Culti

Verbania - C.so Mameli 19
Domenica 17 marzo, Tempio di Intra, dalle h.10 momenti di preghiera e canti, Culto alle h. 11 con relatica Cena del Signore

Omegna - Via F.lli Di Dio 64
Domenica 17 marzo, Tempio di Omegna, Culto alle h. 9 con relativa Cena del Signore

27/09/2014

Tempo del creato 2014 -Domenica 28/09/2014

Genesi 2,4b-9 (10-14)15

 4b  Nel giorno che Dio il SIGNORE fece la terra e i cieli, 5 non c'era ancora sulla terra alcun arbusto della campagna. Nessuna erba della campagna era ancora spuntata, perché Dio il SIGNORE non aveva fatto piovere sulla terra, e non c'era alcun uomo per coltivare il suolo; 6 ma un vapore saliva dalla terra e bagnava tutta la superficie del suolo.7 Dio il SIGNORE formò l'uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale e l'uomo divenne un'anima vivente.8 Dio il SIGNORE piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi pose l'uomo che aveva formato. 9 Dio il SIGNORE fece spuntare dal suolo ogni sorta d'alberi piacevoli a vedersi e buoni per nutrirsi, tra i quali l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male. 10 Un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino, e di là si divideva in quattro bracci.11 Il nome del primo è Pison, ed è quello che circonda tutto il paese di Avila, dove c'è l'oro; 12 e l'oro di quel paese è puro; qui si trovano pure il bdellio e l'ònice. 13 Il nome del secondo fiume è Ghion, ed è quello che circonda tutto il paese di Cus. 14 Il nome del terzo fiume è Chiddechel, ed è quello che scorre a Oriente dell'Assiria. Il quarto fiume è l'Eufrate. 15 Dio il SIGNORE prese dunque l'uomo e lo pose nel giardino di Eden perché lo lavorasse e lo custodisse.

 Predicazione del pastore Jean-Félix Kamba Nzolo

Chi sono? Da  dove vengo? Dove vado?  Sono domande esistenziali che conosciamo bene e che ci poniamo in un momento o l’altro della nostra vita. La Bibbia cerca di rispondere a queste domande, prescindendo da dati scientifici e legando l’esistenza umana a quella di Dio. E, lo fa in una duplice narrazione della creazione, in Gensesi 1 e 2.
Se io, essere umano, esisto è perché esiste il mio Creatore. La Genesi, il libro che parla del principio, vuole riconciliarci  con la nostra esistenza!  Cerca di dirci perché viviamo e come dobbiamo vivere…
Ci sono tre affermazioni fondamentali nella seconda narrazione della creazione della terra e dell'uomo che è il nostro testo di oggi:
1.      Dio crea l’uomo;
2.      Dio si prende cura dell’uomo;
3.      Dio affida una missione all’uomo;
Tre sono parole chiave: creazione, cura e missione.
Al primo punto, Dio crea l’essere umano che noi siamo. Alla domanda: chi siamo? La risposta è siamo creature di Dio. Considerare l’esistenza umana da quest’angolatura dovrebbe cambiare il nostro modo di essere con noi stessi, con gli altri e con il giardino, questa terra che ci fa vivere.
 Al secondo punto, Dio si prende cura dell’uomo da Lui creato, provvedendo ai suoi bisogni e mettendo a sua disposizione tutto ciò di cui ha bisogno per vivere e crescere pienamente.
Al terzo punto, Dio affida una missione all’uomo. L'uomo Adamo, creato da Dio occupa una posizione privilegiata quella di trovarsi al centro della creazione. A lui è affidato il compito di coltivare e di custodire il giardino di Eden. In altre parole, il compito di valorizzarlo e salvaguardarlo, e non di prenderne possesso  diventandone proprietario,  sfruttandolo e  distruggendolo.
Eden è proprietà di Dio, Adamo ne è il custode. Nel custodire e proteggere questa proprietà, l'uomo Adamo entra nella dialettica vitale con Dio.  Il racconto della Genesi dimostra che l’uomo non è stato creato per se stesso, ma per rispondere ad una necessità.  Egli è fin dal principio collaboratore di Dio.
Nel suo commentario alla Genesi, Giovanni Calvino insiste sulla generosità del Creatore. Tutto è stato abbondantemente messo a disposizione dell'uomo. Il Signore provvede  a tutti suoi bisogni.
E bisogna che l'uomo (Adamo) non si comporti da padrone. Mangiare dell'albero proibito sarebbe come offendere i diritti del proprietario. Segno inevitabile, l'albero della vita è un richiamo concreto dell'identità del proprietario.
 Il giardino dell'Eden ci è presentato come un quadro di vita reale di una persona. Un quadro di vita benedetta dal Signore, l'acqua vi scorre in abbondanza e  il cibo non manca. Questo quadro ha bisogno dell'essere umano e del suo lavoro. Così, la "vita paradisiaca" che si pensa sia un ozio sacro, viene a rassomigliare la nostra vita ordinaria ovvero l'attività di ogni giorno per occuparci dei problemi del nostro mondo.  Come per Adamo, anche per noi, la domanda di fondo è come vivere con la creazione e nel mondo secondo la volontà di Dio.
Il nostro rapporto con Dio si rompe nel segno della sfiducia umana che contrasta la fiducia di Dio. Avere piena fiducia in Dio è accettare che Dio sia Dio, e riconoscerci nello stato di coloro che
dipendono dalla Sua grazia e  che riconoscono il limite creaturale.  Affermare che << Dio è Dio>> (K.Barth), significa riconoscere che Egli è il Creatore e noi siamo noi, cioè creature.
L'essere umano è il rischio di Dio. Creando l'essere umano dandogli la libertà, Dio accetta il rischio che l'uomo possa anche disobbedirGli. Ma Dio non ci vuole delle marionette da manipolare a piacere. Dio vuole che noi siamo libere creature in grado di vivere la reciprocità di un amore libero e incondizionato. La nostra vita che,  tutta riposa sulla libertà deve appartenere a Dio; per avere senso e ragione di essere ha bisogno di Dio. Come tralci  riceviamo vita solo rimanendo attaccati alla vite. Gesù ce lo dice: "Io sono la vera vite e il Padre mio il vignaiolo. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie via; e ogni tralcio che dà frutto lo pota affinché ne dia di più"; e ancora "Senza di me non potete far nulla" ( Gv15,1-2.5).
La possibilità che il mondo torni ad essere un Paradiso è una questione di fede e di fiducia. Aprirci a Dio e disponendoci a fare la Sua volontà è far sì che il regno di Dio che Gesù vede  già presente in mezzo a noi possa manifestarsi con tutta la sua forza attraverso il nostro impegno per la salvaguardia del creato (giustizia ecologica) e attraverso l’impegno per la giustizia economica.
 Dio  dice a ciascuno di noi: desiderami liberamente come io desidero te. Amami con il tuo intero essere senza sentirti costretto. Regoli il tuo volere sulla mia volontà perché io sono buono per te. Mi devi appartenere tutto intero. Ascolti soltanto me e obbediscimi in piena fiducia.

La possibilità che il mondo torni a essere un paradiso è dunque una questione di fede, di fiducia.
La vera grandezza dell’essere umano è quella datagli da Dio, cioè di adempiere la sua missione di gestire e salvaguardare la creazione. Ciò riguarda l’amore per la terra, la lotta contro ogni forma di spreco, contro l’inquinamento, lo sfruttamento dissennato delle risorse della terra; la lotta contro ogni forma di ingiustizia e di emarginazione e contro la povertà e le violenze.
Cosa compriamo? Cosa buttiamo? Dove lo buttiamo? …
I racconti della creazione ci indicano il cammino della vita e del buon vivere insieme, invitandoci a preoccuparci della vita delle generazioni future: che terra lasceremo ai figli dei nostri figli?  Dio si serve di questi racconti per darci le istruzioni per l’uso della vita che conduciamo ogni giorno per ricordarci che siamo polvere, ma ch’Egli non ci lascia soli. Che Egli si prende cura di noi e che, per mezzo dello Spirito Santo  ci dona la forza, l’inventiva, la saggezza per adempiere la nostra missione. Amen. 

20/09/2014

Occorrono forza e coraggio per costruire una comunità di chiesa più fraterna e più impegnata

<< Sii forte e coraggioso; non temere e non ti sgomentare>> (1 Cronache 22,13)

Il versetto del mese di settembre del Lezionario “Un giorno, una parola”, carico di incoraggiamento e di speranza è  adatto per una riflessione biblica su questo numero della lettera Circolare delle nostre chiese, alla ripresa delle attività, dopo la pausa estiva.
Ancora in tenera età, Salomone riceve l’incarico da Davide, suo padre, di costruire una casa (tempio) al Signore. Un compito gravoso per il futuro giovane re che, non solo deve onorare la parola del padre e ubbidire al Dio  d’Israele che lo ha scelto, ma che, a differenza di Davide, re guerriero, Salomone di cui il nome significa “pacifico”, ha il compito di portare la pace in Israele. Salomone sarebbe, tuttavia, riuscito  a  costruire il tempio  e a stabilire la pace, solo se il Signore fosse rimasto con lui, e se avesse osservato le sue leggi. Ma deve anche  avere la forza d’animo. Il difficile compito che deve svolgere richiede forza e coraggio.
Il tempio di Gerusalemme era considerato come  segno della presenza e della protezione di Dio. Per noi cristiani evangelici, per dirla con le parole del riformatore Giovanni Calvino : << non c’è più tempio materiale in cui è necessario andare in pellegrinaggio per sacrificare a Dio, ma che oggi siamo suoi templi spirituali, e che dobbiamo in ogni luogo alzare le mani pure al cielo>>.  Siamo, tuttavia, chiamati a <<dresser l’Église>> (costruire la Chiesa ) come diceva lo stesso riformatore Calvino.
Il termine “tempio” nell’accezione neotestamentaria non indica semplicemente una struttura architettonica, ma il popolo di Dio: << Non sapete che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?>> (1Co 3,16).   L’ apostolo Pietro ci ricorda chi siamo per sola grazia di Dio: <<Anche voi, come pietre viventi, siete edificati per formare una casa spirituale, un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali, graditi a Dio per mezzo di Gesù Cristo>> (1Pt2,5). E ancora: << Voi siete un popolo che Dio si è acquistato, perché proclamiate le virtù di colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua luce meravigliosa>>( 1Pt 2,9).

Siamo chiamati a essere un popolo consacrato al servizio di Dio e che  ha  il compito  non facile di vivere e di testimoniare l’amore di Dio al mondo.  Ricordare questo è importante, perché  la chiesa è costituita da persone che hanno i loro pregi e difetti, limiti e doni.  E la costruzione di una comunità più fraterna  può essere un compito  arduo. Per questo, abbiamo bisogno anche noi di  tanta forza, di tanta determinazione e di tanto coraggio per  camminare e essere chiesa insieme.
Past. Jean-Félix Kamba Nzolo

(Dalla Lettera Circolare delle Chiese Metodiste di Verbania e di Omegna, n.4, settembre-ottobre 2014) 

19/09/2014

Calendario dei Culti di settembre e di ottobre 2014

DATA
INTRA Ore 9,15
OMEGNA-Ore 11

Dom.07/09
Past. Nzolo (Culto con s.Cena)
Past. Nzolo
Dom. 14/09
Past. Nzolo
Past. Nzolo
Dom. 21/09
Past. Nzolo
Past. Nzolo  (Culto con s. Cena)
Dom. 28/09
Past. Nzolo
Past. Nzolo
Dom. 05/10
A. Daloué  Culto con s. Cena
A.Daloué
Dom. 12/10
ASSEMBLEA DI CHIESA
A cura del VI° Circuito
Dom.19/10
M.Lapetina
ASSEMBLEA DI CHIESA
Dom.26/10
Past. Nzolo
Past. Nzolo
CAMBIO ORARIO DA NOVEMBRE
INTRA ORE 11,00
OMEGNA ORE 9,15
Dom 02/11
Past. Nzolo ( Culto con s.Cena)
Past. Nzolo
Dom.09/11
Past. Nzolo
Past. Nzolo
Dom.16/11
Past.Nzolo
Past.Nzolo (Culto con s.Cena)
Dom.23/11
Past.Nzolo
A. Daloué
Dom. 30/11
Past.Nzolo
Past.Nzolo

17/09/2014

Tempo del Creato 2014


“Spegnete i fuochi, ma non lo Spirito di Dio”. 
E' questo il titolo della raccolta di materiali preparati dalla Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), per il "Tempo per il Creato" 2014. Anche quest'anno, le chiese cristiane di tutto il mondo sono invitate ad osservare un particolare periodo liturgico tra settembre ed ottobre dedicato alla preghiera e all'azione per l'ambiente. I testi elaborati dalla GLAM comprendono materiali teologici e liturgici, approfondimenti e spunti per azioni concrete, proposte per l'animazione di incontri giovanili.

Il Tempo del Creato di quest'anno (1 settembre - 4 ottobre) si colloca all'interno del Pellegrinaggio per la giustizia e la pace, lanciato dalla decima assemblea del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), tenutasi nell'autunno dello scorso anno a Busan (Corea del Sud).