SALUTO
Buongiorno a tutte e a tutti, domenica 19 Luglio 202, si è celebrata la settima domenica dopo Pentecoste, la quale era caratterizzata da
questo versetto: “Ma ora così parla il SIGNORE,
il tuo Creatore, o Giacobbe, colui che ti
ha formato, o Israele! Non temere, perché
io ti ho riscattato, ti ho chiamato per
nome; tu sei mio!”. (Isaia 43:1)
Proclamazione
della grazia di Dio
Care sorelle, fratelli, amiche e amici vogliate
ricevere il saluto, la grazia e la pace che ci sono date da Dio, nostro Padre,
e dal Signore Gesù il Cristo. Amen.
Lode
Signore nostro, ci raccogliamo anche questa mattina
col bagaglio delle nostre esperienze, non tutte positive. Nel nostro cuore, insieme
a tanti altri sentimenti, ci sono ansie, preoccupazioni, paure. Noi veniamo a te perché Tu sei vicino a noi,
apri i nostri cuori perché riconosciamo la tua presenza, Se possiamo avvicinarci a te, non è perché siamo
buoni, ma perché tu sei il Dio misericordioso, che ci aiuti a guardare non alle nostre ansie e paure, ma
ai tuoi doni, a cominciare dal privilegio di poterci raccogliere nella presenza
Tua e di Tuo Figlio il Cristo, nostro Signore benedetto in ogni tempo che ci
ama e ci rinnova. Amen.
Ascolto
della parola di dio
Preghiera di illuminazione
Sì, Dio nostro, siamo qui gioiosi alla tua presenza:
non siamo soli, siamo tuoi, ci vuoi con te. Non siamo soli davanti al male e al
nonsenso ed alla morte, non siamo soli davanti all’incertezza della vita,
davanti ai nostri fallimenti e alle nostre colpe, non siamo soli davanti agli altri,
non siamo soli con noi stessi. Siamo tuoi: ti siamo costati e ti costiamo cari,
ti siamo cari infinitamente, come sconfinato è il tuo amore. Lo abbiamo pur
visto nella vita appassionata e nella passione d’amore di Gesù. Il più solo fra
noi è così amato da te. Dal profondo del cuore, con tutta la fiducia e la
gratitudine di cui siamo capaci, in questo momento ti diciamo esultanti: Siamo
tuoi! Sono tuo! Fa’ che possiamo continuare a dirlo, e a viverlo, nei giorni
che vengono: sia questa la nostra lode viva e attiva, oggi e domani e finché ci
dai vita. Amen.
Testo
biblico
Romani 6:1-11 “Morire
con Cristo per rinascere in Cristo”
1 Che diremo dunque? Rimarremo
forse nel peccato affinché la grazia abbondi? 2 No di certo! Noi che siamo morti al peccato, come vivremmo
ancora in esso?
3 O ignorate forse che tutti
noi, che siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua
morte? 4 Siamo dunque stati sepolti
con lui mediante il battesimo nella sua morte, affinché, come Cristo è stato
risuscitato dai morti mediante la gloria del Padre, così anche noi camminassimo
in novità di vita. 5 Perché
se siamo stati totalmente uniti a lui in una morte simile alla sua, lo saremo
anche in una risurrezione simile alla sua. 6 Sappiamo infatti che il nostro vecchio uomo è stato
crocifisso con lui affinché il corpo del peccato fosse annullato e noi non
serviamo più al peccato; 7 infatti
colui che è morto è libero dal peccato. 8 Ora, se siamo morti con Cristo, crediamo pure che vivremo
con lui, 9 sapendo che Cristo,
risuscitato dai morti, non muore più; la morte non ha più potere su di
lui. 10 Poiché il suo morire fu un
morire al peccato, una volta per sempre; ma il suo vivere è un vivere a
Dio. 11 Così anche voi fate conto di
essere morti al peccato, ma viventi a Dio, in Cristo Gesù.
PREDICAZIONE
Paolo invita i suoi interlocutori a guardare nel
concreto della loro esistenza, all’evento anch’esso concreto che ha segnato l’inizio
della loro comunione di vita con Gesù. Noi, perché anche noi siamo nel novero
degli interlocutori dell’Apostolo, siamo tutti quanti rimandati al giorno e all’ora
del nostro battesimo: “…ignorate
forse che tutti noi, che siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati
battezzati nella sua morte? Siamo dunque stati sepolti con lui mediante il
battesimo nella sua morte, affinché, come Cristo è stato risuscitato dai morti
mediante la gloria del Padre, così anche noi camminassimo in novità di vita”.
Forse condizionati dal fatto che, per
secoli…nelle nostre chiese…siamo stati abituati a presentare al battesimo i
nostri figli quasi appena nati e quindi leghiamo normalmente, appunto, alla
nascita, all’esistenza umana questo segno della vita cristiana. Così per noi il
battesimo è quasi solo un inizio; il rito e la proclamazione dell’inizio di una
nuova vita che speriamo e preghiamo sarà vissuta nella fede.
Paolo invece ci dice che il battesimo, prima
ancora di essere un inizio e proprio per poter essere un inizio, è anzitutto una
fine, è la fine, cioè la morte da cui deve sgorgare un’esistenza completamente
nuova, di tutta un’esistenza invecchiata e superata, è per questo che Paolo può
dire a sé stesso e ai suoi fratelli ai quali si rivolge, queste parole
altrimenti senza senso: “Siamo morti”.
Sì, nel giorno del nostro battesimo noi “siamo
morti con Cristo”; più precisamente, “siamo stati crocifissi con lui”. Perché solo
così, solo dopo essere “stati totalmente uniti a lui in una morte simile alla
sua”, saremo uniti “anche in una risurrezione simile alla sua”, saremo cioè sottratti
al dominio del peccato e vivremo con lui nella gloria di Dio.
Ma come può Paolo proclamare tutto questo? E
noi, come sappiamo noi, sempre alle prese con le nostre debolezze e le nostre
infedeltà e col male che sentiamo forte in noi…sì, come sappiamo “che il nostro
vecchio uomo è stato crocifisso con lui affinché il corpo del peccato fosse
annullato” e così “non serviamo più al peccato”, perché “colui che è morto, è
libero dal peccato”?
Prima della pagina di oggi, Paolo, in un
linguaggio insuperabile per bellezza e profondità, ha presentato la Croce di Gesù
come la manifestazione per eccellenza dell’amore di Dio: “Mentre noi eravamo
ancora immersi nella nostra debolezza” – così a scritto in Romani 5:6 – “Cristo,
al tempo stabilito, è morto per gli empi”. La storia di Gesù, e al vertice di
questa storia la sua morte, è stata fin dall’inizio orientata verso destinatari
ben precisi : non è venuto a vivere e a morire per i giusti, ma per i deboli, per
i peccatori, per gli empi e le persone ribelli, ed è per questo motivo allora che
la storia di Gesù ci riguarda: è la storia che si è svolta per noi, e per
questo è anche direttamente la nostra storia.
Ed il momento del battesimo è importante, perché
annuncia e applica “ufficialmente” a me stesso e a tutte e tutti noi questa
storia, quello che il Cristo ha fatto per tutte e tutti noi.
Quando cioè tutte
e tutti noi riceviamo il battesimo, nelle parole che ci vengono dette e nel
segno dell’immersione nell’acqua, la storia di Gesù ci viene presentata dal
ministero della Chiesa come una storia destinata a tutte e tutti noi, e noi
confessiamo la nostra fede in colui che ha vissuto quella storia per tutte e
tutti noi. Dichiariamo cioè di riconoscere che quegli eventi di duemila anni fa
non sono per noi qualche cosa di remoto nelle brume del tempo e nella vastità
dello spazio, ma che la storia di Gesù di Nazareth è la nostra
storia, perché noi, in quella storia, ci ritroviamo implicati, afferrati,
perdonati e salvati: “Siamo morti con lui” e “vivremo con lui, che, risuscitato
dai morti, non muore più”. E come “il suo vivere” anche il nostro sarà “un
vivere a Dio”. Amen
PREGHIERA
DI INTERCESSIONE
Dio nostro,
prima di separarci, ti preghiamo per coloro che, fra noi, stentano a
riconoscere i tuoi benefici, i segni del tuo amore: per quelli che sono e si
sentono più soli; per quelli che non trovano un lavoro, o che ne hanno trovato
e devono svolgerne uno nel quale non si sentono contenti e interessati; per i
malati, e per le famiglie che sono in ansia per i loro malati. Rafforza in noi, Padre nostro, il senso saldo
e profondo che siamo tuoi, la tua Parola ce lo ridica sempre, il tuo Spirito ci
guidi e ci aiuti a viverlo. E fa’ che, di fronte a coloro con i quali viviamo,
a casa, sul posto di lavoro o nel tempo libero, possiamo sempre pensare: questa
donna, quest’uomo, queste persone sono tuoi; forse non lo sanno, come anch’io
tante volte non lo so, o lo dimentico, ma sono tuoi, e valgono il prezzo
immenso del tuo amore, valgono la vita di Gesù Cristo. Per coloro che ancora
non lo sanno, che ignorano la loro vera identità, ti chiediamo che giungano a
riconoscerla: che qualcuno la dica loro da parte tua e con la forza profonda
del tuo Spirito. E quando capiterà a noi di essere quel qualcuno, ci sia dato
di esserti testimoni e di dire con lieta e fiduciosa semplicità: Non apparteniamo
a noi stessi, ma al Signore, al Padre di Gesù Cristo. Per questo ti diciamo
tutti insieme: “Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato
il tuo nome. Venga il tuo regno. Sia fatta la tua volontà in terra come in
cielo. Dacci oggi il nostro pane quotidiano. Rimettici i nostri debiti come
anche noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori. E non esporci alla
tentazione, ma liberaci dal maligno, perché tuo è il regno, la potenza e la
gloria nei secoli dei secoli.” Amen
BENEDIZIONE (1Pietro 5, 10 - 11)
“Il Dio di ogni grazia, che vi ha chiamati alla sua
gloria eterna in Cristo, dopo che avrete sofferto per breve tempo, vi
perfezionerà egli stesso, vi renderà fermi, vi fortificherà stabilmente. A lui
sia la potenza, nei secoli dei secoli”. Amen.
(Giampaolo Castelletti, domenica 19 luglio 2020. Tutte
le citazioni bibliche, salvo diversamente indicato, sono tratte dalla versione
Nuova Riveduta, a cura della Società Biblica di Ginevra, prima edizione
1994).
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