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Domenica 5 maggio, Tempio di Intra, dalle h.10 momenti di preghiera e canti, Culto alle h. 11 con Cena del Signore

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Domenica 5 maggio, Tempio di Omegna, Culto alle h. 9

31/12/2022

PREDICAZIONE SUL TESTO BIBLICO DI MATTEO 2, 13 - 23 TENUTA NEL TEMPIO DI OMEGNA IL 25 DICEMBRE 2022

 

Matteo  2 ,  13 - 23 

       

Dopo che (i magi) furono partiti, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: “Alzati, prendi il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e restaci finché io non te lo dico, perché Erode sta cercando il bambino per farlo morire”. Egli dunque si alzò, prese di notte il bambino e sua madre e si ritirò in Egitto. Là rimase fino alla morte di Erode, affinché si adempisse quello che fu detto dal Signore per mezzo del profeta: “Fuori dall’Egitto chiamai mio figlio”.   

   Allora Erode, vedendosi beffato dai magi, si adirò moltissimo e mandò a uccidere tutti i maschi che erano in Betlemme e in tutto il suo territorio dall’età di due anni in giù, secondo il tempo del quale si era esattamente informato dai magi. Allora si adempì quello che era stato detto per bocca del profeta Geremia: “Un grido si è udito in Rama, un pianto e un lamento grande: Rachele piange i suoi figli e rifiuta di essere consolata, perché non sono più”.

   Dopo la morte di Erode, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe, in Egitto, e gli disse: “Alzati, prendi il bambino e sua madre, e va’ nel paese d’Israele, perché sono morti coloro che cercavano di uccidere il bambino”. Egli, alzatosi, prese il bambino e sua madre, e rientrò nel paese d’Israele. Ma udito che in Giudea regnava Archelao al posto di Erode suo padre, ebbe paura di andare là e, avvertito in sogno, si ritirò nella regione della Galilea e venne ad abitare in una città detta Nazaret, affinché si adempisse quello che era stato detto dai profeti, che egli sarebbe stato chiamato “Nazareno”.          

 

 

La parola stessa “Natale” non ha più quasi nulla a che fare con la nascita avvenuta a Betlemme. Natale è diventato la festa non più tanto “del bambino Gesù”, ma “dei bambini”, in cui è bello che anche gli adulti tornino un po’ bambini...vi è la festa delle luci…degli addobbi…ma anche dei regali che non sono poi nemmeno una brutta cosa…vedete…Natale è diventato un soffio di poesia…anche se in genere non di una grande poesia che…ogni anno viene a dare un po’ di arte poetica alla tanta, sgangherata quotidianità della nostra vita…questo…in fondo non è un dramma, non è una situazione sconveniente contro cui puntare il dito, e men che meno l’occasione per rivendicare solo per noi cristiani il monopolio sul Natale come la nostra festa…ognuno…laico o agnostico che sia…ha il diritto di viversi come vuole il suo Natale.        Sapete che…in assenza di ogni indicazione biblica in merito…la data del 25 dicembre per celebrare la nascita di Cristo fu un vero e proprio “furto” che i cristiani  operarono ai danni di coloro che credevano negli antichi dèi, appropriandosi della grande festa pagana del Sole Vincitore, che proprio alla fine di dicembre torna a prolungare la sua permanenza in cielo, e così, dopo sei mesi di costante diminuzione, il giorno torna a crescere in lunghezza ai danni della notte, la paura del buio totale è esorcizzata, il sole vince e l'uomo assieme a lui. 

Insomma, l’attuale “paganizzazione” del Natale non è altro che il riappropriarsi del bottino di quell’antico furto cristiano…e forse è giusto così…perché…se alla fine…la nostra minorità numerica sempre più accentuata…significherà che l’essere cristiani non sarà più la conseguenza quasi inconsapevole di una tradizione familiare e culturale…ma il frutto di una decisione di fede personale…dovremo solo che essere contenti… avremo delle chiese meno piene e meno ricche…ma proprio per questo… probabilmente…“più chiese”... più povere come Gesù…che era povero…e più creature e servi dell’Evangelo…        

  C'è però un altro motivo…che mi sembra più fondato e reale…che deve preoccuparci oggi a Natale, ed è la realtà concreta del mondo in cui viviamo. Tutti…cristiani e agnostici, vorremmo che questi giorni di Natale fossero diversi da tutti gli altri giorni…che ci avvolgessero…un po’ come le sfere colorate dell’albero di Natale, in un’atmosfera di serenità e di pace. Ma non è così. Certo, come ogni anno, anche quest’anno sentiremo nell’aria il clima un po smielato e che però ci è caro delle festività: il carillon di Natale s’è messo in movimento, ci sono le luci, ci sono i dolci, si aprono i regali e siamo contenti se vediamo la gioia negli occhi e nel sorriso dei bambini e di tutte le persone che ci sono care, ma tutt'attorno a noi restano in soffocabili le voci orali e scritte che portano il fracasso e insieme il gemito degli avvenimenti della cronaca quotidiana: il caos della politica, le paure della crisi economica, l'assenza di futuro per i nostri figli e figlie, i tanti senza casa perché venuti fra noi in cerca di speranza da paesi lontani come la Nigeria, la Somalia, la Siria, l’Afghanistan, coloro che arrivano dall’Ucraina, gli sfollati di Ischia ed infine la spaventosa e ingiusta ordinarietà delle morti sul lavoro.

Vorremmo che almeno a Natale queste voci tacessero, vorremmo dimenticare per un po’ tante brutture, liberarci dal senso di inquietudine che tutto questo ci provoca, ma non è così…anche a metterci i tappi nelle orecchie, certe cose entrano dalle finestre e dai camini ben più veloci di Papà Natale…e una mano di nero va a incupire il brillio degli addobbi natalizi…e così, anziché sentirci…come vorremmo…tutti più bambini, ci sentiamo…come invece non vorremmo…tutti più piccoli e impotenti.     

A volte…forse possiamo far qualcosa per quello che ci tocca direttamente…possiamo fare la scelta opportuna come dire la parola che serve…dare il consiglio giusto…ma sui grandi eventi, quelli che fanno l’attualità e decidono della qualità della vita di tutte e tutti noi…non abbiamo presa…non possiamo far niente…siamo…appunto…troppo piccoli e  le cose ci passano sulla testa, perchè l’essenziale si decide altrove, ed è un essenziale che ci tocca la pelle e così…alla fine…il nostro Natale sembra fatalmente meno Natale…  

Forse vi stupirete se vi dico che non è così!

Che proprio perché la realtà del nostro mondo non possiamo afferrarla e trattenerla…e tanto meno la possiamo cambiare…per questo motivo…il nostro Natale 2022 trascorrerà come è giusto che scorra ogni Natale…come dal primo Natale.

Abbiamo riportato sopra dal  vangelo di Matteo, il racconto degli eventi che hanno fatto seguito alla nascita di Gesù…eh…nostro malgrado…ci siamo resi conto che questa storia non è stata solo poesia, delicatezza e gioia, ma risuona anche di violenze e di gemiti, schiamazzi e paure…come i telegiornali che siamo spesso tentati di non vedere perché ci fanno star male…ebbene…abbiamo visto il furore di Erode, ingannato dai magi…che a sua volta aveva tentato di ingannare…massacrare i neonati di Betlemme…la fuga in Egitto di Giuseppe e dei suoi…gli anni dell'esilio; e poi…dopo la morte di quel terribile re Erode…il ritorno nella terra di Giuda…e ancora la paura…che spinge Giuseppe…Maria e Gesù…a trasferirsi nella Galilea…perché al posto di Erode c’è sul trono il figlio Archelao, un pazzo sanguinario…peggiore di suo padre...

Quella partenza e quel ritorno di Giuseppe, Maria e Gesù si sono decisi nel segreto di un sogno, nell’intimità di una parola sussurrata dall'angelo di Dio…senza fare rumore. E cosa c’è di più inavvertibile…di più sottile e di più contestabile di una voce nel sonno?                                              

Tuttavia…la Bibbia…ci parla di quel sogno e ancora prima…di molti altri sognatori (Abramo, Giacobbe, Samuele, Davide, Isaia e gli altri profeti) a cui Dio s’è rivolto dolcemente, ma anche con una forza tale che si son messi in moto…hanno percorso la via che Egli indicava senza tenere conto di ciò che li colpiva o entusiasmava e terrorizzava il mondo attorno a loro. Hanno ignorato il mondo…quei sognatori…e spesso sono stati ignorati dal mondo…ma proprio in questo modo…con la loro obbedienza silenziosa a una parola appena mormorata…hanno cambiato il mondo!...Sì…il sogno di Giuseppe, il viaggio con sua moglie e il suo bambino, sono stati un “dettaglio”…un particolare secondario rispetto a ciò di cui si parlava in quel tempo…ma ad ogni Natale…noi cristiani ricordiamo la venuta al mondo di quel bambino che nelle braccia di sua madre andava verso l’Egitto nel buio della notte. E ci ritroveremo al culto di Natale per Gesù, e non per Erode! Perché Dio cambia la storia con i dettagli…agisce nei dettagli…da Abramo in poi è stata la sua scelta…ed è ancora la sua scelta.                                                            

Ci sono tanti eventi che riempiono le cronache e la storia di dettagli… colpiscono e emozionano…fanno felice o fanno disperata la pubblica opinione…ma se noi!…non cerchiamo Dio nei dettagli…rischiamo di passargli accanto senza trovarlo…e sempre a proposito di dettagli…     nessuno storico dell’antica Roma ha dedicato un rigo alla nascita e alla morte di Gesù, né alla sua vita…Svetonio…è l’unico storico che forse ci riporta il nome di Gesù…mentre racconta di alcuni disordini all’interno della comunità ebraica romana…lo fa in maniera sbagliata…volendo parlare degli ebrei convertitisi a “Cristo” e della loro rivalità con gli ebrei rimasti ebrei…parla dei sostenitori di “un certo Cresto”…ha sbagliato a scriverlo…quel nome…perché era un nome del tutto sconosciuto…e siamo già in pieno secondo secolo.

La vita e le vicende di quell'agitatore erano agli occhi dei Romani troppo poco importanti, non più di un trascurabile dettaglio della loro grande storia. E invece i loro storici ci hanno parlato a lungo di una folla di personaggi di cui oggi non parla più nessuno…ma per gli storici romani Gesù era insignificante anche perché apparteneva ad un popolo insignificante. Era solo un ebreo. Anche qui, davvero Dio agisce nei dettagli, ha scelto per sé un popolo che è sempre stato un “dettaglio” nella storia…non è mai stato un grande popolo Israele. Non è mai stato il più forte, né il più grande, né il più colto, e neanche il più promettente in fatto di “mercato religioso”…anche al tempo del massimo splendore…il tempio di Salomone avrebbe fatto una meschina figura di fronte ai grandi templi dell’Egitto, o ai templi della Grecia. Sì!...nella sua lunga storia…Israele è stato quasi sempre un piccolo popolo sottoposto a popoli ed imperi ben più grandi di lui.

Ma proprio lì…nel cuore di quel “popolo che era esso stesso un “dettaglio” del mondo…incastrato fra i grandi che facevano la storia, attraverso la violenza dei conflitti, delle minacce, degli esili, della dominazione straniera, Dio s’è fatto conoscere come una forza…una sicurezza…una fonte di pace…S’è manifestato con l’ostinazione e la tenacia di una candela che brilla nella notte…sappiamo che non c’è nulla di più fragile di una candela…eppure…non c’è nulla che…come una candela…ti possa far capire che cosa è davvero la notte…se accendi un faro, la notte scappa via e non sai più che cos’è per davvero, e che al tempo stesso ti possa anche far capire che la notte non è che la notte…proprio così, come una candela accesa nella notte che nulla più può spegnere…Dio ci si è oggi rivelato nel racconto di Matteo, e ci ha anche rivelato la nostra realtà di oggi.                                                                 Matteo avrebbe potuto censurare il ricordo della strage comandata da Erode. Invece, ha preferito fissare nella nostra memoria quella pagina nera della storia, farci ascoltare il grido del dolore innocente ed inerme di fronte a quella bestialità…opera di esseri umani. E noi non possiamo non renderci conto che…quei bambini massacrati a Betlemme appartengono al nostro quotidiano…fanno parte della stessa realtà di sangue e lacrime di cui fanno parte le ragazzine che…un giorno… all'improvviso…spariscono da casa e non le trovi più, o le trovi cadavere, vittime innocenti della ferocia umana…e con loro…tutte e tutti i violentati…abusati, devastati dalle guerre…gli annegati che toccano la nostra coscienza e ci fanno misurare la nostra impotenza…vedete…per le piccole vittime di ieri…e per quelle di oggi…l’evangelo non ci fornisce giustificazioni...non c’è giustificazione per le sofferenze ingiustificabili…ma apre delle vie.                                                   La 1ª è la via del diritto al lamento…al grido di dolore e anche di rabbia levato verso Dio…come “Rachele che piange i suoi figli, e non vuole essere consolata”…d’altronde…non c’è consolazione neanche da Dio…di fronte a certe cose…

  La 2ª via…è quella che ognuno di noi deve custodire…la memoria di ciò che…nel mare ribollente di violenza e di strage…tesse la trama di una luce che resta e non si spegne.

Così…il pianto disperato delle madri di Betlemme…è la piccola… struggente luce dell’amore…il dettaglio d’amore che illumina la notte della furia delle belve di Erode. Un dettaglio prezioso…che ci fa lacrimare e insieme anche sperare che...no...la violenza non avrà l'ultima parola…la violenza finirà…e resterà quel pianto che sarà consolato.

È la parola che…nell'Apocalisse…chiude l'intera Bibbia: “Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non ci sarà più la morte, né cordoglio, né grido, né dolore, perché le cose di prima sono passate” (Apocalisse 21,4).  

Oggi…celebriamo questo Natale come la festa di un Dio che si manifesta nei dettagli.

Festeggiamolo così…il Natale…e allora potrà insegnarci ancora molto.   

Ci insegnerà…ad esempio…che tutta la nostra vita è fatta di dettagli… l’attenzione accordata a qualcuno…un pensiero ascoltato oppure letto che continua a frullarci per la testa…una frase ricordata di una predicazione…perché a volte può capitare persino proprio questo…di ricordare una frase di una predicazione...un brano musicale che ci prova che l’essere umano è anche capace di creare meraviglie…il sorriso di uno sconosciuto per la via…oh…la domanda ingenua e profonda di un bambino...                               

“Alzati, prendi il bambino e sua madre e fuggi in Egitto.....Alzati, prendi il bambino e sua madre e torna in Israele” …                                                

Sì!...Natale è la festa in cui il dettaglio prende il posto che gli spetta, perché Dio si rivela nel dettaglio.

Una festa…in cui scopriamo che…se i grandi eventi e i grandi personaggi ricolmano di sé l’attualità…l’essenziale però si gioca altrove.

Valeva circa duemila anni fa…e vale anche per noi oggi: "una mano che si tende…una parola che si offre…un gesto di pace"...questi gesti di amore…sono ogni volta il dettaglio che fa vivere.

Amen

                                                   Giampaolo Castelletti 


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