Culti

Omegna - Via F.lli Di Dio 64
Nel Tempio di Omegna, il Culto si tiene tutte le domeniche alle ore 9; Mercoledì 25 Dicembre, Natale, il Culto si terrà alle ore 9

Intra - C.so Mameli 19
Nel Tempio di Intra, il Culto si tiene tutte le domeniche alle ore 11; Mercoledì 25 Dicembre, Natale, il Culto si terrà alle ore 11

24/12/2015

Natale 2015

Domani è Natale.
     Questo è il Natale che ho nel cuore, che dedico a tutti voi.

Giampy Castelletti

14/11/2015

Antisemitismo. Le chiese evangeliche di Milano sull'aggressione contro Nathan Graff


Le chiese evangeliche di Milano intervengono sull'aggressione contro Nathan Graff, esprimendo la loro fraterna e completa vicinanza alla comunità ebraica di Milano e d'Italia:
«La bestiale "giustizia dei coltelli" ci chiama tutti alla difesa di quei valori 
di libertà di religione e di pensiero che stanno a fondamento di una pacifica convivenza fra i popoli, le religioni, le culture»
Roma, 13 novembre 2015 (NEV-CS61) – In seguito all'accoltellamento di Nathan Graff, ebreo ortodosso, occorso ieri sera a Milano, le chiese evangeliche del capoluogo ambrosiano hanno diffuso una nota per esprimere la loro solidarietà ai presidenti della comunità ebraica di Milano e al rabbino capo Alfonso Arbib. Di seguito il testo integrale:


«Venire accoltellati, oltretutto da dietro, alla schiena, per il semplice fatto che con gli abiti si testimonia la propria fede; passeggiare pacificamente per Milano ed essere aggrediti per la mera, ma visibile appartenenza al mondo ebraico... La bestiale "giustizia dei coltelli" che tende a dilagare in Medio Oriente e in Europa, ci chiama tutti alla solidarietà e alla difesa di quei valori di libertà di religione e di pensiero che stanno a fondamento di una pacifica convivenza fra i popoli, le religioni, le culture.

Le chiese evangeliche di Milano - valdese, metodista, battista, luterana, anglicana, avventista, - esprimono la loro fraterna e completa vicinanza alla comunità ebraica di Milano e d'Italia, nel momento del dolore e del pericolo.

Fermamente convinte che la testimonianza della cultura, della spiritualità, della fede e della presenza ebraica nel nostro Paese sia fondamentale e irrinunciabile per costruire assieme un cammino di pace e di giustizia, le chiese evangeliche di Milano assicurano il loro pieno impegno affinché la possibilità di vivere ed annunciare la propria fede sia garantita a ogni comunità e a ogni individuo, a partire dai fratelli ebrei». 

Laura Pausini. La sorpresa di scoprirci simili

Questo riepilogo non è disponibile. Fai clic qui per visualizzare il post.

08/11/2015

“Gioiscano e si rallegrino in te quelli che ti cercano”

“Gioiscano e si rallegrino in te quelli che ti cercano”   (Salmo 40:16)

La storia dell’uomo è stata da sempre contrassegnata da un susseguirsi di ricerche e scoperte. Se non ci fosse stata la molla della curiosità e della sete di conoscenza, non avremmo mai registrato alcun progresso né miglioramento in nessun campo della nostra esistenza. Probabilmente nessuno di noi ha mai fatto parte di una squadra di ricercatori, però tutti noi possiamo indirizzare il nostrpegno in campo spirituale alla ricerca di Dio e della Sua comunione.
         Chi fa ricerca, spesso ottiene dei risultati inaspettati, talvolta quasi per caso, ma nutre sempre la speranza di poter fare una scoperta utile per l’umanità.   Chi ricerca Dio, invece, non nutre solo una vaga speranza, bensì possiede una certezza. Il nostro sforzo non sarà mai inutile, ma otterrà come risultato una gioia profonda e stabile e un senso di benessere interiore anche nei momenti di buio e difficoltà.
         La base di questa gioia è la fiducia che il Padre celeste ci ama e dirige ogni cosa verso il bene.

                                                                                                                                                  G.C.

01/11/2015

"La regola per eccellenza"

“Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro; perché questa è la legge e i profeti.”   (Matteo 7:12)


Il versetto che meditiamo, assomiglia a un detto mondano assai conosciuto: “Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te”.                                                              Eppure fra i due c’è una differenza fondamentale: il 1° è l’espressione della saggezza divina, è dettato dall’amore e ha come scopo il bene degli altri;  il 2°, invece, è frutto della saggezza umana, dettato dall’egoismo e ha come fine la protezione di se stessi.                                                                                        Mentre il 2° si pratica per istinto, il 1° deve essere imparato con l’aiuto di Dio; solo così si può essere gentili con persone scortesi, aiutare chi ha bisogno senza guadagnarci nulla, sopportare il male e l’ingiustizia senza minacciare o ripagare il torto subito.                                                                                       Signore insegnami la Tua saggezza e dammi la forza e il coraggio di metterla in pratica.     

                                                                 G.C.

22/10/2015

“Voi siete il sale della terra"

Voi siete il sale della terra; ma se il sale diventa insipido, con che lo si salerà? Non è più buono a nulla se non a essere gettato via e calpestato dagli uomini. Voi siete la luce del mondo” (Matteo 5,13-14)

La chiesa, comunità di credenti in Cristo è, secondo il Vangelo di Matteo, sale della terra e luce del mondo. Ogni seguace di Cristo è chiamato personalmente a essere sale e luce, ma il plurale “Voi” rinvia a una dimensione comunitaria. La comunità nel suo insieme è chiamata a adempiere la sua missione collettiva di servire come sale e luce per il mondo. Tale compito non può essere realizzato da individui indipendenti: dobbiamo lavorare insieme. Ma prima dobbiamo chiederci che senso hanno le parole di Gesù.
Se guardiamo indietro nel tempo, alla storia bimillenaria del cristianesimo ci rendiamo conto che, non sempre i cristiani sono stati sale della terra e luce del mondo.
Molte situazioni negative smentiscono queste “qualità” (guerre, crociate, divisioni, discriminazioni, ecc.).
Le parole di Gesù sono da intendere non come descrizione di una condizione “Voi siete”, ma di una funzione: << Voi dovete essere sale per dare sapore alla vita del mondo intero, dovete essere luce per illuminare le tenebre dell’odio, dell’egoismo; dovete essere come una città su un monte, come una lampada ben visibile>>. Essere visibili non significa mettersi in mostra, cercare a tutti i costi la visibilità; il desiderio di essere visti è fin troppo umano, accarezza l’amor proprio, la sete di vanità. La motivazione per cui siamo chiamati a essere visibili deriva dalla vivida consapevolezza della grandezza di Dio. Le opere da noi compiute devono essere percepite nel mondo profano come illustrazioni dell’amore di Dio.
L’agire dei credenti deve funzionare nel mondo profano come testimonianza dell’amore di Dio, Padre che non discrimina i suoi figli e che deve essere lodato con atti di generosità verso i poveri e di clemenza verso i nemici, che non con le sole preghiere. Si tratta, in definitiva, di coniugare insieme la salvezza per grazia mediante la fede e le opere, senza le quali la fede è morta.
Essere sale e luce è, dunque, una vocazione, una chiamata a cui dobbiamo rispondere con la vita di ogni giorno, sia come singoli credenti sia come comunità.
Non si è chiesa perché si risponde a certi requisiti, come disporre di locali propri per il culto e le attività o di un certo numero di ministeri ecc.. Si è chiesa quando si vive la vocazione di essere sale e luce.
E, per ultimo, la chiesa è sale e luce, soltanto quando proclama autenticamente che Gesù Cristo è il Signore. Quando manifesta la vita di Cristo nella sua propria. La chiesa non è la luce stessa, ma soltanto la finestra attraverso cui la si può vedere. Noi siamo luce nella fedeltà a Cristo, vera luce del mondo. Gesù rivolge queste parole a quelli che chiama “beati” cioè coloro che, con il loro modo di vivere contrastano la mentalità del mondo, lottando per un mondo più giusto, più umano e più fraterno. Sono loro il sale della terra e luce del mondo in quanto fanno trasparire nella loro vita, la giustizia e la misericordia di Dio. Ogni chiesa, così come ogni credente, che si conformi così completamente al mondo profano circostante da dimenticare la sua vocazione si rende inutile; il suo sale diventa insipido e privo di interesse.

Past. J-F. Kamba Nzolo

15/10/2015

Meditazione del brano del Vangelo di Giovanni 3,16-17

GIOVANNI 3 , 16 - 17
«Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede
in lui non perisca, ma abbia vita eterna. Infatti Dio non ha mandato suo Figlio nel mondo
per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».

Viviamo un periodo di crisi: rabbia e tristezza si impadroniscono spesso di noi. Siamo portati a giudicare gli altri, in modo spietato e con amarezza. Spesso le nostre vittime sono l'impiegato dietro lo sportello, l'infermiere in ospedale, l'insegnante dei nostri figli che ci sembra non facciano il loro dovere, mentre probabilmente soffrono quanto noi. Certo, ci sarebbero molte cose da criticare, da denunciare, da eliminare... se fossimo noi a giudicare, sapremmo chi e cosa condannare! Dio, invece, ci sorprende con un annuncio diverso: Lui non ha interesse a divide-re, a fare scelte, a verificare cosa salvare e cosa buttare. Il messaggio nuovo e sorprendente è che a Dio non interessa condannare il mondo, ma lo vuole salvare!
Non che a Dio facciano piacere le nostre cattiverie, le ingiustizie e le sofferenze che ci infliggiamo l’un l’altro; se lo volesse, potrebbe annientarci, e sarebbe anche meritato! Ma Dio non ragiona come gli esseri umani: è pa-ziente e buono, ci dice la Bibbia, non risponde al nostro male con un male più grande per annientarci! Lui pensa a salvarci, e mette in questo tutto il suo impegno.
Potremmo però obiettare: “Se Dio è giusto, scelga Lui i pochi che fanno il bene e li salvi, e abbandoni il resto del mondo alla distruzione!” Perché sicuramente ci sono quelli che fanno il bene, quelli che si impegnano nel volonta-riato, quelli che svolgono il loro lavoro con coscienza e impegno! Probabilmente alcuni di noi fanno parte di questo gruppo. Ma siamo sicuri di non avere alcuna colpa? Anche quelli che sono capaci di fare un po' di bene o tanto bene? Guardiamoci dentro e intorno con onestà: se il mondo va male non è colpa anche dei nostri piccoli e grandi egoismi? Anche di quelli come noi che pure non sono dei delinquenti?
Dio decide di venire in nostro aiuto, ribaltando tutto: non perde tempo a giudicare i giusti e gli ingiusti, quelli da tenere e quelli da buttare. Siamo noi che ragioniamo così, perché ci sentiamo migliori degli altri tanto da sentir-ci, a volte, onnipotenti. Così tanto, che spesso pensiamo che noi avremmo la ricetta per salvare il mondo... e in-tanto tutto diventa più triste e ingiusto! In che modo Dio ribalta questa situazione? Tutti, ai suoi occhi, sono importanti! E Lui ci guarda con amore, destinandoci non al male, ma al bene!
E il male? Il male l’ha vinto Gesù, che Lui ha mandato apposta per farci capire questo. Quel Gesù che era uomo, ma anche Figlio di Dio, ci ha raggiunto portando per noi il peso del male e donandoci speranza. Lui che è davvero onnipotente si è mostrato a noi nella più totale debolezza, morendo su una croce come un delinquente. Sì, il mon-do è davvero salvato dal male, siamo tutti davvero salvi per opera di Gesù Cristo: credete a questa buona notizia che trasforma la vostra vita!
Certo, c’è sempre qualcuno che dice: “Non è vero! Dio non esiste, il mondo va male e andrà sempre peggio, noi dobbiamo e possiamo salvarci da soli, i cristiani sono degli illusi...” Eppure, noi pensiamo che gli illusi sono proprio quelli che pensano a salvarsi da soli! Guardiamo al nostro mondo non come a un mondo perduto, ma a un mondo salvato. Se lo vediamo con questi occhiali, possiamo davvero impegnarci perché questo mondo sia meno triste, meno ingiusto, e abbia speranza. Ma dove la troviamo questa speranza? Dove diventa evidente? In due luoghi: nella Bibbia, che da secoli ci parla di un Dio che ci ama oltre ogni ragionevolezza, e in noi stessi, perché Dio non smette di sussurrare a tutti e tutte noi che siamo, e saremo, salvati!
Amen.

09/10/2015

I GIORNI SONO MALVAGI
“Guardate dunque con diligenza a come vi comportate; non da stolti, ma da saggi; ricuperando il tempo perché i giorni sono malvagi.”                                            
                                                                                              (Efesini 5 : 15 - 16) 

“I giorni sono malvagi”; questa constatazione è più che mai attuale, come potremmo contraddirla?
Basta che seguiamo i Tg Televisivi, leggiamo i giornali quotidiani o ci guardiamo intorno, per dire che questi nostri giorni sono “Malvagi”, non meno di quanto lo fossero i giorni delle prime comunità cristiane; in fin dei conti, la storia ce lo insegna, tutti i giorni sono segnati dall’odio, dall’indifferenza, dall’ingiustizia, dall’egoismo, vissuti dall’umanità in modo non conforme alla volontà del Signore, sono “Malvagi”.   Soprattutto oggi, anche per le nostre chiese “i giorni sono Malvagi”, cala la frequenza ai culti, cala la disponibilità a partecipare alle attività comunitarie, a farsi carico di qualche responsabilità, si è notato che è sempre più difficile che qualcuno se la senta di affrontare la sfida ardua e bellissima del pastorato o predicatore locale, i simpatizzanti, anche i più assidui e fedeli, sono sfavorevoli a fare il passo decisivo per diventare membri di Chiesa. La Chiesa, sembra che sia apprezzata solo da chi la guarda dall’esterno e da lontano, conosco molti, che la stimano, la ammirano, addirittura destinano l’8x1000, ma si mantengono a riguardosa distanza dalle sue porte e dall’entrarvi, certo, potremmo incolpare di tutto alla “gente”, che ha scarsa volontà di impegnarsi, alla loro superficialità e alla loro poca fede; non avremmo del tutto torto, perché diciamoci la verità, questi nostri giorni, oltre e forse più ancora che “Malvagi”, sono giorni frettolosi, giorni pieni di distrazioni e dispersivi. Tuttavia, la lettera agli Efesini, non ci indica la strada dell’accusa, né quella del rammarico, della recriminazione, tantomeno quella del lamento e nemmeno quella del rimpianto dei bei tempi passati, perché sono tutte strade senza sbocco. Paolo, nella sua lettera ha in mente qualcosa di totalmente diverso: “Ci invita a essere saggiamente pratici”; in sostanza ci dice: “I giorni sono Malvagi”? E’ vero. Allora? Da questi giorni Malvagi, cerchiamo di trarne frutto. Cerchiamo di capire come questi giorni “Malvagi” ci interpellino, che cosa vogliono dirci e cogliamo ogni pur minima opportunità per recuperare il tempo che questi giorni ci offrono.  Per far cosa? Per chiedere in preghiera al Signore di darci finalmente il coraggio e la voglia di affrontare con “Coraggio” e “Responsabilità” quello che da qualche tempo chiamiamo “crisi della Chiesa” ovvero: “Che ne sarà di me, se prendo posizione?”, che il Signore ci insegni allora, a capovolgere la domanda: “Che ne sarà di me, di questo progetto, di questa Chiesa, del compito che Dio mi ha affidato, se io non prendo posizione?”. Cerchiamo di puntare una buona volta il nostro sguardo su ciò che davvero conta, sul Come Ci Comportiamo: “Su come ci comportiamo Noi membri di Chiesa, Noi simpatizzanti, Noi Chiese, su come accogliamo, su come evangelizziamo e su come adempiamo i nostri compiti”. Può capitare, allora, che questi nostri “giorni Malvagi”, finiscano per rivelarsi come “giorni Benedetti”.

C.G.

07/09/2015

Un pensiero dalla  predicazione sul testo biblico di Giovanni 10 : 3 - 21

Davanti a circostanze e problemi della vita che non possiamo controllare, siamo come delle pecore, deboli e bisognosi d’aiuto. Dio ci viene in soccorso dandoci un Buon Pastore che risponde al nome di Gesù Cristo.  Nell’Antico Testamento, l’immagine del pastore viene usata molte volte da Dio per aiutarci a capire quanto Lui tiene al suo gregge. Il Salmo 23 ne è un esempio. Oltre a ciò era stato profetizzato che Gesù sarebbe stato il Buon Pastore come scritto in Ez. 34:23. In alcuni testi saranno menzionati Falsi Pastori, questo per aiutarci a capire di stare attenti e non essere sviati dalla Vera Fede. In questo capitolo di Giovanni, Gesù ci fa capire che solo Lui è il Vero Pastore e il Buon Pastore. Se seguiamo Lui saremo salvati. Gesù chiama per nome ognuna delle sue pecore, ciò sta a significare che ha un rapporto personale e diretto con ogni sua pecora, Gesù è il vero Buon pastore, come tale, ha dato la sua vita per salvarci dal peccato, a differenza dei Falsi Pastori o mercenari, che al primo pericolo scappano e lasciano le pecore indifese in modo tale che il Lupo le possa sbranare.  I mercenari dei giorni nostri, chi sono?  Sono uomini o religiosi che dicono di amare e prendersi cura delle pecore, ma in realtà, portano le pecore lontano dalla salvezza, fanno questo perché vedono il ruolo di accudire le pecore come fonte di guadagno, tipo: soldi, la stima delle persone e una vita più facile. La cosa importante è di non associarsi a questi mercenari ma di aggrapparsi a Gesù Cristo, il vero Buon Pastore. Erroneamente molti pensano che solamente il popolo di Israele possa essere salvato, tuttavia in Gv 10:16 Gesù fa una dichiarazione meravigliosa per tutti coloro che non sono Giudei, ha delle pecore che non sono di quell’ovile, ovvero, che non sono Giudei. La salvezza in Gesù Cristo non è solo per i Giudei. Chiunque riconosce il proprio peccato e crede veramente in Cristo sarà salvato.  Il messaggio di Gesù in questo capitolo è chiaro, è l’unico che può salvare, Egli è il Buon Pastore. Davanti a Gesù Cristo, nessuno può rimanere neutrale, o si accoglie bene il suo messaggio, oppure, prima o poi il nostro cuore si indurirà fino ad odiare Cristo, viceversa, ci si umilia davanti a Cristo e si crede in Lui come Signore e Salvatore. Detto ciò, sorgono delle domande molto importanti che riguardano tutti noi, riguarda la nostra vita e l’eternità: “Chi è Gesù per noi? E’ il nostro Buon pastore, che ci salva? Rispondendo “Si”, vuol dire che siamo una Sua pecora.” “Lo ascoltiamo di cuore, e Lo seguiamo giorno per giorno?” “Ci informiamo su qual è la Sua volontà, e nelle nostre decisioni e pensieri seguiamo la Sua volontà, anziché quella della nostra carne?” “Crediamo a Gesù culturalmente, ma in realtà, non Lo ascoltiamo, e non Lo seguiamo, facendo di testa nostra, e vivendo come vogliamo noi?”
 - Valutiamo bene queste domande, perché la nostra vita eterna dipende da queste risposte. Se Gesù Cristo è il nostro Buon Pastore, consideriamo quanto grande è il Suo amore per tutti noi ! Consideriamo che il Suo amore è costante, la Sua custodia è perfetta, la Sua attenzione è tenera. Possiamo gettare ogni nostro peso su di Lui, perché Egli ha cura di noi ! Ascoltiamolo e Seguiamolo, in ogni decisione della giornata, Il nostro Buon Pastore ci accudirà per tutta la vita e per tutta l’eternità. Se pensiamo di non essere una sua pecora, ravvediamoci già da oggi, e corriamo da Lui.     Crediamo in Lui e saremo salvati !     Amen                              
                                                                                                                     G. C.

29/07/2015

Un pensiero dalla predicazione su Matteo 11:25-30


Nella prima parte del brano Dio si rivela ai piccoli e nasconde la Sua verità ai sapienti e
agli intelligenti, SI ! Dio nasconde le verità del Suo Regno a chi crede di essere sapiente e intelligente ai propri occhi, ma le rivela agli umili, poiché gli uomini non arriveranno mai a conoscere Dio, se Dio non lo vorrà, oltretutto Gesù fa da mediatore per rivelare il Padre agli uomini, ma solo a coloro che Gesù vuole rivelare. Nel v.28 Gesù invita gli uomini a cercare riposo in Lui.   A chi è indirizzato questo invito? Non è indirizzato a tutti gli uomini ma solo ad un certo tipo di uomini, chi viene a Lui deve essere tra quelli denominati: “Affaticati e oppressi”.  Costoro, sono coloro che riconoscono davanti a Dio di essere schiavi del peccato, solo così possono andare a Gesù per la salvezza.  Si imparerà che Gesù è “mansueto e umile di cuore”, ma solo se avremo fede in Lui lo potremo conoscere e seguirlo con tutto il cuore, quindi è molto importante sperare in Gesù, anziché in altre cose, questo riguarda ogni aspetto della nostra vita, che significa: “Dire NO al lamentarsi di continuo, dobbiamo portare ogni peso che Egli ci dà”  –  “Dire NO al peccato” –  “Dire SI ad accettare tutto quello che Gesù ci dà, sia nel bene che nel male”  –  “Dire SI a vivere i nostri rapporti secondo i suoi insegnamenti”.   “Imparate da me”, SI! Dobbiamo imparare da Lui, questo però richiede un cuore umile, se abbiamo un cuore orgoglioso non impareremo mai da Gesù, perché presumeremo che i nostri ragionamenti siano giusti e non sbagliati, se saremo umili di cuore presumeremo che i nostri ragionamenti non abbiano valore se non sono ben fondati nella Parola di Dio.
Imparare da Gesù, significa che dobbiamo dedicare del nostro tempo, il nostro impegno alla lettura della Bibbia, meditare su quello che abbiamo letto e farla entrare nel nostro cuore in maniera che la Parola di Gesù abiti in Noi abbondantemente, solo se abbiamo un cuore umile e aperto saremo pronti ad imparare da Lui giorno dopo giorno e  di conseguenza sottomettere ogni nostro ragionamento a Lui. Questo, è un impegno che dura tutta una vita.
  -   In conclusione -  Gesù invita tutti noi ad umiliarci come un piccolo bambino, per riconoscere la vera condizione spirituale di essere “affaticati e oppressi” per poter andare a Lui per il perdono e la salvezza, perché solo chi cammina per fede ed è come un fanciullo,
ovvero, umile, può stare vicino a Gesù e accettare tutte le prove che Dio gli dà.    Dobbiamo imparare da Gesù ! Ci vuole tutta una vita per imparare da Gesù, imparare richiede impegno e tempo, ma soprattutto, imparare da Cristo richiede un cuore aperto, perché potremmo anche conoscere a memoria la Bibbia, avere un buon insegnamento, leggere i migliori libri cristiani, ma se non abbiamo un cuore umile ed aperto, non impareremo mai da Gesù !  Quanto è importante raccogliere l’invito di Gesù e imparare da Lui ! Solo così troveremo riposo alle nostre anime ! Confidiamo in Lui per ogni cosa, Egli è il mediatore che ci porta al Padre celeste. Se il nostro cuore è freddo e duro, se non abbiamo lo zelo e la passione che dovremmo avere, rivolgiamoci a Gesù in preghiera, solo Lui può cambiare il nostro cuore.   
Grazie a Dio per averci dato Cristo Gesù come Salvatore, pronto ad accoglierci e
perdonarci.                                           
Andiamo a Lui e saremo salvati !     Amen
                                                                                                                     G. C.