di Jean-Félix Kamba Nzolo
Il concetto di pace è molto spesso correlato a quello di guerra. La pace in realtà è l'opposto della violenza e non della guerra. La guerra è correlata al concetto di difesa ed è in un certo senso un modo di difesa collettiva.
La pace intesa nel senso di assenza di guerra non è pace. Invochiamo giustamente la pace quando scoppiano i conflitti armati che fanno decine di migliaia di vittime innocenti, ma non dobbiamo distogliere l’attenzione dalla realtà della quotidiana guerra non combattuta con le armi che continua a mietere le vittime ogni giorno. Parlo dell’ingiustizie e delle discriminazioni a cui assistiamo ogni giorno.
Non può
esserci una vera pace senza la giustizia. Pace e giustizia sono un binomio
molto ricorrente nella Bibbia. La pace è frutto della giustizia. Il frutto
della “giustizia trasformatrice” è la pace e la dignità dell’essere umano, recita un documento ecumenico (1).
Sarebbe folle pensare che una
guerra armata possa portare alla giustizia. Sempre la fine delle ostilità ha
aperto nuove spaccature tra vinti e vincitori, ha sempre dato origine a nuove
ingiustizie, ha sempre rappresentato il seme di nuove azioni armate: guerra chiama guerra.
Il
concetto biblico “Shalom” non significa solo pace, ma benessere totale,
pienezza di vita, lo stato dell’uomo che vive in armonia con la natura, col
prossimo, con sé stesso, con Dio. La
società umana è considerata come il riflesso dell'intera creazione che Dio ha
destinato al “shalom” cioè a un ordine
armonioso, a un equilibrio in cui ciascuno essere umano trova suo posto. Ed è
per questo che Dio stesso ama lo straniero e si occupa della sua integrazione
(Dt10,18) invitando il popolo d’Israele a fare altrettanto.
Nel Nuovo Testamento la vera pace
è dono della grazia di Dio in Cristo. Non è la pace delle trattative
diplomatiche e di compromessi politici che lasciano il tempo che trovano. E' la
pace della fede, la pace che nasce spontaneamente dal riconoscimento dell'altro
e dell'altra creatura di Dio, come un soggetto che gode dei nostri stessi diritti, come una persona che ha qualcosa da dire
indifferentemente se la pensa come noi o meno.
Cristo
Gesù è la nostra pace, la lettera agli Efesini che individua l’effetto
primario della pace di Cristo nella riconciliazione avvenuta nel suo nome. Le
divisioni e le distinzioni non esistono più per quanto riguarda la posizione di
ciascuno dinanzi a Dio.
Essere
in Cristo significa essere in pace con Dio e con il prossimo. Una
pace che va salvaguardata data la nostra umana fragilità. Sono convinto che le parole che
Gesù rivolge ai discepoli dicendo "Voi siete sale della terra… Voi siete la
luce del mondo... una città posta sulla montagna” non sono una conferma di
quello che essi erano in quel momento, ma sono una vocazione che Gesù rivolge a loro e
a noi. Sale della terra e luce del mondo siamo se viviamo secondo le
beatitudini: se ci adoperano per la pace.
L’incontro con l’altro ci
coinvolge personalmente, non possiamo delegare altri a rappresentarci e a
decidere. Vuole dire che dobbiamo imparare ad assumerci le nostre
responsabilità ed essere anche disposti a pagare il prezzo di tutto ciò. Al
termine della strada ci può essere una croce, come avvenne per Gesù. Ma non dev’essere
una scusa per fermarsi, come non fu per Gesù.
Inviando gli apostoli ad annunziare la Buona Novella, Gesù
dice loro: “Quando entrerete nella casa, salutate. Se quella casa ne è
degna, venga la vostra pace su di essa; se invece non ne è degna, la vostra
pace torni a voi” (Matteo 10, 12-13 ). In questa citazione biblica la pace viene
concepita come qualcosa di molto concreto, come qualcosa di vivo, di tangibile,
che può andare da un uomo all'altro e, se non trova accoglimento, ritornare a
chi la augura. E' anche possibile immaginare attraverso le parole di Gesù le opposizioni che possono riscontrare coloro che si adoperano per la costruzione di un mondo senza violenze.
"La violenza è fondamentalmente una
violazione dei limiti, una trasgressione dello spazio che ogni essere vivente
giustamente richiede per lo spiegamento e l’appagamento
della sua ragione di vivere. E’ quindi la violazione dell’integrità e
dell’armonia delle innumerevoli relazioni che sostengono il tessuto del creato.
La violenza ha un numero
incalcolabile di espressioni. A livello personale le forme più odiose sono le
umiliazioni e le ferite intenzionali, l’abuso sessuale, lo stupro e l’omicidio,
l’abbandono e la fame. A livello di società e di nazioni, la violenza si
manifesta negli atti di guerra e di terrorismo,
compresa la “guerra al terrore”,
nella triste realtà dei milioni di profughi e di rifugiati, nei bambini
costretti a combattere o a prostituirsi, nella disperazione dei contadini che
si suicidano per i debiti che non riescono a pagare. La violenza si esprime anche
nella violazione delle diversità del mondo naturale, nello sfruttamento
sfrenato dei beni comuni come l’acqua potabile e i combustibili fossili,
nell’abbattimento delle foreste, nella pesca esagerata in mari e oceani, nello
smaltimento scriteriato dei rifiuti e nell’estinzione delle specie" ("Gloria a Dio e pace sulla terra" Convocazione internazionale ecumenica sulla pace- Kingston, Giamaica 17-25 Maggio 2011).
(1) Alternativa Globale: Ambiente, Pace,Economia (AGAPE) Consiglio Ecumenico delle Chiese-Ginevra 2005.
(2) Mario Borrelli, diritti umani e metodologia per la pace. Materiali a cura dell'I.P.R.I, se vuoi la pace educa alla pace, Edizioni Gruppo Abele 1984
(1) Alternativa Globale: Ambiente, Pace,Economia (AGAPE) Consiglio Ecumenico delle Chiese-Ginevra 2005.
(2) Mario Borrelli, diritti umani e metodologia per la pace. Materiali a cura dell'I.P.R.I, se vuoi la pace educa alla pace, Edizioni Gruppo Abele 1984
Preghiera :
Che le mani si congiungano
Fà, o Signore, che le mani si congiungano,
per rendere
più umana la terra in cui hai soffiato la vita all'uomo da te modellato:
Adamo
e Gesù il tuo Figlio diletto.
Fà, o Signore, che noi stringiamo la tua mano nera,
affinché la terra porti i frutti della speranza.
Fà, o Signore, che noi stringiamo la tua mano gialla,
affinché il mondo rimanga giovane
e ognuno guadagni con dignità il proprio
cibo: il suo pane, il suo riso,...
Fà, o Signore, che noi stringiamo la tua mano bianca,
affinché i germogli che portano gioia
e giustizia fioriscano su tutti i rami.
Fà, o Signore, che ai crocicchi delle strade,
noi
stringiamo la tua mano rossa,
affinché gli uomini dell'Africa, dell'Asia,
dell'Europa, dell'America e dell'Oceania,
gli uomini di ogni tempo e di ogni
cielo,
su tutti i continenti, traccino assieme strade di sviluppo
e coltivino
campi di preghiera e di dedizione.
Padre, per mezzo di Gesù, tuo amatissimo Figlio
che ha
lavorato la terra di Palestina,
ti rendiamo grazie per il tuo amore.
Uniamo le nostre voci a quelle degli angeli,
per
cantarti e proclamare la tua gloria: Santo! Santo! Santo!
Amen.
(Preghiera
scritta da Nabil Mouamès – un cristiano del Libano)
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