Culti

Verbania - C.so Mameli 19
Domenica 17 marzo, Tempio di Intra, dalle h.10 momenti di preghiera e canti, Culto alle h. 11 con relatica Cena del Signore

Omegna - Via F.lli Di Dio 64
Domenica 17 marzo, Tempio di Omegna, Culto alle h. 9 con relativa Cena del Signore

21/05/2010

Pentecoste

di Giorgio Tourn

L’ultima data dell’anno liturgico cristiano è la Pentecoste. Mentre l’Ascensione segnava la fine della vicenda storica di Gesù Cristo, iniziata con la nascita a Natale, la Pentecoste apre una nuova pagina nella storia della rivelazione con la manifestazione dello Spirito Santo. Questo avvenimento ha avuto luogo secondo il racconto del libro degli Atti a Gerusalemme il giorno della festa ebraica della mietitura.
Né la circostanza né il luogo sono casuali: in tutta la Bibbia ebraica Gerusalemme è il simbolo della presenza di Dio, della sua Parola, della rivelazione; la mietitura è la festa del raccolto, del frutto dell’amore e della benedizione divina sul suo popolo, ed è simbolo biblico anche il fuoco che scende dal cielo, è l’azione di Dio. Vi è però un’altra lettura della Pentecoste: è la nascita della chiesa, è proprio così? Riflettiamo paragonando due opere d’arte di grande fascino e molto significative.
Giotto raffigura la scena nel suo stile sobrio, essenziale, i discepoli sono raccolti in cerchio; nel capitolo precedente si narra che Giuda suicida è stato sostituito con sorteggio da Mattia, sono dunque nuovamente 12, il numero voluto da Gesù a rappresentare tutto il popolo di Dio, come erano le tribù di Israele. Lo Spirito di Dio è rappresentato, come dice il passo biblico, da lingue di fuoco: il fuoco è la presenza, la forza, il calore, la dinamica dell’opera di Dio. Le lingue è la comunicazione, con la Parola Dio ha creato il mondo, ha dato a Mosé le leggi, ha ispirato la predicazione dei profeti.
Alla gente che manifesta il suo stupore Pietro spiega che sta realizzando la profezia di Gioele e lo Spirito divino non è più monopolio dei sacerdoti e dei profeti ma è dono a tutti i credenti; e spiega quello che è accaduto nelle ultime settimane a Gesù "il nazareno". È il primo discorso missionario della chiesa, qui comincia la testimonianza dei cristiani nel mondo.
Tutto questo Giotto lo sa molto bene e raffigura il gruppo nel momento del suo passaggio da discepoli ad apostoli, lo Spirito è la forza divina che li trasforma da uomini impauriti a testimoni coraggiosi. Lo Spirito è la forza divina che fonda la missione, la predicazione, l’annunzio del Vangelo. Quello che nasce alla Pentecoste è l’Evangelo di Cristo morto e risorto per l’umanità.
Con Giotto siamo nell’Europa cristiana del Duecento, con il secondo dipinto, la miniatura delle "Riches Heures" siamo due secoli più tardi, alla fine del Medio Evo. Qui la scena della Pentecoste è profondamente modificata.
Le persone che si trovano radunate formano un’assemblea molto composita: vi sono naturalmente gli apostoli ma ci sono anche altre persone attorno a loro e c’è Maria, la madre di Gesù. Corrisponde a realtà questa nuova presentazione dell’avvenimento? Il testo di Atti 2,1 dice: "come giunse il giorno della pentecoste erano tutti insieme nel medesimo luogo". Chi sono i tutti e dove è il luogo? Al capitolo 1 si narra che gli apostoli dal monte dell’ascensione tornano a Gerusalemme e si ritrovano "nella sala di sopra" dove solevano trattenersi tutti con le donne e Maria e i fratelli di Gesù. Il tutti è dunque il gruppo dei dodici discepoli con altri, la famiglia di Gesù, le donne che lo hanno accompagnato, è la comunità credente che si trova in preghiera. Il luogo è "la sala di sopra", che viene generalmente inteso come la stanza dove Gesù e i suoi avevano celebrato la Pasqua, l’ultima cena, messa a loro disposizione da un discepolo della città. Il pittore quattrocentesco ha dunque raffigurato un’altra scena, la comunità dei seguaci del maestro galileo, su cui scende lo Spirito che la trasforma e ne fa la prima comunità cristiana.
Ma legge il passo biblico alla luce della sua esperienza e introduce due elementi che non sono biblici: il luogo, non è più una stanza ma una chiesa, al centro del gruppo sta Maria. Questa non è la chiesa del primo giorno a Gerusalemme è la chiesa cattolica del Quattrocento. Maria al centro non è solo la Vergine, attorno alla quale stanno nascendo nuovi dogmi (non è però ancora né concepita immacolata né assunta!) è l’immagine simbolica della chiesa stessa.
Lo Spirito scende sulla chiesa o nella chiesa? Nel primo caso ne è solo beneficiaria, lo ha ricevuto e lo trasmette nella predicazione del Vangelo per bocca degli apostoli. Nel secondo ne è depositaria, lo cultodisce e amministra nella istituzione chiesa, di cui è immagine il locale, qui lo Spirito risiede e di qui passa al mondo grazie al ministero.
I due dipinti raffigurano la stessa scena, lo stesso testo biblico ma lo interpretano in due modi diversi, Giotto è fedele al testo evangelico, il pittore fiammingo si ispira alla chiesa dei papi rinascimentali, dice quello che dice il testo ma in un’ottica che lo contraddice. Nel primo caso lo Spirito determina la missione nel secondo fonda l’istituzione.

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