi
al “Cristo” e della loro rivalità con gli ebrei rimasti ebrei, parla dei
sostenitori di “un certo Cresto”, ha sbagliato a scriverlo, quel nome, perché
era un nome del tutto sconosciuto…e siamo già in pieno secondo secolo. La vita
e le vicende di quell'agitatore erano agli occhi dei Romani troppo poco
importanti…non più di un trascurabile dettaglio della loro grande storia…ed
invece i loro storici ci hanno parlato a lungo di una folla di personaggi di
cui oggi non parla più nessuno.
Ma
per gli storici romani…Gesù era insignificante anche perché apparteneva ad un
popolo insignificante…era solo un ebreo…anche qui…davvero…Dio agisce nei
dettagli…ha scelto per sé un popolo che è sempre stato un “dettaglio” nella
storia.
Israele…non
è mai stato un grande popolo, non è mai stato il più forte, né il più grande e anche
al tempo del massimo splendore, il tempio di Salomone avrebbe fatto una
meschina figura di fronte ai grandi templi dell’Egitto, o ai templi della
Grecia.
Sì,
nella sua lunga storia Israele è stato quasi sempre un piccolo popolo
sottoposto a popoli ed imperi ben più grandi di lui.
Ma
proprio lì, nel cuore di quel “popolo che era esso stesso un “dettaglio” del
mondo…incastrato fra i grandi che facevano la storia, attraverso le pieghe
violente dei conflitti, delle minacce, degli esili, della dominazione
straniera, Dio s’è fatto conoscere come una forza…una sicurezza…una fonte di
pace. S’è manifestato con l’ostinazione e la tenacia di una candela che brilla
nella notte. Non c’è nulla di più fragile di una candela…perchè…non c’è nulla
che, come una candela, ti possa far capire che cosa è davvero la notte e che al
tempo stesso ti possa anche far capire che la notte non è che la notte…se
accendi un faro, la notte scappa via e non sai più che cos’è per davvero, proprio
così…come una candela accesa nella notte che nulla può più spegnere…Dio ci si è
oggi rivelato nel racconto di Matteo, e ci ha anche rivelato la nostra realtà
di oggi.
Matteo
avrebbe potuto censurare il ricordo della strage comandata da Erode. Invece…ha
preferito fissare nella nostra memoria quella pagina nera della storia, farci
ascoltare il grido del dolore innocente ed inerme di fronte a quella bestialità…opera
di esseri umani.
E
noi non possiamo non renderci conto che quei bambini massacrati a Betlemme
appartengono al nostro quotidiano…fanno parte della stessa realtà di sangue e
lacrime di cui fanno parte le ragazzine/ni che, un giorno, all'improvviso,
spariscono da casa e non li trovi più, o li trovi cadavere, vittime innocenti
della ferocia umana…e con loro, tutte e tutti i violentati, abusati, annegati, che
toccano la nostra coscienza e ci fanno misurare la nostra impotenza…
Per
le piccole vittime di ieri, e per quelle di oggi, l’evangelo non ci fornisce giustificazioni...non
c’è giustificazione per le sofferenze ingiustificabili, ma apre delle vie.
La
prima…è la via del diritto al lamento, al grido di dolore e anche di rabbia levato
verso Dio: “Rachele piange i suoi figli, e non vuole essere consolata”. Non c’è
consolazione, neanche da Dio, di fronte a certe cose…
La seconda via è custodire la memoria di
ciò che, nel mare ribollente di violenza e di stragi, tesse la trama di una
luce che resta e non si spegne. Così, il pianto disperato delle madri di
Betlemme è la piccola, struggente luce dell’amore, il dettaglio d’amore, che
illumina la notte della furia delle belve di Erode. Un dettaglio prezioso, che
ti fa lacrimare e insieme anche sperare che...no...la violenza non avrà
l'ultima parola…la violenza finirà, resterà quel pianto che sarà consolato come
è scritto nell'Apocalisse che chiude l'intera Bibbia: “Dio asciugherà ogni
lacrima dai loro occhi e non ci sarà più la morte, né cordoglio, né grido, né
dolore, perché le cose di prima sono passate” (Apocalisse 21,4).
Celebriamo
questo Natale come la festa di un Dio che si manifesta nei dettagli.
Festeggiamolo così…il Natale…e allora potrà insegnarci ancora molto.
Ci
insegnerà, ad esempio, che tutta la nostra vita è fatta di dettagli…l’attenzione
accordata a qualcuno…un pensiero ascoltato oppure letto che continua a
frullarci per la testa…una frase ricordata di una predicazione (perché a volte
può capitare persino questo…di ricordare una frase di una predicazione...), un
brano musicale che ci prova che l’essere umano è anche capace di creare
meraviglie…il sorriso di uno sconosciuto per la via o la domanda ingenua e
profonda di un bambino...
“Alzati,
prendi il bambino e sua madre e fuggi in Egitto...Alzati, prendi il bambino e sua
madre e torna in Israele” …Sì, Natale è la festa in cui il dettaglio prende il
posto che gli spetta, perché Dio si rivela nel dettaglio. Una festa in cui
scopriamo che se i grandi eventi e i grandi personaggi ricolmano di sé
l’attualità…l’essenziale però si gioca altrove. Valeva allora, duemila anni fa,
e vale anche per noi oggi…una mano che si tende, una parola che si offre, un
gesto di pace...questo è ogni volta il dettaglio che fa vivere e gioire.
AMEN
Preghiera di intercessione
“La pace di Dio, che
supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù.”
Amen
18/03/2022
26 DOMENICA DOPO PENTECOSTE
ULTIMA DOMENICA DELL’ANNO LITURGICO
Saluto
Il Signore ci ha convocati qui insieme: presentiamoci a lui nella gioia, come Chiesa raccolta nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Lettura di accompagnamento dal Salmo 100
Invocazione
Signore, da sempre e per sempre, tu solo sei Dio. Tu hai creato ognuno di noi, il Tuo è un amore incondizionato; noi non ne abbiamo sperimentato un altro su questa terra; non ci rinfacci i nostri errori, ma ci chiami a conversione; infinite volte hai ricominciato con noi, non ti siamo caduti dal cuore, anche se infinite volte ti abbiamo deluso; Signore, di questo Tuo amore ti siamo riconoscenti; dacci di rispondere al tuo amore con amore, per Gesù il Cristo benedetto in eterno. Amen
Confessione di
peccato da Luca 12, 35-37a
Nostro creatore, ci prometti che porrai un termine al male e ci inviti alla tua festa eterna, ma ci ricordi anche il rischio di sprecare la nostra vita e l’urgenza della conversione…perdonaci per quando siamo vissuti come se fossimo i signori di noi stessi. La piccola luce che hai affidato a ciascuno di noi, nella comunione dei tuoi santi, prepara il tuo mondo nuovo…perdonaci per quando (la luce) non l’abbiamo alimentata e siamo diventati complici delle tenebre. La festa del tuo regno che viene…ci annuncia nuove tutte le cose…perdonaci per quando ci siamo rassegnati ai vecchi errori, per quando abbiamo preteso di vedere subito il compimento delle tue promesse, abbiamo dubitato della Tua grazia, o abbiamo negato misericordia ai fratelli. Riconosciamo in tutte queste colpe il frutto amaro dell’incredulità e dell’egoismo, ma ci affidiamo a te, in nome di tuo Figlio Gesù, che è venuto nel tempo per costruire la città eterna in cui tu abiterai con noi e noi con te. Amen.
ANNUNCIO DEL
PERDONO (Luca 19:10)
Se il Signore ci chiede di riconoscere il nostro peccato è per aprire il nostro cuore alla sua grazia: “Il Figlio dell’uomo è venuto per cercare e salvare ciò che era perduto.”
Confessione di fede tratta dal Simbolo
Niceno-Costantinopolitano
(Forma originale; traduzione dal greco di Fulvio
Ferrario)
Crediamo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra,
di tutte le cose visibili e invisibili; e in
un solo Signore Gesù Cristo, unigenito
Figlio di Dio, generato dal Padre prima di tutti i secoli; luce da luce,
Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per
mezzo di lui sono state fatte tutte le cose; per noi esseri umani e per la nostra salvezza discese dai cieli e si è incarnato
per opera dello Spirito Santo (nel seno) della
Vergine Maria, e si è fatto essere
umano; fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, patì e fu sepolto e il terzo giorno risuscitò,
secondo le Scritture; salì al cielo e siede alla destra del Padre,
e di nuovo verrà nella gloria a giudicare i vivi e i morti; e il suo
regno non avrà fine;. e nello Spirito Santo, che è il Signore e dà la vita; e procede dal Padre; e
con il Padre e il Figlio è adorato e
glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti; nella Chiesa una, santa, cattolica¹ e apostolica;
professiamo un solo battesimo per il perdono dei peccati; e aspettiamo la
risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.
¹
Nel senso di « universale »
Ascolto Della
Parola Di Dio
Vogliamo far nostre le parole della preghiera di
illuminazione prima delle letture bibliche e prima del Sermone.
LETTURE
BIBLICHE
1 Di Davide.
Benedici, anima mia, il SIGNORE; e tutto quello ch'è in me, benedica il suo santo nome. 2 Benedici, anima mia, il SIGNORE e non dimenticare nessuno dei suoi benefici. 3 Egli perdona tutte le tue colpe, risana tutte le tue infermità; 4 salva la tua vita dalla fossa, ti corona di bontà e compassioni; 5 egli sazia di beni la tua esistenza e ti fa ringiovanire come l'aquila. 6 Il SIGNORE agisce con giustizia e difende tutti gli oppressi. 7 Egli fece conoscere le sue vie a Mosè e le sue opere ai figli d'Israele. 8 Il SIGNORE è pietoso e clemente, lento all'ira e ricco di bontà. 9 Egli non contesta in eterno, né serba la sua ira per sempre. 10 Egli non ci tratta secondo i nostri peccati, e non ci castiga in proporzione alle nostre colpe. 11 Come i cieli sono alti al di sopra della terra, così è grande la sua bontà verso quelli che lo temono. 12 Come è lontano l'oriente dall'occidente, così ha egli allontanato da noi le nostre colpe. 13 Come un padre è pietoso verso i suoi figli, così è pietoso il SIGNORE verso quelli che lo temono. 14 Poiché egli conosce la nostra natura; egli si ricorda che siamo polvere. 15 I giorni dell'uomo sono come l'erba; egli fiorisce come il fiore dei campi; 16 se lo raggiunge un colpo di vento esso non esiste più e non si riconosce più il luogo dov'era. 17 Ma la bontà del SIGNORE è senza fine per quelli che lo temono, e la sua misericordia per i figli dei loro figli, 18 per quelli che custodiscono il suo patto e si ricordano di mettere in pratica i suoi comandamenti. 19 Il SIGNORE ha stabilito il suo trono nei cieli, e il suo dominio si estende su tutto. 20 Benedite il SIGNORE, voi suoi angeli, potenti e forti, che fate ciò che egli dice, ubbidienti alla voce della sua parola! 21 Benedite il SIGNORE, voi tutti gli eserciti suoi, che siete suoi ministri, e fate ciò che egli gradisce! 22 Benedite il SIGNORE, voi tutte le opere sue, in tutti i luoghi del suo dominio! Anima mia, benedici il SIGNORE!
Isaia 65: 17
“Ecco, io creo nuovi cieli ed una nuova terra;
non ci si ricorderà più delle cose di prima, esse non saliranno più fino al cuore”
2° Pietro 3:13-14
“Ma,
secondo la sua promessa, noi aspettiamo nuovi cieli e nuova terra, nei quali
abiti la giustizia.
Perciò, carissimi, aspettando queste cose, fate in modo di essere trovati da
lui immacolati e irreprensibili nella pace;”
Testo biblico della predicazione
Apocalisse 21, 1 – 7
Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il cielo e la
terra di prima erano scomparsi e il mare non c’era più. E vidi la città santa,
la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna
per il suo sposo. E udii una voce potente che usciva dal trono: “Ecco la dimora di Dio con gli uomini! Egli dimorerà tra di loro ed essi saranno suoi popoli ed egli sarà il Dio-con-loro. E asciugherà ogni lacrima dai
loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono
passate”. E Colui che sedeva sul trono disse: “Ecco, io faccio nuove tutte
le cose”; e soggiunse: “Scrivi, perché queste parole sono certe e veraci.
Ecco sono compiute! Io sono l’Alfa e l’Omega,
il Principio e la Fine. A chi ha sete darò
gratuitamente acqua della fonte della vita. Chi sarà vittorioso erediterà questi beni; io sarò il suo Dio ed egli sarà mio figlio.
Esposizione
del brano biblico
L’ Apocalisse potremmo definirla…un sogno ad occhi aperti.
Sì. Gli occhi di Giovanni hanno potuto specchiarsi
negli occhi di Dio, e il sogno stupefatto di quest’uomo s’è fatto più reale del
reale: a Giovanni è rivelato il progetto di Dio sulla storia e sul mondo. (Apocalisse vuol
dire “svelamento, rimozione del velo”)
Questo sogno “reale” s’è poi
fatto scrittura, è diventato libro, una parola d’incoraggiamento che si rivolge
alle sette piccole, minoritarie comunità cristiane dell’Asia Minore, le
chiese di Giovanni, sottomesse al potere dell’impero e spesso anche alle
prese con la persecuzione, la cui fede è in pericolo.
La drammatica situazione di
questi cristiani della fine del primo secolo li spingeva infatti a chiedersi
angosciati come poter continuare a credere. Perché le forze e gli eventi con
cui ogni giorno si confrontavano, non potevano non indurre anche i più forti
allo scoraggiamento. Il male sembrava avere il sopravvento, trionfava ovunque…e
loro, i credenti, non ne erano risparmiati. I capitoli dal 6 al 19 dell’Apocalisse sono
la descrizione impressionante dell’imperversare del male nella storia degli
uomini…
Questo libro vuol anche essere una
proclamazione importante e forte, nel senso che è scritto…che non è il male che
tiene nei suoi artigli la trama della storia e delle vite umane, per il motivo
che è scritto che…il male non avrà l’ultima parola, poiché c’è Dio! Dio che ha il potere di separare
ciò che distrugge da ciò che costruisce e che fa crescere…e Dio sarà, meglio, è
già stato in Cristo, nella sua morte e la sua risurrezione, la sconfitta del
male…la morte della morte…dà senso al presente e luce all’avvenire. Sì, la storia troverà il suo compimento nel trionfo di Dio sulle
forze del male e della morte. E questo compimento noi lo abbiamo contemplato
nella pagina di oggi: “Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra…”.
Che non è altro che la nuova creazione, cioè…la
luminosa descrizione della “sposa di Cristo”, della
quale fanno parte sin da adesso i credenti…in Colui che “fa nuove
tutte le cose”.
Così…questo scritto di Giovanni…ridà uno slancio
nuovo alla speranza in crisi dei suoi fratelli e sorelle nella fede delle
chiese dell’Asia…così da aprire per loro un avvenire, così come lo fa per tutti
noi oggi…così diversi…ma anche così simili alle sorelle e ai fratelli delle
chiese dell’Asia di Giovanni, noi come loro confrontati col male, noi come loro
tentati dallo scoraggiamento, dalla domanda se vale ancora la pena di
continuare a credere, noi come loro minoritari nella società…la sola differenza
è che…quei nostri antichi fratelli e sorelle nella fede…soffrivano per cause a
loro esterne (l’odio dei pagani, le persecuzioni organizzate dallo stato,
l’insidia degli eretici…), noi invece…molto spesso…siamo i persecutori più
spietati di noi stessi…
Ho detto poco fa…che questo testo ci mette sotto gli occhi le primizie della nuova creazione. L’Apocalisse è nota come il libro della fine del mondo. Ciò che qui invece è importante ribadire…è che…in realtà…non spreca una sola parola per descrivere il cataclisma finale…cioè la fine del vecchio mondo che farà spazio al nuovo. No…qui c’è semplicemente il compimento delle promesse che Dio…attraverso i profeti…ha donato al suo popolo e all’intera umanità come abbiamo ascoltato da Isaia: “Ecco, io creo nuovi cieli ed una nuova terra; non ci si ricorderà più delle cose di prima, esse non saliranno più fino al cuore” (Isaia 65: 17).
Eh…come anche abbiamo detto, questo mondo nuovo, nel quale non a
caso manca “il mare”, che nella Bibbia è visto come il residuo dell’oceano
primordiale e delle potenze distruttive del caos…è il quadro in cui si cala la “Nuova
Gerusalemme”, la città della gioia. Il luogo di raduno e
comunione di tutti quelli che Dio ha trasfigurato, cioè…ha fatto donne nuove e
uomini nuovi…
E Dio “dimorerà con
loro, ed essi saranno suoi popoli ed Egli, il ‘Dio con loro’ (potremmo
anche dire: “l’Emmanuele”) sarà il loro Dio”.
È un’apertura straordinaria
questa…non più solo Israele, ma tutte le nazioni, l’intera umanità…nessuno è escluso
in questo nuovo mondo…che non soltanto non conosce più la minaccia del mare…nel
quale tutto ciò è un’insidia per la felicità, per la pace…e tutto ciò che è
contrario alla vita…non troverà più posto.
La nuova creazione sarà in
questo sostanzialmente diversa da quella in cui noi oggi portiamo avanti la nostra
esistenza. Qui non ci è semplicemente preannunciato un mondo migliore, ma un
“altro mondo”…in cui tutto ciò che mutila e distrugge noi e il creato…è
annientato per sempre. Non vi sarà più sofferenza, la morte stessa…la morte già
sconfitta una volta per tutte nella morte di Cristo…sarà affogata
nell’eternità.
Nella parte finale c’è un
bellissimo passo che dice: “Chi sarà vittorioso erediterà
questi beni,…..,ed egli sarà mio figlio”…sì!!...chi avrà avuto il coraggio della fedeltà e
avrà seguito Cristo sulla via della testimonianza della fede…sarà per
sempre “figli e figlie di Dio”.
La salvezza…qua descritta…non
va mai compresa…e anche questo è importante…come la “mia salvezza”…ma è sempre
una realtà collettiva… “la città santa”
Io credo che anche oggi…di
fronte alla visione della “dimora di Dio con gli uomini”…avvertiamo
come una nostalgia venata d’amarezza, perché ci rendiamo conto che
questo è veramente un “altro” mondo, diverso dal nostro!
In particolare…quello che
soprattutto ci colpisce, è il Dio “presente”… cioè…questo “Dio-con-gli-uomini”…che
parla e annuncia il “nuovo” che ha già fatto…anche se…per
molti…oggi…Dio è invece il grande assente…perchè non parla…e non è presente nei
problemi di oggi…infatti alcune persone dicono di vivere una fede che sente il
silenzio di Dio, la sua assenza dalla vita degli uomini…dal loro dolore e dalle
loro gioie, e ne rimane ferita…una fede che lotta contro questa assenza
sofferente li fa diventare increduli… dimenticando che…per molti, me per primo,
la fede vuol dire pregare ogni giorno con le parole del padre del giovane
epilettico del vangelo di Marco: “Signore, io credo, ma tu vieni in
aiuto alla mia incredulità!” (cfr. Mr 9:24) …
Sì, la tentazione
dell’incredulità…fa sì che…a differenza dell’autore dell’Apocalisse che ha
visto il cielo aperto…a molti…per via di esperienze negative…il cielo sembra
chiuso…serrato…così da essere pesante…forse anche per il fatto che…non si sa
più vedere…perché non si hanno più gli occhi buoni…o forse, più semplicemente…non
si sollevano più gli occhi verso il cielo…e comunque…anche quando si alzano…gli
occhi rimangono sospettosi…cioè occhi che non contemplano più e che spiano
diffidenti…
In realtà, il punto è forse
questo…Dio…a molti…sembra indifferente verso gioie e dolori, sembra silenzioso,
a volte però anche questi molti non sanno più dire una parola affettuosa…partecipe…che
dia e che condivida serenità e consolazione…per il fatto che le bocche si sono
fatte mute, gli occhi si sono disseccati…chi sta bene è tentato dal cinismo e
chi sta male dalla disperazione…
Che fare allora?…
Ebbene…questa visione dell’Apocalisse fa dono
a tutte e tutti di un punto di contatto tra il nostro mondo e la nuova creazione,
offre una via d’uscita verso la “nuova Gerusalemme”…là
dove dice…“Egli…..asciugherà ogni lacrima dai loro occhi”.
Ricordate la parola di Gesù: “Beati coloro che
piangono, perché saranno consolati” (Matteo 5,4)?
Ebbene…forse…per aver parte alla nuova creazione…in questo mondo
che non sa più piangere né d’un vero dolore…né d’una vera gioia…ma solo
d’amarezza… d’angoscia e di dispetto…si deve rimparare a gustare la
dolcezza salata delle lacrime! Soltanto gli occhi lucidi d’un luccichio che
sale su dal cuore ci renderanno umani e perciò degni di stare al
cospetto di Dio!
E lui…allora…guarderà al nostro
pianto…si chinerà su di noi e con un gesto d’amore e tenerezza eterna…ci
asciugherà le guance…e capiremo così che…l’assenza di Dio…che ci feriva…era
solo apparente, capiremo che Dio è presente nel cuore stesso della nostra
umanità…che la mano che si stende verso le nostre lacrime…in realtà ha sempre
tenuto con forza dentro sé…l’avvenire del mondo…e in esso ogni avvenire di ogni
creatura umana…capiremo così che…al di là del nostro sconsolato fatalismo…le
realtà presenti…così impregnate di sofferenza…non sono affatto le ultime
realtà, infatti…a noi…qui oggi…è chiesto di ascoltare e di cogliere la presenza
della vera realtà…Cristo ha sconfitto il male…una volta per tutte.
Noi questo lo sappiamo in
quanto è il dono che ci viene dalla fede…e allora noi… possiamo essere i
testimoni e i portavoce del diritto di vivere, di amare ed essere amati, di
perdonare e d’esser perdonati, di piangere e di esser consolati, di condividere
e di essere saziati…
Sì, dall’inizio alla fine, l’Apocalisse chiama
i credenti a combattere e a vincere con Gesù contro ogni forma di rassegnazione
e di indifferenza.
Per questo…dall’inizio alla fine…questo libro
è caratterizzato da momenti e da formule relative al Culto…in quanto…spesso…abbiamo l’impressione che il
nostro Culto sia estraneo alla vita che viviamo tutti i giorni…CERTO!!…dobbiamo
fare il possibile perché non sia un momento del tutto separato dagli altri e
per questo estraniante…ma d’altra parte…il Culto deve conservare in sé un
pizzico, e forse più di un pizzico…di “estraneità” rispetto alla nostra
vita quotidiana. Un’estraneità che ci ricordi…che esso è anche un’anticipazione
della “nuova creazione”…che è in continuità con la vecchia…in
cui…ne siamo ancora immersi…ma è anche…e l’abbiamo visto…vivere la novità di
Dio…che non significa fuggire il presente cercando sogni e visioni nel futuro…si
tratta invece…di guardare a Gesù e alla sua dominazione liberante già in atto
su tutte le cose, per poi agire nel presente, rifiutando anzitutto di piegare
le ginocchia davanti ad ogni autorità politica ed economica che pretenda di
esercitare sulle nostre coscienze…quel potere che appartiene solo a Dio, e che…per
questo…si rivela indegna del suo nome…in quanto è un’autorità abusiva…vecchia e
superata…e perché…il nuovo appaia…il vecchio deve essere smascherato e poi
sparire…questo solamente attraverso di noi.
Abbiamo visto che il nostro testo di oggi...pur così a "dimensioni cosmiche”…non
parla di cataclismi finali…né di trasformazioni
irrealizzabili…AL CONTRARIO…parla di
relazioni da persona a persona: “Egli dimorerà tra loro ed essi
saranno suoi popoli ed egli sarà il Dio-con-loro”.
In pratica…per i tanti esseri
umani che consumano la loro esistenza senza gioia e senza speranza…che sono
calpestati e dimenticati…che sono umiliati e avviliti…noi dobbiamo essere l’eco
del galoppo del “cavaliere bianco”…cioè…i
comunicatori della forza che ha risollevato Gesù dai morti, per uccidere la
morte che li mina nell’anima e nel corpo…e rimetterli in piedi.
Insomma…costruire speranza e creare comunione…questo
è il compito profetico cristiano…trasformare il presente alla luce del
domani di Dio…perché la realtà che ci attende…quello che ancora oggi chiamiamo
in modo improprio “il paradiso”…non sarà un luogo…ma…appunto…
una unione…che già si realizza oggi…nella
comunità dai tanti diversi volti di coloro…che s’affidano a Gesù…e nel suo nome…s’incontrano
fra loro per condividere la sua Parola…le loro preghiere…i loro canti e le loro
speranze.
AMEN
Preghiera di intercessione
Dio nostro, nelle tue mani è
la nostra vita e il tempo che sta davanti a noi: donaci di saperlo usare per la
tua lode e per il servizio dei fratelli e delle sorelle, di tutte le tue
creature. Ti preghiamo per la tua chiesa, disseminata nel mondo, perché annunci
a tutti il tuo regno che viene, senza farsi intimidire dalle minacce né
comperare dai privilegi. Ti preghiamo per chi sciupa la sua vita distruggendosi
o dissipandola. Per coloro il cui tempo scorre estenuante, nella malattia,
nella solitudine, nella prigionia, nella disperazione; per coloro che sono
tentati di porre fine ai loro giorni. Ti preghiamo per coloro che hanno
responsabilità di governo, perché le esercitino consapevoli che tutte le
creature sono tue, e che di esse tu ci chiederai conto. Per tutto il mondo,
perché accolga l’annuncio che il tempo ha una direzione e uno scopo, e non
ripeta ciecamente gli errori dei tempi passati. Ti preghiamo per chi ci è
nemico, e per chi bestemmia il tempo preparando il male anziché il bene, la
guerra e la miseria anziché la pace e la solidarietà. In nome del tuo unico
Figlio, Gesù Cristo, che ci ha fatti tuoi figli, così che possiamo invocarti
con la preghiera che egli ci ha insegnato: “Padre nostro, che sei nei cieli,
sia santificato il Tuo nome, venga il Tuo Regno, sia fatta la Tua volontà, come
in cielo anche in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano e rimetti a noi i
nostri debiti come anche noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori e non esporci
alla tentazione ma liberaci dal Maligno. Tuo è il Regno, la potenza e la gloria
nei secoli dei secoli. Amen”
Invio (Matteo 28: 20b)
Benedizione (Numeri 6,24-26)
“Il Signore ci benedica e ci
protegga! Il Signore faccia risplendere il suo volto su di noi e ci sia
propizio! Il Signore rivolga verso di noi il suo volto e ci dia la pace!”
A Dio Padre, per mezzo di
Gesù Cristo, nello Spirito Santo, sia la gloria ora e per sempre. Amen
(Giampaolo
Castelletti, domenica 21 novembre 2021. Tutte le citazioni bibliche sono tratte
dalla versione Nuova Riveduta a cura della Società Biblica di Ginevra, prima edizione
1994).