Culti
Omegna - Via F.lli Di Dio 64
Nel Tempio di Omegna, il Culto si tiene tutte le domeniche alle ore 9; Mercoledì 25 Dicembre, Natale, il Culto si terrà alle ore 9
Intra - C.so Mameli 19
Nel Tempio di Intra, il Culto si tiene tutte le domeniche alle ore 11; Mercoledì 25 Dicembre, Natale, il Culto si terrà alle ore 11
21/08/2013
Eugenio Bernardini, moderatore della Tavola valdese: "La nostra è una chiesa povera"
Intervista a cura di Gaëlle Courtens
Pastore Bernardini, quali sono i temi, le preoccupazioni e le speranze che caratterizzeranno il Sinodo di quest'anno?
Chiaramente il Sinodo è sovrano e deciderà via via quali priorità dare alla discussione in aula. Tuttavia, si può prevedere che quest'anno particolare attenzione verrà data ai temi soprattutto interni alle nostre chiese. Il ché significa affrontare una situazione di crisi economica che sta andando avanti da tempo e colpisce tutte le famiglie di questo paese, da Nord a Sud, e quindi anche le nostre chiese che non usufruiscono di finanziamenti pubblici, ma che si autofinanziano per quel che riguarda le attività di culto.
Naturalmente ogni anno il nostro Sinodo dedica una parte dei suoi lavori ad esaminare questioni che riguardano la società. Da questo punto di vista non mi stupirei se si parlasse di questioni etiche e bioetiche, delle famiglie "al plurale" e del loro riconoscimento, della violenza contro le donne e del femminicidio. Probabilmente si affronterà anche il tema dell'omofobia, un fenomeno che da tanti anni cerchiamo di contrastare anche con un'azione interna, teologica, culturale. Basti pensare alla scelta, votata nel 2010 dal Sinodo, della legittimità delle benedizioni delle coppie omosessuali.
In questo momento di profonda crisi non mancherà il tema, drammatico, del progressivo smantellamento dello Stato sociale. Voglio solo ricordare in Piemonte l'impegno delle chiese per il mantenimento del servizio sanitario pubblico e quindi anche degli ospedali valdesi che, nella zona del pinerolese, è stato anche occasione di impegno ecumenico con la diocesi. Abbiamo di fronte tempi ancora molto difficili e noi cerchiamo di affrontarli sviluppando la nostra azione di solidarietà verso il prossimo in modo molto concreto, ma anche attraverso la responsabilità sociale che le nostre chiese hanno sempre dimostrato per la salvaguardia dei diritti e naturalmente dei doveri, anche in quest'epoca di crisi sociale ed economica.
Il dialogo ecumenico sarà un tema?
Certamente. Inteso come dialogo con tutte le chiese cristiane a cominciare dalle relazioni con il vasto mondo delle chiese evangeliche con cui abbiamo dialoghi molto aperti e approfonditi. E poi abbiamo relazioni anche con i rappresentanti delle altre religioni. Naturalmente c'è anche il dialogo con il cattolicesimo a cui il nuovo papa sta dando delle sferzate di cambiamento, sia sul piano del linguaggio, sia su quello delle immagini, molto importanti.
Al Sinodo avremo, dopo tanti anni, una significativa presenza della Conferenza episcopale italiana (CEI): all'apertura avremo infatti mons. Mansueto Bianchi, presidente della Commissione CEI per l'ecumenismo e il dialogo interreligioso. Chissà che non sia un primo risultato dell'aria nuova che papa Francesco sta portando a livello centrale.
Quest'anno la Tavola valdese si troverà a gestire 37 milioni di euro dei fondi dell'otto per mille (OPM), una cifra pressoché triplicata rispetto agli anni precedenti, incassata grazie all'accesso anche alle quote non espresse. Cosa significa per voi questo balzo in termini di gestione e di responsabilità nei confronti dei contribuenti? Se ne parlerà al Sinodo?
Sì, credo che il Sinodo lo affronterà in termini molto approfonditi, perché quest'anno, per la prima volta, abbiamo da amministrare le risorse che provengono dalle scelte non espresse e che rappresentano ben il 60% dei fondi dell'OPM. In termini di responsabilità significa fare ancora più attenzione perché i contribuenti sappiano come vengono utilizzati i loro soldi, che per il 50% restituiamo alla società italiana, sostenendo progetti culturali, educativi, sociali, sanitari... l'altra metà dei fondi OPM è destinata a progetti all'estero a sostegno dei grandi temi della giustizia, della pace, della fame. Molti progetti andranno a sostenere la vita dei rifugiati nei campi profughi, in particolare in Siria, e quella delle persone in situazioni di emergenza, che sono tantissime nel mondo. Stiamo anche aumentando i progetti di aiuto nei territori palestinesi. Ci impegniamo a restituire le risorse che vengono dalle tasse degli italiani in modo più a-confessionale possibile.
Il fatto che ci si sia avvicinati a questi numeri davvero eccezionali per una piccola chiesa com'è quella dell'Unione delle chiese metodiste e valdesi, porterà a fare una riflessione generale sul meccanismo dell'otto per mille?
Più che una chiesa piccola, sottolineerei che siamo una chiesa povera, perché abbiamo scelto di vivere con le risorse che ci vengono fornite dai nostri membri di chiesa, simpatizzanti e amici. Per noi è una scelta di responsabilità e libertà che manteniamo da quando siamo nati otto secoli fa.
Comprendiamo che qualcuno incominci a chiedersi se il meccanismo dell'OPM non possa essere modificato. Una rivisitazione della normativa che veda, per esempio, una riduzione dall'otto al sette o sei per mille, o l'abolizione della ripartizione delle quote non espresse, noi la comprenderemmo e la sosterremmo. Anzi, dopo tanti anni, una rivisitazione della materia tutta sembrerebbe più che giustificata. Senza dimenticare che chi usufruisce dell'OPM è già privilegiato rispetto ad altre confessioni religiose, perché tutelato da un'Intesa con lo Stato. Da quest'anno, questa platea è sicuramente più plurale, ma ancora lontana dalla reale situazione di pluralismo religioso presente in Italia.
E sul fronte della trasparenza dell'utilizzo dei fondi? La normativa vigente non prevede l'obbligo di rendere pubbliche le rendicontazioni.
Noi riteniamo che quello di rendere conto in modo trasparente, preciso, tracciabile l'utilizzo dei soldi pubblici dovrebbe valere per tutti. Per quanto ci riguarda lo facciamo dal primo centesimo che entra all'ultimo che esce, e chiunque può verificarlo sul nostro sito internet. Ogni anno nel mese di luglio tutte le confessioni sono tenute a fare una relazione dettagliata dell'utilizzo dell'OPM al Ministero dell'Interno, relazione che noi mettiamo a disposizione degli italiani.
Alla luce della crisi che attraversa il nostro tempo, come definirebbe oggi, in questa Italia, la vostra missione?
Il mestiere delle chiese è quello di portare a chiunque la speranza di Gesù Cristo che significa la fiducia che un mondo nuovo è possibile, con delle persone rinnovate che sappiano cambiare anche la società. Noi lo facciamo attraverso l'aiuto concreto alle persone, senza tuttavia dimenticare quelle che sono le responsabilità della società e delle istituzioni verso le fasce più deboli e deprivate del nostro paese.
Quale speranza?
La speranza è che la classe politica italiana abbia la capacità di dare delle risposte efficaci in un momento straordinario. Noi siamo preoccupati, perché continua ad esserci prevalentemente troppa attenzione agli interessi di parte, quando invece andrebbero, appunto, messi da parte. Vorremmo più lungimiranza e senso di responsabilità.
10/08/2013
25/07/2013
Omofobia e diritti
di Massimo
Aprile
Roma, (NEV), 24
luglio 2013 - Proponiamo in anteprima il testo della rubrica “Finestra
aperta”, a cura del pastore Massimo Aprile, che andrà in onda a conclusione
della trasmissione radiofonica di Radiouno RAI “Culto evangelico” domenica 28
luglio alle 7.35.
L’Italia è da
anni in attesa di una legge contro l’omofobia e la transfobia. Tanti sono
infatti coloro che hanno patito e patiscono discriminazioni a causa del proprio
orientamento sessuale, e tanti sono i parenti e gli amici delle vittime della
violenza a cui l’omofobia sovente si accompagna. Mentre questa nota viene
registrata non è ancora chiaro quale sarà l’esito parlamentare del disegno di
legge “Scalfarotto - Leone”, dal nome dei primi firmatari. Alcuni infatti
propongono una moratoria sulle questioni etiche in nome delle più urgenti
questioni economiche e comunque pare che siano già stati presentati moltissimi
emendamenti.
La proposta di
legge così com’è ora tende essenzialmente ad estendere alla questione della
identità sessuale della vittima quanto già previsto dalla legge Mancino in
materia di discriminazione razziale, etnica, nazionale o religiosa. Uno dei
timori principali di chi si dice contrario a questa proposta di legge, è che
essa possa costituire una limitazione e addirittura un ostacolo alla libertà di
opinione di chi pensa che l’omosessualità sia un peccato o una perversione.
Personalmente, avendo letto il disegno di legge, mi sono convinto che questa
preoccupazione sia infondata. Al contrario, penso che sanzionare comportamenti
vessatori e discriminatori, che spesso hanno favorito, se non determinato, ad
esempio casi di suicidio di giovani adolescenti, sia necessità inderogabile.
Alcuni come
accennavo, sostengono che la controversa questione dovrebbe essere rimandata,
in nome di ciò che è più urgente e che riguarda il rilancio della crescita
economica. Qui, a mio avviso, si evidenzia uno spartiacque. Da una parte,
quelli che ritengono che per qualche accidente, riconducibile alla congiuntura
internazionale, il nostro Paese stia attraversando una crisi economica epocale
che va contrastata, mettendo da parte ogni altra cosa, soprattutto se divisiva
della pubblica opinione. Dall’altra parte, quelli, tra cui ci sono anch’io, che
credono che la crisi del nostro Paese sia al tempo stesso, oltre che economica,
anche culturale. Non si tratta, perciò, di mettere una toppa qui e là, ma di
contribuire alla ricostruzione di un tessuto sociale che in questo ultimo
ventennio è stato fortemente logorato.
I diritti delle
persone, dei lavoratori, come delle minoranze religiose, etniche, di
orientamento sessuale, sono aspetti non secondari per uscire dalla crisi. Senza
questa rigenerazione che passa per il rispetto dei diritti umani e civili di
tutti continuerà quella disaffezione verso la politica, vista come un ambito di
discussioni astratte, o peggio, legata, prevalentemente a interessi
particolari.
Le chiese
cristiane dibattono da molto tempo sul fatto che la pratica omosessuale debba
considerarsi o no peccato, ed é prevedibile che la discussione continui anche a
lungo. Quello che però ci aspettiamo è che i cristiani tutti sappiano difendere
il diritto della persona anche quando non si condivide la sua prassi, se questo
non lede la libertà di altri. La legge sulla omofobia, in questo senso, è
comunque un traguardo di civiltà.
28/06/2013
14/06/2013
07/06/2013
Dialogo cristiano-islamico. Il tema della Dodicesima Giornata del 27 ottobre 2013
Libertà religiosa, base della
convivenza civile.
Un unico Dio,
una sola umanità, diritti umani per tutti e tutte.
Comunicato stampa n.
1
Per dare modo alle comunità cristiane e musulmane di
organizzare per tempo le proprie iniziative comuni, il Comitato organizzatore
comunica il tema di questa dodicesima edizione.
Il tema proposto è il
seguente:
Libertà religiosa, base della convivenza
civile.
Un unico Dio, una sola umanità, diritti umani per tutti
e tutte.
Nelle prossime settimane renderemo noto un testo più articolato,
contenente anche riferimenti a documenti cristiani e islamici, che aiutino le
comunità locali ad organizzare iniziative di dialogo che possano coinvolgere
soprattutto i giovani ed il mondo della scuola.
Con un fraterno augurio
di
Shalom, salaam, pace
I promotori della giornata ecumenica del dialogo
cristiano-islamico
Roma, 5 giugno 2013
|
06/06/2013
Quaderni laici n.9
Educazione alla cittadinanza, per educare al rispetto dei
diritti costituzionali di tutti i cittadini
Educazione sessuale, per educare a una sessualità serena
fondata sul rispetto
Storia delle religioni e del libero pensiero, per
insegnare diverse visioni del mondo e concezioni etiche.
Nella prospettiva di una moderna didattica laica si rivela
essenziale istituire due nuove materie curriculari obbligatorie, Educazione alla
cittadinanza ed Educazione sessuale, nonché una nuova materia facoltativa,
Storia delle religioni e del libero pensiero, che dovrebbe poi sostituire
l’insegnamento facoltativo concordatario della religione cattolica, divenendo
obbligatoria.
Uno Stato laico non può infatti abdicare né demandare ad
altri la formazione di buoni cittadini, educati al rispetto dei diritti
costituzionali di tutti, in primis le minoranze, nonché di esseri umani che
conoscano le diverse e possibili visioni del mondo fondate sulle varie religioni
o concezioni etiche e capaci di vivere una sessualità serena fondata sul
rispetto dei partner.
Dibattito: Monica Lanfranco, Maryam Namazie, Shahrzad
Sabry, Wassyla Tamzali
Intervista di Federico Calcagno a Tullio Monti
Negozio on-line :https://www.claudiana.it/php/mostrascheda.php?nscheda=9788870169638
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