I peccati sono tutte le colpe che commettiamo, mediante le quali facciamo del male o non facciamo il bene che potremmo fare. Il contrario di peccare è fare il bene.
Il peccato al singolare è il fatto di essere separati da Dio. Dio non è mai separato da noi: noi ci allontaniamo da Dio, ma Dio non si allontana da noi. Siamo noi che siamo più o meno separati da lui quando lo respingiamo, o quando lo dimentichiamo. Il contrario del peccato è perciò la fede.
Come afferma l’apostolo Paolo, siamo tutti peccatori. In un certo senso c’è in questo una buona notizia: ciò ci rende tutti fratelli e sorelle e tutti beneficiamo del perdono di Dio. Questo ci esorta a essere benevoli nel modo in cui consideriamo le colpe degli altri.
Siamo tutti peccatori perché commettiamo errori (e talvolta orrori). Abbiamo bisogno di crescere e di essere liberati dalle nostre debolezze.
Se consideriamo la nostra umanità, ci rendiamo conto che non è possibile vivere in questo mondo senza sporcarsi le mani. Spesso l’alternativa che ci è imposta ci lascia soltanto soluzioni di cui nessuna è perfettamente adeguata e ci ritroviamo obbligati a compiere materialmente il male anche se cerchiamo di farne il meno possibile.
Ma niente panico, ci dice il Vangelo: Dio comprende, ama e perdona. Dio non è arrabbiato con noi quando abbiamo fatto del male. Il problema non siamo noi, bensì il male che abbiamo fatto e che facciamo. Perché il male è la sofferenza o la felicità che non sarà sperimentata, o a volte la morte per noi e per gli altri. Da questo deduciamo che siamo chiamati a essere responsabili, ad agire in modo responsabile. Per fare fronte alla nostra responsabilità, possiamo contare su Dio che è un alleato di prima scelta.
Nemmeno il peccato - al singolare - spinge Dio ad adirarsi contro di noi. Egli non smette di amarci e di venirci incontro. Ma noi non gli facilitiamo sempre il compito quando rifiutiamo il suo aiuto. Nessuno è completamente separato da Dio, come nessuno potrebbe vivere senza un piccolo spazio per l’amore e la speranza nella sua vita. La conversione, che ognuno non deve smettere di approfondire, permette di essere liberati da quel “peccato”.
Da "Voce Evangelica" Giungo 2012, numero 6
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