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28/09/2022

Culto di domenica 25 settembre, sedicesima dopo Pentecoste, tenuto a Intra con Omegna

 

GALATI 5, 25 – 6, 10

Galati 5, 25 - 26

25 Perciò, se ora viviamo per la potenza dello Spirito Santo, anche la nostra vita deve essere guidata dallo Spirito Santo! 26 Non cerchiamo onori e popolarità, che portano a gelosie e provocazioni.

Galati 6, 1 - 10

1 Fratelli, se scoprite che qualcuno di voi sta commettendo un errore, voi che siete guidati dallo Spirito dovete aiutarlo con dolcezza e umiltà a ritornare sulla strada giusta, tenendo presente che la prossima volta potrebbe capitare anche a voi. 2 Aiutatevi nelle difficoltà e nei problemi, ubbidirete così alla legge di Cristo. 3 Se qualcuno crede di essere troppo importante per sottomettersi a questo insegnamento, s'inganna, anzi non vale proprio niente.
4 Ciascuno si assicuri piuttosto di fare del suo meglio, perché allora avrà la soddisfazione personale di un lavoro ben fatto e non avrà bisogno di paragonarsi a nessun altro. 5 Ognuno di noi deve sopportare i propri errori, i propri pesi, perché nessuno di noi è perfetto! 6 Quelli che imparano la Parola di Dio devono retribuire i propri insegnanti. 7 Non fatevi illusioni, non ci si può beffare di Dio: quello che si semina si raccoglie. 8 Chi vive per soddisfare i propri desideri corrotti, seminerà del male e senza dubbio mieterà la corruzione e la morte spirituale. Chi, invece, semina le buone cose dello Spirito, mieterà dallo Spirito Santo la vita eterna9 Non stanchiamoci allora di fare il bene, perché, a suo tempo, se non ci scoraggiamo e rinunciamo, avremo un raccolto di benedizioni. 10 Questa è la ragione per cui, man mano che si presenta l'occasione, dobbiamo fare sempre del bene a tutti e, in primo luogo, ai nostri fratelli nella fede.

 

 

 

 

Care amiche…care sorelle…cari amici…cari fratelli…oggi abbiamo letto una gran parte della lettera scritta ai Galati  dall’Apostolo Paolo al Cap. 5 e poi i primi 10 vv del Cap. 6, il motivo di questa lettura è dovuta al fatto che nella Parola del Signore (Bibbia), non vi è un altro brano simile che ci mostri…un contrasto molto netto tra lo stile di vita di un credente ancora sotto gli impulsi della natura umana e quindi “schiavo del peccato” (cfr. Gv 8:14) e un credente traboccante di Spirito Santo…il quale serve solo Dio (Rm 1:9). In questi versetti appena letti…Paolo rileva attentamente le 2 differenze presenti nella natura umana e afferma che lo Spirito di Dio e la natura umana peccaminosa…sono opposti e in netto contrasto tra di loro…tanto che per evidenziare la cosa…aggiunge una lista specifica di azioni che sono prodotte dalla natura umana ribelle e peccaminosa opponendola ad un’altra natura umana che invece fa risaltare il “Frutto dello Spirito” ed i suoi effetti.

Questo contrasto è evidente per il fatto che le azioni prodotte dal Frutto dello Spirito, fanno risaltare una condotta che pone Dio al centro della vita del credente ed è governata da un atteggiamento spirituale dove vi è uno spiccato carattere mite, simile a quello di Cristo…questo carattere mite…si sviluppa nei credenti nella misura in cui essi concedono allo Spirito Santo la libertà di cambiare la loro vita.

Per mezzo della Potenza di questo soffio vitale, i credenti sono in grado di combattere e vincere il potere del peccato, godendo i benefici di un’intima e personale comunione con Dio.                          

In contrapposizione alle opere peccaminose della carne, il Frutto dello Spirito comprende vari atteggiamenti da adottare verso quei fratelli incappati in azioni peccaminose, tanto che Paolo nella parte finale del v.1 scrive queste parole: “voi, che siete spirituali, rialzatelo con spirito di mansuetudine” nel senso che:  “voi che siete guidati dallo Spirito dovete aiutarlo con dolcezza e umiltà a ritornare sulla strada giusta”, così che…quel credente…quei credenti che hanno commesso peccati gravi o violazioni morali allontanandosi dalle vie consigliate dal Cristo, vengano guidati a ristabilirsi spiritualmente per rinnovare al Cristo la loro devozione.

Questo cammino, non è privo di difficoltà, può anche essere necessario usare della disciplina, la quale deve essere esercitata con fermezza ma “con dolcezza e umiltà”, ricordandosi però che nessuno è immune da cadute, tra cui anche coloro che sono traboccanti di Spirito Santo.   

In questo cammino, bisogna che “portiamo i pesi gli uni degli altri” cioè “Aiutarsi nelle difficoltà e nei problemi, questo significa che dobbiamo caricarci le preoccupazioni, i problemi e le responsabilità gravose dei fratelli, dobbiamo assistere il fratello o i fratelli nella malattia, nel dolore o nelle difficoltà finanziarie, ma anche pregare intensamente e con costanza affinchè possano avere un aiuto tangibile e pratico, quindi…con queste parole, l'apostolo Paolo ci dice che nessuno deve essere lasciato solo, questo è anche il senso della Chiesa, della comunità dei credenti, una chiesa che si fa accogliente e solidale, piuttosto che giudice e carnefice…

La Chiesa esiste perché ha una missione da compiere…che è quella di essere un luogo di condivisione di ogni persona con le proprie caratteristiche e diversità, il luogo in cui può avvenire la riconciliazione nonostante le molteplici culture di pensiero e di spiritualità, cosicché quando la chiesa esclude i diversi o le persone, tradisce la sua vocazione, perché ha smesso di amare e di aiutare le persone nelle difficoltà e nei problemi. L’amore, invece, riconosce sempre l’altra come una sorella l’altro come un fratello con cui condividere la propria storia, la vita, le sofferenze, le gioie….e condividere i pesi degli altri è una qualità particolarmente gradita al Signore. (Sl 55:22 / 1° P 5:7) soprattutto…Paolo ci fa capire che: “finché ne abbiamo l’opportunità, facciamo del bene a tutti, ma specialmente ai fratelli in fede”. Questo versetto del testo…vuole indicare un programma di vita cristiana che è allo stesso tempo semplice ed esigente, così come tutta la Parola del Signore è sempre semplice ed esigente. È semplice perché è comprensibile ed è alla nostra portata. È esigente perché non ammette trattative o esitazioni. Questa parola ci parla con una stupefacente concretezza, tanto da dirci che “man mano che si presenta l'occasione, dobbiamo fare sempre del bene a tutti e, in primo luogo, ai nostri fratelli nella fede.”, nel senso che…il tempo dev’essere colto…compreso e vissuto…e non sprecato, e oggi…questo è il cammino di ogni persona spirituale.

Al tempo dell’Apostolo Paolo vi erano degli oppositori della sua predicazione i quali dicevano:

Questa è solamente teoria! Non basta!...Perchè devi diventare…devi fare…”, ma ancora oggi…vi sono persone che continuano a dirlo…tanto che…anni fa…è uscito un libro (Libro nero delle chiese) dove sono elencati tutti i peccati commessi da tutte le Chiese, dalla loro nascita fino ai giorni nostri. È un libro dove si parla delle morti che le chiese hanno tante volte provocato, in effetti pochi giorni fa abbiamo ricordato il martirio di Fra Dolcino avvenuto nel 1307.

Ora…il Vangelo risponde a questa sfida in due parole.

La prima: il libro nero esiste, è Storia, ma è Storia anche l’opera di Gesù Cristo, il cui libro della vita ha coperto il libro della morte con la sua misericordia.

 

Secondo: “dobbiamo sempre fare del bene a tutti, principalmente ai fratelli nella fede”

 

Ebbene…fare del bene a tutti, principalmente ai fratelli nella fede…ma non è anche questa teoria!?

No….perchè con questa frase, si intende principalmente fare del bene ai fratelli nella fede e a coloro che, come descritto nel v.6 insegnano la Parola di Dio; quindi…Paolo ci dice che è anche nostro dovere…sostenere con supporto finanziario e materiale quanti servono il Signore con dedizione¹, come i Pastori, i missionari e quanti sono impegnati nel servizio cristiano². Rifiutare loro l’aiuto, avendone i mezzi…significa “seminare” egoismo e “raccogliere” la morte spirituale (vv. 7-9). Provvedere invece…il necessario a chi serve nel ministero della Parola, rientra nei doveri di fare il bene “ai fratelli nella fede” (v.10).    

Se li sosteniamo fedelmente…ovviamente secondo le nostre possibilità e per amore di Cristo…mieteremo a suo tempo (v.9) tra cui la vita eterna (v.8).

Ma…nel “facciamo del bene a tutti”…è anche sottointesa la Chiesa come casa…come famiglia che condivide il pane della parola di Dio, la chiesa come casa aperta che invita, che si fa trovare. Alla chiesa come luogo di riflessione, di fraternità, di libertà, Chiesa aperta a tutti e aperta per tutti. Nel dono di noi stessi…della nostra testimonianza…del nostro aiuto…della nostra fatica…del nostro denaro…del nostro tempo…del nostro affetto e del nostro ascolto.

25 Perciò, se ora viviamo per la potenza dello Spirito Santo, anche la nostra vita deve essere guidata dallo Spirito Santo facendo del bene a tutti

Nulla da togliere e nulla da aggiungere...

 

Lasciamo quindi che lo Spirito ci faccia camminare nella strada del bene di Dio. Sarà faticoso, ma Dio ci promette un raccolto che ci stupirà:

Vivremo…comprenderemo…proveremo…condivideremo…crederemo… faremo…vedremo e riceveremo insieme cose meravigliose…stupefacenti, che non ci possiamo nemmeno aspettare.

Oggi abbiamo compreso, almeno me lo auguro…che  “Aiutarsi nelle difficoltà e nei problemi, significa riconoscere sempre una donna, un uomo, come una sorella e un fratello e che non deve essere mai lasciato solo, anzi dobbiamo condividere la sua propria storia, la vita, le sofferenze, le gioie. 

Aiutarsi nelle difficoltà e nei problemi significa anche Aiutare nelle difficoltà e nei problemi il mondo, cioè…chi muore a motivo della fame o di chi attraversa i mari per fuggire dalla guerra…da violenze sociali…politiche…o dalla povertà estrema…può significare partecipare alla lotta per la fame nel mondo…partecipare affinché siano riconosciuti i diritti delle persone costrette a lasciare tutti i loro affetti perché vittime di egoismo…odio e guerre. Se non ci saremo su questa scena, continueremo a ritenere difficile applicare la Parola di Dio, ma se ci saremo, avremo cominciato ad Aiutare nelle difficoltà e nei problemi gli altri alla gloria di Dio e per il bene di tutti.

 

AMEN!

 ¹ 1° Co 9:14 / 1° Ti 5:18  -  ² 1° Co 9:14 / 3° Gv 6-8  -  Parole 1303

Giampaolo Castelletti

 

 


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