Culti

Verbania - C.so Mameli 19
Domenica 5 maggio, Tempio di Intra, dalle h.10 momenti di preghiera e canti, Culto alle h. 11 con Cena del Signore

Omegna - Via F.lli Di Dio 64
Domenica 5 maggio, Tempio di Omegna, Culto alle h. 9

12/07/2020

DOMENICA 12 LUGLIO 2020

Buona domenica a tutte e a tutti, quest’oggi celebriamo la sesta domenica dopo Pentecoste caratterizzata da questo versetto: “Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio”. (Efesini 2:8)


Invocazione
A voi tutti, fratelli e sorelle, grazia e pace da Dio nostro Padre che ci ha creati,
ci ha salvati in Gesù il Cristo il quale ci chiama e ci guida per mezzo dello Spirito Santo. A lui vogliamo innalzare la nostra preghiera, a lui sia la lode, in ogni età. Amen.


Ascolto della parola di dio

Preghiera di illuminazione
"Ti lodiamo, o Signore, per la tua parola di verità e di vita. Siamo certi che oggi ancora la tua forza è all’opera, per rinnovare continuamente il mondo per mezzo di Cristo. Rendici attenti alla tua opera nel nostro tempo; fa’ che non rimaniamo attaccati al passato, che non ti cerchiamo là dove tu non sei. Cammina davanti a noi, tu che sei il nostro futuro. Facci ricercare delle vie nuove e aiutaci a rimanere saldi.
Permettici sempre di ascoltare la tua voce, di distinguerla dalle altre voci e dal rumore del mondo. La tua parola scenda nei nostri cuori e produca in noi il frutto che non marcisce. La tua chiamata ci svegli dal torpore e ci spinga al cammino. Nel nome di Gesù il Cristo". Amen.

Testo biblico
Luca 21,  20 – 36  
20 «Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. 21 Allora quelli che sono in Giudea, fuggano sui monti; e quelli che sono in città, se ne allontanino; e quelli che sono nella campagna non entrino nella città. 22 Perché quelli sono giorni di vendetta, affinché si adempia tutto quello che è stato scritto. 23 Guai alle donne che saranno incinte, e a quelle che allatteranno in quei giorni! Perché vi sarà grande calamità nel paese e ira su questo popolo. 24 Cadranno sotto il taglio della spada, e saranno condotti prigionieri fra tutti i popoli; e Gerusalemme sarà calpestata dai popoli, finché i tempi delle nazioni siano compiuti. 25 Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle; sulla terra, angoscia delle nazioni, spaventate dal rimbombo del mare e delle onde; 26 gli uomini verranno meno per la paurosa attesa di quello che starà per accadere al mondo; poiché le potenze dei cieli saranno scrollate. 27 Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nuvole con potenza e gloria grande. 28 Ma quando queste cose cominceranno ad avvenire, rialzatevi, levate il capo, perché la vostra liberazione si avvicina». 29 Disse loro una parabola: «Guardate il fico e tutti gli alberi; 30 quando cominciano a germogliare, voi, guardando, riconoscete da voi stessi che l'estate è ormai vicina. 31 Così anche voi, quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. 32 In verità vi dico che questa generazione non passerà prima che tutte queste cose siano avvenute. 33 Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. 34 Badate a voi stessi, perché i vostri cuori non siano intorpiditi da stravizio, da ubriachezza, dalle ansiose preoccupazioni di questa vita e che quel giorno non vi venga addosso all'improvviso come un laccio; 35 perché verrà sopra tutti quelli che abitano su tutta la terra. 36 Vegliate dunque, pregando in ogni momento, affinché siate in grado di scampare a tutte queste cose che stanno per venire, e di comparire davanti al Figlio dell'uomo».

PREDICAZIONE
La conclusione del capitolo 21 di Luca finisce con questi diciassette versetti che abbiamo letto e che potremmo definire la “piccola apocalisse”, anche se per molti la parola “apocalisse” starebbe a significare la distruzione di ogni cosa in un clima di panico e terrore, ma ad una lettura attenta, tutto questo capitolo si rivela – questa è la sorpresa – non un' “apocalisse” ma un'“anti-apocalisse”.
Se cioè in tutta la prima parte di Luca, dal versetto 20 al versetto 24, abbiamo letto che Gesù si sofferma a descrivere la “devastazione di Gerusalemme” , e poi addirittura, con una sorta di salto di qualità, di “segni nel sole, nella luna e nelle stelle”, non lo fa per metterci paura perché “la fine arriva e ormai non c'è più tempo”. È proprio il contrario. Qui tutto va visto nella luce dell'invito che egli, quasi all'inizio del suo discorso, rivolge ai suoi discepoli: “Ma quando queste cose cominceranno ad avvenire, rialzatevi, levate il capo, perché la vostra liberazione si avvicina”.
   Sì, “rialzatevi, levate il capo, perché la vostra liberazione si avvicina”, con queste parole, Gesù vuole dirci “siate lucidi!” È difficile essere più “anti-apocalittici” di così. È vero (e Gesù lo dice a chiare lettere) che la storia del nostro vecchio mondo sta andando incontro al suo compimento: è il progetto di Dio per il suo universo. Ma è inutile far calcoli, è inutile aspettare con il naso per aria o cercare di cogliere qua e là segni premonitori: quando sarà il momento, ce ne accorgeremo, perché sarà semplicemente impossibile non accorgersene: “Allora si vedrà il Figlio dell'uomo venire sulle nuvole con potenza e gloria grande”! Sì, solo allora, solo quando vedremo “il Figlio dell'uomo venire sulle nuvole” sapremo che “ci siamo!”. Non un minuto prima!
Del resto, anche in Marco (13:32) vi è scritto chiaramente che: “quanto a quel giorno e a quell'ora, nessuno li sa, neppure gli angeli del cielo, neppure il Figlio, ma solo il Padre”. Se “gli angeli del cielo” non lo sanno... se nemmeno “il Figlio”, cioè Gesù, che pure della fine sarà il protagonista, conosce “quel giorno e quell'ora” perché Dio se li è riservati per sé, come potremo pensare di conoscerli noi, o di dar retta a chi pretende di conoscerli come fanno alcuni ?...
Ma andiamo avanti, ne vale la pena, perché c'è ancora qualcosa di luminoso e consolante da vedere e da dire, ed è la parabola che al versetto 29 inizia così: “Guardate il fico e tutti gli alberi”.
Nella Bibbia può anche capitare che un fico insegni. Ma cosa mai ci può insegnare un fico?
A differenza di quasi tutti gli alberi della Palestina, esso perde le foglie nel periodo invernale.
Per questo, quando con l'arrivo del caldo il fico rimette le foglie, la sua trasformazione è particolarmente spettacolare e fa l’annuncio della bella stagione: “riconoscete da voi stessi che l'estate è ormai vicina…”.
Imparare dal fico vuol dire allora fare come lui: non restare vincolati al presente, ma trovare il coraggio di rinnovarsi e di farsi promessa dell’estate, coi suoi frutti abbondanti, coi suoi doni gustosi.
Avere fede in quello che ci dice la Parola del Signore, vuol dire capire che il futuro non sarà la terribile fine delle cose, ma il loro compimento. Perché il futuro avrà il volto di Gesù: è lui che viene e, se è lui, può mai essere “morte e distruzione”?          
   No, Gesù che viene non sarà “Armagheddon”, ma sarà “l'estate”: sole, caldo, profumi, luce, colori, frutti, in un'abbondanza vertiginosa. È proprio così: la venuta di Gesù non è una minaccia (e come potrebbe esserlo?), ma il fulgido compimento delle promesse di Dio! È folle allora avere paura del futuro, perché Gesù è il futuro che ci attende.
E proprio la fiducia nel futuro, ci consente di “vivere” il presente non come il tempo in cui cercare di tirare avanti un'esistenza per molti versi vuota e senza senso, ma nella libertà di chi sa di essere il signore del presente, e non il suo schiavo.
C’è qui allora, vedete, una dialettica fra il nostro tempo e quello del Signore, che è esattamente il contrario del nostro modo corrente di vivere (o meglio, di non vivere) il presente e il futuro. Il tempo del Signore che verrà, è chiaramente il futuro,
il nostro tempo invece è il nostro esserci, il presente che viviamo. Ma dal suo tempo che sta davanti a noi – se non chiudiamo gli occhi, il cuore e tutto il resto - il Signore dà luce al nostro tempo: il presente che abbiamo lo dobbiamo organizzare e vivere
in funzione del suo futuro… Ma, appunto lo dobbiamo organizzare, e lo dobbiamo vivere, perché ora ha un senso e noi non ne siamo più le vittime passive: ne siamo i responsabili!
Possiamo e dobbiamo davvero superare le nostre paure del tempo che passa, smetterla di aggrapparci a un presente che ci fa infelici…
Per questo, senza le esagerazioni di alcuni gruppi che a forza di aspettare e proclamare la fine del mondo che non è avvenuta e non avviene…noi dobbiamo recuperare la speranza nel ritorno glorioso del Signore, così importante per la chiesa dell’inizio e invece così assente nel nostro modo di essere cristiani oggi.
Dobbiamo credere che verrà, e in questa prospettiva, accogliere il forte invito a “vegliare” che ha chiuso il nostro testo, infatti, dobbiamo vivere confidando che…tutto il nostro agire, impegnarci e patire, troverà proprio in Gesù che viene coi colori dell’estate, il suo compimento e quel significato che oggi stentiamo a cogliere. Davvero una buona domenica a tutte e tutti!  AMEN

PREGHIERA DI INTERCESSIONE
Signore, tu conosci i nostri cuori, ascolti l’invocazione di ognuno di noi.
Sostienici e parlaci quando ci sentiamo soli nelle decisioni da prendere, quelle grandi e quelle piccole, perché nulla ci possa mai allontanare dal progetto che hai per noi.
Aiutaci a ricordare e a scoprire la solitudine ed il dolore degli altri, perché insieme a loro possiamo invocare il tuo nome e il tuo intervento.
Non lasciarci smarriti e impotenti neanche di fronte a quello che ci appare irreparabile; insegnaci invece, di volta in volta, gesti e parole che vincano il dolore, la sofferenza, il bisogno.
Te lo chiediamo nel nome del Tuo figlio Gesù. Amen

BENEDIZIONE  (Matteo 28:18-20  C.E.I./Gerusalemme)
E Gesù, avvicinatosi, disse loro: «Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo». Amen

(Giampaolo Castelletti, domenica 12 luglio 2020. Tutte le citazioni bibliche, salvo diversamente indicato, sono tratte dalla versione Nuova Riveduta, a cura della Società Biblica di Ginevra, prima edizione 1994).


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