Culti

Omegna - Via F.lli Di Dio 64
Nel Tempio di Omegna, il Culto si tiene tutte le domeniche alle ore 9; Mercoledì 25 Dicembre, Natale, il Culto si terrà alle ore 9

Intra - C.so Mameli 19
Nel Tempio di Intra, il Culto si tiene tutte le domeniche alle ore 11; Mercoledì 25 Dicembre, Natale, il Culto si terrà alle ore 11

06/03/2020

Annuncio deliberato dal Consiglio di Chiesa di Intra ed Omegna




In considerazione dell’aggravarsi dell’emergenza sanitaria attualmente in atto, tenuto conto del parere espresso dalle istanze regionali e del Nord Italia dell’Unione delle Chiese Valdesi e Metodiste, i Consigli di chiesa delle comunità metodiste di Intra e di Omegna hanno deciso di  

SOSPPENDERE IL CULTO DI DOMENICA 8 MARZO

Per quel che concerne lo svolgimento dei culti delle settimane a venire, si terrà conto dell’evoluzione della situazione sanitaria regionale e locale

Il Consiglio di Chiesa

Oggetto: sospensione attività ecclesiastiche





CHIESA EVANGELICA VALDESE
Unione delle chiese metodiste e valdesi
VI Circuito


Milano, 5 marzo 2020

Ai presidenti dei Concistori e dei Consigli di chiesa
Loro sedi

Oggetto: sospensione attività ecclesiastiche

Cari fratelli, care sorelle, 
in considerazione di quanto previsto dal nuovo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri emesso ieri, su parere del Consiglio di Circuito, ritengo opportuno inviarvi questa nuova comunicazione.
Innanzitutto è necessario precisare che quanto stabilito ha validità per tutto il territorio nazionale (Art. 1) ed efficacia sino al 3 aprile (Art. 4/1).
La lettera b dell’articolo 1 prevede siano sospese le manifestazioni e gli eventi di qualsiasi natura, svolti in ogni luogo, sia pubblico che privato che comportano affollamento tale da non permettere di rispettare tra i partecipanti la distanza minima di sicurezza, stabilita nell’allegato 1, lettera d, in almeno 1 metro.
Si aggiunga che, sempre all’allegato 1, lettera i, è stabilito che nei locali dove, garantita la distanza di sicurezza, si svolgano incontri, tutte le superfici siano pulite con disinfettanti a base di cloro o alcol.
Poiché non sono certo sia possibile garantire le condizioni sopra indicate in ognuno dei nostri luoghi di culto e nei locali adibiti alle nostre attività, senza voler prevaricare le decisioni dei singoli Concistori e Consigli di chiesa, ritengo opportuno rinnovare la raccomandazione, già suggerita nella mia precedente comunicazione del  26 febbraio, di sospendere, sino a nuove disposizioni, i culti e le altre attività.
Certamente è con tristezza che dobbiamo rinunciare ai nostri incontri comunitari che, come ricorda il pastore Pons nel suo recente messaggio, sono il fulcro della vita delle nostre comunità.
In questi momenti però ricordiamoci di tanti fratelli e sorelle che ci hanno preceduto e che sono stati costretti, in tempi ben più tragici dei nostri, a vivere la loro fede nel silenzio e nella solitudine. Ancora oggi molti fedeli, anche di altre confessioni, a causa di guerre, persecuzioni, malattia o anche per distanza geografica, non posso condividere come vorrebbero la propria fede con i loro fratelli e sorelle.
Richiamando ancora quanto ha scritto il delegato della Tavola, approfittiamone per rivolgere una maggior attenzione alla lettura ed alla meditazione delle Scritture, rafforzando con la preghiera la nostra vocazione di credenti.


Con affettuosa fraternità

                                                                  Per il Consiglio di Circuito
                                                                            Il sovrintendente
                                                                              Mario Vanzella








Rettifica al documento della Tavola sull'aggiornamento relativo ai Culti



CHIESA  EVANGELICA  VALDESE (Unione delle chiese metodiste e valdesi) 
COMMISSIONE ESECUTIVA DISTRETTUALE   II DISTRETTO   
                          Parma, 6 marzo 2020 Protocollo: 44/2020 

Ai/Alle Presidenti dei concistori e consigli di chiesa Ai Pastori e alle Pastore delle chiese del 2° distretto 
Ai/Alle Sovrintendenti dei circuiti Al Delegato TV

"Tu, non temere, perché io sono con te; non ti smarrire, perché io sono il tuo Dio;"
Isaia 41:10 

Care Sorelle e Cari Fratelli,  la Commissione Esecutiva del II Distretto fa seguito alla nota del Delegato Tavola trasmessa via mail il 3 marzo 2020. Alcuni membri di Consigli e alcune/i Iscritte/i a ruolo hanno richiesto alcune precisazioni. In questi giorni è difficile mantenere i programmi già organizzati da tempo nelle nostre agende; non siamo abituati a rinunciare alla nostra routine, al piacere di incontrarsi e di condividere insieme la Parola. Come ha scritto una cara sorella, l’emergenza sanitaria ed i dati iniziali diffusi dalla Protezione Civile determinano cambiamenti di strategie ed interventi di ora in ora. Visto il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri emanato in data 4 marzo 2020, preso atto della situazione sanitaria e delle indicazioni a preservare dal contagio le fasce di popolazione più a rischio (pazienti anziani e pazienti comorbidi),     

Dear Sisters and Dear Brothers, the Executive Commission of the II District follows the note of the Delegate of Tavola sent by email on March 3, 2020. Some members of Councils and some Pastors have requested some clarifications. These days it is difficult to keep the programs already organized for some time in our agendas; we are not used to giving up our routine, the pleasure of meeting and sharing the Bible together. As a dear sister wrote, the health emergency and the initial data released by the Civil Protection determine changes in strategies and interventions hour by hour. Given the Decree of the President of the Council of Ministers issued on March 4, 2020, in health situation and the indications to preserve the most at risk sections of the population (elderly patients and comorbid patients) from contagion, the Council of the Executive Commission of the II District in preparation,     

 
CHIESA  EVANGELICA  VALDESE (Unione delle chiese metodiste e valdesi)
COMMISSIONE ESECUTIVA DISTRETTUALE   II DISTRETTO 

il Consiglio della Commissione Esecutiva del II Distretto in accordo con il Delegato Tavola è di non rischiare e non correre inutili rischi, soprattutto ma non solo nei territori della zona gialla (Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna con le province di Pesaro ed Urbino).  Non sappiamo quanto potrà durare questa situzione: chiudere temporaneamente le nostre attività di pubblica testimonianza come il culto, anche se fa male al nostro cuore, può essere una misura di impegno civile per arginare la diffusione del contagio.  Il consiglio che ci sentiamo di dare è quello che Consigli e Concistori con gli iscritti/e a ruolo decidano collegialmente, valutando bene i rischi rispetto alla situazione particolare del territorio della Chiesa locale che servono, sostenendosi reciprocamente in questo momento di difficoltà ed informando adeguatamente i membri di chiesa. 
P.S. fare riferimento sempre alle ordinanze ed ai decreti emessi.   

having taken note of the agreement with the Delegate of Tavola is not to risk and not to run unnecessary risks, especially but not only in the yellow zone torrents (Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna). We do not know how long this situation will last: temporarily closing our public witness activities such as worship, even if it hurts our heart, can be a measure of civil commitment to stem the spread of the infection. The advice we would like to give is what the Councils and Consistories with the Pastors decide in collegial terms, well evaluating the risks with respect to the particular situation of the territory of the local Church, they serve, mutually supporting each other in this moment of difficulty and adequately informing the members of the church. 
Non temere perché Io sono con te: il Signore ci accompagni e ci sostenga in questo momento di insicurezza e smarrimento. 
a nome della CEDII 
 Il presidente 

Tavola valdese, aggiornamento disposizioni sul Coronavirus



La Tavola valdese, organo esecutivo dell'Unione delle chiese metodiste e valdesi, in Italia scrive alle chiese e agli organismi intermedi.
Riportiamo qui di seguito la lettera inviata dalla Tavola Valdese alle chiese e agli organismi intermedi per un aggiornamento sulle misure da prendere in materia di Coronavirus dopo l'emanazione del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 4 marzo:
Cari fratelli e care sorelle,
Facciamo seguito alla emanazione del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 4 marzo in oggetto, che ha stabilito alcune misure restrittive valide sull’intero territorio nazionale, allo scopo di contenere il diffondersi del virus COVID -19.
Segnaliamo che le sole restrizioni che appaiono rilevanti per le ordinarie attività ecclesiastiche sono quelle risultanti dalla lett. b dell’art. 1, che prescrive la sospensione di manifestazioni ed eventi di qualunque genere che determinino «un affollamento tale da non consentire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro».
Non si vedono, dunque, ad oggi impedimenti generali al regolare svolgimento delle attività (culti inclusi) che per numero di partecipanti e per le condizioni dei locali in cui si svolgono consentano di garantire ai presenti la possibilità di mantenersi distanziati l’uno/a dall’altro/a almeno di un metro.
Va naturalmente raccomandato, in ogni caso, il rispetto delle misure igienicosanitarie indicate nell’allegato 1 del sopracitato decreto, fra cui il consiglio di astenersi da strette di mano, abbracci e contatti fisici ravvicinati e dall’uso promiscuo di bottiglie e bicchieri.
Va anche ricordata la raccomandazione specifica diretta alle persone anziane o affette da patologie croniche o con stati di immunodepressione congenita o acquisita di evitare di uscire dalla propria abitazione se non per i casi di stretta necessità. 
Siamo certi che anche queste nuove e più estese misure saranno vissute in uno spirito di solidarietà e condivisione, ricercando (anche con la creatività dimostrata da molte chiese negli scorsi giorni) modalità adeguate per mantenere vivo in tutti/e il senso dei legami personali e comunitari e la cura delle persone più bisognose di vicinanza e supporto spirituale e materiale.
Con un fraterno abbraccio,
Diacona Alessandra Trotta
Moderatora della Tavola Valdese

04/03/2020

Coronavirus, la fede oltre la paura


La Tavola Valdese scrive ai membri delle chiese valdesi e metodiste invitandoli alla preghiera e al discernimento di fronte all’emergenza
Torre Pellice, 28 Febbraio 2020
Riportiamo qui di seguito il testo della lettera che la Tavola Valdese ha inviato ai membri delle chiese valdesi e metodiste di fronte all’emergenza del Coronavirus. Una riflessione pastorale importante che invita ognuno di noi a non rinchiudersi in un individualismo ostile ma a fare comunità intorno alla Parola di Dio:
Care sorelle, cari fratelli in Cristo, la scorsa settimana, mentre ognuno e ognuna di noi continuava la sua vita fatta di abitudini, impegni nella famiglia, nella società e nella chiesa, con il lavoro, lo studio, la gestione della casa, la cura dei figli e dei nipoti, il volontariato, gli incontri delle associazioni e le programmazioni, l’infezione da Coronavirus che da alcuni mesi aveva colpito la Cina è diventata anche per noi una realtà da affrontare, con serenità e discernimento. Ci siamo trovati di fronte ad un mondo diventato piccolo, di distanze ravvicinate. Da quando abbiamo cominciato a parlare di contagio in Italia ed è stato paventato il rischio di una epidemia, ci siamo spaventati e siamo stati bersagliati da messaggi talvolta contraddittori, talvolta fuorvianti che hanno contribuito ad aumentare il nostro senso di paura.
Le autorità civili competenti hanno diramato delle ordinanze di precauzione per dare modo di comprendere l’origine, la dimensione del contagio, arginarlo, organizzare le misure di assistenza sanitaria nella linea di una responsabilizzazione civica collettiva. Queste misure di precauzione hanno toccato anche la vita delle nostre chiese nella loro concreta organizzazione ed hanno anche toccato la nostra vita individuale e famigliare. Senza queste ordinanze ognuno ed ognuna di noi sarebbe in balia del suo atteggiamento spavaldo o terrorizzato in una situazione di potenziale disgregazione sociale.
Osservare le misure di precauzione è certamente una forma di cura di se stessi, dei propri famigliari e degli altri e altre, soprattutto di coloro che, affetti da patologie pregresse, si trovano più esposti ad esiti severi di un eventuale contagio da Coronavirus. Osservare le misure di precauzione è un modo per prendersi cura della società in cui viviamo: è qualcosa che facciamo per il bene nostro e degli altri, è assumersi la propria responsabilità civile.
Siamo riconoscenti a tutti gli operatori sanitari: medici di base, medici ospedalieri, operatori delle case di riposo, ricercatori, che in questi giorni sono impegnati su questo fronte in prima persona, come anche a tutte quelle persone che nei vari campi dei servizi e della produzione portano avanti le loro attività pur nel rispetto delle ordinanze di precauzione. Anche le nostre chiese hanno aderito a queste ordinanze rinunciando al diritto costituzionale di riunirsi liberamente, al desiderio di incontrarsi tra fratelli e sorelle, rivedendo radicalmente le proprie programmazioni.
In questi giorni, tuttavia, abbiamo potuto osservare che le ordinanze di precauzione non hanno potuto evitare l’insorgere di atteggiamenti e comportamenti dettati dalla paura con la corsa all’accaparramento di derrate alimentari e presidi sanitari.
Quando la paura ci governa emergono aspetti della nostra umanità che ci fanno assumere degli atteggiamenti che non corrispondono invece ai principi della nostra fede che ha come fondamenta l’assoluta fiducia in Dio: la concorrenza e l’egoismo vincono sulla solidarietà; la diffidenza, il sospetto, l’ostilità e in alcuni casi la violenza gratuita si affacciano pericolosamente nella nostra società, l’irrazionalità vince sulla ragione ed il buon senso.
Desideriamo prendere sul serio quel senso di paura verso l’ignoto e il desiderio di poter fare qualcosa davanti al senso di impotenza che ci coglie davanti ad eventi che non governiamo e che ci paiono minacciosi. Al tempo stesso non possiamo dimenticare che in molti brani la Scrittura, soprattutto di fronte ad eventi minacciosi, ci chiede di fermarci, esaminare noi stessi, metterci in preghiera per non perdere il senso profondo delle cose che ci accadono e della nostra vita, della vocazione a cui siamo chiamati.
Le ordinanze pubbliche prese per il bene comune in molte Regioni, intese a stimolare il senso di responsabilità, toccano anche il nostro essere chiesa, in particolare il riunirci nell’ascolto della Parola di Dio, nella lode, nella cura per gli altri e le altre.
Noi non abbiamo precetti da osservare e ogni persona evangelica sa di poter leggere la Bibbia e pregare nella propria casa, con chi vuole associarsi in un piccolo gruppo di famigliari e vicini secondo le parole di Gesù: “Ovunque due o tre sono riuniti nel mio nome”. Ma la nostra vocazione va oltre l’individuo: Dio ci ha chiamati ad essere un corpo, ha raccolto le nostre individualità perché la nostra fede con le sue domande e le sue speranze ha bisogno del conforto degli altri e delle altre nell’ascolto comune della Parola annunciata. Anche per noi protestanti la chiesa non è un evento secondario.
Ci sembra importante ricordare questo in giorni in cui la chiesa può sembrare solo un luogo di contagio da evitare.
Se l’annuncio e l’ascolto della Parola è fondamentale per la vita della chiesa, come il sostegno reciproco nell’ascolto, siamo certi che anche in questi giorni sapremo trovare i modi perché ciò non venga meno. I pastori e le pastore, i diaconi e le diacone possono essere raggiunti per telefono, per mail, sui social, possono essere accolti in casa o raggiunti negli uffici della chiesa o a casa. L’annuncio della Parola può farsi strada attraverso la lettura di meditazioni pubblicate in libri o sul nostro sito istituzionale chiesavaldese.org, su Riforma, attraverso le letture proposte da “Un giorno una parola”, attraverso l’ascolto del culto evangelico su RAI Radio 1 o Radio Beckwith Evangelica, da soli o con il coinvolgimento di pochi altri, o con iniziative ancora da sperimentare. La cosa importante è pensarci insieme e ricordare concretamente che anche oggi Dio ha qualcosa da dirci e ci parla, che la nostra paura può essere governata, che non siamo in balia di noi stessi.

01/03/2020

«Non siate in ansia per il domani» (Matteo 6:34)


Nell’arco di quest’ultima settimana è sensibilmente cresciuta, nel nostro Paese e non solo, un’ansietà diffusa, di cui non si fatica a comprendere le ragioni ma che appare eccessiva in ordine alle sue dimensioni e alla sua capillarità. Compito di tutte le istituzioni, in questi casi, è quello di attenersi a pronunciamenti improntati, al contempo, all'equilibrio e alla fondatezza scientifica, garantita da figure competenti e per ciò stesso autorevoli. Ciascuna e ciascuno di noi, difatti, sta vivendo l’esperienza grottesca di imbattersi pressoché quotidianamente in improvvisati «virologi da bar», che fanno sfoggio della loro raffazzonata e approssimativa sapienza dispensando consigli ed emettendo sentenze.   Che cosa fare, allora? Sminuire la portata di quanto sta accadendo? Minimizzare l’entità di una situazione di cui, in verità, fatichiamo a prevedere gli sviluppi e le conseguenze? Niente affatto. Più semplicemente, si tratta di assumere atteggiamenti e pronunciare parole che si attengano a un sano, quanto poco diffuso, senso di responsabilità. È in virtù di quest’ultimo che le chiese valdesi e metodiste delle aree interessate dalla diffusione dell’epidemia ed alcune di quelle presenti nei territori ad esse limitrofi hanno deciso di sospendere temporaneamente le attività comunitarie, in particolare i culti domenicali: non per diffondere un allarmismo ingiustificato, né per cedere il passo ad una paura paralizzante, ma per dare il loro piccolo contributo alla tutela della salute pubblica, che affonda le sue radici nella fiducia che nutriamo nelle istituzioni che ne hanno cura e la garantiscono. Se chi dispone delle competenze necessarie ci invita a un gesto di responsabilità, atto in primo luogo a tutelare l’incolumità dei soggetti più esposti e fragili, l’atteggiamento più sensato ci sembra quello di attenerci alle direttive emanate con ponderatezza e a ragion veduta.   In tal modo, ad un’ansia diffusa e incontrollata, si sostituisce una responsabilità fiduciosa, unico antidoto efficace alla psicosi ingiustificata. Alla smodata preoccupazione che pone al centro un individuo incurvato su di sé e per ciò stesso miope, si sostituiscono così la preoccupazione per l’altro e la coscienza di essere parte di una collettività, accomunata da un destino al quale nessuno può immaginare di poter andare incontro in una solitudine contrabbandata per autosufficienza.   Non c’è ragione, ci ricorda opportunamente Gesù, per essere in ansia per il domani: di fronte al domani siamo chiamate e chiamati, piuttosto, a diventare responsabili, poiché la responsabilità è segno di cura verso l’altro che mi insegna ad evadere dalla prigione di un io ripiegato su di sé. E vivere l’evangelo significa educarsi a questa corresponsabilità, annunciandola con la semplicità del gesto consapevole e coerente.  
(Alessandro Esposito – Pastore delle chiese metodiste di Intra, Luino e Omegna)

28/02/2020

FILE DI CHIARIMENTO SOSPENSIONE CULTI


In ottemperanza alle ordinanze emesse dal Ministero della Salute, d’intesa con la Regione Lombardia e la Regione Piemonte del 23 febbraio e al Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 25 febbraio, si evidenzia l’obbligo di “sospendere manifestazioni o iniziative di qualsiasi natura,
di eventi e di ogni forma di riunione in luogo pubblico o privato, anche di carattere religioso”.

Tale sospensione dovrà restare in vigore, salvo ulteriori provvedimenti delle autorità, sino a domenica primo marzo compresa

Il Consiglio di Chiesa

SOSPENSIONE CULTI


Care e cari,


VI RICORDO CHE DOPODOMANI, DOMENICA 1 MARZO, I CULTI SONO SOSPESI

In allegato trovate anche un file che chiarisce le motivazioni stanti a fondamento di tale decisione.

Un caro saluto a tutte e tutti

Il pastore delle chiese metodiste di Intra e Omegna

Alessandro Esposito

27/01/2020

Un pensiero tratto da Matteo 28: 28



«Ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente»

Forse, per te che stai leggendo in questo momento, la Scrittura sono solo parole e lettere. Forse, per te, essa è una semplice pagliuzza.                      
Ma se guarderai in profondità nella Scrittura, troverai Cristo e la sua Parola. Ti potrà sembrare una pagliuzza inutile, vuota, spezzata, ma credimi: quale grande potenza è racchiusa nella sua profondità! Questa parola che ti do nel cuore, non potrà esserti tolta da nessuno: diventerà per te un albero robusto, anzi, una forte rocca”. Così una volta Lutero ha parlato della Scrittura. 
La scelta della Riforma di affidarsi alla Bibbia come alla sola fonte che ti fa conoscere Dio e la sua volontà, è in fondo un atto di fiducia nella grande promessa del Cristo Risorto che chiude il vangelo di Matteo: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente”.
Nella Scrittura infatti il Signore è presente “tutti i giorni”, ci incontra e ci parla nella forza dello Spirito e guida la sua chiesa. Sì, Gesù lì, e a noi non manca niente. Non abbiamo bisogno di vicari che ne prendano il posto né di intercessori che ci mettano in contatto con il cielo.
La Seconda confessione elvetica di Bullinger, il riformatore di Zurigo, si apre con questa affermazione: “La parola di Dio annunziata nella chiesa è la vera parola di Dio... non dobbiamo forgiare né attendere dal cielo altra parola”. È proprio così: quando nella chiesa la Bibbia è letta e la parola predicata, là il Signore ci chiama e ci dona di ascoltarlo. E così ci ridona coraggio e nuova luce, così ridà ogni volta senso al nostro esistere, alimenta la fede, rinnova la speranza, vivifica l'amore.
Tutto nella parola... questa “semplice pagliuzza”... questo “soffio complicato”, che è la cosa più evanescente che ci sia: la pronunci, risuona, ed un momento dopo non c'è più, s'è dissolta nell'aria... Ma se è la è parola del Signore, quel momento è sufficiente: penetra in te con una forza che nulla può arrestare, ed è nella tua mente e nel tuo cuore, ed è un fuoco che brucia, illumina e riscalda. Davvero, “questa parola non potrà esserti tolta da nessuno: diventerà per te un albero robusto, anzi, una forte rocca”.
Ruggero Marchetti

24/01/2020

“Io credo; vieni in aiuto alla mia incredulità.” Marco 9,24 – Versetto dell'anno 2020



Cari fratelli e sorelle, “Ogni cosa è possibile per chi crede”, dice Gesù e il padre del bambino malato risponde: “Io credo; vieni in aiuto alla mia incredulità.” Il padre del bambino è cosciente che la sua fede non è quella che poteva spostare i monti, ma era una fede debole, tormentata dai dubbi e bisognosa dell'aiuto di Dio per fortificarla. Nonostante ciò il suo bambino viene guarito, perché non è il padre con la sua fede debole, ma Gesù che realizza la guarigione. Questa distinzione è fondamentale per capire che l'effetto della fede, sia essa guarigione o salvezza, non dipende dalla forza o debolezza della nostra fede, ma da Gesù. Lutero lo spiegò con un esempio: Se uno ha 1000 euro (ovviamente il Riformatore usava un'altra valuta) e li conserva avvolti in un fazzoletto di carta, mentre un altro ha anche 1000 euro e li conserva in una cassaforte, ambedue sono ugualmente ricchi, solo che per il primo il rischio di perdere i soldi e di diventare povero è molto maggiore. Così è con la fede debole (il fazzoletto di carta) e quella forte (la cassaforte): ambedue “hanno” Gesù Cristo e sono quindi ugualmente ricche. Questa è ad es. una ragione per cui non si dovrebbe “giudicare” la fede degli altri. Comunque, nella vita ci sono varie prove in forma di tentazioni, perdite, delusioni ecc. e potrebbe essere che una fede debole non resista. Perciò è bene curare ed esercitare la fede nei tempi buoni, affinché possa resistere nei tempi difficili. Se invece pensiamo di avere già una fede forte, probabilmente ci sbagliamo, in quanto la fede è per definizione una fede contro il dubbio, contro l'apparenza. Se manca il dubbio, qualcosa è sospetto. In secondo luogo, è sospettoso avere una fede forte, perché la fede è un dono di Dio che riceviamo ogni giorno in modo nuovo, non qualcosa che uno possiede. La fede non è un possesso, ma piuttosto una relazione che riguarda tutta la persona. In questo senso si può anche affermare di “avere” fede, anzi è importante farlo. C'è infatti una differenza fondamentale tra chi dice di aver forse fede e di chi afferma di aver fede, seppure debole. Il primo, l'agnostico indeciso, non ha niente, il secondo ha tutto nonostante la debolezza della sua fede. La fede, seppure dono di Dio, non si realizza senza il pieno coinvolgimento del credente che deve prendere una decisione personale pro o contro la fede. È bene aggiungere al “Io credo” la preghiera di aiuto a credere, perché ne abbiamo bisogno. Bonhoeffer disse che Dio ci dà ogni giorno la fede di cui abbiamo bisogno, ma non di più, affinché non ci insuperbiamo. Non so se iniziate quest'anno con speranza o preoccupazione, con una fede salda o con molti dubbi. Come sia, il versetto dell'anno ci invita di affidarci a Dio non solo per le varie circostanze della vita, ma anche per la fede stessa. Auguro a tutti noi un felice anno 2020 in cui Dio giorno per giorno nutra la nostra fede e guidi i nostri pensieri e le azioni.
Vostro
Pastore Dieter Kampen